La descrizione
pi originale del sistema partitico della Prima Repubblica senza
dubbio quella di Silvio Lanaro nella sua Storia dell'Italia
repubblicana. Lanaro ricorre alla metafora astronomica. La
Democrazia Cristiana la stella fissa, punto di riferimento costante
e centrale. Il Partito comunista la cometa che attrae e guida
le masse. Il Partito socialista , come da simbolo, il "sol dell'avvenire".
Il Partito d'Azione una meteora. Movimento Sociale, Uomo Qualunque
e Partito Monarchico costituiscono una nebulosa eterogenea. Il
big bang dei primi anni Novanta stravolge questo universo. L'introduzione
del maggioritario non riesce a creare un vero bipolarismo. Persino
la tradizionale distinzione tra destra e sinistra risulta complicata.
A sinistra.
Il primo corpo celeste a scomparire la cometa. Dal congresso
di Rimini del gennaio 1991, nasce il Partito Democratico di Sinistra.
Ma nasce anche Rifondazione Comunista. Si tratta della prima di
una serie di scissioni che frantumano e rimescolano la sinistra.
Dopo aver provocato la crisi del governo di Romano Prodi
Rifondazione subisce un'ulteriore scissione. Ad abbandonare Fausto
Bertinotti Armando Cossutta che d vita ai Comunisti
Italiani (Pdci). Nel 1998 dal Pds nascono i Democratici di sinistra
(Ds). Nel nuovo partito entrano ex socialisti, cristiano sociali
e comunisti unitari (espulsi da Rifondazione nel 1995 per aver
dato la fiducia al governo di Lamberto Dini).
Oggi sono tre le formazioni che possono richiamarsi al Pci: Ds,
Pdci e Rifondazione Comunista. Cosa li contraddistingue? I democratici
di sinistra si rifanno alla tradizione socialista europea e aspirano
ad un ruolo simile a quello del Ps francese. Hanno accettato in
pieno il libero mercato e l'appartenenza italiana alla Nato. Sono
tra i pi convinti assertori dell'unit europea. Ma l'elettorato
non gli ha mai dato pi del 22 per cento, deludendo l'aspirazione
a divenire forza di governo autosufficiente. Rifondazione un
coacervo di anime diverse: ex Pci, ex Democrazia Proletaria, reduci
dei movimenti extraparlamentari degli anni Settanta. Presente
anche un'ala trotzkista, capeggiata da Marco Morando. Rifondazione
si propone come sinistra antagonista, opposta a quella di governo.
Chiede l'uscita dalla Nato e critica radicalmente capitalismo
e globalizzazione. Cossutta si muove sulla sottile linea dell'antico
ossimoro del partito togliattiano "di lotta e di governo". Ufficialmente
contro la Nato, ha sostenuto il governo di Massimo D'Alema
durante la guerra in Kosovo. C' poi la sinistra ambientalista,
che in Italia per una forza molto piccola. Per superare lo
sbarramento del 4 per cento, i Verdi hanno dato vita con i socialisti
al Girasole. Il sole che ride e ci che resta del sol dell'avvenire
emetteranno comunque una luce molto fioca. I socialisti hanno
conosciuto una vera e propria diaspora.
Negli anni Ottanta, con Bettino Craxi al governo, pur non
riuscendo mai ad andare oltre il 14 per cento, si proponevano
come una grande forza modernizzatrice. Tangentopoli si abbatte
sul Psi come una tempesta. Oggi il Partito Socialista non esiste
pi, ma ci sono diverse forze che si richiamano a quell'esperienza.
I socialisti democratici italiani di Enrico Boselli, schierati
con l'Ulivo. I laburisti di Valdo Spini sono parte integrante
dei Ds. Il Partito Socialista Italiano di Bobo Craxi
invece schierato con la Casa delle libert.
Molti ex socialisti sono entrati direttamente in Forza Italia.
Simile, per certi aspetti, la parabola del Partito Repubblicano.
Il "piccolo partito di massa" guidato un tempo da Ugo La Malfa,
si sgancia dal pentapartito prima del tracollo elettorale del
1992. Alle elezioni del 1994, il segretario Giorgio La Malfa
sceglie di correre con il centro di Mariotto Segni e Mino
Martinazzoli. Molti esponenti migrano verso la sinistra, in
particolare verso il Pds. Nel 1996 quel che rimane del Pri entra
nell'Ulivo. Cinque anni dopo La Malfa junior decide di passare
con Berlusconi.
"One man band".
Negli anni Novanta in Italia prendono corpo partiti politici e
liste elettorali che prendono nome da singoli personaggi politici.
Apre la danza la Lista Pannella alle elezioni del 1992.
Nel 1994 la volta del Patto Segni. Nel 1996 Lamberto Dini
crea Rinnovamento Italiano, che inizialmente, nella "ragione sociale"
ha Lista Dini. Anche Vittorio Sgarbi crea un lista col
suo nome con la quale si presenta in diverse tornate elettorali
amministrative tra il 1998 e il 2000. Le europee del 1999 vedono
il grande risultato della Lista di Emma Bonino. Neanche
Antonio Di Pietro resiste alla tentazione di creare un
movimento personale. Le "liste personali" hanno in genere vita
breve. Vengono create per sfuggire alle dinamiche interne dei
partiti. Il creatore della formazione pu imporre la sua linea,
nessuna oser mai contrastarlo. Pannella e Bonino sono un po'
un'eccezione. E' il Partito radicale che assume vesti diverse
puntando sul personaggio che in quel momento pi popolare.
A destra.
Il discorso complesso. L'esperienza della dittatura fascista
blocca a lungo la creazione di un blocco dichiaratamente conservatore.
I nostalgici del regime mussoliniano creano il Movimento Sociale,
a lungo quarto partito nazionale ma emarginato dalle dinamiche
di governo. Nel 1992 al minimo storico (5,6 per cento). Un anno
e mezzo dopo si ritrova con il triplo dei voti, vince le elezioni
all'interno del Polo delle libert e partecipa con tre ministri
al governo di Silvio Berlusconi. Il congresso di Fiuggi
del gennaio 1995 sancisce la trasformazione del Msi in Alleanza
Nazionale. Alla sua destra Pino Rauti d vita alla Fiamma.
Alleanza Nazionale si presenta come "destra sociale", critica
nei confronti del liberismo. Guardata con sospetto in campo internazionale
per le sue origini, su immigrazione e sicurezza ha comunque posizioni
meno radicali della Lega. Il partito di Umberto Bossi in
politica economica favorevole alla deregulation e al libero
mercato. Forse con posizioni ancora pi liberiste di Forza Italia,
creatura dell'imprenditore Silvio Berlusconi. Creata nel
1994 e subito primo partito italiano, Forza Italia fa parte del
Partito Popolare Europeo. Al suo interno ci sono per molti ex
radicali e antiproibizionisti.
E il centro?
La "stella fissa" Dc si trasformata in supernova. Ha distrutto
la stella progenitrice, si frantumata, ma non ha mutato le proprie
caratteristiche. La Dc non c' pi, ma c' un po' di Dc in tutti
i partiti. Nelle due galassie contrapposte, il centro cattolico
occupa una posizione minoritaria ma strategicamente fondamentale.
Nascono diversi partiti: alleati con il centrodestra, Ccd, Cdu,
Upr (la formazione guidata da Francesco Cossiga). Col centrosinistra
il Ppi, l'Udeur, Rinnovamento italiano. Equidistante, ma con il
cuore a destra, Democrazia europea di Sergio D'Antoni e
Giulio Andreotti. Difficile individuare sostanziali differenze
di programma tra il centro della Casa delle libert e quello dell'Ulivo.
Ma questo un problema generale di tutta la politica italiana.
Spesso le coalizioni avversarie si ritrovano a dire le stesse
cose, addirittura ad usare slogan simili. La tradizionale distinzione
tra destra fautrice delle libert individuali e sinistra garante
della solidariet sociale in alcune circostanze non regge. L'economia
di mercato sembra accettata da tutti e chi non l'accetta non ha
modelli alternativi da proporre. Per assurdo, estrema destra ed
estrema sinistra arrivano allora a sfiorarsi in una generica avversione
alla mondializzazione. Tutti gli altri, nel mezzo, sembrano interpretare
in modo diverso lo stesso spartito.
Antonello Sacchetti/Grandinotizie.it/13 marzo
2001 ore 12:44
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