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Document 52001AR0063

Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Realizzazione dello Spazio europeo della ricerca: orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006)"

GU C 357 del 14.12.2001, p. 15–21 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52001AR0063

Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Realizzazione dello Spazio europeo della ricerca: orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006)"

Gazzetta ufficiale n. C 357 del 14/12/2001 pag. 0015 - 0021


Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Realizzazione dello 'Spazio europeo della ricerca': orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006)"

(2001/C 357/04)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico sociale ed al Comitato delle regioni - Realizzazione dello spazio europeo della ricerca: orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006) (COM(2000) 612 def.);

vista la decisione della Commissione UE in data 4 ottobre 2000 di consultare il Comitato delle regioni sull'argomento, conformemente al disposto dell'art. 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea;

vista la decisione del proprio Presidente del 7 febbraio 2001, di assegnare la preparazione del parere alla Commissione 5: "Politica sociale, sanità pubblica, protezione dei consumatori, ricerca e turismo";

visto il progetto di parere (CdR 63/2001 riv. 1) adottato dalla Commissione 5 il 19 aprile 2001 [relatore: Torchio (I/PPE)],

ha adottato all'unanimità il 13 giugno 2001, nel corso della 39a sessione plenaria, il seguente parere.

1. Osservazioni di carattere generale

1.1. Il documento delinea e definisce un nuovo orizzonte quale speranza ed insieme prospettiva alle attività scientifiche, tecnologiche ed alla stessa politica di ricerca nell'UE.

1.2. Il documento della Commissione vuole, inoltre, gettare le basi di un nuovo contratto tra cittadinanza, scienza e ricerche umane, al centro della società civile, e le sue concrete applicazioni, favorendo un dibattito politico sempre più necessario a causa dell'impatto sociale.

1.3. Da oltre un ventennio è partito un allarme sulla perdita di velocità dell'Europa nei confronti degli Stati Uniti nei settori più decisivi della terza rivoluzione industriale. Oggi le gravi debolezze di struttura dell'Europa non sono ancora state colmate avendo investito nel 1999 ben 70 miliardi di euro in meno rispetto agli USA (quasi 140 mila miliardi di lire) con un magro 1,8 % di spesa sul PIL a fronte del 2,7 % degli Stati Uniti del 3,1 % del Giappone.

1.4. Anche il numero dei ricercatori, degli stessi brevetti e delle esportazioni di alta tecnologia in rapporto agli abitanti è decisamente inferiore e la Commissione propone una vigorosa ripresa delle attività pubbliche e private di ricerca con un più forte coordinamento tra gli Stati membri ridando ai cittadini gli strumenti per sviluppare la conoscenza anche attraverso uno spirito di nuova fiducia nei confronti del progresso tecnologico.

1.5. Il Consiglio europeo di Lisbona del 23/24 marzo 2000 ha considerato elemento fondamentale della costruzione della società europea della conoscenza il progetto per la creazione dello spazio europeo della ricerca. Il Comitato economico e sociale, il Comitato delle regioni ed i Paesi candidati hanno accolto positivamente il progetto mentre il Parlamento europeo lo ha fatto proprio con una risoluzione del 18 maggio scorso, mentre si contano ormai a centinaia le osservazioni delle imprese, organismi di ricerca, industria.

1.6. Lo "Spazio europeo della ricerca" rappresenta una necessità assai sentita a seguito della globalizzazione o mondializzazione dell'economia e dello spazio crescente delle comunicazioni, la velocità di crescita del progresso scientifico e tecnologico con i suoi forti impatti di natura sociale.

1.7. Per poter realizzare questo spazio comune è necessaria una sinergia audace e decisa tra l'Unione europea, gli Stati membri e gli operatori della ricerca garantendo a questi ultimi la libera circolazione anche a livello di conoscenze e tecnologie: dalle carriere scientifiche, all'inquadramento sul piano della previdenza sociale, ai regimi di proprietà intellettuale alle stesse disposizioni in materia di trasferimento delle conoscenze e di diffusione dei risultati.

1.8. È interesse del Comitato delle regioni conoscere il risultato di varie analisi e proposte dei nuclei di valutazione attivati dalla Commissione congiuntamente agli Stati membri.

1.9. Per questi motivi vanno ridefinite le azioni di sostegno alla ricerca all'interno dell'UE per conciliare insieme competitività ed aspettative dei cittadini, promozione dell'eccellenza unita alla garanzia di uno sviluppo tecnologico equilibrato, necessità di definire, attuare e monitorare le politiche di settore dell'Unione che, a partire dalla cooperazione scientifica intergovernativa avviata negli anni 50, hanno significatamente consolidato le capacità europee.

1.10. Il trend medio di 50 mila rapporti di collaborazione e cooperazione all'anno nel quinquiennio 1995-1999 rappresenta un patrimonio di indubbio valore ma questi programmi non si sono fusi o integrati organicamente con quelli dei 15 Paesi membri che hanno continuato a sovrapporsi senza un'adeguata "cabina di regia" fondata sul principio di complementarità delle azioni dell'Unione europea con quelle degli Stati membri come indicato dal Trattato.

1.11. Per individuare in maniera più organica le azioni future, in particolare nel quinquiennio 2002-2006 è utile riferirsi alla valutazione intermedia del Quinto programma quadro di ricerca eseguita dalla Commissione ai sensi dell'art. 6 delle Decisioni n. 182/CE e 1999/64 Euratom.

2. Valutazione degli assi ed obiettivi della ricerca

2.1. Per il conseguimento degli obiettivi della ricerca e dello sviluppo tecnologico dell'UE indicati nel Trattato: "rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'industria della Comunità, favorire lo sviluppo della competitività internazionale e promuovere le azioni di ricerca integrate con le altre politiche comunitarie", è necessario muoversi:

- sviluppando una più solida base per la ricerca scientifica, promuovendo a livello scolastico-educativo una più forte attenzione all'insegnamento delle materie scientifiche;

- nel miglioramento delle prestazioni dell'attività di ricerca coordinando il collegamento in rete dei programmi nazionali e dei centri e poli di eccellenza pubblici, universitari e privati e nella realizzazione di grandi progetti di ricerca industriale e orientata;

- nel rafforzamento del sostegno alla ricerca a favore e dentro le PMI diffondendo, trasferendo ed assorbendo conoscenze e tecnologie e valorizzando i risultati della ricerca e lo sviluppo di aziende tecnologicamente avanzate con una politica aperta all'accesso, alla costruzione ed al finanziamento dell'infrastruttura europea di ricerca ed alla crescita di reti elettroniche ad alta capacità;

- nel sostegno di un'economia fondata sulla conoscenza in campo scientifico, tecnico e dell'innovazione da favorire mediante la mobilità transfrontaliera, lo sviluppo delle carriere europee, il consolidamento della presenza delle donne, il risveglio dell'interesse dei giovani e la più forte collaborazione dei ricercatori dei Paesi terzi;

- nel nuovo contratto sociale in applicazione dei principi di precauzione e di sviluppo sostenibile e in considerazione delle conseguenze a livello etico e sociale del progresso della scienza e della tecnologia.

2.2. Per attuare le azioni previste si dovrà tenere conto:

1) della continuità e della coerenza del disegno della cooperazione scientifica e tecnologica dell'Unione con un migliore coordinamento delle attività delle varie agenzie ed un ricorso più sistematico ad azioni congiunte e convergenti;

2) della valorizzazione del potenziale delle regioni collegando in rete le loro capacità nella ricerca, innovazione e trasferimento di tecnologie nei vari settori di lavoro comune;

3) dell'integrazione sia con i Paesi candidati, che soprattutto con il mondo intero, attraverso la cooperazione di ricercatori ed industriali dell'Unione alla conoscenza e tecnologia del resto del mondo e della piena mobilitazione europea al servizio della Comunità internazionale nei settori di eccellenza e riconosciuta competenza dell'UE.

2.3. La Commissione raccomanda di sviluppare azioni complementari rispetto a quelle svolte dalle strutture e dalle organizzazioni di cooperazione scientifica europea internazionale di carattere generale quali la Fondazione europea della scienza, COST e Eureka e di natura specialistica come l'ESA, l'EMBL, l'ESRF ed il CERN.

2.4. Ma anche rispetto ai fondi strutturali, alle iniziative regionali, alle azioni della BEI ed ai programmi di assistenza economica e tecnica ai paesi terzi a nord, ad est ed a sud nonché agli altri strumenti della cooperazione internazionale.

2.5. Per giustificare un finanziamento pubblico all'attività di ricerca è necessario esprimere un valore di "bene pubblico" superiore al beneficio diretto dei ricercatori, sia nel dominio della ricerca di base, ma anche in quello della ricerca orientata.

2.6. Per l'attuazione di politiche pubbliche tese al rafforzamento della competitività europea è necessario stabilire e difendere un livello di sostegno pubblico onde affrontare ricerche rischiose e di lunga durata i cui effetti pratici non saranno leggibili nell'immediato.

2.7. Un altro aggiornamento riguarda la possibilità di "valore aggiunto europeo" quale criterio di selezione delle priorità e delle aree di intervento UE nella ricerca.

2.8. Accanto ai criteri varati nel passato e relativi al costo ed alla portata della ricerca superiori alle possibilità di un solo paese, bisogna riunire in una massa critica risorse umane e finanziarie realizzando economie di scala con la collaborazione economica proiettata alla ricerca.

Vanno combinate competenze complementari a problematiche interdisciplinari, ricorrenti a studi comparati a livello europeo e collegati alle priorità ed agli interessi dell'Unione nei vari AMBITI dalle PMI alla società dell'informazione, agricoltura ambiente, etc.

2.9. Saranno da considerare prioritari:

- le ricerche "post-genomiche" sulle grandi malattie;

- le nanotecnologie di ricerca interdisciplinare;

- lo sviluppo della società dell'informazione, soprattutto con l'iniziativa e-Europe;

- ricerche e sviluppo dei settori industriali più a rischio a livello europeo;

- aeronautica e spazio;

- biodiversità, individuazione e protezione delle risorse genetiche vegetali ed animali;

- tracciabilità delle sostanze negli alimenti e sicurezza alimentare.

2.10. Le ricerche per un modello di sviluppo sostenibile richiederanno di adottare politiche di selezione e di verificare se esistono quelle di esclusione.

2.11. Andrà altresì indicata una scala di priorità collegata agli obiettivi, integrando azioni diverse in molti settori quali varie forme di ricerca, innovazione, infrastrutture, risorse umane...

2.12. Accanto agli interventi monosettoriali andrà prevista una partita finanziaria di integrazione di azioni diverse in diversi settori.

3. Valutazione delle iniziative passate ed in corso e raccomandazioni

3.1. È importante analizzare il parere espresso da esperti indipendenti e successivamente la valutazione della Commissione.

3.2. Undici esperti hanno valutato i risultati ottenuti dal programma sviluppato nell'ultimo quinquennio:

- sul piano generale è necessario collocare le azioni di ricerca nel contesto di una vera politica di ricerca dell'UE. Al riguardo la Commissione, soprattutto in prospettiva dell'allargamento, deve agevolare politiche coerenti;

- con riferimento all'esperienza passata gli esperti hanno rilevato l'impatto positivo della "concentrazione" del programma quadro che "ha reso possibile tanti progetti di ricerca applicata soprattutto al mondo dei ricercatori universitari ed industriali". È comunque necessario ripensare procedure di gestione e strutture.

3.3. Per quanto riguarda il futuro gli esperti raccomandano di:

- continuare ad avvalersi "dell'azione chiave", come strumento di concentrazione dei programmi;

- rafforzare le ricerche per raggiungere l'obiettivo delle politiche UE;

- offrire ai migliori ricercatori europei insieme al rafforzamento dell'eccellenza un quadro di riferimento per ricerche più "impegnative e rischiose";

- usare maggiore flessibilità nell'uso di strumenti offerti dal Trattato.

3.4. La valutazione intermedia del Quinto programma quadro consente alla Commissione di proporre modifiche significative sia della concezione che dell'esecuzione.

3.5. Devono essere messi a punto nuovi interventi e meccanismi di garanzia e di intervento mentre vanno analizzate le sinergie più efficaci con le attività nazionali con una più scrupolosa verifica delle possibilità date dal Trattato.

3.6. Ed ancora si dovrà concentrare l'azione su un numero ridotto di priorità definite alla luce dei vari cambiamenti registrati nei vari campi di azione soprattutto nella nuova economia immateriale e nella sicurezza alimentare e industriale.

4. Raccomandazioni specifiche

4.1. Mediamente l'intervento dell'Unione è stato di 700 mila euro per progetto per il Quarto programma quadro e di 1,7 milioni di euro per il Quinto.

4.2. Quindi progetti di dimensioni ridotte, di breve durata (3 anni di media) selezionati dalla Commissione a seguito di inviti pubblici, una modalità che potrà aprirsi a nuovi modi di intervento ma soprattutto, dovrà prevedere una più forte integrazione ed attuazione a livello di partenariato tra Paesi membri ed Unione.

- La Commissione propone pertanto di passare da un sistema di finanziamenti di progetti individuali a totale carico dell'UE ad un sistema di piani di finanziamenti complessivi e solo cofinanziati dall'Europa.

- Inoltre gli interventi dovranno essere di durata superiore ai quattro anni ed a metà strada tra il sostegno ai progetti ed il finanziamento istituzionale e permanente. Ciò consentirà di operare in maniera più articolata in materia di mobilità e infrastrutture, aumentando l'impatto della ricerca e facendo luce sulle iniziative nazionali.

- Infine l'uso di strumenti "a geometria variabile" come previsto dal Trattato ma finora scarsamente utilizzati porterà una certa flessibilità complessiva.

4.3. Ricerca pubblica e privata di base, ricerca orientata, ricerca industriale dovranno vedere accolte le loro differenti esigenze con un incremento significativo della portata delle azioni finanziate dall'UE, con una sensibile riduzione delle procedure.

4.4. Il collegamento in rete dei programmi nazionali di ricerca andrà garantito operando su due livelli: il primo che parte dal "metodo di coordinamento aperto" promosso dal Consiglio europeo di Lisbona del 23/24 marzo 2000 con impegno su base reciproca ed aprire i programmi nazionali; il secondo con l'attuazione coordinata di programmi nazionali tra più Stati membri (art. 169 del Trattato) e mediante inviti a presentare proposte congiunte e coordinate attraverso una più forte incentivazione dei programmi sovranazionali aperti anche a paesi associati.

4.5. Bisognerà evitare di rovinare il quadro attuale degli interventi esistenti ed in fase di elaborazione.

4.6. Le reti di eccellenza dovranno essere collegate soprattutto ad équipe universitarie pubbliche e private con programmi comuni di attività a lungo termine e comunque di durata ed intensità superiore agli attuali e di lavoro comune, scambio del personale per periodi lunghi, intenso uso degli strumenti telematici e reti elettroniche con metodi di lavoro interattivi.

4.7. È necessario approfondire i meccanismi di collaborazione, cogestione e responsabilità congiunta fra le regioni ed il programma quadro nella definizione degli orientamenti strategici di ricerca e del finanziamento dei programmi specifici.

4.8. I grandi progetti di ricerca orientati sono di grandezza variabile tra varie decine e varie centinaia di milioni di euro e da realizzare da parte di consorzi di imprese, università e centri di ricerca in piani globali e prestabiliti di finanziamento, sulla base di norme trasparenti ricorrendo alla "peer-review".

4.8.1. Una parte variabile del costo totale dovrebbe essere legata al risultato, alle realizzazioni tecnologiche ed all'impatto economico-sociale.

4.8.2. Altra possibilità andrà riconosciuta all'assemblaggio (clustering) di elementi distinti di un grande progetto.

4.8.3. Per la ricerca industriale la convalida di varie tecnologie integrate potrebbe dar luogo a "piattaforme tecnologiche" sotto forma di prototipi che potrebbero beneficiare del sostegno del progetto Eureka.

4.9. Per quanto riguarda la ricerca ed innovazione "Start up" e PMI va mantenuto il livello di attenzione alle attività regionali e nazionali a sostegno della ricerca per e nelle PMI e alla creazione di imprese tecnologiche, anche in conformità alla comunicazione "L'innovazione in un'economia fondata sulla conoscenza", si prevedono azioni di "ricerca collettiva" con sostegno alle attività a beneficio di associazioni industriali europee o raggruppamenti in associazioni nazionali su temi riferiti alle PMI negli Stati membri.

4.9.1. Anche la "ricerca cooperativa" non andrà trascurata.

4.9.2. La Commissione chiede di rafforzare le azioni nel campo dell'intelligenza economica e tecnologica, la rilevazione, trattamento e diffusione di informazioni di interesse per la PMI, il collegamento in rete di ricercatori, imprenditori e finanziatori, il sostegno alla creazione di "spin off" di università e di "incubatori" di imprese tecnologiche.

4.9.3. Al riguardo si possono determinare importanti sinergie finanziarie tra imprese, associazioni industriali, BEI ed Eureka.

4.10. Rispetto alle infrastrutture di ricerca, attualmente l'UE sostiene l'accesso transnazionale a infrastrutture di Stati membri che forniscono servizi a livello europeo.

4.10.1. Si propone di coprire una piccola parte dei costi di sviluppo e di costruzione con il cofinanziamento di studi di fattibilità di nuove infrastrutture di interesse europeo attraverso il principio dell'associazione sinergica di fondi nazionali regionali, BEI, fondi strutturali, etc. anche per sostenere l'uso e lo sviluppo da parte della comunità scientifica delle reti elettriche ad alta velocità e definizione.

4.11. Quanto alle risorse umane si prevede un forte aumento delle borse di mobilità per i paesi UE, candidati e terzi.

4.11.1. Si propone inoltre di istituire un sistema di borse per il trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie per la piccola e media impresa, favorendo la presenza della donna in tutta la filiera scientifica ed incentivando i giovani agli studi nel settore, in un'economia basata sulla conoscenza e con équipe che nascono attorno a personalità scientifiche di alto profilo.

4.11.2. Il rapporto tra scienza, società e cittadini è di grande importanza. Le attività di ricerca devono tenere conto delle conseguenze sociali del progresso della scienza e della tecnologia e possono essere raggruppate in relazione al sostegno al processo decisionale ed al sistema di riferimento scientifico europeo, alla ricerca ed alle esigenze della società, al dialogo tra scienza e società, al rapporto donne-scienza ed all'etica.

4.11.3. La selezione di progetti sulla base di inviti pubblici e la valutazione mediante "peer-review" dovrebbero essere mantenute prevedendo, tuttavia, gare d'appalto ed inviti a presentare proposte diversi da quelli utilizzati tradizionalmente.

4.11.4. Il cambiamento di gestione favorisce "blocchi" di attività di notevole portata per il funzionamento delle reti di eccellenza, di grandi progetti di ricerca orientata, di ricerca collettiva per le PMI, di infrastrutture di ricerca attraverso accordi di associazione con la Comunità, di "borse di mobilità" attraverso il meccanismo delle "borse di ospitalità" da affidare a strutture comunitarie pubbliche specializzate quali le "agenzie di attuazione".

4.11.5. Il "Gruppo Davignon" ha escluso la valutazione delle attività del Centro comune di ricerca puntando a concentrare il sostegno scientifico e tecnico all'attuazione delle politiche comunitarie ed al processo decisionale a livello europeo, soprattutto nei settori di possibile maggior valore aggiunto.

4.12. Il periodo di tempo tra la presentazione del progetto e la notifica della sua autorizzazione deve essere ridotto al minimo.

4.13. Uno degli ostacoli principali alla realizzazione di uno spazio europeo della ricerca è costituito dal fatto che in Europa i brevetti comportano spese notevolmente superiori rispetto agli USA e che il loro ottenimento nei vari Stati richiede un processo più lungo. Inoltre, dal momento che ogni Stato ha esigenze diverse, è necessario ricorrere ad un esperto in materia di brevetti nei vari paesi e occorre anche tenere conto dei costi di traduzione.

4.14. Craft - il sostegno deve essere intensificato, il numero delle scadenze di valutazione raddoppiato, le condizioni d'accesso devono essere rese più semplici e la quota di ricerca in proprio delle PMI deve essere sostanzialmente aumentata.

5. Osservazioni conclusive

5.1.1. Il piano operativo non può prescindere dai documenti di proposta sui temi della strategia europea per lo spazio, "Benchmarking": metodologia e indicatori, scienza, società e cittadini, infrastrutture di ricerca, mappatura dei centri di eccellenza ed entro giugno 2001, risorse umane e mobilità, dimensione regionale, apertura al resto del mondo.

5.1.2. Nel Quinto programma quadro la Commissione intende aumentare notevolmente le dimensioni dei progetti, rialzare la soglia dei finanziamenti ed introdurre il sistema del finanziamento forfettario legato al risultato.

5.1.3. A breve termine saranno modificati "i programmi di lavoro" dei progetti di ricerca per incentivare l'uso di reti elettroniche ad alta capacità da parte della comunità scientifica partendo dal concetto di "GRID" nel calcolo distributivo di elevata potenza.

5.1.4. È prevista in vari programmi l'applicazione del "Progetto integrato" fondato sul raggruppamento ("Clustering") di progetti di ricerca, attività e borse di formazione e l'avvio di un numero ridotto di "Progetti integrati" nel campo della "genomica" ed azioni nel campo delle "nanotecnologie" e della lotta alle grandi malattie.

5.1.5. A medio termine la Commissione punta su collegamenti in rete dei centri di eccellenza, ma solo con il prossimo programma quadro si potranno concretizzare appieno le azioni dell'Unione e gli obiettivi dello "spazio europeo della ricerca".

5.1.6. Il Comitato delle regioni si riconosce nello sforzo complessivo della Commissione per indicare un valore aggiunto europeo agli investimenti dell'Unione nell'ambito della ricerca.

5.1.7. In particolare bisognerà evitare la sovrapposizione di ricerche individuali sulla stessa materia e verificare il risultato, diretto ed in prospettiva, delle ricerche, in particolare nella concreta attività industriale e delle PMI.

5.1.8. Anche recenti forum europei sulla materia hanno ribadito l'importanza di una crescita complessiva delle risorse destinate al comparto onde evitare il fenomeno sempre più preoccupante della "fuga dei cervelli" oltre oceano.

5.1.9. In particolare andranno promosse vere azioni sinergiche tra i paesi dell'Unione, i paesi associati ed i paesi terzi, garantendo ai ricercatori condizioni di remunerazione e di garanzie previdenziali e sociali adeguate.

5.1.10. In questo contesto il ruolo delle regioni e degli Enti locali è legato ad una specifica missione di coordinamento delle realtà scientifiche e tecnologiche presenti sul territorio con i livelli nazionali ed europei, in un quadro di cofinanziamento dell'innovazione e di promozione della ricerca, avvicinando nuove energie, in particolare nel settore giovanile e del mondo universitario, a livello inoltre di interscambio di esperienze universitarie transnazionali anche con gli USA.

5.1.11. Il Comitato delle regioni riflettendo gli interessi delle Regioni e degli Enti locali vuole garantire condizioni di parità nella competizione tra vecchio continente, Stati Uniti e Giappone.

5.1.12. Attualmente il sistema di ricerca europeo è sottodotato in termini finanziari rispetto a quello dei nostri maggiori competitori e va introdotto un riequilibrio unito ad una maggiore apertura delle verifiche sul campo dei risultati ottenuti; inoltre, non si può dimenticare la necessità di assicurare alle attività umane, al sistema delle imprese ed alle nuove generazioni concrete prospettive di sviluppo nella sfera delle conoscenze, delle nuove tecnologie e delle reti ad alta definizione.

5.1.13. Questo vasto processo di attenzione allo sviluppo della ricerca non potrà che arrecare beneficio alle comunità locali non escludendo anche il dominio della lotta alle malattie e più in generale il riscatto da una condizione di dipendenza tecnologica da paesi extra comunitari.

Bruxelles, 13 giugno 2001.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Jos Chabert

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