This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 52019IE1444
Opinion of the European Economic and Social Committee on ‘The European Semester and Cohesion policy — Towards a new European strategy post-2020’(Own-initiative opinion)
Parere del Comitato economico e sociale europeo su «Il semestre europeo e la politica di coesione — Verso una nuova strategia europea post 2020»(parere d’iniziativa)
Parere del Comitato economico e sociale europeo su «Il semestre europeo e la politica di coesione — Verso una nuova strategia europea post 2020»(parere d’iniziativa)
EESC 2019/01444
GU C 353 del 18.10.2019, p. 39–45
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
18.10.2019 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 353/39 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo su «Il semestre europeo e la politica di coesione — Verso una nuova strategia europea post 2020»
(parere d’iniziativa)
(2019/C 353/07)
Relatore: Etele BARÁTH
Correlatore: Petr ZAHRADNÍK
Base giuridica |
Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno |
Decisione dell’Assemblea plenaria |
20.2.2019 |
Sezione competente |
Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale |
Adozione in sezione |
2.7.2019 |
Adozione in sessione plenaria |
17.7.2019 |
Sessione plenaria n. |
545 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
154/1/5 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
Il nuovo periodo politico e finanziario che sta per iniziare nell’UE offre la possibilità di aumentare il senso di determinazione, migliorare i risultati e sfruttare al massimo le nuove opportunità. È necessaria una nuova strategia 2030 più vigorosa, ambiziosa e dinamica per un’Europa sostenibile, competitiva, protettiva ed equa. |
1.1.1. |
Uno dei principali insegnamenti, ma anche uno dei maggiori risultati ottenuti nella recente gestione delle politiche economiche dell’UE all’indomani della crisi consiste nell’introduzione e attuazione pratica del semestre europeo. Questa nuova forma di coordinamento delle politiche economiche comprende un monitoraggio e un’analisi approfonditi, una gestione pratica coordinata e una serie di restrizioni e sanzioni (1), strettamente legate alle prestazioni economiche degli Stati membri. I suoi risultati dovrebbero prendere la forma di una più rigorosa disciplina, una maggiore responsabilità e un’attenzione più acuta per le questioni strategiche fondamentali. In quanto tale, il semestre europeo potrebbe servire da piattaforma affidabile per i nuovi interventi della politica di coesione. |
1.2. |
Il processo del semestre è complementare al sistema di strumenti della politica di coesione che è in essere da decenni. I collegamenti tra il semestre europeo e la politica di coesione dell’UE (e forse la maggior parte dei programmi del quadro finanziario pluriennale — QFP) offrono potenzialità enormi da sfruttare per migliorare il coordinamento e la governance delle politiche economiche dell’UE. Si tratta di un’indicazione di una governance migliore e di un approccio basato sui risultati. La questione si inquadra in un contesto razionale e tecnocratico, oltre che politico (presa in considerazione delle elezioni europee, competenze a livello nazionale rispetto a quelle a livello UE, gestione di un approccio dal basso e di uno dall’alto per poi conseguire un equilibrio tra loro). Grazie alla sua funzione di coordinamento, il semestre riunisce l’attuazione degli obiettivi strategici di natura economica, sociale e ambientale, le priorità politiche e l’interazione tra compiti a breve e lungo termine. |
1.3. |
A causa della sua pratica in costante espansione e della sua filosofia fondata sull’autoregolamentazione, il semestre è di fatto l’unica struttura operativa dotata di un meccanismo polivalente in grado di misurare, attraverso le raccomandazioni specifiche per paese, l’interazione tra procedure molto diverse e di valutare l’applicazione di circa due terzi delle politiche europee. Il CESE crede nel semestre europeo e propone di applicare in maniera più equilibrata i sistemi di incentivi e di sanzioni (2) differenziate, basate su solide fondamenta e attentamente valutate, che coordinano l’attuazione degli obiettivi economici, sociali e ambientali, misurando ove possibile i progressi a breve termine nel perseguimento degli obiettivi a lungo termine. |
1.4. |
Il CESE riconosce con rammarico che, nonostante una procedura a più fasi ben definita (analisi annuali della crescita, raccomandazioni specifiche per paese, programmi nazionali di riforma, accordi di partenariato), i risultati raggiunti dagli accordi sono di livello molto diverso, in funzione delle condizioni di sviluppo macroeconomico di ciascun paese. L’attuazione delle politiche pluriennali è generalmente esigua (tra il 40 e il 50 %). Si osserva che tra gli impegni meno rispettati vi sono obiettivi di politica sociale, come i salari e la loro determinazione, l’assistenza sanitaria e a lungo termine, l’istruzione, la formazione, l’apprendimento permanente e l’occupazione di qualità (soprattutto per i giovani). |
1.5. |
Il CESE rileva che un processo del semestre rafforzato, senza perdere di vista i suoi obiettivi originari, dovrebbe rappresentare l’aspetto più importante del coordinamento delle politiche economiche. Ciò consentirebbe infatti di portare a termine i programmi di stabilità e convergenza e magari di fare del semestre l’elemento centrale di coordinamento di una procedura di investimento ben mirata, accelerando così l’attuazione delle riforme, misurando l’equilibrio tra le prestazioni economiche e la politica di coesione, e conseguendo obiettivi sociali. Tra le questioni fondamentali figurano l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, l’occupazione sostenibile, l’introduzione di norme sociali minime negli Stati membri, sulla base di un quadro comune europeo, istituite dal semestre europeo, nonché la definizione di obiettivi climatici più ambiziosi e una migliore protezione della biodiversità. |
1.6. |
Secondo il CESE, se l’Europa intende realizzare una crescita sostenibile, che sia praticabile sotto il profilo sociale e ambientale, essa dovrà valutare in maniera più approfondita le risorse locali e farne un uso efficiente. La nuova strategia Europa 2030 deve costruire un ponte praticabile tra gli obiettivi locali, regionali e nazionali e gli obiettivi di un’Europa meglio interconnessa. |
1.7. |
Il CESE ritiene che un maggiore coordinamento tra i fondi europei (Fondo di coesione, InvestEU ecc.) potrebbe contribuire ad attrarre più rapidamente la partecipazione e investimenti di soggetti privati. Per accrescere la produttività e gli investimenti privati, il contesto degli investimenti deve essere migliorato, tenendo ovviamente in considerazione gli strumenti di bilancio prevalenti nei rispettivi Stati membri. Nel migliore dei casi, un contesto degli investimenti più propizio potrebbe rafforzare la relazione tra la governance europea e i diversi tipi di titolarità. |
1.8. |
Il CESE propone che il sistema rinnovato della governance europea fondato sulla strategia Europa 2030 si concentri maggiormente sui risultati e stabilisca un insieme più ristretto di priorità, facilitando l’accesso alle procedure amministrative e affidandosi maggiormente alla comprensione della società civile e alla cooperazione con quest’ultima. Tutto ciò deve andare di pari passo con l’elaborazione di sistemi di monitoraggio e valutazione. Un modo importante di rafforzare la governance europea consiste in un potenziamento dell’amministrazione pubblica multilivello e in una maggiore apertura alla partecipazione. |
1.9. |
Il CESE deve trovare una nuova collocazione nella preparazione e nell’attuazione delle politiche e delle strategie europee, assumendo una nuova posizione più prominente nella governance europea, così da assicurarsi un ruolo speciale di Mediatore tra la percezione della realtà da parte della società civile e le sue intenzioni future. Il CESE cerca di conseguire una migliore comprensione attraverso il rafforzamento di un dialogo costante e strutturato con le parti sociali e la società civile. |
1.10. |
Il CESE deve acquisire maggiori conoscenze riguardo ai nuovi sistemi di informazione e farne un uso maggiore, ivi comprese le reti digitalizzate e sociali collegate alla società civile. Il CESE può conseguire tale obiettivo se è coinvolto nel processo del semestre ed acquisisce l’abilità di elaborare le informazioni che riceve. |
1.11. |
Il CESE sottolinea che uno degli ostacoli più significativi, attualmente, allo sviluppo europeo è lo scarso livello di comunicazione fattuale e continua tra i partner economici e le parti sociali, da un lato, e la governance europea, dall’altro. Anche in questo caso è necessario comprendere come si articola il sistema relazionale del CESE. |
1.12. |
Il CESE ritiene che, conducendo una valutazione continua dei complessi obiettivi, utilizzando gli accordi di partenariato globale, creando un forte sostegno civile e misurando il contesto globale dell’UE, il semestre si dimostrerà in grado di concentrarsi sulla riduzione del rischio di crisi in futuro e di creare un contesto socioeconomico sostenibile, significativo e reattivo. |
2. Osservazioni generali e specifiche
2.1. L’Europa ha raggiunto un punto di svolta
2.1.1. |
L’Europa ha raggiunto un nuovo punto di svolta. Dieci anni dopo la profonda crisi economica e nonostante la forte ripresa, l’Europa sta attraversando una fase di turbolenza politica e sociale, che vede il diffondersi di nuove incertezze a livello mondiale. Uno dei principali insegnamenti, ma anche uno dei maggiori risultati ottenuti nella recente gestione delle politiche economiche dell’UE all’indomani della crisi consiste nell’introduzione e attuazione pratica del semestre europeo. Questa nuova forma di coordinamento delle politiche economiche comprende un monitoraggio e un’analisi approfonditi, una gestione pratica coordinata e una serie di restrizioni e sanzioni, strettamente legate alle prestazioni economiche degli Stati membri. I suoi risultati dovrebbero prendere la forma di una più rigorosa disciplina, una maggiore responsabilità e un’attenzione più acuta per le questioni strategiche fondamentali. In quanto tale, il semestre europeo potrebbe servire da piattaforma affidabile per i nuovi interventi della politica di coesione. |
2.1.2. |
In questo periodo, caratterizzato dall’imminente avvio di un nuovo ciclo politico quinquennale di governance europea e di un nuovo periodo finanziario settennale di sviluppo europeo coordinato, nonché dal rapido avvicinarsi della conclusione della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, l’UE dovrà ripensare i propri sistemi di governance: questi devono basarsi su una nuova strategia globale di attuazione per i prossimi dieci anni, che serva da bussola per un futuro sostenibile. |
2.1.3. |
È ampiamente condivisa l’idea che una delle condizioni più importanti per attuare efficacemente una nuova «governance multilivello e multipartecipativa» sia il coinvolgimento senza ostacoli dei partner economici e delle parti sociali nel processo decisionale e di attuazione (3). |
2.1.4. |
Sulla base dell’insegnamento tratto dal valore aggiunto prodotto da un solido principio di partenariato all’interno della politica di coesione, il CESE ribadisce l’importanza della governance multilivello, che rafforza la partecipazione strutturale delle organizzazioni della società civile e di altre parti interessate al processo di programmazione, attuazione, valutazione e monitoraggio dell’utilizzo dei fondi. La stessa considerazione dovrebbe valere per la programmazione macroeconomica nell’insieme degli Stati membri. |
2.1.5. |
A tal fine, il CESE sottolinea la necessità di istituire un quadro comune europeo (simile all’accordo di partenariato nel quadro dei fondi strutturali dell’UE) che garantisca una partecipazione forte e significativa delle parti sociali e della società civile in generale, in tutte le fasi di elaborazione e attuazione del semestre europeo. Ciò comporterà una maggiore responsabilizzazione delle autorità nazionali e un utilizzo più efficace ed incisivo delle politiche e delle raccomandazioni. |
2.1.6. |
Il Rinascimento europeo deve essere fondato sullo stesso potere di continuità sotteso ai valori europei, quali libertà, sicurezza, giustizia, Stato di diritto e diritti umani, e su un processo rafforzato di rinnovamento continuo, conforme ai criteri dello sviluppo sostenibile. |
2.2. Il semestre e la sua complessità
2.2.1. |
Negli ultimi dieci anni la Commissione si è impegnata enormemente, e apparentemente con successo, per istituire un sistema operativo multilivello per la governance economica: il semestre europeo. Esso comprende politiche e strategie diverse riguardanti questioni settoriali e orizzontali in tutti gli ambiti economici, sociali e ambientali. Con questo nuovo processo la Commissione ha superato il vecchio sistema del «metodo aperto di coordinamento». |
2.2.2. |
Il semestre è stato rafforzato e integrato, negli ultimi anni, con importanti elementi sociali e ambientali della strategia Europa 2020 che sono direttamente correlati alle raccomandazioni della politica di coesione (4). È possibile osservare uno stretto legame tra la governance economica, l’attuazione della politica di coesione e una nuova idea di sviluppo europeo: il piano di investimenti per l’Europa (5). |
2.2.3. |
In numerosi pareri il CESE ha difeso «le riforme strutturali che aumentano la produttività, [la crescita,] la qualità del lavoro, la sicurezza del posto di lavoro e la protezione sociale, favorendo nel contempo gli investimenti e rafforzando la contrattazione collettiva basata sull’autonomia delle parti sociali e sul dialogo sociale» (6). Il CESE «ritiene altresì che il collegamento del programma in esame con il semestre europeo potrebbe essere ancora più stretto e diretto di quanto previsto nella proposta di regolamento» (7). |
2.3. Un futuro europeo sostenibile
2.3.1. |
All’inizio di quest’anno la Commissione ha pubblicato il proprio documento di riflessione su un futuro europeo sostenibile, che apre la strada a una strategia globale di attuazione fino al 2030. Il documento definisce il percorso da seguire per sviluppare ulteriormente la visione dell’UE sullo sviluppo sostenibile e l’attenzione per le politiche settoriali post 2020, predisponendo nel contempo l’attuazione a lungo termine degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Il CESE chiede obiettivi climatici più ambiziosi, integrati nel semestre europeo, dato che questo è relativamente poco sensibile ai pericoli posti dai cambiamenti climatici e ai progressi dell’UE verso il conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi (8). Inoltre, in un mondo colpito dai cambiamenti climatici, in diverse occasioni il CESE ha formulato raccomandazioni volte a migliorare la protezione della biodiversità e delle risorse essenziali necessarie per la nostra esistenza (9). |
2.3.2. |
Il documento di riflessione propone i seguenti tre scenari per stimolare la discussione su come dare seguito agli OSS all’interno dell’UE:
|
2.3.3. |
Un’integrazione intelligente dei primi due scenari nel semestre europeo dovrebbe svolgere un ruolo decisivo nell’esecuzione dei bilanci dell’UE e dei relativi quadri di finanziamento (come i fondi strutturali e di investimento dell’UE), sfruttando al massimo la flessibilità del nuovo QFP e garantendo una solida relazione tra la politica di coesione e altre politiche. |
2.3.4. |
Si potrebbe considerare la possibilità che il processo del semestre, integrato da un nuovo modello partecipativo, svolga un ruolo più efficace ed efficiente nello sviluppo dell’UE. |
2.3.5. |
Il piano di investimenti dell’UE, se adeguatamente finanziato, e la sua politica di coesione possono entrambi contribuire in questo senso, in coordinamento con le raccomandazioni specifiche per paese, purché vi sia un’adeguata flessibilità nell’ambito del patto di stabilità e crescita. Come il CESE ha già affermato in un precedente parere, ciò comporta anche la disponibilità continua, nel bilancio dell’UE, di finanziamenti adeguati per la politica di coesione (10). |
2.4. La politica di coesione e il semestre europeo
2.4.1. |
L’insieme di proposte di regolamenti sul QFP 2021-2027 (il regolamento generale e le proposte di regolamenti settoriali) ha apportato alcuni elementi nuovi che potrebbero contribuire a migliorare il coordinamento e le prestazioni delle politiche economiche dell’UE, nonché l’efficienza degli interventi della politica di coesione (11). Uno degli elementi più importanti è la definizione di una relazione chiara tra la politica di coesione e il processo del semestre europeo, nonché delle diverse fasi previste (12). |
2.4.2. |
Le proposte di regolamenti, d’altro canto, restano alquanto aperte, lasciando spazio sufficiente all’invenzione e alla creatività per far fronte a tale questione in maniera pratica. Il presente parere potrebbe offrire alcuni spunti su come procedere in merito. Innanzitutto, la politica di coesione e il semestre europeo si potrebbero considerare interconnessi, dato che sono strettamente legati fra loro e presentano enormi potenzialità di miglioramento della situazione attuale. |
2.4.3. |
Gli investimenti e gli interventi della politica di coesione si sarebbero potuti concentrare prevalentemente sugli ambiti evidenziati dal processo del semestre europeo, in particolare laddove sono state individuate carenze di investimenti attraverso piattaforme statistiche come il quadro di valutazione della situazione sociale. È necessario adeguare le tempistiche per l’attuazione degli obiettivi politici (la politica di coesione ha generalmente un orizzonte settennale, mentre le raccomandazioni specifiche per paese hanno una durata più breve, solitamente pari a un anno/un anno e mezzo). |
2.4.4. |
Per quanto riguarda i singoli Stati membri, questi ambiti potrebbero essere individuati mediante il quadro di valutazione dei principali indicatori macroeconomici, di bilancio e strutturali, pubblicato ogni anno a novembre all’inizio del nuovo ciclo del semestre europeo, utilizzando in particolare la procedura dei programmi nazionali di riforma, successivamente convertiti nelle relazioni contenenti le raccomandazioni specifiche per paese. |
2.4.5. |
Anche la proposta riguardante il nuovo QFP 2021-2027 dovrà basarsi su una maggiore flessibilità e concentrazione tematica. Gli strumenti della politica di coesione potrebbero pertanto essere adattati in maniera flessibile alle reali necessità specifiche del singolo Stato membro. |
2.4.6. |
Le posizioni divergenti presenti nelle relazioni reciproche possono, tuttavia, indicare che le prestazioni del semestre europeo possono fungere da strumento per sollecitare buoni risultati o fornire un approccio chiaramente differenziato e proporzionato alle sanzioni (13) in caso di risultati scarsi (14). I paesi che conseguono buoni risultati nel semestre europeo, rispettando la disciplina macroeconomica e reagendo in modo responsabile alle raccomandazioni specifiche per paese, potrebbero essere incentivati con una sorta di bonus sotto forma di assegnazione di fondi supplementari a titolo della politica di coesione (FESR, FSE+ o FC), mentre la base finanziaria dei paesi che presentano risultati scarsi e che ignorano le raccomandazioni specifiche potrebbe essere ridotta in misura proporzionale (15). |
2.4.7. |
La proposta di un nuovo QFP 2021-2027 privilegia inoltre le sinergie tra diversi capitoli e programmi del QFP. Il semestre europeo individua le necessità di riforme più importanti dal punto di vista di ciascuno Stato membro. Una proposta presenta persino un nuovo programma di sostegno alle riforme. Sarebbe oltremodo necessario adottare (nella pratica) un sistema di gestione comune degli strumenti della politica di coesione e dei programmi di sostegno alle riforme (16), nella migliore delle ipotesi a livello di un determinato programma operativo della politica di coesione. In tal caso si potrebbero creare condizioni ottimali per le sinergie (17). |
2.4.7.1. |
Lo stesso vale per il programma InvestEU (anch’esso basato in parte sull’assegnazione volontaria di finanziamenti per la coesione a questo strumento finanziario centralizzato da parte degli Stati membri). |
2.4.8. |
Per il QFP 2021-2027 potrebbe presentarsi un ostacolo strategico, in quanto la strategia Europa 2020 non avrà un successore. C’è da chiedersi seriamente se il documento di riflessione sul futuro sostenibile dell’Europa abbia davvero l’ambizione di svolgere tale funzione. Di recente, esso ha svolto un ruolo importante nella definizione delle prossime priorità d’investimento della politica di coesione specifiche per paese (relazioni per paese, pubblicate nel febbraio 2019 (18)) e delle esigenze di investimento (previsioni di primavera del maggio 2019 (19)). |
2.4.8.1. |
Al momento, nel processo del semestre e in altri strumenti politici, gli obiettivi principali della strategia dell’UE includono i punti di misurazione principali dei progressi e fungono da punto di partenza per una nuova strategia per il 2030. |
2.4.9. |
Nel caso in cui la nuova strategia per il 2030 fosse elaborata tardivamente, per un periodo transitorio si potrebbe raccomandare di inserire una pratica per l’elaborazione di una strategia a medio (o lungo) termine tra le tappe del semestre europeo (ad esempio, la strategia 2021+ potrebbe essere pubblicata, a grandi linee, nel 2020, seguita ogni due o tre anni da relazioni sulle prestazioni effettive e i risultati ottenuti). |
2.4.10. |
Di conseguenza, il CESE sta prendendo in considerazione un nuovo approccio strategico che produrrebbe una politica di coesione fortemente incentrata su priorità effettive (basate sulle prestazioni e orientate ai risultati), tematicamente concentrate, ben equilibrate e integrate, credibili (basate sull’analisi), attuate in maniera professionale e attente alla questione della titolarità da parte di tutti i portatori di interessi pertinenti. |
2.5. Il ruolo del semestre nell’attuazione della coesione sociale
2.5.1. |
Il rafforzamento della coesione sociale e il ripristino della fiducia dei cittadini europei sono due elementi che vanno di pari passo. |
2.5.2. |
Il pilastro europeo dei diritti sociali contribuisce in larga misura ad entrambi gli elementi fornendo, tra l’altro, sostegno e orientamenti agli Stati membri che stanno attuando riforme volte a creare posti di lavoro sostenibili e di qualità con un significativo valore aggiunto. |
2.5.3. |
A tale riguardo, il quadro di valutazione della situazione sociale e i relativi indicatori dovrebbero essere utilizzati come strumento principale, non solo per misurare i risultati di una regione o di uno Stato membro nei settori coperti dal pilastro europeo dei diritti sociali, ma anche per individuare eventuali carenze di investimenti e per orientare i finanziamenti FSE+ nel modo più efficiente possibile. |
2.5.4. |
Il riferimento statistico dovrebbe essere utilizzato per individuare le lacune in materia di investimenti in ciascuno Stato membro e per orientare gli investimenti e le raccomandazioni politiche laddove risultino più utili in termini di inclusione sociale. |
2.5.5. |
È opportuno prestare molta attenzione ai recenti lavori, alla disuguaglianza di genere (20), alla lotta contro la disoccupazione e, in particolare, ai giovani e alle persone più lontane dal mercato del lavoro, come le persone con disabilità e con esigenze specifiche. Particolare attenzione richiedono inoltre i soggetti dotati di conoscenze solo scarse o inesistenti in materia di informatica e tecnologie digitali. |
2.5.6. |
Il pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe essere utilizzato come strumento per misurare le raccomandazioni rivolte agli Stati membri. I 20 principi del pilastro dovrebbero servire da indicatori per valutare in che misura i paesi siano riusciti a integrare il loro impegno a favore del pilastro sociale nelle rispettive politiche economiche. |
2.5.7. |
Ci si potrebbe domandare come far intervenire il pilastro europeo dei diritti sociali durante l’attuazione del semestre europeo per consolidare e rafforzare, piuttosto che sovraccaricare, il processo. |
2.5.8. |
La stessa risposta positiva continua a riproporsi: occorre una strategia ben definita con collegamenti orizzontali e trasversali tra le suddette politiche. Questa nuova strategia europea globale per il futuro sostenibile dell’Europa potrebbe garantire l’attuazione attraverso il valido meccanismo di coordinamento del semestre. |
2.6. Dobbiamo garantire l’ordine nella diversità
2.6.1. |
Allegata al regolamento sulle disposizioni comuni (21) vi è una raccolta completa delle diverse politiche europee che, in linea con i 17 OSS, evidenzia la pressoché totale impossibilità di garantirne il coordinamento. A ciò si aggiungono i 20 obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali. Per chiarire e semplificare la situazione, la politica regionale di sviluppo e di coesione per il periodo successivo al 2020 si è concentrata esclusivamente su cinque priorità di investimento:
|
2.6.2. |
Per dimostrare la complessità del compito di elaborare una nuova strategia globale 2030 per l’Europa, il documento di riflessione ha definito i seguenti temi principali della visione dell’UE sullo sviluppo sostenibile:
|
2.7. La necessità di un nuovo coordinamento della governance
2.7.1. |
Sfruttando la grande opportunità offerta dall’imminente insediamento di una nuova Commissione, la strategia globale post 2020, con il suo impulso nuovo e innovativo e la sua attenzione rivolta allo sviluppo sostenibile, rappresenterà di fatto uno strumento d’azione, che troverà la sua forza nel processo del semestre e in una nuova struttura di governance in seno alla Commissione. |
2.7.2. |
Alla luce dell’attuale deficit democratico e attuativo che si va via via manifestando nel caso di Europa 2030, un numero crescente di portatori di interesse ha manifestato la forte necessità di una democrazia più partecipativa, di migliori relazioni industriali (maggiore partecipazione dei lavoratori), di democrazia in tutti i settori dell’economia e di un’attuazione efficace degli obiettivi della strategia. Una strategia a lungo termine rinnovata potrebbe contribuire in modo significativo all’attuazione di una governance economica europea orientata a una maggiore competitività e a un più ampio sviluppo, purché opportunamente coordinata nel quadro del semestre. |
2.7.3. |
Tale obiettivo può essere raggiunto solo attraverso l’adozione di misure decisive e attentamente studiate per garantire il coinvolgimento attivo della società civile organizzata nel processo. Si potrebbero pertanto istituire all’interno della struttura del CESE un centro informazioni a sportello unico (23), una piattaforma per lo scambio di informazioni o una specie di centro di competenza virtuale e fisico, senza oneri amministrativi o finanziari supplementari, con la funzione precipua di occuparsi delle problematiche connesse all’attuazione della strategia UE 2030 (ad esempio la scarsa titolarità nazionale, i quadri istituzionali poco chiari e la subordinazione del pilastro sociale). Per garantire un coordinamento e una razionalizzazione efficaci, i compiti e le procedure correlate, come pure la gestione della cooperazione tra le agenzie, dovrebbero essere coordinati a livello paneuropeo e nazionale. |
2.7.4. |
Il modello dello sportello unico potrebbe essere opportunamente applicato in qualsiasi ambito in cui è garantito un punto di accesso unico come base per una piattaforma integrata per la condivisione delle informazioni e la consultazione, favorendo ulteriormente il processo decisionale e l’elaborazione delle politiche. In considerazione della natura consultiva dei compiti attribuiti al CESE, della sua rete consolidata di consigli economici e sociali nazionali, e delle relazioni interistituzionali, il modello a sportello unico potrebbe rappresentare uno strumento senza uguali per svolgere consultazioni e agevolare l’attuazione di Europa 2030. Potrebbe coinvolgere il più ampio ventaglio possibile di portatori di interessi della società civile nella raccolta e nella condivisione delle informazioni sul conseguimento delle priorità di Europa 2030 a livello regionale/nazionale e paneuropeo. |
2.7.5. |
Il centro informazioni a sportello unico del CESE potrebbe occuparsi delle questioni inerenti al deficit attuativo e democratico nel funzionamento dell’UE. L’istituzione del gruppo Semestre europeo in seno alla sezione ECO è stato un primo passo verso la realizzazione di un nuovo tipo di centro informazioni volto a garantire maggiore visibilità al CESE nel panorama istituzionale. |
Bruxelles, 17 luglio 2019
Il presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Luca JAHIER
(1) Regolamento recante disposizioni comuni 2021-2027 COM(2018) 375 final.
(2) Accordi tra la Commissione europea e singoli paesi dell'UE. Questi accordi stabiliscono i piani delle autorità nazionali per l’utilizzo dei finanziamenti dei fondi strutturali e di investimento europei.
(3) Parere del CESE sul tema Regolamento recante disposizioni comuni 2021-2027, GU C 62 del 15.2.2019, pag. 83, e parere del CESE sul tema Il futuro della politica di coesione nel periodo successivo al 2020, GU C 228 del 5.7.2019, pag. 50.
(4) Semestre europeo 2019: comunicazione sulle relazioni per paese, COM(2019) 150 final.
(5) Il piano di investimenti per l'Europa e il programma InvestEU (2021-2027).
(6) Parere del CESE sul tema Il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, GU C 440 del 6.12.2018, pag. 106.
(7) Parere del CESE sul tema Programma di sostegno alle riforme, GU C 62 del 15.2.2019, pag. 121.
(8) Parere del CESE sul tema Ascoltare i cittadini d’Europa per un futuro sostenibile (Sibiu e oltre), GU C 228 del 5.7.2019, pag. 37.
(9) Parere del CESE sul tema Il futuro dell’UE: benefici per i cittadini e rispetto dei valori europei, GU C 228, del 5.7.2019, pag. 57.
(10) Parere del CESE sul tema Il futuro della politica di coesione nel periodo successivo al 2020, GU C 228 del 5.7.2019, pag. 50.
(11) Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, COM(2018) 321 final e Allegato del QFP 2021-2027.
(12) Parere del CESE sul tema Il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, GU C 440 del 6.12.2018, pag. 106.
(13) Parere del CESE sul tema Ascoltare i cittadini d'Europa per un futuro sostenibile (Sibiu e oltre), GU C 228 del 5.7.2019, pag. 37, punto 11.4.
(14) Regolamento recante disposizioni comuni 2021-2027, COM(2018) 375 final.
(15) The legal nature of Country Specific Recommendations [La natura giuridica delle raccomandazioni specifiche per paese], Parlamento europeo, giugno 2017.
(16) Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma di sostegno alle riforme, COM(2018) 391 final.
(17) Parere del CESE sul tema Programma di sostegno alle riforme, GU C 62 del 15.2.2019, pag. 121.
(18) Semestre europeo 2019: comunicazione sulle relazioni per paese, COM (2019) 150 final.
(19) Previsioni economiche per l'Europa. Primavera 2019.
(20) Pareri del CESE sul tema Parità di genere nei mercati del lavoro europei, GU C 110, del 22.3.2019, pag. 26, e Questioni della parità di genere, GU C 240, del 16.7.2019, pag. 3, punto 1.4.
(21) Regolamento recante disposizioni comuni 2021-2027, COM(2018) 375 final.
(22) Documento di riflessione — Verso un’Europa sostenibile entro il 2030, COM(2019) 22 final.
(23) Parere del CESE sul tema I progressi compiuti nell’attuazione della strategia Europa 2020 e i modi di conseguirne gli obiettivi entro il 2020, GU C 251 del 31.7.2015, pag. 19.