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Document 51999IP0105

Risoluzione sulla necessità di modificare e riformare il sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

GU C 175 del 21.6.1999, p. 238 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

51999IP0105

Risoluzione sulla necessità di modificare e riformare il sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

Gazzetta ufficiale n. C 175 del 21/06/1999 pag. 0238


A4-0105/99

Risoluzione sulla necessità di modificare e riformare il sistema delle risorse proprie dell'Unione europea

Il Parlamento europeo,

- visto l'articolo 148 del suo regolamento,

- vista la relazione della Commissione del 7 ottobre 1998: «Il finanziamento dell'Unione europea. Relazione della Commissione sul funzionamento del sistema delle risorse proprie» (COM(98)0560 - C4-0579/98),

- visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 201 (futuro articolo 269), e il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica, in particolare l'articolo 173,

- vista la decisione 70/243/CECA, Euratom del Consiglio del 21 aprile 1970 relativa alla sostituzione dei contributi finanziari degli Stati membri con risorse proprie delle Comunità ((GU L 94 del 28.4.1970, pag. 19.)), in particolare l'articolo 4 che stabilisce che «a decorrere dal 1° gennaio 1975 il bilancio delle Comunità, senza pregiudizio delle altre entrate, è integralmente finanziato con risorse proprie delle Comunità»,

- viste le sue risoluzioni su un nuovo sistema di risorse proprie dell'Unione europea del 21 aprile 1994 ((GU C 128 del 9.5.1994, pag. 363.)) e sul futuro finanziamento della Comunità europea del 22 novembre 1990 ((GU C 324 del 24.12.1990, pag. 243.)),

- vista la sua risoluzione del 4 dicembre 1997 sulla comunicazione della Commissione intitolata «Agenda 2000: Il quadro finanziario dell'Unione 2000-2006, il sistema di finanziamento futuro»(COM(97)2000 - C4-0372/97) ((GU C 388 del 22.12.1997, pag. 31.)),

- vista la decisione 94/728/CE, Euratom del Consiglio, del 31 ottobre 1994, sul sistema delle risorse proprie delle Comunità ((GU L 293 del 12.11.1994, pag. 9.)),

- visto lo studio sulle risorse proprie realizzato per conto della sua Direzione generale degli Studi nel settembre 1997,

- vista la relazione speciale n. 6/98 della Corte dei conti sul sistema delle risorse dell'Unione europea basate sull'IVA e sul PNL ((GU C 241 del 31.7.1998, pag. 58.)),

- vista la relazione speciale n. 9/98 della Corte dei conti riguardante la protezione degli interessi finanziari dell'Unione europea in materia di IVA sugli scambi intracomunitari ((GU C 356 del 20.11.1998, pag. 1.)),

- visto lo studio sulla riforma delle risorse proprie e sui saldi netti del bilancio UE realizzato per conto della sua Direzione generale degli Studi nell'ottobre 1998,

- visti la relazione della commissione per i bilanci e i pareri della commissione per le relazioni economiche esterne, della commissione per gli affari istituzionali e della commissione per il controllo dei bilanci (A4-0105/99),

A. considerando che il sistema di risorse per finanziare l'amministrazione pubblica e il controllo del loro impiego sono uno degli elementi centrali di ogni democrazia rappresentativa,

B. considerando che il sistema delle risorse proprie comunitarie rappresenta una chiave di volta del processo di costruzione politica dell'Unione europea,

C. considerando che i compiti dell'Unione europea dovrebbero essere finanziati con risorse proprie, che nel finanziare tali politiche con risorse di bilancio, il principio del «juste retour» (giusta contropartita) è un criterio inadeguato che contrasta con i principi del trattato ed è stato respinto dal Parlamento nella summenzionata risoluzione del 4 dicembre 1997; considerando che la struttura del bilancio sia nella parte delle entrate che in quella delle spese dovrebbe seguire a norma del trattato i principi dell'equità e della solidarietà, e che questi principi devono essere rispettati anche e soprattutto in vista dell'ampliamento,

D. considerando che le risorse introitate attraverso le risorse proprie sono state finora sufficienti per finanziare le attività e le politiche dell'Unione europea,

E. considerando che il sistema delle risorse proprie è stato più volte modificato e che con queste modifiche sono stati introdotti diversi massimali e fattori di calcolo, alcuni dei quali, se da una parte hanno tenuto maggior conto della capacità economica degli Stati membri, dall'altra hanno reso più difficili la trasparenza e l'intellegibilità del sistema, alterando in tal modo le finalità originali,

F. considerando che il Parlamento ha sempre chiesto che le risorse proprie comunitarie siano chiare e comprensibili per i contribuenti europei, e che, per motivi di responsabilità democratica, il Parlamento deve partecipare al processo decisionale relativo alle risorse proprie comunitarie,

G. considerando che la struttura del finanziamento del bilancio UE ha una grande componente di eredità storica e si è in parte sviluppata per rispondere a problemi concreti man mano che questi si ponevano per cui, pur essendo in certa misura in linea con la logica dell'integrazione europea, soltanto in alcune occasioni ha perseguito una strategia europea globale,

H. considerando che con l'estensione delle politiche comuni e l'adesione di nuovi Stati membri il bilancio dell'UE si troverà di fronte a nuove sfide,

I. considerando che i vantaggi politici, economici, finanziari e di bilancio che l'appartenenza all'Unione europea e la partecipazione alle politiche comuni arrecano ai singoli Stati membri relativizzano di molto i saldi netti addotti e calcolati da taluni Stati membri che se ne servono per reclamare un ulteriore meccanismo di compensazione,

J. considerando che la ripartizione degli oneri relativi al finanziamento del bilancio suscita critiche crescenti in taluni Stati membri, che questi Stati membri reclamano fra l'altro l'adozione di un sistema di compensazione analogo a quello applicato fin dal 1984 alla Gran Bretagna, e che altri Stati membri ritengono che si debba tener maggiormente conto del reddito pro capite nel calcolo delle quote nazionali per il finanziamento del bilancio, proponendo quindi un calcolo di queste quote secondo un modello di gradualità,

K. considerando che l'incidenza delle risorse proprie tradizionali sulle risorse continua a perdere importanza e che le risorse proprie basate sull'IVA, come anche le risorse proprie basate sul PNL, hanno caratteristiche che inducono a confonderle con contributi nazionali, per cui diviene sempre più urgente creare nuove risorse proprie che assicurino l'autonomia finanziaria della Comunità,

L. considerando che nella futura ristrutturazione del sistema delle risorse proprie si deve tener conto, per quanto riguarda i compiti e le attività comunitarie, dei principi sanciti agli articoli 2 e 3 del trattato CE che sono la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri come pure la promozione della crescita, dell'occupazione e della qualità della vita mediante l'attuazione di politiche comuni,

M. considerando che l'attuale sistema delle risorse proprie risulta inadeguato per quanto riguarda i criteri dell'autonomia finanziaria, della trasparenza, della responsabilità giuridica nonché della comprensibilità per i cittadini, e che occorre pertanto ottemperare a questi criteri mediante una riforma del sistema delle risorse proprie,

N. considerando che l'introduzione di nuove risorse proprie che non accrescano l'onere per il contribuente europeo, può rendere il sistema delle entrate più trasparente, più semplice e razionale, accrescere l'indipendenza finanziaria dell'Unione e stabilire un nesso diretto tra l'Unione europea e i suoi cittadini,

1. reputa che il bilancio dell'Unione europea in prospettiva dovrebbe essere radicalmente ristrutturato in base al principio di politica finanziaria che impone il susseguirsi sistematico di definizione di compiti, preventivo di spesa, messa a disposizione delle risorse e valutazione; ritiene altresì che, al momento di definire i compiti, si debba procedere a una differenziazione a seconda delle incombenze normative e fiscali, che sia nel massimo interesse dei cittadini europei che le entrate riscosse a qualsiasi livello - europeo, nazionale, regionale o locale - vengano efficacemente spese e che doppioni di compiti tra le autorità europee e nazionali andrebbero evitati ove possibile;

2. ritiene che il sistema delle entrate dovrebbe essere reso sostanzialmente scevro di deroghe e normative speciali, che le attuali normative debbano decadere, che tutti gli Stati membri debbano essere coinvolti nel finanziamento del bilancio rispettando gli stessi principi e che la compensazione, conforme al trattato, delle diversità di sviluppo economico non debba poggiare sulle entrate, bensì sulle spese, in linea con i principi sistematici di bilancio;

3. ricorda che la Commissione è la custode dei trattati ed è competente per la definizione dell'interesse comunitario; la invita a ricordare questi obiettivi al momento di elaborare le sue proposte e a non piegarsi agli interessi di singoli Stati membri;

4. respinge la cosiddetta teoria della «giusta contropartita» ("juste retour") perché contraria all'indivisibilità dei diritti, benefici ed obblighi - di carattere finanziario e no - derivante dall'appartenenza all'Unione, dal principio di solidarietà tra gli Stati membri e dai principi delle quattro libertà; deplora il fatto che la Commissione abbia rinunciato a fornire stime sui vantaggi economici non figuranti in bilancio, che gli Stati membri traggono dalla loro partecipazione all'Unione economica e monetaria;

5. ritiene che la carenza di controllo democratico e di compartecipazione del Parlamento europeo sia un elemento a favore di modifiche al sistema delle risorse proprie e deplora che per il momento le posizioni differenti degli Stati membri ostacolino le riforme; si attende comunque, in considerazione dell'importanza del tema per l'ulteriore integrazione, un ravvicinamento decisivo delle diverse vedute;

6. ritiene pertanto che contestualmente all'approfondirsi dell'integrazione, il sistema delle risorse proprie debba essere gradualmente riformato, facendo in modo di appianare innanzitutto i contrasti relativi alle quote di finanziamento, onde poter creare le necessarie condizioni per portare avanti le riforme;

7. chiede, in vista della revisione dei trattati in relazione all'ampliamento, un dibattito esaustivo sulla necessaria riforma dell'art. 201 (futuro articolo 269 del trattato CE), al fine di strutturare il sistema della risorse proprie in modo più flessibile e democratico;

Prospettive di riforma delle risorse proprie

8. ritiene che con la realizzazione dell'Unione economica e monetaria e il conseguente rafforzarsi della cooperazione nel settore della politica fiscale e finanziaria si sia raggiunto un nuovo grado di integrazione, in termini di qualità e profondità, che rende necessaria una nuova visione globale del bilancio dell'Unione; ritiene che le strutture di bilancio dovrebbero essere configurate in modo tale che l'Unione possa svolgere le sue funzioni in quanto attore politico ed economico globale con crescente peso; chiede che il Parlamento europeo acquisisca al riguardo un pieno potere di bilancio non limitato soltanto al fronte della spesa, e per di più non nella sua integralità, bensì che abbracci tutti i settori delle spese e delle entrate;

9. ritiene che per garantire l'indipendenza finanziaria dell'UE e assicurare il finanziamento delle sue politiche e la sua capacità evolutiva a lungo termine, il bilancio debba fondarsi su nuove risorse proprie che non abbiano carattere di contributi nazionali e che non determinino in alcun caso un ulteriore aggravio per i contribuenti europei; sottolinea che per potenziare la dotazione finanziaria è necessario che l'Unione sia investita anche di precise competenze per gli atti di legislazione fiscale che la riguardano, inclusa la sovranità in materia di riscossione;

10. ritiene che queste entrate, che affluiscono direttamente nelle casse dell'Unione, debbano avere una ripercussione diretta sui cittadini dell'Europa, riscuotere il massimo consenso e avere un nesso logico con l'integrazione europea e le politiche europee; sottolinea la necessità che queste entrate soddisfino i criteri di semplicità e comprensibilità, imparzialità, trasparenza e controllabilità democratica;

11. ricorda che questo Parlamento, dovendo decidere quali nuove ed opportune risorse e imposte scegliere, ha commissionato due studi che hanno fatto luce sui pro e i contro delle diverse entrate; ricorda altresì che da questi studi non è emerso alcun tipo di imposta quale imposta ottimale e che pertanto la futura autonomia finanziaria dell'Unione deve essere garantita da una combinazione delle diverse nuove imposte, nel maggior rispetto possibile dei criteri sopra esposti;

12. ritiene che sul sistema delle entrate non debbano pesare incombenze estranee quali, ad esempio, la compensazione delle disparità di capacità economica e la correzione dei diversi flussi di pagamenti verso gli Stati membri e che a queste incombenze si debba invece procedere con strumenti più adeguati quali, ad esempio, la politica strutturale e di coesione;

Parità nelle condizioni di finanziamento per tutti gli Stati membri

13. ricorda che l'attuale meccanismo di compensazione sul piano delle entrate, finora applicato soltanto al Regno Unito, è stato introdotto sulla base di un'incidenza di oltre il 70% della spesa agricola sulle spese generali della Comunità al fine di compensare gli oneri sostenuti dagli Stati la cui agricoltura incide scarsamente sul sistema economico; sottolinea l'antisistematicità e l'assoluta infondatezza di una riduzione degli apporti dei singoli Stati membri al finanziamento di settori come quello della politica strutturale, delle misure preparatorie per l'adesione di nuovi Stati membri oppure delle politiche interne;

14. invita la Commissione, in vista di una equilibrata ripartizione degli oneri relativi al finanziamento del bilancio tra gli Stati membri, a presentare una proposta di graduale soppressione del meccanismo di compensazione e ad impegnarsi affinché l'attuale normativa venga completamente abolita con gradualità prima che aderiscano i primi nuovi Stati membri;

15. chiede con rinnovato vigore l'integrazione del FES nel bilancio CE;

Elementi della riforma

16. ritiene che le risorse proprie tradizionali continuino a perder di importanza sotto il profilo del loro contributo al finanziamento del bilancio e che con l'ampliamento dell'UE e la continua liberalizzazione anche degli scambi agricoli questa tendenza sia destinata a rafforzarsi;

17. sottolinea l'immane sforzo amministrativo che l'Unione deve compiere al momento della riscossione negli Stati membri ed i numerosi casi di irregolarità e frode che si verificano; chiede alla Commissione di assumersi pienamente le sue responsabilità nel settore della tutela delle finanze comunitarie, soprattutto in quello delle risorse proprie tradizionali basate sui dazi doganali e di incoraggiare gli Stati membri a dotarsi di credibili sistemi di valutazione dell'impatto delle frodi nonché dell'efficacia e dei risultati delle azioni di controllo; ritiene che sia il caso di prendere in considerazione l'opportunità di introdurre un sistema di incentivi nell'ambito del quale gli Stati membri devono riscuotere in modo più efficiente le risorse proprie tradizionali;

18. ricorda pure che le risorse proprie tradizionali sono l'unica forma di risorse proprie dell'Unione che non può essere assimilata ai contributi da parte degli Stati membri; invita la Commissione, tenendo conto di tutte le possibili argomentazioni, inclusi gli effetti di scala (gateway), a formulare una proposta su come trattare le risorse proprie tradizionali che, da una parte, tenga conto della loro rilevanza per il bilancio comunitario, l'economia europea e il funzionamento del mercato interno e, dall'altra, esamini senza pregiudiziali il rapporto costo/benefici;

19. ricorda che così come sono oggi strutturate le risorse proprie basate sull'IVA possono essere facilmente confuse con contributi nazionali, il che corrisponde anche all'analisi fatta dalla Corte dei conti e dalla Commissione nei loro recenti pareri sulle risorse proprie; ricorda altresì che i modelli di calcolo utilizzati per la loro definizione e i massimali e i fattori di calcolo comuni applicati in tale ambito hanno dato luogo a un sistema quanto mai complicato e non trasparente;

20. fornisce quindi il suo sostegno iniziale alla proposta di accorpare la risorsa propria basata sull'IVA e quella basata sul PNL in un'unica risorsa fondata sul PNL, il cui calcolo sia trasparente, semplice e intellegibile e sulla cui base si possa quindi avviare una riforma radicale del sistema delle risorse proprie e si possano introdurre nuove risorse proprie al posto della terza e quarta fonte di risorse finora in vigore;

21. ricorda che l'impiego di una obsoleta procedura di calcolo per l'indicatore di capacità economica, che è il PNL, ha creato squilibri di natura tecnica; invita pertanto la Commissione ad attivarsi, mediante la proposta di una revisione tecnica a breve termine della decisione sulle risorse proprie, al fine di rimuovere le cause tecniche degli squilibri e di consentire un calcolo del PNL sulla base di metodi più attuali;

22. ritiene che le risorse pubbliche o gli utili di organismi europei, ad esempio i guadagni realizzati dal Sistema europeo delle banche centrali, debbano confluire nel bilancio europeo a titolo di risorse proprie;

23. chiede che, in caso di accordo tra gli Stati membri su determinati tipi di imposta, almeno una parte confluisca nel bilancio dell'Unione come risorsa propria, dal momento che queste imposte avranno carattere originariamente europeo;

24. sottolinea che queste nuove entrate per il bilancio comunitario non debbano essere aggiuntive, bensì sostituire le entrate esistenti;

25. esorta il Consiglio ad approvare tale riforma d'intesa con il Parlamento, affinché essa possa entrare in vigore anteriormente al prossimo ampliamento;

26. ritiene che la graduale modifica del sistema delle risorse proprie debba costituire un punto negoziale nelle trattative sull'accordo interistituzionale concernente le prospettive finanziarie per il 2000-2006;

27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e alla Corte dei conti.

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