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Document 51999IR0217
Opinion of the Committee of the Regions on 'The Structural Funds and their coordination with the Cohesion Fund Guidance for programmes in the period 2000-2006'
Parere del Comitato delle regioni sul tema «Fondi strutturali e coordinamento con il fondo di coesione. Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006»
Parere del Comitato delle regioni sul tema «Fondi strutturali e coordinamento con il fondo di coesione. Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006»
GU C 57 del 29.2.2000, p. 56–60
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
Parere del Comitato delle regioni sul tema «Fondi strutturali e coordinamento con il fondo di coesione. Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006»
Gazzetta ufficiale n. C 057 del 29/02/2000 pag. 0056 - 0060
Parere del Comitato delle regioni sul tema "Fondi strutturali e coordinamento con il fondo di coesione. Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006" (2000/C 57/08) IL COMITATO DELLE REGIONI, vista la Comunicazione della Commissione intitolata "Fondi strutturali e coordinamento con il Fondo di coesione - Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006" (COM(1999) 344 def.); vista la decisione dell'Ufficio di presidenza del 2 giugno 1999, conformemente all'articolo 265, quinto comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea, di affidare alla Commissione 1 "Politica regionale, fondi strutturali, coesione economica e sociale, cooperazione transfrontaliera ed interregionale" l'incarico di elaborare il parere in materia; visto il progetto di parere (CdR 217/99 riv. 1) adottato dalla Commissione 1 in data 6 ottobre 1999 (Relatori: du Granrut, F, PPE e Pettitt, RU, PSE); considerando la "Proposta di Regolamento (CE) del Consiglio recante disposizioni generali sui fondi strutturali" (COM(1998) 131 def.); considerando la "Sesta relazione periodica sulla situazione e sull'evoluzione socioeconomica delle regioni dell'Unione europea"; considerando il parere in merito alla "Agenda 2000: finanziamento dell'Unione europea dopo il 1999 alla luce delle prospettive di ampliamento e delle sfide del 21o secolo" (CdR 303/97 fin)(1); considerando il parere in merito alla "Proposta di regolamento (CE) del Consiglio recante disposizioni generali sui Fondi strutturali" (CdR 240/98 fin)(2); considerando il parere in merito alla "Proposta di regolamento del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo" (CdR 155/98 fin)(3); considerando il parere in merito alla "Proposta di regolamento (CE) del Consiglio recante modificazione del Regolamento (CE) n. 1164/94 che istituisce un Fondo di coesione" e alla "Proposta di regolamento (CE) del Consiglio recante modificazione dell'allegato II del Regolamento (CE) n. 1164/94 che istituisce un Fondo di coesione" (CdR 235/98 fin)(4); considerando il parere in merito alla "Agenda 2000 - riforma della PAC" (CdR 273/98 fin)(5); considerando il parere in merito alla "Proposta di regolamento (CE) del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo di orientamento e di garanzia (FEAOG)" 98/0102 CNS (CdR 309/98 fin)(6); considerando il parere in merito a "La problematica urbana: orientamenti per un dibattito europeo" (CdR 316/98 fin)(7); considerando il parere in merito allo "Schema di sviluppo dello spazio europeo" (CdR 266/98 fin)(8), ha adottato il 18 novembre, nel corso della 31a sessione plenaria, il seguente parere. 1. Osservazioni di carattere generale 1.1. Il Comitato si compiace che la Commissione abbia deciso di fornire alcune linee direttrici comuni per i fondi strutturali ed il fondo di coesione. Ciò contribuirà a migliorarne l'efficacia ed a favorire la coesione economica e sociale in Europa. Il Comitato osserva tuttavia che la Commissione non evidenzia adeguatamente i ruoli particolari dei fondi strutturali e del fondo di coesione, né le modalità della loro cooperazione per favorire lo sviluppo socioeconomico e la coesione. Il fondo di coesione fornisce anzitutto sostegno alle politiche macroeconomiche ed allo sviluppo, mentre i fondi strutturali riguardano lo sviluppo economico a livello regionale e locale. Un coordinamento efficace tra i due fondi è essenziale se si vuole ridurre il divario economico tra le regioni. Inoltre a parere del Comitato la Commissione non sottolinea con la necessaria chiarezza che la riduzione delle differenze regionali e del tasso globale di disoccupazione nell'Unione europea richiede un maggior coinvolgimento degli enti locali e regionali nella preparazione, nel seguito e nell'attuazione dei nuovi programmi per il periodo 2000-2006. Le linee direttrici inoltre non ricordano la situazione specifica delle zone montane, delle regioni periferiche e isolate, delle regioni ultraperiferiche e delle aree a bassa densità di popolazione. 1.2. Il Comitato, come indicato nella Proposta di regolamento (CE) del Consiglio recante disposizioni generali sui fondi strutturali, ritiene che vadano ribadite con forza sia l'impostazione "dal basso verso l'alto", sia la natura vincolante dei documenti di programmazione per realizzare gli interventi dei fondi strutturali. 1.3. Secondo il Comitato l'occupazione e la competitività debbono essere un obiettivo costante non solo per gli interventi dei fondi strutturali, ma anche per tutti gli operatori pubblici e privati a livello europeo, nazionale, regionale o locale. Il Comitato si compiace che le iniziative locali per l'occupazione, come i patti territoriali per l'occupazione, siano state elencate e riconosciute come esempi di successo, e si rammarica che gli enti locali e regionali non vengano maggiormente coinvolti nel definire le priorità riguardanti le azioni per l'occupazione decise a livello comunitario e nazionale. 1.4. A parere del Comitato i programmi dei fondi strutturali e del fondo di coesione dovrebbero venir sviluppati e realizzati mediante forti partenariati democratici locali. Il Comitato approva per tal motivo la proposta della Commissione, stando alla quale l'aiuto dei fondi strutturali e del fondo di coesione dovrebbe venir basato sulla creazione di un partenariato più ampio e decentralizzato, fattore chiave, a parere del Comitato, per il successo dei programmi. Il Comitato tuttavia raccomanda che vengano create condizioni organizzative tali da garantire l'efficace funzionamento di un partenariato di questo genere ed è fautore inoltre di un maggiore controllo di tali condizioni in tutti gli Stati membri, onde assicurare un'applicazione efficace e coerente del principio di sussidiarietà. 1.5. Il Comitato approva la priorità data allo sviluppo sostenibile ed alle pari opportunità e chiede che il rispetto di tali principi sia garantito mediante parametri standardizzati, definiti dagli Stati membri e dagli enti locali e regionali nella fase di elaborazione dei programmi. Tali parametri agevoleranno il monitoraggio e la valutazione dei programmi. 1.6. Ferma restando la flessibilità nell'azione dei fondi strutturali, il Comitato ricorda l'importanza di stabilire collegamenti con lo Schema di sviluppo dello spazio europeo (SSSE), cosa che potrebbe comportare un coordinamento globale delle politiche settoriali ed una qualche forma di connessione tra i vari livelli amministrativi coinvolti nella pianificazione e nello sviluppo del territorio. 1.7. Il Comitato desidererebbe richiamare l'attenzione della Commissione sugli effetti della concorrenza tra regioni nell'ambito dell'Unione economica e monetaria, che farà emergere le differenze tra le condizioni locali di imposizione fiscale e di sicurezza sociale. Sarà quindi necessario garantire che i fondi strutturali non aumentino il rischio di trasferimento delle imprese. In tal senso, la moneta unica faciliterà il paragone fra i diversi sistemi fiscali e sociali degli Stati membri. Ciò potrebbe generare un processo di concorrenza fiscale al ribasso, che, per essere evitato, richiede un minimo di armonizzazione fiscale relativamente al capitale. La Commissione dovrà inoltre sorvegliare da vicino il contesto degli aiuti di Stato di tipo fiscale, affinché questi non contribuiscano a falsare la concorrenza. 2. Osservazioni di carattere specifico 2.1. Condizioni per la crescita e l'occupazione: competitività regionale 2.1.1. Il Comitato approva la scelta della Commissione di creare le condizioni necessarie per garantire la competitività regionale in termini di infrastrutture di trasporto, energia, telecomunicazioni, infrastruttura per un ambiente sano e ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione. Tuttavia il Comitato avrebbe desiderato che tale presa di posizione sulle modalità per creare le condizioni di base per la competitività fosse stata approfondita definendo misure concrete di sviluppo, che rappresentano l'obiettivo principale dell'iniziativa. 2.1.2. Il Comitato auspica richiamare l'attenzione della Commissione sul problema del nesso tra i fondi strutturali e l'aiuto pubblico, dato che le aree di intervento e le finalità possono essere diverse e gli enti locali e regionali non partecipano alla loro definizione. Il Comitato è inoltre consapevole del fatto che l'introduzione dell'Unione economica e monetaria significa che la libera interazione tra forze in competizione tra loro sarà sempre meno distorta dagli aiuti diretti alle imprese. Il Comitato è favorevole a limitare gli aiuti in danaro a favore delle imprese individuali, ma desidererebbe che venisse evidenziato un ampio spettro di aiuti suscettibili di rispondere alle specifiche e varie necessità dell'economia regionale, ossia delle imprese regionali, in particolare di quelle situate nelle regioni più sfavorite. 2.1.3. Il Comitato, pur approvando le priorità decise per le infrastrutture di trasporto: efficienza, interfunzionalità, equilibrio tra i diversi modi di trasporto, accessibilità e riduzione dell'impatto ambientale, raccomanda un maggior coinvolgimento degli enti locali e regionali nell'attuazione di tali priorità, soprattutto nell'area dei trasporti urbani e interurbani, nell'interesse di uno sviluppo policentrico e del partenariato tra città e zone rurali. Il Comitato riconosce che le regioni meno sviluppate hanno una maggior necessità di sviluppo delle infrastrutture, ma ritiene che i fondi strutturali nelle aree dell'obiettivo 2 dovrebbero essere disponibili per ovviare alle necessità di infrastrutture qualora si dimostri che ciò è necessario per la competitività della regione in questione e la promozione della sostenibilità. Sia il Fondo di coesione che i fondi strutturali andrebbero quindi impiegati, se necessario, per sistemi regionali e locali di trasporto sostenibile, altamente rispettosi dell'ambiente e atti a facilitare ad ampi strati della popolazione l'accesso alle reti transeuropee, favorendo l'intermodalità. 2.1.4. Relativamente alle priorità ricordate per il settore dell'energia, soprattutto il risparmio d'energia, il Comitato chiede lo sviluppo urgente di fonti d'energia rinnovabile, energia eolica ed energia solare per rispondere alle necessità delle aree sottosviluppate. 2.1.5. Per il settore delle telecomunicazioni il Comitato desidera sottolineare che lo sviluppo della società dell'informazione dipende dal diffuso accesso pubblico a questi nuovi strumenti nell'ambito di tutte le attività professionali, personali e culturali. 2.1.6. Il Comitato approva i tre indirizzi per il miglioramento della qualità dell'ambiente: gestione delle risorse idriche e trattamento delle acque reflue, gestione dei rifiuti e risanamento dei siti contaminati, nonché l'applicazione del principio "chi inquina paga" e desidera ricordare che tali azioni hanno in genere natura interregionale e talvolta transfrontaliera. Il Comitato appoggia caldamente il risanamento di aree precedentemente utilizzate in fase di degrado ("brownfield sites"), che contribuisce non soltanto al miglioramento della qualità dell'ambiente, ma anche al rinnovamento socioeconomico delle regioni in declino. Chiede perciò che tali iniziative ambientali mirate al recupero di aree industriali in fase di degrado vengano espressamente previste dai quadri comunitari di sostegno e dai documenti di programmazione. 2.1.7. Il Comitato ribadisce che la promozione della RST e delle capacità di innovazione dovrebbe venir integrata in tutti i settori di intervento dei fondi. Dovrebbe essere possibile introdurre tali capacità in ciascuna regione creando reti e centri di know-how coinvolgendo università, centri di ricerca ed imprese. Il Comitato sottolinea inoltre che il settore dei servizi dovrebbe venir incluso nell'area della ricerca e dell'innovazione. 2.1.8. Il Comitato auspica che il sostegno alle imprese venga esteso alle imprese di dimensioni estremamente ridotte, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, il sostegno integrato e la partecipazione del settore privato. Il Comitato richiama l'attenzione sul ruolo degli enti locali e regionali nel definire e realizzare i servizi integrati di sostegno alle imprese (cfr. 2.1.2). 2.1.9. Tra le aree con particolari potenzialità occupazionali il Comitato desidera mettere in risalto servizi e cultura, restauro del patrimonio e turismo (che sono settori tra loro connessi e comprendono il risanamento dei siti industriali), nonché l'economia della conoscenza e l'economia sociale, il cui sviluppo è perfettamente in linea con le tendenze sociologiche e demografiche negli Stati membri dell'Unione. In linea con quanto esposto, acquista particolare importanza l'attività di valutazione degli interventi strutturali, concepita non solo come obbligo regolamentare, ma anche come strumento di analisi che consente di pervenire a conclusioni rilevanti sulle azioni eseguite in modo da tenerne conto nelle future programmazioni. 2.2. La strategia europea per l'occupazione: una priorità fondamentale per la Comunità 2.2.1. Ad avviso del Comitato sarà difficile che la Commissione possa esagerare l'importanza di garantire la complementarità tra i programmi nazionali d'azione che ricevono il sostegno del FSE e che si svolgono a livello regionale ed i programmi pianificati a livello regionale finanziati dal FESR. Da ciò dipende la coerenza tra gli interventi di tutti i fondi strutturali della Comunità. Il Comitato sottolinea che gli aiuti pubblici necessari per ottenere il sostegno del FSE sono generalmente stanziati dagli enti locali e regionali, che di norma sono responsabili per quanto riguarda istruzione, formazione, apprendistato e servizi di collocamento. 2.2.2. Il Comitato osserva che le nuove misure proposte dalla Commissione per incoraggiare le politiche attive sul mercato del lavoro per promuovere l'occupazione, per combattere l'emarginazione dei gruppi svantaggiati e per sviluppare l'adattabilità e l'imprenditorialità della forza lavoro corrispondono ad iniziative spesso già tentate dagli enti locali e regionali, soprattutto nell'ambito dei patti territoriali per l'occupazione. Il Comitato desidera che se ne tenga debitamente conto per identificare le migliori pratiche e poggiare su tali esperienze nel preparare i programmi che dovranno venir attuati nel periodo 2000-2006 nelle regioni dell'obiettivo 2 e dell'obiettivo 1. 2.2.3. Per quanto concerne le azioni positive a favore delle donne il Comitato raccomanda un nesso con il programma comunitario "Equal" e ribadisce l'insufficiente sfruttamento del potenziale delle donne per la creazione di imprese e potrebbe risultare opportuno incentivare azioni in questo campo attraverso una maggiorazione dei tassi di cofinanziamento. 2.3. Sviluppo urbano e rurale ai fini di un assetto equilibrato del territorio 2.3.1. Il Comitato esprime soddisfazione per il riferimento della Commissione allo schema di sviluppo dello spazio europeo che incoraggia un'azione integrata per promuovere una reale sinergia tra lo sviluppo urbano e quello rurale, garantendo in tal modo uno sviluppo territoriale equilibrato nelle regioni. Tuttavia questo partenariato tra città e zone rurali dev'essere basato su azioni specifiche, finalizzate ai problemi particolari di ciascuna area, nell'ambito di un quadro regionale integrato. 2.3.2. Per quanto riguarda i problemi urbani, pur approvando i quattro obiettivi interdipendenti elencati nella comunicazione della Commissione sullo sviluppo urbano, il Comitato desidera mettere in risalto i seguenti elementi: - il quadro d'azione rappresentato dalla "area funzionale urbana", una nuova area d'azione che richiede la cooperazione con gli enti locali; - il ruolo delle aree urbane come crogiolo per il travaso di culture e di innovazione sociale e tecnologica indispensabili per salvaguardare ed approfondire il dinamismo di tali aree; - il potenziale di sperimentazione delle aree urbane non soltanto, ad esempio, per i trasporti pubblici, ma anche per quanto riguarda la pubblica amministrazione. In tale contesto il Comitato esprime soddisfazione per il fatto che il programma "Urban" venga continuato. 2.3.3. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il Comitato ritiene che le zone rurali siano d'importanza fondamentale per lo sviluppo territoriale ed economico dell'Unione. Un rinnovamento profondo ed una reale diversificazione dell'impostazione economica sono necessari, ma a parere del Comitato ciò avrà luogo solamente se le iniziative locali troveranno un sostegno forte che deve provenire non soltanto dai fondi strutturali, compreso il FEAOG-Garanzia, ma anche dalle città - o dalle reti di città - confinanti. 2.3.4. Il Comitato sottolinea l'importanza di tale sinergia, che è descritta con chiarezza anche nello schema di sviluppo dello spazio europeo sotto forma di iniziativa di sviluppo integrato. Il Comitato auspica che tale idea sia sperimentata includendola il più spesso possibile nei programmi destinati alle aree degli obiettivi 1 e 2 nel periodo 2000-2006. 3. Conclusioni 3.1. Il Comitato si congratula con la Commissione per le linee direttrici proposte allo scopo di coordinare maggiormente le azioni del fondo di coesione con quelle dei fondi strutturali. Il Comitato segnala tuttavia che le linee direttrici non ricordano la situazione specifica delle zone montane, delle regioni periferiche e isolate e di quelle ultraperiferiche, o delle aree a bassa densità di popolazione. 3.2. Per ottenere un efficace coordinamento, promuovere la crescita economica e rafforzare la coesione sociale, il Comitato chiede che vengano definiti in modo più preciso i rispettivi compiti di tali fondi e la loro interazione a livello di programmazione. 3.3. Il Comitato insiste affinché gli enti regionali e locali siano associati alla preparazione, alla realizzazione ed al monitoraggio dei programmi. Un tale partenariato decentrato, con un'impostazione democratica dal basso verso l'alto, dovrebbe essere applicato in maniera efficiente in quanto offre la garanzia di una maggior efficacia nella creazione di posti di lavoro, per la competitività delle regioni e lo sviluppo sostenibile. 3.4. Il Comitato ricorda che in un mercato unico, libero e concorrenziale la competitività delle regioni poggia su un'impostazione integrata di investimenti e sviluppo a livello decisionale ed a livello settoriale. Va incoraggiata la ricerca delle sinergie tra i diversi settori di intervento. 3.5. Il Comitato insiste affinché i fondi strutturali possano intervenire per le regioni dell'obiettivo 2 - in particolare nelle regioni periferiche e ultraperiferiche - nel settore delle infrastrutture di trasporto e della loro interfunzionalità ed in quello delle infrastrutture di telecomunicazione e della loro installazione. Il Comitato chiede che ciò possa avvenire anche per i programmi riguardanti l'energia e l'ambiente, soprattutto per quelli relativi alla ricerca e sviluppo, nonché per l'aiuto alle imprese. Il Comitato ricorda che in tutti questi settori gli enti regionali e locali sono nella posizione migliore per individuare le necessità economiche e sociali. 3.6. Il Comitato è consapevole della necessità imperativa di creare posti di lavoro, e suggerisce che il FSE possa contribuire alle azioni locali e regionali finanziate dal FESR che hanno dato prova di dinamismo in tale contesto, come ad esempio i patti territoriali per l'occupazione. Il Comitato ricorda che nella maggior parte dei casi gli enti regionali e locali sono competenti in materia di istruzione e formazione. Le azioni attuate in tale campo, connesse a quelle della RST e dell'innovazione, in particolare in materia di gestione, sono le più adatte per garantire la creazione di imprese industriali o di servizi a carattere sostenibile. 3.7. Il Comitato approva il principio della complementarità dello sviluppo urbano e delle zone rurali e propone in tale contesto un'impostazione di sviluppo integrato come quella prevista dallo SSSC, che persegua l'obiettivo di creare un motore economico e culturale delle aree urbane, delle reti di città e delle aree rurali circostanti. Il PIC "Urbain" dovrebbe permettere di realizzare azioni pilota in tal senso. 3.8. In linea generale il coordinamento tra fondi di coesione e fondi strutturali che si intende perseguire dev'essere l'occasione di dimostrare l'efficacia, per l'impiego dei fondi comunitari, di un partenariato decentralizzato e dell'impostazione dal basso verso l'alto. Bruxelles, 18 novembre 1999. Il Presidente del Comitato delle regioni Manfred DAMMEYER (1) GU C 64 del 27.2.1998, pag. 40. (2) GU C 51 del 22.2.1999, pag. 1. (3) GU C 51 del 22.2.1999, pag. 48. (4) GU C 51 del 22.2.1999, pag. 10. (5) GU C 93 del 6.4.1999, pag. 1. (6) GU C 93 del 6.4.1999, pag. 9. (7) GU C 251 del 10.9.1998, pag. 11. (8) GU C 93 del 6.4.1999, pag. 36.