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Document 52005AE1252

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione della strategia forestale dell'Unione europea COM(2005) 84 def.

GU C 28 del 3.2.2006, p. 57–65 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

3.2.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 28/57


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione della strategia forestale dell'Unione europea

COM(2005) 84 def.

(2006/C 28/11)

La Commissione, in data 17 marzo 2005, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla: proposta di cui sopra.

La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 7 ottobre 2005, sulla base del progetto predisposto dal relatore KALLIO e dal correlatore WILMS.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 26 ottobre 2005, nel corso della 421a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 97 voti favorevoli e 1 astensione.

1.   Introduzione

1.1

Il Trattato sull'Unione europea non prevede alcuna politica forestale comune, né tale politica viene introdotta nella proposta di un nuovo Trattato costituzionale.

1.2

La Commissione europea ha pubblicato il 18 novembre 1998 una comunicazione sulla strategia forestale dell'Unione. Il Consiglio dell'Unione europea ha adottato il 15 dicembre 1998, sulla base della comunicazione della Commissione, una risoluzione in merito alla strategia forestale dell'Unione.

1.3

Quali fattori principali e base comune di azione della strategia forestale il Consiglio ha individuato la cura e lo sfruttamento sostenibili delle foreste, come definiti nella conferenza ministeriale di Helsinki del 1993, nonché la loro multifunzionalità.

1.4

Nella strategia forestale assume grande importanza anche il principio di sussidiarietà, in base al quale la responsabilità della relativa politica ricade sugli Stati membri e la Comunità può contribuire alla cura e allo sfruttamento sostenibili delle foreste, come pure alla loro multifunzionalità, solo quando il suo intervento produce un valore aggiunto.

1.5

Il Comitato economico e sociale europeo ha presentato un parere di iniziativa sulla strategia forestale dell'UE il 9 dicembre 1999.

1.6

Nella risoluzione il Consiglio invitava la Commissione a presentare, dopo cinque anni, una relazione sull'attuazione della strategia forestale.

1.7

Tale risoluzione è stata pubblicata il 10 marzo 2005. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione (Staff Working Document) allegato alla comunicazione contiene un quadro particolareggiato delle azioni e delle misure intraprese nel periodo 1999-2004 nel quadro della strategia forestale.

1.8

Il Comitato accoglie con favore le indicazioni contenute nella comunicazione, in particolare quelle rivolte a rafforzare l'attuazione della strategia e a migliorare il suo coordinamento. Ritiene importante che venga attuata rapidamente la proposta della Commissione relativa a un piano di azione per la silvicoltura sostenibile.

2.   Attuazione della strategia forestale dell'Unione europea

2.1   Cambiamenti nel contesto di intervento

2.1.1

Dopo il 1998 le sfide della silvicoltura e della politica forestale dell'UE hanno risentito l'influenza dei numerosi cambiamenti sopraggiunti nel contesto politico, tra i quali la comunicazione della Commissione evidenzia l'ampliamento, l'adozione di obiettivi strategici da parte dell'UE e lo sviluppo della politica internazionale in campo silvicolo e ambientale.

2.1.2

Con l'ampliamento la superficie boschiva dell'UE è cresciuta di circa il 20 %, le riserve forestali approssimativamente del 30 % e il numero di proprietari di terreni boschivi è salito da 12 a 16 milioni. Nei nuovi Stati membri occorre accrescere la capacità istituzionale di promuovere la silvicoltura sostenibile, una sfida particolare consiste nello sviluppare la struttura della proprietà privata di foreste e nell'aggiornare il quadro istituzionale.

2.1.3

Il vertice di Johannesburg del 2002 ha evidenziato il ruolo della silvicoltura sostenibile — in quanto risorsa e strumento dello sviluppo sostenibile — ai fini del raggiungimento dei più ampi «obiettivi del millennio» (Millennium Development Goals). Nel corso di tale vertice è stato concordato un piano di azione, vincolante per i governi, che comprende anche numerose decisioni riguardanti le foreste.

2.1.4

La silvicoltura comunitaria ha dovuto far fronte a mercati dei prodotti forestali sempre più globalizzati e ad un'industria forestale fortemente concentrata, cosa che ha richiesto una maggiore efficienza nella produzione di legno.

2.1.5

Le foreste rivestono un importante ruolo sociale apportando numerosi benefici alla collettività. Contemporaneamente è aumentata l'importanza dello sfruttamento sostenibile delle foreste e delle funzioni ambientali svolte dalle foreste stesse. In particolare gli accordi internazionali in materia di ambiente sottoscritti dall'UE e dagli Stati membri hanno creato nuove sfide per la silvicoltura.

2.1.6

Il Consiglio europeo di Lisbona, nel marzo 2000, ha adottato un nuovo obiettivo strategico dell'UE, diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di mantenere uno sviluppo sostenibile, di creare nuovi e migliori posti di lavoro e di accrescere il grado di coesione sociale. Il Consiglio europeo di Göteborg, nel giugno 2001, ha adottato, a complemento della strategia di Lisbona, la strategia di sviluppo sostenibile dell'UE, la quale richiede che la politica economica, quella sociale e quella ambientale si rafforzino a vicenda.

2.1.7

Numerose politiche, disposizioni e misure comunitarie incidono in maniera diretta o indiretta sulla silvicoltura Non si è ancora valutata la loro compatibilità e complementarità con la strategia forestale dell'UE e con la relativa applicazione.

2.2   La politica forestale dell'UE e quella internazionale

2.2.1

Nella risoluzione sulla strategia forestale dell'UE il Consiglio ribadisce che la Comunità deve contribuire attivamente ad attuare le deliberazioni della conferenza ministeriale sulle foreste e assumere l'iniziativa nel quadro delle discussioni e nei negoziati internazionali, in particolare nel forum intergovernativo delle Nazioni Unite sulle foreste.

2.2.2

Nel parere del 1999 il Comitato osservava che l'UE deve perseguire energicamente l'applicazione su scala mondiale di uno strumento vincolante finalizzato alla cura, alla conservazione e allo sviluppo sostenibile delle foreste, conformemente ai principi relativi alle foreste adottati al vertice di Rio. Tale obiettivo permane attuale, a causa tra l'altro della globalizzazione dell'industria forestale e del commercio dei relativi prodotti, del persistente processo di deforestazione e dell'esigenza di salvaguardare i diritti delle comunità locali che dipendono dall'economia forestale.

2.2.3

Allo scopo di prevenire il taglio e il commercio illegali di prodotti forestali, la Commissione ha presentato il Piano di azione per l'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT), nonché una proposta relativa a un sistema di autorizzazioni nell'ambito del suddetto piano di azione. Il Comitato considera assolutamente importante prevenire il taglio e il commercio illegali di prodotti forestali. Il taglio illegale provoca serie perdite sotto il profilo ambientale, economico e sociale, mentre il legno così prodotto causa un effetto distorsivo sul mercato. Per contrastare il taglio illegale occorre anzitutto collaborare con i paesi produttori allo scopo di rendere più efficienti le procedure amministrative e migliorare l'applicazione delle leggi. Ciò permetterà di dedicare la massima attenzione ai fattori sociali e alle ricadute, ad esempio, sulle condizioni di vita e il benessere delle comunità che dipendono dalle foreste. Bisogna dedicare particolare attenzione alla salvaguardia delle foreste primarie e della loro biodiversità. Per prevenire il taglio illegale è indispensabile rendere più chiara la legislazione in materia di utilizzazione dei terreni. Il regime di autorizzazioni che è stato presentato non elimina l'esigenza di rendere più efficaci le misure applicate.

2.2.4

Le foreste e la silvicoltura dell'UE risentono più di prima dell'influenza esercitata dalla politica internazionale in materia economica, sociale e ambientale, e dagli accordi ambientali in sede ONU. Nel 2002 è stato varato, nel quadro della Convenzione dell'ONU sulla biodiversità, un programma di lavoro riguardante la biodiversità delle foreste. La Convenzione dell'ONU sul cambiamento climatico sottolinea il ruolo delle foreste e dei relativi pozzi di assorbimento del carbonio nella prevenzione del cambiamento climatico. In particolare il Protocollo di Kyoto ha indicato al settore forestale nuove sfide e nuove possibilità. Una silvicoltura sostenibile può influire in misura considerevole sulla realizzazione degli obiettivi ambientali previsti dagli accordi internazionali. Ciò richiede che l'UE adotti, nella politica ambientale, economica e sociale su scala internazionale, come pure nelle proprie politiche, un approccio coordinato e convergente, che tenga equamente conto delle varie dimensioni della silvicoltura sostenibile e rispetti le differenti utilizzazioni delle foreste.

2.2.5

A livello paneuropeo la Conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa (MCPFE) costituisce il più importante foro di discussione e ha fornito una cornice efficace per promuovere l'uso e la gestione economicamente, ecologicamente, socialmente e culturalmente sostenibili delle foreste.

2.3   La strategia forestale dell'UE e le politiche forestali degli Stati membri

2.3.1

La quarta conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa, svoltasi a Vienna dal 28 al 30 aprile 2003, ha sottolineato l'importanza dei programmi forestali nazionali ai fini dello sviluppo della cooperazione tra il settore forestale e gli altri settori di intervento. La riunione ministeriale ha concluso che i programmi forestali nazionali costituiscono un processo partecipativo, comprensivo, intersettoriale e progressivo di programmazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche a livello nazionale e/o subnazionale, volto a migliorare la cura e lo sfruttamento sostenibile delle foreste come definiti dalla riunione ministeriale di Helsinki e in generale a promuovere lo sviluppo sostenibile.

2.3.2

Conformemente al principio di sussidiarietà i programmi forestali nazionali costituiscono uno strumento essenziale per realizzare gli obiettivi della strategia forestale dell'UE. Tali programmi forestali nazionali sono programmi quadro comprensivi e multisettoriali, che tengono conto della reciproca influenza tra il settore forestale e gli altri campi di attività. I programmi forestali nazionali possono considerare ed equilibrare le varie utilizzazioni delle foreste e le aspettative della società in questo campo, tenendo conto anche delle specificità nazionali. Tali programmi nazionali creano l'uniformità e la coerenza tra le varie linee politiche nazionali e con gli impegni internazionali. Essi dovrebbero essere valutati per verificare che corrispondano agli obiettivi stabiliti.

2.3.3

Anche l'attuazione degli impegni in materia ambientale e forestale assunti sul piano internazionale dall'UE e dagli Stati membri può essere resa ottimale inserendo i relativi obblighi nei programmi forestali nazionali.

2.3.4

L'UE deve promuovere l'elaborazione di piani forestali nazionali conformi agli orientamenti della Conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa (MCPFE), in modo da favorire una silvicoltura sostenibile e mettere a punto un approccio integrato allo sviluppo della silvicoltura e della politica forestale a livello sia degli Stati membri che dell'Unione.

2.4   Politica di sviluppo rurale e silvicoltura

2.4.1

La politica di sviluppo rurale ha costituito a livello comunitario il principale strumento di attuazione della strategia forestale. Nel periodo 2000-2006 le misure forestali sono state finanziate, nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale, con 4,8 miliardi di euro, dei quali metà sono stati destinati alla riforestazione di terreni agricoli e metà ad altre misure.

2.4.2

Nella relazione speciale della Corte dei conti n. 9/2004 sulle misure forestali nell'ambito della politica di sviluppo rurale si afferma che «né la Commissione né gli Stati membri si sono fatti carico della responsabilità di valutare se un progetto abbia contribuito alla realizzazione della strategia forestale dell'Unione europea».

2.4.3

Il regolamento di base sul sostegno allo sviluppo rurale (regolamento (CE) n. 1257/1999, art. 29) stabilisce che le misure agricole degli Stati membri destinate allo sviluppo rurale devono basarsi sui programmi forestali nazionali o regionali o su strumenti equivalenti. I piani forestali nazionali sono in fase di elaborazione in una parte degli Stati membri e sono invece già in uso solo in alcuni altri Stati membri.

2.4.4

La scarsità di dati circa le misure nazionali di politica forestale ha reso più difficile per la Commissione valutare le azioni forestali nel quadro della politica di sviluppo rurale. Per le misure nazionali sostenute dall'UE non è in funzione un programma di monitoraggio.

2.4.5

Sebbene una parte considerevole dei finanziamenti venga destinata alle misure di riforestazione, non sono stati definiti degli obiettivi operativi su come finanziare tali misure conformemente alla strategia e tenendo conto in particolare degli obiettivi ambientali.

2.4.6

Numerose direzioni generali e unità della Commissione partecipano alla procedura di adozione dei progetti e dei piani di azione per lo sviluppo rurale e, al tempo stesso, alla deliberazione delle misure per la silvicoltura. La complessità del processo decisionale ha limitato l'applicazione della politica di sviluppo rurale nell'attuazione della strategia forestale dell'UE.

2.4.7

Bisognerebbe inoltre verificare se non sia più efficace concentrare le risorse dell'UE, invece che sulla riforestazione, sulla promozione del mercato del legno, su meccanismi di remunerazione dei servizi ambientali, sulla ricerca, la formazione e l'informazione e sulle misure di sviluppo rurale in grado di garantire a lungo termine un miglioramento delle condizioni operative e dell'occupazione nel settore forestale, nonché sui servizi ambientali resi dalle foreste.

2.4.8

Occorre poi tenere conto del fatto che quello delle foreste e del legno è un settore aperto e basato sul mercato; ai fini del funzionamento del mercato interno bisogna evitare che la politica di sostegno comporti distorsioni del mercato del legno.

2.5   Garantire la protezione delle foreste e i servizi ambientali forniti dalle foreste

2.5.1

La silvicoltura dev'essere sostenibile dal punto di vista economico, ecologico, sociale e culturale. La cura delle foreste, il monitoraggio del loro stato, il ripristino di quelle danneggiate e la garanzia dei loro servizi ambientali sono elementi essenziali della silvicoltura sostenibile. Si dovrebbe garantire l'utilizzazione sostenibile delle foreste provvedendo a un'adeguata rigenerazione.

2.5.2

Gli obiettivi principali da perseguire in relazione alle foreste comunitarie sono il loro mantenimento in buono stato di salute e di vitalità attraverso cure che le difendano dall'inquinamento atmosferico, da incendi e da altri danni di origine organica, come malattie e insetti, o inorganica, come l'erosione.

2.5.3

Ogni anno nell'Unione europea 400.000 ettari di boschi sono colpiti da incendi; questi ultimi costituiscono un problema grave, specie negli Stati membri meridionali. Oltre a svolgere attività di prevenzione degli incendi, la Comunità ha raccolto informazioni e effettuato un monitoraggio della loro estensione e delle loro cause. La Comunità ha predisposto la raccolta sistematica di dati sull'entità e sui fattori all'origine degli incendi di foreste. Grazie a tale sistema è stato possibile valutare e monitorare le azioni eseguite dagli Stati membri e dalla Commissione nel campo della lotta agli incendi. La protezione delle foreste e dell'ambiente nell'UE non potrà essere fruttuosa se non si provvederà a definire un approccio efficace nei confronti del monitoraggio e della prevenzione degli incendi forestali.

2.5.4

I principali strumenti legislativi concernenti la salvaguardia della salute e della vitalità delle foreste sono la direttiva sulla protezione delle piante, quella sulla commercializzazione del materiale di moltiplicazione forestale e il regolamento quadro riguardante la sorveglianza delle foreste e delle interazioni ambientali (Forest Focus).

2.5.5

Il regolamento Forest Focus predispone la cornice di un programma di azione della Comunità attraverso il quale viene proseguita la sorveglianza dello stato di salute delle foreste comunitarie e vengono sviluppati e diversificati i programmi di sorveglianza. L'obiettivo è produrre dati affidabili e comparabili sulla situazione delle foreste e sugli effetti delle minacce che incombono su di esse a livello comunitario.

2.5.6

I dati relativi alla diversità biologica, alle risorse forestali, alla cattura e al ciclo del carbonio, ai prodotti forestali e all'impatto delle misure di tutela vengono già raccolti nel quadro di vari accordi internazionali, dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), del Comitato del settore del legno della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite, di Eurostat e della Conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa (MCPFE). Nel definire i programmi comunitari di sorveglianza occorre avvalersi dei programmi analoghi già in uso o in corso di elaborazione a livello nazionale, paneuropeo o globale, garantendo al tempo stesso, nella gestione e nella pubblicazione dei relativi dati, la protezione di quelli concernenti i proprietari dei terreni.

2.5.7

La direttiva sulla protezione delle piante contiene disposizioni volte a proteggere le piante e i prodotti di origine vegetale dalle sostanze dannose, e a prevenire la diffusione dei parassiti. Essa definisce inoltre le norme relative al commercio internazionale di legno e dei materiali di moltiplicazione. Il cambiamento climatico accresce i rischi di aumento e di diffusione dei parassiti. Per salvaguardare la salute delle foreste e prevenire la diffusione di parassiti particolarmente dannosi nel territorio comunitario occorrono disposizioni abbastanza rigide in materia di protezione delle piante, come pure un'efficace sorveglianza. Occorre tuttavia evitare che la direttiva venga usata come una barriera commerciale non tariffaria, e che le succitate disposizioni si traducano in elementi di distorsione degli scambi.

2.5.8

Le foreste, con la loro diversità biologica; costituiscono una componente importante dell'ambiente naturale europeo. La protezione della biodiversità delle foreste occupa un posto di rilievo nella politica ambientale della Comunità. Nella strategia forestale viene espresso il giudizio secondo cui per salvaguardare la biodiversità delle foreste nell'Unione occorre in primo luogo una serie di adeguati programmi di cura delle foreste. Una silvicoltura sostenibile può contribuire alla biodiversità anche grazie all'istituzione di distretti di tutela forestale. In il base al principio di sussidiarietà sugli Stati membri incombe la responsabilità di salvaguardare la diversità biologica delle foreste e di includerla nei programmi forestali nazionali o in strumenti analoghi.

2.5.9

I principali atti giuridici dell'UE concernenti la protezione della biodiversità sono la direttiva sugli habitat (92/42/CEE) e la direttiva sugli uccelli (79/409/CEE). La protezione delle specie e degli habitat minacciati avviene a livello comunitario attraverso la rete Natura 2000 delle aree sottoposte a protezione speciale. Nel controllo della gestione amministrativa e dell'applicazione di Natura 2000 occorre tenere conto dei requisiti sociali, economici e di informazione, delle conseguenze finanziarie e delle specificità locali e regionali.

2.5.10

Per realizzare gli obiettivi di mantenimento della diversità biologica e rispettare gli impegni internazionali è indispensabile tenere conto della biodiversità nello sfruttamento sostenibile dell'intera superficie forestale, nonché della rete Natura 2000.

2.5.11

La preservazione della biodiversità forestale, a livello comunitario, dipende anche dalla strategia comunitaria per la diversità biologica (COM(1998) 42 def.). La comunicazione concernente questa strategia sottolinea che è importante tenere conto dell'equilibrio tra la necessità di garantire la conservazione e l'adeguato arricchimento della biodiversità nelle foreste e la necessità di preservarne la salute e l'equilibrio ecologico e assicurare una produzione sostenibile di materie prime per l'industria del legno nonché di beni e servizi richiesti dalla società. La comunicazione afferma inoltre che le azioni inerenti alla promozione e alla tutela della biodiversità dovrebbero far parte della strategia forestale dell'UE.

2.5.12

La domanda di servizi ambientali generati dalle foreste è cresciuta, così come le aspettative della società in merito a tali servizi. Una parte importante della silvicoltura sostenibile consiste nel mantenere e sviluppare il ruolo delle foreste come luogo di svago. Affinché la silvicoltura continui a fornire prodotti, servizi e altri benefici adeguati alle esigenze dei cittadini occorre intensificare la cooperazione con le organizzazioni della società civile e dei consumatori, nonché informare i cittadini e i proprietari forestali sugli effetti ambientali dei loro comportamenti e sui possibili approcci sostenibili. Per poter illustrare il valore dei servizi forestali per l'intera economia e per la società, è necessario redigere in tutti gli Stati membri un bilancio complessivo dei servizi forestali.

2.5.13

Negli Stati membri la cura e l'utilizzazione delle foreste sono state a lungo regolamentate con strumenti politici specifici. È essenziale rispettare il diritto dei proprietari di decidere in merito all'utilizzazione delle foreste e allo sfruttamento delle relative risorse conformemente alla legislazione e ai principi dell'utilizzo sostenibile delle foreste. Laddove la produzione di benefici sociali e ambientali va al di là del quadro giuridico previsto per la gestione forestale e si ripercuote negativamente sulla redditività della silvicoltura e sul diritto dei proprietari di decidere in merito alla loro proprietà, vanno istituiti adeguati sistemi di compensazione e di remunerazione.

2.5.14

I servizi ambientali e gli altri benefici generati dalle foreste sono prodotti dei rispettivi proprietari e devono anche essere valutati come tali. Dev'essere possibile eseguire una valutazione dei servizi ambientali generati dalle foreste e sviluppare modelli operativi per incoraggiare la produzione di tali servizi, sulla base di approcci facoltativi e basati sul mercato.

2.6   Le foreste e il cambiamento climatico

2.6.1

Le foreste, e anche il terreno su cui si trovano, svolgono un ruolo importante nella cattura dell'anidride carbonica e nell'immagazzinamento del carbonio. Legando chimicamente il carbonio, le foreste rallentano il progredire dell'effetto serra e il riscaldamento del clima. Mantenendo la funzione produttiva delle foreste e avendo cura della loro rigenerazione si può salvaguardare questo loro utile ruolo.

2.6.2

I prodotti lignei possono sostituire altre produzioni, più dannose nella prospettiva del cambiamento climatico. Incrementando l'impiego del legno si può accrescere la quantità di carbone fissato in tale materiale. Inoltre accrescendo l'impiego del legno come fonte energetica si possono sostituire in parte i combustibili fossili e ridurre i relativi danni all'atmosfera.

2.6.3

Il cambiamento climatico influisce anche sugli ecosistemi e sulle condizioni di base della silvicoltura. Delle foreste ben curate creano le condizioni per adattarsi al cambiamento climatico. Dati i lunghi orizzonti temporali della silvicoltura bisogna iniziare per tempo il processo di adattamento al mutamento climatico. Il settore forestale può anche approfittare del cambiamento climatico per creare effetti moltiplicatori positivi per la società e contemporaneamente contrastare il cambiamento climatico stesso. Data la grande varietà di ecosistemi forestali e di forme di silvicoltura presenti nel territorio dell'UE è opportuno che le misure di adeguamento vengano gestite a livello nazionale, mentre a livello comunitario si potrebbe promuovere la ricerca in questo campo e lo sviluppo di sistemi di informazione.

2.7   Promuovere la competitività e l'occupazione nel settore forestale comunitario

2.7.1

Il settore forestale è uno dei principali comparti produttivi dell'UE; data la sua elevata intensità di mano d'opera esso costituisce, insieme alla silvicoltura, un'importante fonte di occupazione. Le piccole e medie imprese forestali forniscono un contributo essenziale alla vitalità e all'occupazione delle zone rurali. Il settore forestale e i comparti produttivi che vi fanno capo danno lavoro a circa 3,4 milioni di persone nell'UE, mentre il valore della loro produzione è di circa 356 miliardi di euro.

2.7.2

Il ruolo occupazionale del settore forestale non si limita alla sola lavorazione del legno, bensì si estende anche al comparto dei prodotti diversi dal legno e agli altri prodotti biologici forestali. I prodotti diversi dal legno, come il sughero, i funghi e i frutti di bosco, nonché le attività legate al turismo nella natura e alla caccia, costituiscono importanti fonti di reddito. Inoltre si possono creare nuovi posti di lavoro e fonti di reddito sviluppando i servizi ambientali e ricreativi in ambito forestale.

2.7.3

Nell'attuazione della strategia forestale è stato possibile intervenire in senso positivo anche su questioni ambientali; anche la forte politica ambientale dell'UE ha contribuito allo sviluppo di misure in questo campo. Conformemente alla strategia di sviluppo sostenibile dell'UE, approvata dal Consiglio europeo di Göteborg, e alla strategia di Lisbona, bisognerebbe che il settore forestale e la relativa industria si sviluppassero in modo tale da poter contribuire pienamente anche al raggiungimento degli obiettivi di competitività, crescita economica, occupazione e coesione sociale.

2.7.4

Sebbene tra i vari Stati e regioni possano esservi differenze nell'importanza relativa delle differenti modalità di sfruttamento, la produzione di legno rimane l'attività forestale più importante; nondimeno la raccolta annuale di legno è pari a solo il 60 % della crescita avvenuta nello stesso periodo. Nell'UE si potrebbe accrescere il grado di sfruttamento delle foreste senza compromettere la sostenibilità dell'industria forestale e le altre forme di utilizzazione. Un impiego più efficace delle risorse forestali consentirebbe di accrescere l'occupazione nel settore, la capacità della relativa industria e il grado di autoapprovvigionamento dell'UE in questo campo.

2.7.5

La competitività dell'industria del legno è stata trattata in una comunicazione a parte e nella relativa valutazione; va tuttavia sottolineata l'importanza del coordinamento tra silvicoltura e gli altri settori industriali che vi fanno capo.

2.7.6

L'UE ha bisogno di una fiorente industria della lavorazione del legno. Ciò richiede tra l'altro una cooperazione tra il settore forestale e la comunità circostante allo scopo di innalzare il livello delle competenze specifiche. Un compito essenziale dell'industria forestale è quello di garantire una fornitura sostenibile e quantitativamente adeguata di materie prime forestali.

2.7.7

La gestione forestale sostenibile deve fungere da base di un'industria europea del legno competitiva e pertanto va trovato il modo di renderla remunerativa.

2.7.8

L'efficienza, la redditività e la competitività della silvicoltura e della produzione di legno europee vanno verificate anche indipendentemente dalla competitività dell'industria del legno. La strategia forestale non sottolinea adeguatamente l'importanza economica delle foreste e ad esempio il funzionamento del mercato del legno. Per mantenere e sviluppare la competitività occorre migliorare l'efficienza rispetto ai costi nel settore silvicolo, creare un contesto di attività favorevole per uno sfruttamento efficace delle foreste coltivate a scopo commerciale e perfezionare i metodi di produzione del legno. Un'industria del legno redditizia rende possibili gli investimenti destinati a garantire e a migliorare la sostenibilità ecologica ed economica delle foreste. Ciò non deve tuttavia andare a scapito di un utilizzo sostenibile della foresta dal punto di vista ecologico e sociale. Sussiste pertanto un notevole bisogno di ricerca in questo campo, per chiarire l'impatto di una silvicoltura sempre più meccanizzata sui fattori ecologici e sociali ed evitarne le ripercussioni negative.

2.7.9

L'utilizzazione quanto più possibile plurifunzionale delle foreste ne accresce il valore e ne incrementa la sostenibilità sia per il settore privato che per l'economia in generale. Le risorse, specialmente in termini di attività di ricerca e sviluppo, andrebbero dirette verso la concezione di nuove modalità di sfruttamento delle foreste e delle materie prime forestali, nonché verso la creazione di mercati funzionali per i relativi prodotti e servizi.

2.8   Promuovere l'utilizzazione del legno

2.8.1

Il legno è una materia prima rinnovabile e riciclabile; poiché nei prodotti lignei è fissata una quantità considerevole di carbonio, essi contribuiscono ad evitare il riscaldamento del clima. Grazie all'energia ricavata dai prodotti forestali si può evitare l'immissione nell'ambiente di combustibili più dannosi, ricavati da fonti non rinnovabili.

2.8.2

Per promuovere l'utilizzazione del legno bisognerebbe mettere a punto una strategia a lungo termine, che si dirigerebbe tra l'altro agli ostacoli legislativi e normativi all'impiego del legno, all'attività di ricerca e sviluppo, agli impieghi innovativi del legno, al miglioramento delle conoscenze in materia, alla comunicazione e all'informazione.

2.8.3

Bisognerebbe promuovere l'impiego energetico del legno nel quadro della strategia comunitaria in materia di fonti energetiche rinnovabili e del programma di azione sull'uso delle bioenergie. Occorre inoltre sviluppare il mercato del legno come fonte energetica agendo sul versante della domanda. Nel promuovere l'utilizzazione energetica del legno bisogna tuttavia tenere conto delle esigenze di materia prima nel settore della trasformazione.

2.8.4

Anche al fine di definire la situazione e le condizioni di attività del settore forestale risulta estremamente importante riconoscere l'importanza delle risorse naturali rinnovabili in quanto elemento essenziale della competitività e di un'economia sostenibile. Lo speciale ruolo delle risorse rinnovabili nella costruzione di una società più sostenibile dev'essere tenuto in considerazione anche nel quadro della strategia di sviluppo sostenibile e nella politica ambientale dell'UE, in particolare in riferimento all'uso sostenibile delle risorse naturali.

2.9   Sviluppare la qualificazione e le conoscenze degli operatori

2.9.1

In Europa la proprietà di terreni forestali è molto diffusa: se da un lato gli Stati, gli altri enti pubblici e le grandi imprese possiedono vaste superfici, d'altro lato le proprietà appartenenti ai privati sono nel complesso di piccole dimensioni. La silvicoltura statale può avere un ruolo rilevante sia nella produzione di legno che, in particolare, nella produzione di servizi sociali e ambientali

2.9.2

Bisogna sviluppare le competenze e la capacità di far fronte alle sfide future di tutte le classi di operatori del settore forestale, ad esempio i lavoratori dipendenti, gli addetti al settore industriale, i proprietari, le imprese di consulenza e di servizi specializzate nel settore, il comparto della silvicoltura di Stato. In tale contesto si dovrebbero migliorare le condizioni di attività e le competenze degli addetti alle organizzazioni del settore, sviluppando misure pratiche. Occorre anche intensificare la collaborazione in atto tra settore forestale e società civile per lo sviluppo della silvicoltura sostenibile.

2.9.3

Nell'UE circa il 60 % delle foreste è di proprietà privata e ci sono circa 16 milioni di proprietari privati. Bisognerebbe offrire alla silvicoltura familiare possibilità eque di partecipazione per quanto riguarda la silvicoltura sostenibile, la produzione di legno e l'accesso ai mercati. Le associazioni di proprietari hanno dato prova di essere ottimi strumenti di trasmissione delle informazioni in merito alla silvicoltura sostenibile e alle sue condizioni di esercizio. Grazie allo sviluppo di consorzi di produttori si è potuto porre rimedio anche alla frammentazione delle proprietà.

2.10   Certificazione forestale

2.10.1

La certificazione forestale è uno strumento volontario, basato sul mercato, che permette di promuovere la silvicoltura sostenibile e di manifestare ai propri clienti e agli altro gruppi di interesse il proprio impegno per la silvicoltura sostenibile. Attraverso la certificazione forestale si possono promuovere altre attività miranti allo sviluppo della silvicoltura sostenibile. Nella certificazione forestale occorrerebbe rispettare i principi di volontarietà, credibilità, trasparenza, efficienza rispetto ai costi, non discriminazione ed equa possibilità di partecipazione delle varie parti.

2.10.2

È importante che questo strumento permanga facoltativo. L'UE non dovrebbe adottare disposizioni che nella pratica comportino una rinuncia a tale carattere facoltativo e impongano ai proprietari e agli altri soggetti del settore obblighi più elevati in termini di cura delle foreste.

2.10.3

Essendo la certificazione forestale uno strumento basato sul mercato, il ruolo dei governi e dell'UE può consistere esclusivamente nel sostenere le iniziative del settore privato o delle organizzazioni non governative e nel promuovere il ricorso a tale strumento. In nessun caso i governi possono assumere un ruolo normativo nel quadro della certificazione forestale.

2.10.4

L'UE deve aver cura del libero funzionamento del mercato interno; dal punto di vista del settore forestale è importante che la pubblica autorità non promuova, con la propria azione, uno specifico sistema di certificazione forestale. Il mercato ha bisogno di alternative e la concorrenza dev'essere libera. Il compito dell'autorità pubblica è aver cura che non si formino ostacoli artificiali al commercio.

2.11   L'UE e la ricerca nel settore forestale

2.11.1

Solo a condizione di sviluppare soluzioni nuove e innovative in termini di attività, di procedimenti e di prodotti il settore può far fronte alle sfide in campo, che riguardano per esempio la competitività e lo sviluppo sostenibile,. A tal fine è necessario che nel programma quadro di ricerca in corso e in quelli futuri vengano intensificate le attività di ricerca e sviluppo relative al settore forestale.

2.11.2

Il Settimo programma quadro di ricerca coprirà il periodo 2007-2013; il nuovo strumento destinato a elaborarlo e a metterlo in pratica saranno le piattaforme tecnologiche europee (European Technology Platforms). Il settore europeo della carta (CEPI, Confederation of European Paper Industries), quello del legno (Confederazione europea delle industrie del legno CEI-legno) e l'associazione dei proprietari privati di foreste (Confederazione europea dei produttori forestali CEPF) hanno presentato congiuntamente alla Commissione la piattaforma tecnologica per il settore forestale, dal titolo Utilizzazione innovativa e sostenibile delle risorse forestali.

2.11.3

Va aumentata la percentuale di progetti di ricerca in merito alle conseguenze del cambiamento climatico, allo stato di salute delle foreste e ai relativi sistemi di monitoraggio. Mediante le attività di ricerca e il conseguente scambio di informazioni, l'UE dovrebbe ampliare le conoscenze dei proprietari forestali e la loro disponibilità ad adattare le foreste al cambiamento climatico.

2.12   Coordinamento delle questioni forestali

2.12.1

Un'efficace coordinamento dei settori di intervento che influiscono sulle foreste e sulla silvicoltura costituisce una condizione necessaria per esercitare un controllo delle questioni forestali e attuare le misure previste in questo campo. L'obiettivo dev'essere quello di tenere conto delle conseguenze per il settore forestale quando si assumono decisioni concernenti i vari settori di intervento comunitario.

2.12.2

Il Comitato economico e sociale europeo del valuta favorevolmente il lavoro svolto dal gruppo interservizio sulle foreste della Commissione nel coordinamento delle questioni riguardanti le foreste e la silvicoltura. Per migliorare il coordinamento e chiarire definire le responsabilità occorre tuttavia che vi sia un unico organo competente per il coordinamento della strategia forestale, per le scambio e la diffusione di informazioni tra le varie direzioni generali e per la comunicazione e l'informazione rivolte alle autorità forestali degli Stati membri e ai gruppi di interesse del settore. È importante garantire che tale coordinamento avvenga ad un livello abbastanza elevato. Occorre assicurare adeguate risorse umane e di altro genere per le misure comunitarie volte a promuovere la silvicoltura sostenibile.

2.12.3

Occorrono risorse adeguate anche per garantire la capacità di lavoro del comitato forestale permanente, del gruppo consultivo Foreste e sughero e del gruppo consultivo Silvicoltura. Bisogna inoltre rafforzare, attraverso riunioni regolari dei gruppi consultivi, le possibilità di partecipazione dei gruppi di interesse al processo decisionale. Negli altri gruppi di lavoro istituiti presso il Consiglio, in particolare il Comitato per le strutture agricole e lo sviluppo rurale (STAR), occorre rafforzare la competenza degli Stati membri in materia di silvicoltura, quando quest'ultima è all'ordine del giorno. Il coordinamento dell'attività dei vari comitati e gruppi di lavoro che si occupano di questioni connesse alle foreste dev'essere lineare, sia che si tratti di questioni interne alla Comunità, sia che si tratti di questioni internazionali. Le riunioni dei comitati e dei gruppi consultivi dovrebbero svolgersi in modo che le direzioni generali che si occupano di questioni attinenti alla silvicoltura (agricoltura, energia, ambiente, impresa, ricerca) discutano insieme ai principali gruppi di interesse (proprietari di foreste e di terreni, industria del legno, associazioni della società civile e altri gruppi di interesse).

2.12.4

Nell'attuare gli accordi internazionali si dovrebbe o chiarire la ripartizione delle competenze tra Comunità e Stati membri o applicare il principio di sussidiarietà. Per le questioni internazionali gli Stati membri e la Commissione coordinano le rispettive posizioni nel gruppo di lavoro sulle foreste. Lo status di tale gruppo di lavoro andrebbe rafforzato e reso ufficiale e coerente.

3.   Un piano di azione per rafforzare l'applicazione della strategia forestale

3.1.1

Per sviluppare la silvicoltura sostenibile e sfruttare le potenzialità delle foreste in un quadro di sviluppo sostenibile occorre rendere più efficace l'approccio seguito. Il Comitato accoglie con favore il piano di azione presentato dalla Commissione, che fungerebbe da quadro di riferimento e da strumento di coordinamento dell'attuazione delle misure nel settore forestale.

3.1.2

Il CESE raccomanda alla Commissione di elaborare, insieme agli Stati membri, una visione chiara e obiettivi strategici per le foreste europee nel contesto del modello forestale europeo. La visione e gli obiettivi strategici in questione dovrebbero prendere a riferimento e seguire le decisioni concernenti le foreste, contenute della dichiarazione di Rio e nell'Agenda 21 e confermate nel Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg. Detto vertice ha confermato che la gestione sostenibile delle foreste costituisce una parte dello sviluppo sostenibile. Inoltre l'azione comunitaria in materia di foreste dovrebbe accrescere il contributo delle foreste alla realizzazione di una società sostenibile e agli obiettivi generali di sviluppo, compresa la strategia di Lisbona, gli accordi di Göteborg e gli obiettivi di sviluppo del millennio.

3.1.3

In base alle raccomandazioni contenute nel presente parere, la visione richiesta dovrebbe contenere almeno i seguenti parametri. Le foreste europee, la silvicoltura e l'industria del legno forniranno un importante contributo ad una società europea sostenibile. Una silvicoltura e un settore del legno orientati al mercato, economicamente sostenibili e competitivi, che rafforzano i circuiti economici regionali, servono a fornire posti di lavoro e fonti di reddito, e possono inoltre avere uno speciale impatto sull'economia e sullo sviluppo regionali. Le foreste sono una base irrinunciabile per l'interesse generale della collettività e rivestono inoltre un importante valore ricreativo, culturale ed ecologico. L'industria europea basata sulle foreste fornisce competenze innovative e tecnologie di avanguardia. L'UE dovrebbe inoltre contribuire attivamente al processo internazionale concernente le foreste, in linea con le decisioni del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) tenutosi a Johannesburg e del Forum delle Nazioni Unite sulle foreste.

3.1.4

Gli obiettivi strategici del piano di azione dovrebbero in linea di principio basarsi sul coordinamento e valorizzare la politica forestale nazionale in vigore. Il settore forestale dovrebbe essere riconosciuto come settore indipendente e si dovrebbe pertanto eseguire una valutazione ex ante di tutte le politiche e le azioni future.

3.1.5

Il piano di azione per la silvicoltura sostenibile dovrebbe contenere tutte le dimensioni e l'intera catena di produzione di tale silvicoltura. Tuttavia, per garantire un impiego efficace delle risorse, il piano di azione deve definire le misure e le azioni verso cui dirigerle.

3.1.6

Il piano di azione deve perseguire l'integrazione dell'ottica della silvicoltura sostenibile nelle altre politiche comunitarie, tra cui quella ambientale, energetica, di sviluppo rurale, industriale, in maniera che venga dedicata la stessa attenzione alla dimensione economica, ecologica, sociale e culturale della sostenibilità.

3.1.7

Sempre nel quadro del piano di azione bisognerebbe promuovere lo scambio di informazioni in merito ai servizi ambientali generati dalle foreste e alla relativa valutazione, come pure promuovere degli approcci innovativi e basati sul mercato per la produzione di tali servizi ambientali. Bisognerebbe valutare le possibilità di introdurre un sistema di remunerazione basato sul mercato, per i servizi prodotti dai proprietari di foreste e non attinenti al legno, come per esempio la protezione delle risorse idriche, la cattura del carbonio eccetera.

3.1.8

È inoltre particolarmente importante che venga creato un contesto di attività favorevole per silvicoltura e per la sua competitività e redditività. Nel piano di azione bisogna definire gli strumenti attraverso i quali promuovere nella silvicoltura degli approcci innovativi e in grado di generare un valore aggiunto, come pure di sostenere l'imprenditoria del settore. In tale contesto si dovrebbe prevedere l'istituzione di un sistema europeo di scambi di informazioni sul legno, che documenti in modo tempestivo, globale e trasparente i flussi commerciali (offerta e domanda) dei vari tipi di legno e sia in ogni momento a disposizione dei proprietari di foreste (attraverso Internet).

3.1.9

Un elemento fondamentale del piano di azione dev'essere la promozione dell'impiego del legno e degli altri prodotti forestali in quanto materiali rinnovabili e rispettosi dell'ambiente. Sempre nel quadro del piano di azione bisognerebbe definire e attuare un programma di informazione e di comunicazione riguardante il legno e gli altri prodotti forestali. Anche l'impiego del legno come fonte energetica rinnovabile andrebbe preso in considerazione.

3.1.10

Inoltre il piano di azione dovrebbe menzionare la promozione delle attività di ricerca e sviluppo relative alle foreste. Nel quadro di questa azione bisogna inserire nel Settimo programma quadro i principali progetti di ricerca del settore forestale, come pure promuovere i progetti della piattaforma tecnologica europea per il settore forestale. Bisognerebbe appurare, con ricerche scientifiche condotte insieme alle facoltà universitarie europee di economia forestale, quali siano le esigenze del settore forestale europeo in termini di addetti e di qualifiche per poter svolgere la propria attività in modo sostenibile e in armonia con la natura, nonché nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e dei requisiti concernenti le certificazioni. Occorrerebbe anche eseguire uno studio sui distretti forestali europei.

3.1.11

Occorrerebbe anche definire quale dovrebbe essere il contributo dell'UE all'attività della conferenza dei ministri europei delle foreste e all'attuazione delle sue decisioni. Ma in particolare bisognerebbe contribuire all'attuazione dei programmi forestali nazionali, conformemente all'approccio definito nella conferenza dei ministri europei delle foreste.

3.1.12

Il piano di azione dovrebbe prevedere dei programmi di scambio di addetti al settore forestale tra i vari paesi, allo scopo di apprendere quali sono i punti forti e le debolezze dei singoli sistemi nazionali e trarne dei possibili interventi da applicare a livello locale.

3.1.13

Una parte del piano di azione dev'essere dedicata a definire pratiche concrete dirette a migliorare il coordinamento e lo scambio di informazioni nel quadro del processo decisionale relativo alle foreste comunitarie. Le varie, singole e interessanti attività del settore forestale europeo dovrebbero essere raccolte e trasmesse tempestivamente ai soggetti interessati al settore forestale nel quadro di una piattaforma europea dell'informazione e della comunicazione avente l'obiettivo di avvicinare la cittadinanza all'Europa.

3.1.14

Occorre inoltre stabilire gli organi responsabili dell'attuazione del piano di azione e destinarvi risorse adeguate.

3.1.15

Un punto importante del piano d'azione deve essere costituito dalle misure per mantenere e migliorare la biodiversità nelle foreste. La biodiversità va promossa innanzi tutto mediante programmi specifici (per esempio i premi di Natura 2000) nelle aree protette e aumentando il grado di sensibilizzazione dei cittadini, dei proprietari forestali e delle associazioni a tale questione. Per garantire la biodiversità nella restante superficie forestale, va sviluppata anche una serie di strumenti che assicuri il mantenimento e il miglioramento della varietà di specie tipica delle foreste. Va inoltre promossa l'istituzione di aree totalmente protette. A causa delle particolari funzioni che è tenuta a svolgere, la foresta demaniale dovrebbe costituire il fulcro di tali attività, mentre nel settore privato vanno creati adeguati sistemi di remunerazione dei servizi.

3.1.16

Per poter valutare l'efficacia delle misure e degli strumenti adottati, è essenziale ampliare i diversi sistemi di monitoraggio previsti nel piano d'azione e integrarli in un unico approccio. È ad esempio necessario, all'interno e all'esterno delle aree protette rilevare cartograficamente, analizzare e monitorare la biodiversità delle foreste. Altrettanto indispensabili sono le rilevazioni regolari e complete sullo stato delle foreste. Mediante la ricerca e il monitoraggio va verificato fino a che punto le misure forestali possono contribuire alla salvaguardia della biodiversità.

4.   Conclusioni

4.1

Il Comitato economico e sociale europeo considera importante che la strategia forestale e la sua attuazione continuino a basarsi sul principio di sussidiarietà e sul concetto di silvicoltura sostenibile dal punto di vista economico, ecologico, sociale e culturale.

4.2

Sottolinea che nell'attuazione della strategia forestale occorre coordinare gli obiettivi di tale strategia con le strategie di Lisbona e di Göteborg.

4.3

Ritiene che l'Unione europea dovrebbe agire in modo coerente per mettere in pratica l'accordo mondiale giuridicamente vincolante relativo alla cura, alla salvaguardia e allo sfruttamento sostenibile di tutte le foreste, che segue i principi in materia di foreste stabiliti nel quadro della conferenza sull'ambiente e lo sviluppo organizzata nel 1992 dalle Nazioni Unite e promuove l'attuazione delle proposte di intervento definite dal gruppo e dal forum intergovernativi sulle foreste. Sottolinea inoltre che l'Unione europea deve fare in modo che nei Trattati internazionali concernenti l'ambiente si tenga pienamente conto dei processi e degli strumenti esistenti in materia di promozione della silvicoltura sostenibile.

4.4

Osserva che la conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste ha un ruolo importante nella collaborazione in materia forestale tra i paesi europei e che le decisioni prese in tale quadro dovrebbero necessariamente costituire una parte indispensabile della strategia forestale dell'UE.

4.5

Sottolinea le ricadute positive dell'attività forestale in termini di occupazione, di vitalità delle aree rurali e di sviluppo dell'attività economica. Le misure forestali da attuare nel contesto della politica di sviluppo rurale devono basarsi sui programmi forestali nazionali e contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia forestale comunitaria. Il CESE chiede inoltre che nel quadro dei regolamenti in materia di sviluppo rurale degli Stati membri venga elaborato un sistema di monitoraggio delle misure forestali cofinanziate dall'UE e dei relativi risultati. Sottolinea che il sostegno concesso alla silvicoltura nel quadro della politica di sviluppo rurale non deve distorcere la concorrenza sul mercato del legno o di altri prodotti forestali.

4.6

Il Comitato sottolinea l'influsso positivo delle foreste sulla salute umana, per ritemprare lo spirito e rigenerare le forze. Per questo motivo esso invita gli Stati membri a salvaguardare le possibilità di accesso del pubblico al patrimonio naturale, garantendo a tutti i cittadini il libero accesso alle foreste e ribadendo al tempo stesso la loro responsabilità per quanto riguarda il rispetto delle condizioni di accesso stabilite dalla legislazione e dal proprietario e delle norme di protezione della natura.

4.7

Ritiene che una condizione essenziale per l'attuazione equilibrata della strategia forestale consista nella compatibilità e complementarità tra le decisioni prese nel contesto della politica ambientale dell'UE e gli obiettivi comunitari di sviluppo della silvicoltura.

4.8

Osserva che la cura delle foreste e la salvaguardia dei servizi ambientali e sociali che esse forniscono sono elementi importanti della silvicoltura sostenibile e nel contesto di tali due elementi occorrerebbe promuovere degli approcci di sostegno basati sul carattere facoltativo e sull'orientamento al mercato. La fornitura, da parte delle foreste, dei benefici sociali e ambientali richiesti dalla società, non deve esercitare una pressione non necessaria sul diritto di proprietà e di decisione dei proprietari di foreste, né mettere in pericolo la redditività di una silvicoltura esercitata nell'ambito della legislazione e dello sviluppo sostenibile.

4.9

Il Comitato ritiene importante che venga riconosciuta l'importanza delle foreste e dei loro prodotti nella prevenzione del cambiamento climatico e che l'UE promuova l'attività di ricerca e lo scambio di informazioni finalizzate all'adeguamento al cambiamento climatico.

4.10

Ritiene che la Commissione europea dovrebbe concentrare il proprio intervento in particolare sui temi che possono favorire la creazione di un ambiente favorevole per la silvicoltura sostenibile. Reputa che un presupposto necessario per attuare in maniera equilibrata la strategia forestale e le strategie di Göteborg e di Lisbona consista nel dedicare maggiore attenzione alla promozione dello sfruttamento economico delle foreste e alla redditività, alla competitività e all'occupazione del settore.

4.11

È convinto che occorra promuovere l'utilizzazione del legno e degli altri prodotti forestali come materie prime e fonti energetiche rinnovabili e rispettose dell'ambiente e che a tal fine bisogni elaborare una strategia a lungo termine.

4.12

Ritiene importante che vengano sviluppate le competenze degli addetti alla silvicoltura in materia di silvicoltura sostenibile. Ritiene importante rafforzare le organizzazioni della silvicoltura privata, in modo che anche i piccoli proprietari di foreste abbiano la possibilità di sviluppare la propria silvicoltura sostenibile. Nei nuovi Stati membri occorre accrescere la capacità istituzionale di promuovere la silvicoltura sostenibile, una sfida particolare consiste nello sviluppare la struttura della proprietà privata di foreste e nell'aggiornare il quadro istituzionale.

4.13

Ricorda che la certificazione forestale costituisce uno strumento basato sul mercato e volontario per promuovere la silvicoltura sostenibile. Ritiene importante che l'UE abbia cura dell'efficienza del mercato interno e che la certificazione forestale non costituisca un ostacolo artificioso agli scambi.

4.14

Ritiene altresì importante che nell'ambito delle attività di ricerca e sviluppo venga promossa la sostenibilità, la capacità e la competitività del settore forestale.

4.15

Considera indispensabile migliorare ulteriormente il coordinamento delle varie questioni forestali e che nel processo decisionale relativo a vari settori di intervento si tenga maggiormente conto degli effetti sul settore forestale. Per migliorare il coordinamento bisognerebbe definire un organo competente per il coordinamento dell'attuazione della strategia forestale e per le comunicazioni con le varie direzioni generali, con le autorità forestali degli Stati membri e con i gruppi di interesse.

4.16

Il Comitato accoglie con favore la proposta della Commissione, di elaborare un piano di azione a parte per l'attuazione della strategia forestale. Ritiene importante che in detto piano di azione vengano definite le priorità di azione e le responsabilità, e che alla sua attuazione siano state riservate risorse adeguate.

Bruxelles, 26 ottobre 2005

La Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Anne-Marie SIGMUND


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