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Document 52008IR0093

Parere del Comitato delle regioni — Il valore aggiunto della partecipazione degli enti locali e regionali al processo di allargamento

GU C 76 del 31.3.2009, p. 48–53 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

31.3.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 76/48


Parere del Comitato delle regioni — Il valore aggiunto della partecipazione degli enti locali e regionali al processo di allargamento

(2009/C 76/10)

IL COMITATO DELLE REGIONI

raccomanda che i paesi potenzialmente candidati che soddisfano i requisiti stabiliti dalla Commissione europea ottengano il diritto di avvalersi di tutte le componenti dello Strumento di assistenza preadesione (IPA), in modo da essere soggetti alle stesse condizioni previste per i paesi candidati,

raccomanda che il presente parere dia lo spunto per avviare una valutazione più completa e approfondita dell'esperienza sinora maturata, perché una tale valutazione servirebbe a chiarire e a documentare il lavoro, di vasta portata e di fondamentale importanza, svolto dagli enti regionali e locali per i passati allargamenti. Al riguardo si esorta a prevedere che lo stesso Comitato delle regioni, con l'ausilio dei fondi assegnati alla ricerca, compia un'analisi approfondita del coinvolgimento regionale e locale nel quadro dell'IPA durante il periodo 2007-2009,

raccomanda che all'inizio del 2009 il Comitato delle regioni lanci una tavola rotonda, invitando rappresentanti della Commissione, del Parlamento, degli enti locali e regionali dei paesi candidati e potenzialmente candidati, nonché altri soggetti competenti, a discutere a fondo questo tema, in modo da dare il via al processo di valutazione,

nel contesto della suddetta valutazione, invita a definire un «quadro politico di riferimento» fra il Comitato delle regioni e la Commissione, in vista del coinvolgimento degli enti regionali e locali nei processi di allargamento. Tale «quadro politico di riferimento» dovrà essere adottato dal Comitato in quanto offre l'opportunità di riesaminare le strutture e le forme di cooperazione attuali, ai fini di un possibile ulteriore sviluppo della cooperazione transfrontaliera fra gli enti regionali e locali degli Stati membri, dei paesi candidati e di quelli potenzialmente candidati.

Relatrice

:

Helene LUND (DK/PSE), membro del Consiglio comunale di Furesø

I.   RACCOMANDAZIONI GENERALI

IL COMITATO DELLE REGIONI

Criteri fondamentali

1.

si compiace del successo con cui si è concluso il quinto processo di allargamento, in cui gli enti regionali e locali bulgari e romeni hanno svolto un ruolo chiave per orientare lo sviluppo verso una democrazia sostenibile;

2.

sottolinea l'importanza di trarre insegnamento dalle esperienze in materia di collaborazione transfrontaliera maturate con gli allargamenti precedenti, in modo da ottimizzare e migliorare le attività nel quadro dei negoziati di adesione in corso con i paesi candidati e potenzialmente candidati;

3.

raccomanda pertanto di puntare maggiormente sulla cooperazione fra gli enti regionali e locali degli Stati membri, dei paesi candidati e dei paesi potenzialmente candidati;

4.

accoglie con favore lo Strumento di assistenza preadesione (IPA), previsto dalla proposta di regolamento del Consiglio (COM(2004) 627 def.) e dal regolamento (CE) n. 1085/2006 del Consiglio del 17 luglio 2006 che istituisce uno Strumento di assistenza preadesione (IPA), e rimanda al parere formulato a suo tempo in merito alla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce uno Strumento di assistenza preadesione (IPA) (CdR 498/2004 fin). Il Comitato approva la creazione dello strumento in parola, che comprende cinque componenti: a) sostegno alla transizione e sviluppo istituzionale, b) cooperazione transfrontaliera, c) sviluppo regionale, d) sviluppo delle risorse umane, e) sviluppo rurale;

5.

constata che l'IPA, istituito per il periodo 2007-2013, è un ausilio importante per creare strutture politiche e amministrative durevoli nei paesi candidati e in quelli potenzialmente candidati: dal 1o gennaio 2007 esso raggruppa infatti le diverse componenti degli aiuti alla preadesione utilizzate in precedenza per la Turchia e i Balcani occidentali (Phare, ISPA, Sapard, CARDS) e lo strumento finanziario per la Turchia;

6.

accoglie con favore il quadro finanziario triennale indicativo previsto in relazione all'IPA per la ripartizione delle risorse fra i singoli paesi beneficiari, in quanto espressione di un approccio flessibile. Fa presente l'impossibilità di trovare una soluzione unica valida in tutti i casi: occorrono in effetti strumenti flessibili, capaci di rispondere alle sfide e ai problemi specifici dei diversi paesi;

7.

prende al tempo stesso atto che i paesi beneficiari si dividono in due gruppi: quello dei paesi candidati (ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Croazia e Turchia) e quello dei paesi potenzialmente candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia e Kosovo). Rileva quindi che il gruppo dei paesi candidati ha la possibilità di richiedere aiuti per tutte e cinque le componenti di cui al punto 4, mentre quello dei paesi potenzialmente candidati può richiederne solo per le prime due componenti, e cioè: a) sostegno alla transizione e sviluppo istituzionale, e b) cooperazione transfrontaliera;

8.

raccomanda che i paesi potenzialmente candidati che soddisfano i requisiti previsti dalla Commissione europea ottengano il diritto di avvalersi anche delle tre altre componenti, in modo da essere soggetti alle stesse condizioni previste per i paesi candidati;

9.

sottolinea che per la documentazione relativa ai risultati conseguiti grazie all'IPA è essenziale prevedere requisiti rigorosi;

10.

fa presente che gran parte della legislazione viene spesso attuata a livello regionale e locale (ad esempio, fino al 70 % della legislazione ambientale dell'Unione viene applicata a tale livello). Di conseguenza è importante che gli enti regionali e locali ottengano effettivamente la possibilità di beneficiare dell'IPA, in modo da poter proseguire il loro lavoro, che è positivo e importante, e continuare a contribuire allo sviluppo di strutture amministrative solide e di una democrazia sostenibile a livello regionale e locale sia nei paesi candidati che in quelli potenzialmente candidati.

Contributo degli attori regionali e locali agli allargamenti

11.

sottolinea che affinché i paesi candidati e quelli potenzialmente candidati possano soddisfare alle condizioni previste dall'acquis comunitario, dai criteri di Copenaghen e dalle conclusioni di Madrid del dicembre 1995, è essenziale che essi sviluppino strutture politiche e amministrative durevoli a livello decentrato;

12.

fa presente che gli enti regionali e locali rappresentano spesso per i cittadini il primo punto di contatto con il sistema: è quindi importante che essi siano in grado di fornire i servizi richiesti dai cittadini. L'esperienza insegna quanto sia importante consolidare le strutture politiche e amministrative decentrate, che sia nei paesi candidati che in quelli potenzialmente candidati sono spesso deboli. Essendo chiamati a misurarsi con questo tipo di problemi in tutti gli Stati membri, gli enti locali e regionali hanno maturato una grande esperienza in materia. Il Comitato delle regioni sottolinea poi l'importanza di evitare che il processo di adesione comporti un deterioramento di lungo termine dei servizi resi ai cittadini in quanto ciò comporterebbe una percezione negativa dell'adesione all'Unione europea;

13.

fa poi notare quanto sia importante puntare sullo sviluppo di strutture decentrate solide, dato che buona parte dell'acquis comunitario viene applicato a livello regionale e locale. È pertanto essenziale che questo livello interagisca con quello centrale su un piede di parità: una capacità amministrativa ben consolidata a livello locale e regionale, in grado di fornire i servizi richiesti e di affrontare i nuovi problemi, può infatti contribuire ad alleggerire i compiti del governo centrale;

14.

fa presente che per assicurare il consolidamento locale delle strutture politiche e amministrative è importante sviluppare, in cooperazione con la società civile, una democrazia locale in cui i cittadini abbiano fiducia e dove sentano di avere voce in capitolo. Gli enti regionali e locali vantano un'esperienza pluriennale nel campo della cooperazione transfrontaliera, ad esempio grazie ai gemellaggi fra le città, che arricchiscono di una dimensione culturale e identitaria lo sviluppo della democrazia e dell'amministrazione, con conseguente valore aggiunto per la Comunità;

15.

fa poi presente che il livello regionale e locale vanta una grande esperienza in materia di cooperazione interculturale, perché in genere è appunto questo il livello che intrattiene contatti diretti con cittadini aventi le più diverse estrazioni culturali. Questo bagaglio di esperienze pratiche nelle relazioni interculturali può essere una risorsa preziosa nei rapporti fra gli Stati membri, i paesi candidati e quelli potenzialmente candidati nell'ottica dei processi di allargamento dell'UE.

Necessità di un approccio coerente alla cooperazione transfrontaliera

16.

giudica importante definire un approccio coerente alla cooperazione transfrontaliera nei processi di preadesione;

17.

rammenta che una delle principali priorità del Comitato delle regioni sul fronte esterno consiste nell'informare i cittadini in merito al processo di allargamento (CdR 322/2006 fin). In proposito sottolinea che se il Comitato fosse tenuto sistematicamente al corrente dei risultati pratici, costruttivi e durevoli conseguiti dagli enti locali e regionali nel processo di allargamento, il suo lavoro di comunicazione delle iniziative intraprese su questo fronte risulterebbe più agevole;

18.

ringrazia tutti gli enti locali e regionali degli Stati membri, dei paesi candidati e di quelli potenzialmente candidati che hanno collaborato all'indagine servita alla stesura del presente parere. Illustrando le esperienze maturate nella collaborazione con gli enti regionali e locali dei tre gruppi di paesi, essi hanno fornito un eccellente contributo. A distinguersi sono state le città e le regioni croate, che hanno così confermato il loro impegno. Le risposte pervenute da tutti i paesi che hanno partecipato all'indagine costituiscono un ottimo punto di partenza pratico per valutare gli sforzi compiuti sinora e offre una base per definire orientamenti politici per il lavoro futuro.

II.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

Orientamenti politici (1)

19.

raccomanda che il presente parere diventi lo spunto per avviare una valutazione più completa e approfondita dell'esperienza sinora maturata, perché una tale valutazione servirebbe a chiarire e documentare il lavoro, di vasta portata e di fondamentale importanza, svolto dagli enti regionali e locali per i passati allargamenti. Al riguardo si esorta a prevedere che lo stesso Comitato delle regioni, con l'ausilio dei fondi assegnati alla ricerca, compia un'analisi approfondita del coinvolgimento regionale e locale nel quadro dell'IPA durante il periodo 2007-2009. Inoltre, dovranno essere condotti degli studi con la collaborazione di università e organizzazioni di tutti gli Stati membri e dei paesi candidati. Raccomanda inoltre di istituire un gruppo di monitoraggio, composto di rappresentanti dei gruppi politici, della Commissione e degli enti locali e regionali dei paesi candidati e di quelli potenzialmente candidati: il gruppo dovrà seguire da vicino l'indagine e riferire al Comitato e ai gruppi di lavoro, creando così un diffuso senso di «titolarità» (ownership) del processo di valutazione;

20.

raccomanda che all'inizio del 2009 il Comitato delle regioni promuova una tavola rotonda, invitando rappresentanti della Commissione, del Parlamento, degli enti locali e regionali dei paesi candidati e potenzialmente candidati, nonché altri soggetti competenti, a discutere a fondo questo tema, in modo da dare il via al processo di valutazione;

21.

raccomanda che al lavoro di valutazione partecipino il segretariato del Comitato delle regioni e i tre gruppi di lavoro, competenti rispettivamente per i Balcani occidentali, la Turchia e la Croazia (che in una certa misura si sono già occupati degli aspetti dell'allargamento pertinenti), insieme al comitato consultivo misto responsabile per l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia: essi infatti conoscono a fondo i problemi con cui dovranno misurarsi i paesi candidati e quelli potenzialmente candidati.

22.

invita, nel contesto della suddetta valutazione, a definire un «quadro politico di riferimento» fra il Comitato delle regioni e la Commissione, in vista del coinvolgimento degli enti regionali e locali nei processi di allargamento. Il Comitato dovrebbe adottare tale «quadro politico di riferimento» in quanto esso offre l'opportunità di riesaminare le strutture e le forme di cooperazione attuali ai fini di un possibile ulteriore sviluppo della cooperazione transfrontaliera fra gli enti regionali e locali degli Stati membri, dei paesi candidati e di quelli potenzialmente candidati. Il «quadro politico di riferimento», che conterrà tutta una serie di raccomandazioni per la collaborazione in materia di allargamento, fungerà da documento comune di riferimento fra la Commissione e il Comitato delle regioni nella prospettiva di ulteriori sviluppi riguardanti l'IPA, in modo che questo possa tenere più adeguatamente conto delle esigenze specifiche degli enti regionali e locali;

23.

raccomanda che gli enti locali e regionali vengano associati al processo di allargamento in quanto partner alla pari, visto che, forti della loro esperienza e competenza, contribuiscono a rafforzare i paesi candidati e quelli potenzialmente candidati attraverso la cooperazione transfrontaliera locale e regionale. Invita pertanto la Commissione e i paesi candidati e potenzialmente candidati a collaborare con questi enti per definire il quadro giuridico e finanziario necessario al loro coinvolgimento, di cui il suddetto «quadro politico di riferimento» costituirà la prima tappa.

III.   RACCOMANDAZIONI RIGUARDANTI I PROGETTI

Orientamenti riguardanti i progetti

24.

fa presente che i piccoli progetti transfrontalieri realizzati da enti regionali e locali presentano un valore aggiunto decisivo: risulta infatti dall'esperienza di vari Stati membri che l'apertura, la trasparenza e il contatto diretto fra le parti, resi appunto possibili da questi progetti minori, generano fiducia reciproca e offrono risultati concreti su problemi pratici;

25.

in proposito sottolinea che, nel caso ad esempio della Romania, l'esperienza ha dimostrato che le risorse rese disponibili a livello decentrato attraverso gli strumenti di preadesione sono estremamente importanti per lo sviluppo delle capacità amministrative a livello regionale e locale sia nei paesi candidati che in quelli potenzialmente candidati;

26.

raccomanda di adeguare tutte le componenti dell'IPA in modo da tener conto degli enti regionali e locali, come anche delle ONG, che danno un contributo importante al processo di allargamento. L'esperienza di vari Stati membri (fra cui l'Inghilterra e la Danimarca) indica che gli enti regionali e locali incontrano difficoltà con la soglia minima fissata per i progetti transfrontalieri nel quadro dell'IPA;

27.

fa poi presente l'importanza di orientare maggiormente l'IPA anche sullo sviluppo della capacità amministrativa a livello locale e regionale, e non unicamente sul potenziamento dell'amministrazione centrale. Una carenza di capacità amministrativa negli enti locali e regionali può rendere infatti difficile un'attuazione durevole dell'acquis comunitario;

28.

fa altresì presente che, stando all'esperienza, l'insufficiente capacità dei paesi candidati e potenzialmente candidati di assorbire gli aiuti costituisce un ostacolo fondamentale ad un impiego efficace dei fondi assegnati ai progetti. Ciò riguarda l'intero iter, dalla domanda di finanziamenti, alla realizzazione dei progetti, fino alla presentazione dei rapporti, ed è in larga misura imputabile alla scarsa esperienza. In proposito si fa presente che molte delle difficoltà per l'avvio e l'attuazione dei progetti sono causate dalle barriere linguistiche e dalle scarse competenze tecniche in materia di procedure di domanda e di gestione dei progetti. È dunque essenziale che l'IPA offra agli enti locali e regionali anche delle possibilità concrete di sviluppare la loro capacità amministrativa;

29.

propone quindi di applicare attuare, per l'organizzazione dell'IPA, un approccio graduale consistente appunto nella possibilità di cominciare con piccoli progetti, per passare poi a progetti di maggiore portata man mano che aumenta l'esperienza e si sviluppa la capacità amministrativa;

30.

raccomanda che nel contesto dell'IPA si preveda una linea di bilancio specifica per i piccoli progetti, sull'esempio di quanto previsto per programmi precedenti, come il Fondo progetti per il Baltico di Phare e il Fondo piccoli progetti di Tacis. Fa poi presente che, durante il periodo 1998-2001, nell'ambito di questi programmi sono stati realizzati 259 progetti con la collaborazione di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldova e degli Stati allora già membri dell'UE, e che nella sua valutazione del 2000, fra l'altro dei programmi Tacis, la Corte dei conti europea ha raccomandato di accrescere i finanziamenti dello Strumento per i piccoli progetti (Small Project Facility: SPF) di Tacis in considerazione del suo grande successo;

31.

rileva inoltre che l'esperienza fatta, fra l'altro, con la Turchia ha evidenziato come proprio i progetti di minore entità, che spesso prevedono iniziative concrete, offrono un concreto valore aggiunto positivo per l'intera Unione europea, in quanto consentono di proiettare un'immagine positiva dell'UE e anche di migliorarne la conoscenza a livello locale e regionale;

32.

fa notare che, stando all'esperienza acquisita con precedenti programmi di sostegno, è importante assicurare che le possibilità di finanziamento nel quadro dell'IPA rimangano il meno burocratiche possibile ed evitare il frazionamento in troppe fasi comportanti autorizzazioni speciali. Per i progetti occorre prevedere una regolamentazione flessibile, che permetta di trasferire da una voce all'altra del bilancio gli importi allocati: solo in questo modo infatti è possibile tener conto degli eventuali nuovi sviluppi e quindi ottimizzare la realizzazione dei progetti. Il Comitato fa inoltre presente che l'esistenza di procedure burocratiche lunghe e onerose intralcia soprattutto i progetti di minore entità. Rammenta inoltre che i ritardi nel trasferimento delle necessarie risorse alle autorità responsabili del progetto possono avere conseguenze impreviste (cfr. esperienze avute in Serbia);

33.

fa presente che le associazioni nazionali possono contribuire alla realizzazione dei progetti, mobilitandosi come punto di contatto e di diffusione delle conoscenze: spesso infatti queste associazioni dispongono delle necessarie competenze in materia e possono quindi contribuire a promuovere le migliori pratiche per la realizzazione dei progetti;

34.

evidenzia le collaborazioni riuscite fra, da una parte, gli Stati membri, e, dall'altra, la Turchia, la Croazia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia nel quadro del programma culturale dell'UE, e anche fra gli Stati membri e la Turchia per il programma relativo alla formazione permanente. Non vanno poi dimenticate le esperienze positive con il Settimo programma quadro dell'UE per la ricerca, cui hanno partecipato la Turchia, la Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Serbia. Il Comitato indica che questo approccio, e le relative possibilità d'interazione, andrebbero presi in considerazione anche per l'IPA, in modo da agevolare maggiori scambi di esperti settoriali fra gli Stati membri, i paesi candidati e quelli potenzialmente candidati a livello regionale e locale;

35.

richiama l'attenzione sulla grande importanza delle competenze settoriali specifiche. L'esperienza acquisita in Danimarca e in Polonia rivela che di norma la partecipazione degli esperti regionali e locali, quotidianamente impegnati a risolvere problemi concreti, consente un dialogo specifico, positivo per la collaborazione e il processo di apprendimento. Inoltre, le esperienze inglesi insegnano che lo scambio di esperti va visto come un processo positivo d'interazione, in cui entrambe le parti apprendono, perché anche gli esperti settoriali degli Stati membri beneficiano della cooperazione. L'esperienza in Italia e Croazia rivela poi che questo tipo di progetti, fruibili da entrambe le parti, risultano positivi e possono sfociare in numerosi progetti e collaborazioni;

36.

fa presente la massima importanza dei programmi per l'apprendimento permanente, i quali evitano che l'apprendimento cessi alla fine dei singoli programmi, assicurando invece il proseguimento dello sviluppo e della dinamica. Il Comitato rammenta inoltre che, stando all'esperienza, ad es. della Romania, la collaborazione in questo settore è fondamentale per assicurare l'efficienza e la dinamicità del settore pubblico;

37.

ritiene necessario assicurare stanziamenti di bilancio per l'interpretazione e rammenta l'esperienza, fra l'altro, dell'Estonia e della Croazia, dove la programmazione e l'attuazione di progetti transfrontalieri è talvolta ostacolata dall'assenza d'interpretazione professionale, il che preclude quella comunicazione fra i partner che è indispensabile al successo di un progetto e alla comprensione reciproca;

38.

richiama l'attenzione sulla necessità di concentrarsi maggiormente sui dati e sulla documentazione relativa ai progetti, dato che in vari casi essi sono risultati difficilmente accessibili e di qualità diseguale, cosa che ne ha compromesso la realizzazione;

39.

ritiene che una solida capacità amministrativa a tutti i livelli sia determinante per l'evolvere delle riforme istituzionali, e fa notare che queste rischiano di essere compromesse dalle lacune delle strutture amministrative. Ad es. esperienze in Croazia rivelano come i ritardi nell'attuazione delle legislazioni nazionali si ripercuotono negativamente sulla realizzazione di progetti a livello regionale e locale;

40.

in proposito evidenzia la necessità di prestare attenzione all'eventuale difficoltà di pervenire ad una coerenza fra le norme dell'UE e le legislazioni nazionali. Ad esempio, l'esperienza in Serbia rivela che una scarsa sintonia fra le regole in materia di appalti può comportare malintesi e ritardi nella realizzazione dei progetti;

41.

fa presente l'importanza di un equilibrio durevole fra gli aiuti ai vari settori. L'esperienza avuta con allargamenti precedenti ha evidenziato grandi variazioni nello sviluppo di diversi settori. Se negli ambiti legati all'acquis, riconosciuti come chiare priorità politiche, sono stati messi a segno dei progressi, molto meno è stato realizzato in altri. Ciò ha indotto a concentrarsi solo su pochi settori, che hanno attirato risorse e attenzione a scapito di altri importanti ambiti del settore pubblico. Tutta una serie d'iniziative è stata quindi intrapresa in maniera affrettata, con risorse e tempi ridotti, il che ha contribuito a rendere più difficile il conseguimento di risultati positivi;

42.

tali esperienze evidenziano l'opportunità di avviare i progetti con il dovuto anticipo, evitando così che la fretta ne pregiudichi inutilmente l'attuazione e i risultati;

43.

ritiene necessaria una visione più ampia dei criteri politici, in modo da tener conto del necessario equilibrio e dell'interazione fra i criteri politici stabiliti dall'UE e quelli stabiliti dai diversi ambiti a livello nazionale. Attuando il programma Phare si è constatato che una parte degli aiuti diretti a soddisfare i criteri politici si è rivelata inefficace, perché l'obiettivo era formulato in maniera troppo restrittiva. Gli aiuti non erano sufficientemente commisurati all'esigenza di tener conto dell'interazione fra aspetti chiave come le riforme del settore pubblico, lo sviluppo della società civile, il buongoverno e la lotta contro la corruzione. Inoltre, si è trascurato un fattore importante, ossia il fatto che numerosi aspetti dei criteri politici non possono essere applicati senza influire sui criteri economici. È quindi importante che nella definizione delle priorità dell'IPA si tenga conto della dimensione locale e regionale in modo che gli aiuti vengano previsti per soddisfare esigenze effettive. Il Comitato fa notare che, come insegnano le esperienze in Croazia, la scarsa coerenza fra le strategie nazionali di sviluppo e le strategie dei donatori esterni può essere fonte di problemi;

44.

ritiene opportuno che in questo processo si tenga conto della dimensione locale e regionale a uno stadio più precoce, visto che occorre un coordinamento fra i livelli centrale, regionale e locale. L'esperienza insegna che uno scarso coordinamento può far sì che molte attività intraprese a livello centrale non vengano poi prese in considerazione ai fini delle soluzioni adottate a livello regionale e locale. Di conseguenza, non si sfrutta appieno il potenziale delle attività e dei progetti avviati;

45.

raccomanda pertanto di migliorare il coordinamento fra il livello centrale e gli enti regionali e locali. Richiama fra l'altro l'attenzione sulle regioni croate di Sisak-Moslavina, Slavonia, Osjecko-Baranjska e Lika-Senj, come pure sulle città di Varazdin e Karlovac, che auspicano di essere coinvolte più da vicino nella preparazione dei programmi operativi nel quadro dell'IPA. Ciò contribuirebbe anche ad assicurare la coerenza fra le esigenze effettive e le attività intraprese;

46.

raccomanda pertanto che nel quadro della programmazione operativa dell'IPA s'incoraggi a tenere maggiormente conto degli enti regionali e locali eletti (come risulta sia avvenuto in Croazia con la seconda componente dell'IPA — cooperazione transfrontaliera). Il Comitato delle regioni rammenta che sono appunto gli enti regionali e locali a disporre dell'esperienza e della sensibilità necessarie a rispondere alle esigenze che si manifestano a livello regionale e locale, e che pertanto essi sono in grado d'individuare i problemi e di contribuire alla loro soluzione. Si raccomanda dunque di applicare questo metodo ad altri paesi candidati all'adesione, e al tempo stesso di ampliarlo, in modo tale che possa includere altre priorità dei programmi.

Bruxelles, 27 novembre 2008.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Luc VAN DEN BRANDE


(1)  Le raccomandazioni di ordine politico e pratico sono frutto delle conclusioni dell'indagine condotta negli Stati membri, nei paesi candidati e in quelli potenzialmente candidati. L'allegato al presente parere riporta informazioni dettagliate riguardo ai partecipanti a detta indagine.


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