16.5.2006 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 115/53 |
Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio — Un futuro europeo per il Kosovo
(2006/C 115/11)
IL COMITATO DELLE REGIONI,
vista la comunicazione della Commissione al Consiglio Un futuro europeo per il Kosovo (COM(2005) 156 def.),
vista la decisione della Commissione europea dell'11 maggio 2005 di consultarlo sull'argomento, conformemente al disposto dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,
vista la decisione dell'Ufficio di presidenza, del 12 aprile 2005, di incaricare la commissione Relazioni esterne di elaborare un parere in materia,
viste le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno 2005,
viste le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003,
vista la decisione del Consiglio, del 14 giugno 2004, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato europeo con la Serbia e Montenegro, incluso il Kosovo,
visto il documento sul grado di preparazione della Serbia e Montenegro a negoziare un accordo di stabilizzazione e associazione con l'Unione europea (SEC(2005) 478 def.),
visto il parere adottato il 3 giugno 2005 dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sulla Situazione attuale in Kosovo (doc. 10572, relatrice: Marianne TRITZ),
vista la relazione del Segretario generale dell'ONU, del 23 maggio 2005, sull'Amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo (doc. 05-33918),
vista la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999,
visto l'Accordo di cooperazione tra il Comitato delle regioni e il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa del 13 aprile 2005 (CdR 62/2005),
visto il proprio parere sul tema Il ruolo delle collettività regionali e locali dell'Unione europea nel processo di consolidamento democratico nell'area dei Balcani occidentali (CdR 101/2003 fin) (1),
viste le conclusioni adottate dai partecipanti al convegno di Pristina del 22 giugno 2005 (Dichiarazione di Pristina, CdR 145/2005 fin),
visto il progetto di parere (CdR 143/2005 riv. 2) adottato dalla commissione Relazioni esterne il 15 settembre 2005 (relatore: Tomaž ŠTEBE, sindaco di Mengeš, SI/PPE),
perseguendo l'obiettivo di presentare il punto di vista locale e regionale in merito al futuro europeo per il Kosovo,
considerando quanto segue:
1) |
le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003 hanno delineato un futuro europeo per tutta la regione dei Balcani occidentali. Tale futuro è stato nuovamente messo in risalto nelle conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno 2005. |
2) |
Tutti i paesi dei Balcani, Kosovo compreso, hanno assunto un nuovo atteggiamento positivo, anche nei confronti del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia. Tale cambiamento, pur essendo un passo importante verso una loro integrazione europea, non esclude la necessità di ulteriori progressi sostanziali. |
3) |
Per quanto concerne il Kosovo, dopo le dimissioni dell'ex primo ministro HARADINAJ, la popolazione ha dimostrato di saper mantenere la calma mentre il governo ha dato prova di maturità politica agevolando il passaggio al nuovo governo kosovaro guidato dal primo ministro KOSUMI. In questa fase di transizione è stato ribadito l'impegno a proseguire il programma del precedente esecutivo, incentrato sull'applicazione delle norme stabilite dell'ONU. |
4) |
Il 22 febbraio 2005, il governo kosovaro ha adottato la Riforma degli enti locali — Programma di lavoro 2005. L'obiettivo di tale riforma è migliorare i servizi a livello locale, contribuendo in tal modo a: a) assicurare un governo stabile e condizioni di vita sostenibili a tutti gli abitanti del Kosovo; b) integrare tutte le comunità nelle strutture democratiche del paese; c) creare e consolidare istituzioni democratiche ben funzionanti in Kosovo, conformemente alle norme in vigore. |
5) |
Proseguono le attività volte all'integrazione economica del Kosovo nella regione. L'obiettivo di questa serie costante di sforzi è porre rimedio alla situazione economica del paese, che continua ad essere difficile e caratterizzata da bassi livelli di reddito, da un'elevata disoccupazione e da enormi deficit in termini di infrastrutture. È quanto mai urgente creare un quadro giuridico che definisca chiaramente i diritti di proprietà. |
6) |
L'ambiziosa valutazione globale dell'attuazione delle norme per il Kosovo, attualmente in atto, dovrebbe avviare un processo realistico e portare alla definizione del futuro status di questa zona. La creazione di enti autonomi regionali e/o locali forti e multietnici è una condizione essenziale per garantire la pace e la prosperità a lungo termine. È inoltre un fattore fondamentale nell'ambito di qualsiasi accordo negoziale sul futuro status del Kosovo. |
7) |
Nella dichiarazione siglata a Pristina il 22 giugno 2005, al termine del convegno in merito al ruolo degli enti locali e regionali dell'UE nel processo di rafforzamento della democrazia nei Balcani occidentali, organizzato congiuntamente dal Comitato delle regioni, dalla Commissione europea, dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa e dal Patto di stabilità per l'Europa sudorientale, è stato sottolineato che per garantire alla popolazione del Kosovo un futuro nell'Unione europea, è essenziale avviare un vero e proprio processo di decentramento e di democrazia partecipativa, nel pieno rispetto dei valori democratici e dei diritti delle minoranze, |
ha adottato il seguente parere in data 16 novembre 2005, nel corso della 62a sessione plenaria.
1. Punti di vista del Comitato delle regioni
Il Comitato delle regioni
1.1 |
accoglie favorevolmente il testo e le conclusioni della comunicazione della Commissione Un futuro europeo per il Kosovo (COM(2005) 156 def.) la quale definisce un quadro per mettere fine all'attuale situazione di stallo per quanto concerne lo sviluppo di una società democratica e multietnica nel Kosovo, e per consentire a questa zona di prendere parte alla vita della regione in un contesto di pace e prosperità; |
1.2 |
approva il documento sul grado di preparazione di Serbia e Montenegro a negoziare un accordo di stabilizzazione e associazione con l'Unione europea (SEC(2005) 478 def.), nel quale la Commissione conclude raccomandando l'apertura di negoziati di stabilizzazione e associazione, a condizione che la Serbia e Montenegro continui a prepararsi in maniera costante; |
1.3 |
accoglie favorevolmente le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno 2005 e la dichiarazione sul Kosovo ad esse allegata, in cui si afferma che i risultati della valutazione globale non sono dati per scontato: l'attuazione delle norme, segnatamente quelle definite prioritarie, e il processo di decentramento rivestono particolare importanza; |
1.4 |
ritiene che gli enti locali e regionali del Kosovo e dell'UE dovrebbero contribuire a realizzare la sfida di un futuro europeo per il Kosovo; |
1.5 |
approva l'impegno della Commissione a tener conto della situazione particolare e delle esigenze specifiche del Kosovo affinché possa avanzare nel processo di stabilizzazione e associazione; |
1.6 |
approva inoltre che la Commissione concentri attivamente la sua attenzione sulle esigenze del Kosovo in termini di sviluppo e di riforme e che si impegni a mobilitare le risorse necessarie per accelerare tale processo; |
1.7 |
sostiene la proposta della Commissione europea di esplorare nuove piste per consentire al Kosovo di beneficiare pienamente di tutti i pertinenti strumenti dell'Unione europea; |
1.8 |
attribuisce la massima importanza al dialogo politico tra le comunità del Kosovo e tra le autorità di Belgrado e Pristina e lo considera l'unico modo per raggiungere una maggiore stabilità, requisito essenziale per l'integrazione europea di tutta la regione dei Balcani occidentali; |
1.9 |
approva gli sforzi già attuati dalle istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo (PISG) per riformare gli enti locali; |
1.10 |
ricorda che il decentramento deve essere accompagnato da un vero e proprio trasferimento non solo di poteri, ma soprattutto di risorse finanziarie e materiali adeguate alle nuove responsabilità degli enti locali e regionali; |
1.11 |
sottolinea il ruolo essenziale svolto dalle associazioni degli enti territoriali nel trasmettere il punto di vista locale e regionale ai governi centrali e quali strumenti fondamentali per promuovere il loro potenziale di azione attraverso i politici eletti a livello locale e regionale; |
1.12 |
considera positivamente il coinvolgimento della Commissione nelle consultazioni ad alto livello con i principali protagonisti internazionali, al fine di adottare un approccio politico coordinato per il Kosovo; in tale contesto accoglie favorevolmente la decisione di avviare la valutazione globale dei progressi effettuati in sede di attuazione delle norme per il Kosovo. |
2. Raccomandazioni del Comitato delle regioni
Il Comitato delle regioni
2.1 |
chiede alla Commissione di coinvolgere attivamente gli enti locali kosovari nell'attuazione delle riforme politiche, economiche e sociali al livello più prossimo ai cittadini, nel pieno rispetto dei principi di sussidiarietà, proporzionalità e buon governo; |
2.2 |
invita la Commissione a promuovere e sostenere, in stretta collaborazione con gli enti locali, campagne destinate ad informare, da un lato, i cittadini dell'UE sulle relazioni con il Kosovo e, dall'altro, i cittadini kosovari sui valori comunitari; |
2.3 |
invita la Commissione a sostenere — in stretta collaborazione con gli enti locali — programmi di scambio e gemellaggio che contribuiscano a migliorare la comprensione reciproca tra i cittadini e le amministrazioni dell'UE e del Kosovo e a rafforzare la capacità amministrativa a livello locale e regionale; |
2.4 |
raccomanda che gli aiuti della Commissione allo sviluppo istituzionale tengano particolarmente conto delle capacità degli enti locali, soprattutto per contribuire all'applicazione della legislazione e per migliorare la comunicazione e la cooperazione tra governo centrale ed enti locali; |
2.5 |
chiede uno sforzo di cooperazione e lo scambio delle esperienze e delle buone pratiche acquisite nell'ambito della politica di preadesione attuata in collaborazione con gli enti locali e regionali degli Stati membri dell'UE, dei paesi candidati e dei paesi dei Balcani occidentali; |
2.6 |
sottolinea che per incrementare la fiducia e la stabilità nel Kosovo e nei Balcani occidentali è necessaria anche un'attiva cooperazione transfrontaliera tra gli enti locali e regionali; |
2.7 |
invita tutti i responsabili dell'applicazione delle norme, in particolare le istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) del Kosovo, a portare avanti la riforma degli enti locali su tutto il territorio kosovaro e ad aiutare gli enti locali kosovari a rispettare la Carta europea dell'autonomia locale, in particolare mettendo a loro disposizione le risorse finanziarie, fondiarie e umane necessarie perché essi possano assumere le loro responsabilità sociali ed economiche; |
2.8 |
ricorda a tutti i responsabili dell'applicazione delle norme, in particolare alle istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) del Kosovo, che la salvaguardia e la promozione delle lingue regionali e minoritarie nonché del patrimonio culturale di tutte le comunità, sono elementi essenziali della tolleranza e della comprensione reciproca in un Kosovo pluralista, multietnico e multiculturale; |
2.9 |
invita tutti i responsabili dell'applicazione delle norme, in particolare le istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) del Kosovo, a promuovere la partecipazione dei cittadini di tutti i gruppi etnici e di tutte le comunità al processo decisionale, in particolare al livello locale e comunale, e sottolinea che i comuni multietnici sono elementi chiave per il processo di stabilizzazione e riconciliazione nel Kosovo; |
2.10 |
raccomanda a tutti i responsabili dell'applicazione delle norme, in particolare le istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) del Kosovo, di raddoppiare gli sforzi per conseguire urgentemente risultati concreti, in particolare per quanto concerne il ritorno in patria dei rifugiati e degli sfollati e la libera circolazione dei membri di tutte le comunità; |
2.11 |
chiede a tutti i responsabili dell'applicazione delle norme, in particolare le istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) del Kosovo, di collaborare con l'UE e le istituzioni internazionali per andare al di là dell'applicazione delle norme e di prepararsi ad applicare la legislazione comunitaria, anche a livello locale; |
2.12 |
raccomanda di lavorare a stretto contatto con il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa (CPLRE) del Consiglio d'Europa, e di promuovere una maggiore partecipazione delle autorità kosovare al processo democratico europeo; |
2.13 |
raccomanda di assegnare al Kosovo sufficienti risorse finanziare nell'ambito delle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. |
Bruxelles, 16 novembre 2005
Il Presidente
del Comitato delle regioni
Peter STRAUB
(1) GU C 73 del 23.3.2004, pag. 1.