2.9.2011 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 259/62 |
Parere del Comitato delle regioni «Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2010-2011»
2011/C 259/11
IL COMITATO DELLE REGIONI
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sottolinea che una delle priorità politiche più importanti del Comitato delle regioni (CdR) è garantire il successo del processo di allargamento dell'Unione europea; |
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vede nella liberalizzazione dei visti per taluni paesi dei Balcani occidentali un buon esempio di quanto possa essere proficuo combinare una condizionalità rigorosa con la concessione di benefici ad hoc; |
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non trascura però di considerare il fatto che nella maggior parte dei paesi resta ancora da affrontare un gran numero di sfide, la cui soluzione procede in parte con lentezza ed esitazioni; e ravvisa un bisogno di riforme in particolare nei campi della costruzione statale, dello Stato di diritto e dello sviluppo della capacità amministrativa ad ogni livello, anche e soprattutto regionale e locale, nonché la necessità di migliorare la governance, riformare il sistema giudiziario e lottare contro la corruzione e il crimine organizzato a tutti i livelli di governo; |
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pone l'accento sulla necessità di continuare a sostenere gli sforzi dei paesi interessati all'allargamento mediante sussidi erogati dallo strumento di assistenza preadesione (Pre-accession Assistance Instrument - IPA) e prestiti della Banca europea per gli investimenti e di altre istituzioni finanziarie internazionali; |
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è convinto che, senza un personale politico e amministrativo regionale e locale adeguatamente preparato e formato, non sia possibile condurre a termine con successo gli sforzi necessari per l'allargamento. |
Relatore |
Franz SCHAUSBERGER (AT/PPE), rappresentante del Land Salisburgo presso il Comitato delle regioni |
Testo di riferimento |
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio — Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2010-2011 COM(2010) 660 definitivo |
I. RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO DELLE REGIONI
Rilevanza del documento per gli enti regionali e locali e per il CdR
1. |
sottolinea che una delle priorità politiche più importanti del Comitato delle regioni (CdR) è garantire il successo del processo di allargamento dell'Unione europea; |
2. |
pone espressamente l'accento sul fatto che agli enti regionali e locali rappresentati dal CdR spetta un ruolo di cruciale importanza nel dialogo con i paesi candidati e potenziali candidati all'adesione all'UE, i quali presentano tutti forme di decentramento molto diverse, determinate dalla storia e dalla cultura di ciascuno; |
3. |
riconosce la necessità di sviluppare a livello regionale e locale una politica di informazione e comunicazione per il processo di allargamento, e si dichiara pronto a sostenere gli enti regionali e locali in questo campo, in modo da prepararli alle loro future responsabilità e da promuoverne la cooperazione con le rispettive istituzioni di riferimento a livello europeo; |
4. |
promuove, mediante la sua strategia di relazioni esterne, il dialogo politico e la cooperazione sia economica che culturale tra gli enti regionali e locali dei paesi candidati, dei paesi candidati potenziali e degli Stati membri; |
5. |
si adopera alacremente per migliorare le capacità degli enti regionali e locali in campo giuridico, finanziario e tecnico-amministrativo, grazie a contatti interistituzionali diretti e all'organizzazione di manifestazioni pubbliche, convegni specialistici e gruppi di lavoro; |
6. |
ringrazia il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa per i pareri e le informazioni, nonché le delegazioni dei paesi interessati dall'allargamento e le loro associazioni di comuni e varie ONG per il prezioso contributo fornito. |
Osservazioni generali e raccomandazioni
7. |
si rallegra che - come indicato dalla comunicazione in esame - il processo di allargamento dell'UE abbia acquistato un nuovo slancio dopo l'adozione delle ultime relazioni sui progressi conseguiti e nonostante le numerose altre sfide e la crisi economica e finanziaria, cosicché l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona permette di mantenere inalterato il ritmo dell'integrazione europea; |
8. |
si compiace dell'approssimarsi di un sesto allargamento dell'Unione grazie ai passi avanti compiuti nei negoziati di adesione con la Croazia e all'avvio di analoghi negoziati con l'Islanda nel luglio 2010; |
9. |
sottolinea tuttavia l'esigenza che le nuove adesioni siano preparate correttamente, assicurandosi del costante adempimento dei relativi requisiti; |
10. |
è convinto che il processo di adesione offra ai paesi interessati dall'allargamento un'occasione unica per procedere a riforme politiche ed economiche volte a metterli in linea con gli standard europei, e che contribuisca al superamento della crisi economica e finanziaria e all'attuazione dell'agenda di riforma 2020; |
11. |
osserva che i paesi interessati all'allargamento, e in particolare quelli dei Balcani occidentali, presentano strutture e tradizioni politiche e amministrative molto diverse - in parte anche a livello regionale e locale - e grandi differenze in termini di sviluppo, e di ciò va tenuto adeguato conto nel processo di allargamento; |
12. |
invita ad adottare, proprio per i paesi dei Balcani occidentali, misure mirate che rafforzino le PMI a livello regionale e locale per creare posti di lavoro e ridurre così gli incentivi all'esodo dei giovani soprattutto dalle regioni periferiche meno sviluppate; |
13. |
vede nella liberalizzazione dei visti per taluni paesi dei Balcani occidentali un buon esempio di quanto possa essere proficuo combinare una condizionalità rigorosa con la concessione di benefici ad hoc; |
14. |
si rallegra per il fatto che, dopo l'ultima relazione sui progressi ottenuti, si siano aperti spiragli per certe controversie bilaterali di lunga data e si sia potuto avviare un dialogo in cui i paesi candidati all'adesione hanno iniziato ad assumersi maggiori responsabilità ai fini della cooperazione regionale; |
15. |
non trascura però di considerare il fatto che nella maggior parte dei paesi resta ancora da affrontare un gran numero di sfide, la cui soluzione procede in parte con lentezza ed esitazioni; e ravvisa un bisogno di riforme in particolare nei campi della costruzione statale, dello Stato di diritto e dello sviluppo della capacità amministrativa ad ogni livello, anche e soprattutto regionale e locale, nonché la necessità di migliorare la governance, riformare il sistema giudiziario e lottare contro la corruzione e il crimine organizzato a tutti i livelli di governo; |
16. |
pone l'accento sulla necessità di continuare a sostenere gli sforzi dei paesi interessati all'allargamento mediante sussidi erogati dallo strumento di assistenza preadesione (Pre-accession Assistance Instrument - IPA) e prestiti della Banca europea per gli investimenti e di altre istituzioni finanziarie internazionali; |
17. |
ravvisa la necessità di adottare, nella maggior parte dei paesi dei Balcani occidentali e in Turchia, misure concrete per combattere in modo efficace qualsiasi forma di discriminazione e rafforzare la tutela dei diritti umani, e soprattutto i diritti delle donne, dei minori e dei Rom; per quanto riguarda in particolare la Turchia, il Comitato ravvisa la necessità di ripristinare i diritti umani di tutti i ciprioti, congelare gli insediamenti, restituire senza indugio la città di Famagosta ai suoi legittimi abitanti, conformemente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ed applicare il protocollo di Ankara, che costituisce una condizione per l'UE; |
18. |
è convinto che, senza un personale politico e amministrativo regionale e locale adeguatamente preparato e formato, non sia possibile condurre a termine con successo gli sforzi necessari per l'allargamento; |
19. |
incoraggia i paesi interessati all'adesione a proseguire gli sforzi per il decentramento e la regionalizzazione, che faciliteranno anche la necessaria politica decentrata di informazione e comunicazione nonché il dialogo civile e politico fra l'Unione europea e i cittadini di quei paesi; |
20. |
fa presente la necessità di migliorare le capacità delle istituzioni regionali e locali in campo giuridico, finanziario e amministrativo e, in ottemperanza al principio di sussidiarietà, di devolvere il maggior numero possibile di competenze ai livelli regionale e locale e di assicurarne il finanziamento; |
21. |
rileva con soddisfazione come le strategie europee per le macroregioni rappresentino uno strumento importante per accelerare il processo di integrazione, anche e soprattutto attraverso il rafforzamento del ruolo degli enti regionali e locali, e ravvisa nella strategia UE per la regione del Danubio e nella futura strategia UE per la macroregione adriatico-ionica nuove possibilità di cooperazione regionale, anche con i paesi interessati dall'allargamento; |
22. |
prende atto che l'Iniziativa adriatico-ionica (IAI) persegue fin dal 2000 l'obiettivo di garantire pace, sicurezza, sviluppo e cooperazione nell'area UE-Balcani occidentali, e che il Consiglio adriatico-ionico è impegnato a sostenere la strategia UE per la regione adriatico-ionica presso le istituzioni europee e con il coinvolgimento delle istituzioni nazionali, regionali e locali; |
23. |
invita gli Stati membri interessati e la Commissione europea a valutare in che misura si possano stabilire interazioni e sinergie tra le diverse strategie UE per le macroregioni; |
24. |
chiede alla Commissione europea di esaminare i modi di sfruttare il potenziale dei gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT) attivi nei Balcani occidentali e nel bacino del Mediterraneo per consentire agli enti regionali e locali dei paesi balcanico-occidentali e della Turchia di adeguarsi all'acquis dell'Unione europea; |
25. |
propone soprattutto ai paesi dei Balcani occidentali e alla Turchia di adottare misure appropriate per accrescere in misura significativa il numero delle donne presenti negli organismi rappresentativi regionali e locali; |
26. |
raccomanda alla Commissione di trattare in modo più dettagliato, nelle sue future relazioni sulla strategia di allargamento, la situazione specifica e il livello delle singole autonomie regionali e locali, in considerazione del loro ruolo di primo piano nell'attuazione delle politiche dell'UE; ciò in modo da ricordare con più forza ai paesi interessati da questo processo la necessità di riforme anche nel campo della regionalizzazione e del decentramento. |
Raccomandazioni specifiche per ciascun paese
A) Paesi Candidati all'Adesione
Croazia
27. |
si compiace per il fatto che, nel 2010 e nella prima metà del 2011, la Croazia abbia compiuto, nei negoziati per l'adesione all'UE, progressi tali da consentire la chiusura ufficiale dei negoziati stessi il 30 giugno 2011 e quindi l'ingresso del paese nell'Unione, previsto per il 1o luglio 2013, che farà della Croazia il 28o Stato membro; |
28. |
considera però anche assolutamente indispensabile che la Croazia si prenda il tempo necessario per conformarsi ai parametri ancora insoddisfatti del capitolo 23; fra questi figurano in particolare una piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia (ICTY), una lotta decisa alla corruzione e alla criminalità organizzata ai massimi livelli di governo, l'indipendenza e l'efficienza del sistema giudiziario ed il rispetto e la tutela delle minoranze, compreso il ritorno dei profughi; |
29. |
fa notare, riguardo alla riforma della pubblica amministrazione, che vi è ancora bisogno di compiere ulteriori sforzi ed è assolutamente necessario coinvolgervi anche le amministrazioni regionali e locali, onde eliminare le farraginose procedure esistenti e l'eccessiva politicizzazione e accrescere la capacità, l'efficienza, l'indipendenza e l'affidabilità dell'amministrazione a tutti i livelli; |
30. |
incoraggia ad attuare in tempi rapidi la nuova legge sulla retribuzione del personale degli enti regionali e locali e la «Strategia nazionale per la formazione degli amministratori e dipendenti regionali e locali 2009-2013», per migliorare la prestazione di servizi decentrati ai cittadini e garantire un'amministrazione pubblica moderna ed efficiente; |
31. |
sottolinea con forza che, nonostante i progressi compiuti nei campi della politica regionale e del coordinamento dei fondi strutturali, occorre ancora adottare ulteriori misure che coinvolgano più strettamente i livelli regionale e locale nell'attuazione della politica UE di coesione e, grazie a personale amministrativo e politico regionale e locale adeguatamente formato e preparato, offrano la possibilità di sviluppare progetti adatti ai fini del sostegno da parte dei fondi UE. In tal modo si potrebbe rimediare alle disparità di sviluppo esistenti fra le regioni croate, contribuendo così a rafforzare la coesione territoriale; |
32. |
raccomanda l'attuazione di una strategia di decentramento che, fra le altre cose, migliori la situazione finanziaria degli enti regionali e locali e consenta anche ai rappresentanti dei livelli regionale e locale di partecipare al processo legislativo; raccomanda altresì l'attuazione delle Guidelines for Functional Decentralisation and Territorial Organisation («Linee guida per il decentramento funzionale e l'organizzazione territoriale») adottate nel luglio 2010; |
33. |
accoglie con favore le numerose iniziative autonome di regioni e comuni che, con una politica locale di interessanti stimoli agli investimenti nonché di semplificazioni burocratiche e sussidi, possono favorire l'insediamento di imprese e creare posti di lavoro, ed auspica che le incertezze giuridiche sul tema della proprietà possano essere risolte con nuove disposizioni normative; |
34. |
fa osservare che il recente miglioramento dei rapporti bilaterali della Croazia con gli altri paesi interessati dall'allargamento (come la Serbia) e coi paesi vicini dell'UE (come la Slovenia) possono essere considerevolmente rafforzati attraverso la cooperazione transfrontaliera a livello regionale e locale; |
35. |
incita a consolidare i progressi compiuti nei campi dei diritti delle minoranze, dei diritti culturali, della tutela delle minoranze e del rientro dei profughi grazie a un più stretto coinvolgimento dei responsabili regionali e locali, nonché a intensificare il rientro dei profughi, grazie a incentivi regionali mirati, soprattutto nelle regioni che, dopo gli sfollamenti avvenuti durante la guerra nell'ex Iugoslavia, sono ancor oggi largamente spopolate, e al riguardo si compiace per il rafforzamento della collaborazione con la Serbia e l'UNHCR. |
Ex Repubblica iugoslava di Macedonia
36. |
constata con soddisfazione che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia continua a soddisfare i criteri politici e anche nel 2010 ha compiuto ulteriori progressi, ma rileva al tempo stesso che, nella maggior parte dei settori cui si applicano tali criteri, come l'indipendenza della magistratura, la riforma della pubblica amministrazione e la libertà di espressione nei media, è necessario compiere ulteriori sforzi e accrescere la disponibilità a effettuare riforme. Ritiene inoltre che un elemento fondamentale per l'avvicinamento dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia all'UE sia costituito dal mantenimento di relazioni di buon vicinato, anche e soprattutto a livello transfrontaliero regionale e locale. In ciò rientra anche una soluzione negoziata e condivisa da entrambe le parti alla questione della denominazione del paese, nel quadro della procedura in corso sotto gli auspici dell'ONU; |
37. |
insiste affinché si rafforzi il dialogo sulle questioni attinenti alle relazioni interetniche e la commissione parlamentare competente in materia si riunisca regolarmente, al fine di realizzare gli obiettivi dell'accordo di Ocrida; |
38. |
si rallegra nel constatare che è proseguito il decentramento, il quale rappresenta un principio fondamentale del suddetto accordo, che il gruppo di lavoro interministeriale per il decentramento si è riunito con regolarità e che sono stati aggiornati il programma e il piano d'azione per l'attuazione del decentramento nel periodo 2008-2010; |
39. |
esprime soddisfazione per il fatto che nuovi comuni siano entrati nell'ultima fase del processo di decentramento finanziario, per cui i comuni entrati in questa fase sono ormai 77 su 85; |
40. |
esprime altresì soddisfazione per il fatto che la legge sul finanziamento delle autonomie locali sia stata modificata radicalmente e che entro il 2013 la quota del gettito IVA spettante ai comuni verrà portata dal 3 al 4,5 %, il che tuttavia continuerà a non essere ancora sufficiente perché i comuni possano svolgere in modo soddisfacente i compiti loro devoluti; |
41. |
considera positivo il fatto che la strategia per il trasferimento dell'amministrazione dei terreni di proprietà statale ai comuni a partire dal 2011 sia stata ormai messa a punto, e si aspetta adesso che essa venga attuata con la maggiore celerità possibile; |
42. |
fa notare che, malgrado il fatto che numerosi comuni abbiano sviluppato le loro capacità in materia finanziaria, sono necessari ulteriori programmi di capacity building al fine di rafforzare le capacità di tali enti nei campi dell'amministrazione fiscale, dello sviluppo delle risorse umane e del controllo finanziario, e lamenta il fatto che le riforme concordate in sede di riunioni mensili dell'Alto comitato per la pubblica amministrazione non siano state attuate in maniera sistematica ed efficace; |
43. |
incita ad accelerare il processo di decentramento e il rafforzamento delle capacità nel campo della politica finanziaria e di bilancio a livello locale attraverso l'intervento specifico dei ministeri competenti; e lamenta il fatto che il comitato interministeriale di vigilanza sul finanziamento dei comuni si sia riunito solo una volta e che, nel finanziamento dei progetti comunali da parte del governo nazionale, manchino sia la necessaria trasparenza che un adeguato coordinamento nell'ottica di uno sviluppo regionale equilibrato; |
44. |
lamenta i crescenti ritardi nell'attuazione del programma di lavoro per lo sviluppo regionale, nonché la perdurante mancanza di capacità tecniche nei ministeri e nelle amministrazioni locali in materia di preparazione e attuazione dei progetti; |
45. |
incita a definire criteri appropriati per la ripartizione delle risorse erogate ai comuni dai fondi statali per l'investimento, onde evitare che esse appaiano attribuite in base a criteri partitici o etnici nonché impedire discriminazioni nei confronti delle minoranze etniche; |
46. |
sottolinea la necessità di salvaguardare appieno, a tutti i livelli, le garanzie legali per le minoranze e di migliorare l'integrazione delle comunità allogene, in particolare dei Rom; invita il governo a ratificare la Carta europea per le lingue regionali o minoritarie promossa dal Consiglio d'Europa e a rafforzare lo status dei comitati per le relazioni tra le comunità etniche; |
47. |
fa notare che, se è vero che la legge sulle autonomie locali devolve competenze decisive alle amministrazioni locali, tuttavia l'effetto delle sue norme è limitato da altre disposizioni normative e non sono state messe a disposizione le risorse finanziarie sufficienti per la sua applicazione. |
Islanda
48. |
si compiace per la decisione adottata dal Consiglio europeo, nel giugno 2010, di aprire i negoziati per l'adesione dell'Islanda, e constata con soddisfazione che tale paese soddisfa i criteri politici ed è una democrazia parlamentare ben funzionante, con istituzioni forti, un sistema costituzionale e legislativo stabile, un sistema giudiziario solido e una pubblica amministrazione efficiente; |
49. |
si rallegra per il fatto che l'Islanda disponga di amministrazioni comunali efficienti, ma raccomanda, sulla scorta del principio di sussidiarietà, di procedere a un ulteriore decentramento e trasferimento di competenze ai comuni; |
50. |
vede nell'elaborazione di progetti mirati di promozione regionale col sostegno dei fondi dell'UE la possibilità di contrastare l'esodo dalle campagne che interessa i piccoli comuni periferici e di evitare il ricorso alla fusione di comuni; |
51. |
si rallegra per l'inclusione di gruppi di lavoro sul tema della politica regionale all'interno dei team incaricati dei negoziati per l'adesione, e raccomanda un forte coinvolgimento dei rappresentanti dei livelli locali; |
52. |
ricorda che, secondo i Trattati, ogni cittadino dell'Unione ha il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato (art. 40 della Carta dei diritti fondamentali); incoraggia pertanto l'Islanda ad adeguare a tali disposizioni il diritto di votare nelle sue elezioni locali; |
53. |
constata la presenza, nella popolazione islandese e in diversi raggruppamenti politici, di un notevole scetticismo o anche di ostilità nei confronti dell'adesione all'UE nonché la necessità di sforzi considerevoli per informare in modo completo i cittadini islandesi sulle conseguenze di tale adesione, e raccomanda di coinvolgere pienamente il livello locale in queste attività; |
54. |
raccomanda di stabilire, con provvedimenti normativi adeguati improntati al principio di sussidiarietà, una chiara ripartizione di poteri tra il governo centrale e gli enti locali, e di adottare uno strumento legale che consenta a questi ultimi di impugnare le decisioni che contravvengano ai principi dell'autonomia locale; |
55. |
è consapevole del problema causato dal fatto che 26 dei 76 comuni islandesi hanno meno di 500 abitanti, ma che non pochi di essi sono molto distanti tra loro, cosicché, se si riducesse ulteriormente il numero dei comuni, gli abitanti potrebbero di fatto dover coprire grandi distanze per raggiungere servizi e rappresentanti comunali; raccomanda quindi di promuovere intensamente la cooperazione tra i piccoli comuni per assicurarne la sopravvivenza nonché per metterli in condizione di elaborare ed attuare insieme progetti sostenuti dall'UE. |
Turchia
56. |
auspica che l'attuale Costituzione possa essere sostituita da una Costituzione demilitarizzata e basata sulla consultazione più ampia possibile di diversi gruppi e categorie della società, compresi il livello regionale e locale, le minoranze etniche e le comunità religiose. Al riguardo, si rallegra per l'adozione del pacchetto di riforma costituzionale e per gli sforzi che essa induce verso la democratizzazione e la liberalizzazione, ed auspica che, su questa base, il clima politico migliori e aumenti la disponibilità a dialogare e ad accettare compromessi fra i partiti e nelle istituzioni politiche; chiede pertanto una rapida attuazione della riforma costituzionale a partire da questo momento, nonché un ampio sostegno a questo processo da parte dei partiti politici e della società civile; |
57. |
dà atto delle riforme già introdotte e della volontà di effettuarne altre, destinate ad avere anch'esse un impatto positivo sulle amministrazioni regionali e locali; |
58. |
incoraggia il governo turco a proseguire, malgrado i lodevoli progressi già compiuti in questi campi, gli sforzi tesi al rispetto della libertà religiosa, dei diritti delle donne e dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione e di stampa; invita la Turchia a intraprendere ulteriori azioni, se necessario adottando una nuova normativa, al fine di garantire alle comunità religiose non islamiche il libero esercizio dei loro diritti e lo svolgimento senza restrizioni delle loro attività; |
59. |
constata con soddisfazione i progressi riscontrabili in materia di politica regionale e di coordinamento degli strumenti strutturali, nonché il maggiore coinvolgimento degli attori substatali nella loro preparazione; ma osserva che a livello nazionale occorrerebbe migliorare l'efficienza dell'amministrazione preposta a questi settori, così da poter impiegare le risorse in modo più efficiente e preparare bene la Turchia, a tutti i livelli, all'utilizzazione dei fondi strutturali; |
60. |
è convinto che una soluzione della questione curda, finora perlopiù irrisolta in particolare nell'est e nel sudest del paese, possa essere favorita da un rafforzamento dell'autonomia regionale e locale, e raccomanda alle autorità turche di proseguire gli sforzi intesi a rafforzare l'autonomia regionale e locale adottando una strategia di decentramento a più lungo termine; incoraggia inoltre le autorità turche a dotare i governi locali di maggiori risorse; |
61. |
suggerisce di esaminare in che misura il fatto di seguire le buone pratiche e i buoni esempi delle strutture di condivisione dei poteri a livello regionale e federale esistenti nell'UE e di applicare i principi di sussidiarietà e decentramento possa aiutare a risolvere i problemi in campo; |
62. |
invita la Turchia a dar prova, nei negoziati in corso, della sua volontà di risolvere la questione cipriota nonché a conformarsi alle risoluzioni adottate in merito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; |
63. |
deplora la mancanza di passi avanti nell'applicazione del secondo protocollo aggiuntivo dell'accordo di associazione (il cosiddetto protocollo di Ankara), che estende l'unione doganale con la Turchia - risalente al 1996 - a dieci nuovi Stati membri dell'UE, fra i quali Cipro; |
64. |
appoggia gli sforzi intrapresi nel 2010 dalla Commissione europea per realizzare partenariati di progetto tra comuni UE e turchi al fine di sostenere questi ultimi nello sviluppo o, a seconda dei casi, del consolidamento e rafforzamento delle loro capacità nei campi della gestione dei rifiuti, della protezione dell'ambiente, dei trasporti e del traffico, dei servizi sociali, dell'energia, del turismo o della cultura; |
65. |
gradirebbe che ai comuni e alle province fosse data la possibilità di instaurare rapporti con le regioni e i comuni di altri paesi senza bisogno di una previa autorizzazione da parte del ministro dell'Interno, e incoraggia le istituzioni regionali e locali degli Stati membri dell'UE a rafforzare la cooperazione con le regioni e i comuni della Turchia; |
66. |
sottolinea la necessità di coinvolgere i livelli regionale e locale in una fase precoce del processo di adesione, dato che una gran parte delle norme di diritto dell'UE deve essere attuata a quei livelli, e reputa perciò particolarmente importante rafforzare la capacità amministrativa a livello regionale e locale; |
67. |
è pronto a istituire, insieme ai rappresentanti degli enti regionali e locali turchi, un comitato consultivo misto per sostenere con forza ancora maggiore il processo di decentramento in Turchia e offrire contributi concreti alla creazione di istituzioni e al rafforzamento delle capacità amministrative a livello regionale e locale; |
68. |
raccomanda una riduzione graduale dell'influenza del governatore sul lavoro dell'autonomia regionale; |
69. |
incita a creare un quadro giuridico che renda obbligatoria una consultazione delle amministrazioni regionali e locali ogniqualvolta siano toccati i loro interessi e le loro competenze; |
70. |
fa notare che la Turchia è ancora un paese con grandi differenze tra un territorio e l'altro, il che pone sfide notevoli alla politica regionale e al sostegno strutturale intesi a ridurre gradualmente tali disparità, e invoca perciò la definizione di una strategia globale intesa per ridurre il divario di sviluppo tra le zone rurali e quelle urbane; |
71. |
raccomanda, per quanto attiene all'acquis dell'Unione, di procedere il più presto possibile all'apertura del capitolo 22 (Politica regionale e coordinamento degli strumenti di politica strutturale); |
72. |
raccomanda di adottare quanto prima una legge sulla dotazione finanziaria delle province e dei comuni, in modo da mettere a disposizione degli enti substatali risorse finanziarie sufficienti per l'adempimento dei loro obblighi e delle loro funzioni; |
73. |
richiama l'attenzione sull'importante ruolo svolto dalla Turchia in quanto potenza regionale in relazione alla strategia dell'UE per il Mar Nero, e raccomanda un forte impegno della Turchia nella questione, con il coinvolgimento delle regioni direttamente interessate che si affacciano su quel mare. |
B) Paesi Candidati Potenziali
Albania
74. |
si rallegra degli sforzi compiuti dall'Albania per allinearsi ai criteri politici dell'Unione europea, in particolare con l'attuazione degli obblighi derivanti dall'accordo di stabilizzazione e associazione; |
75. |
osserva che, per conformarsi agli standard europei, l'Albania dovrà ancora adottare misure importanti nel campo della politica regionale, il che vale in particolare per la mancanza di unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 2 e di una normativa coordinata uniforme per l'attuazione dei progetti di sviluppo regionale; |
76. |
deplora la forma ancora incerta della gestione finanziaria degli enti locali, considerate in particolare la possibilità di raccogliere risorse finanziarie come anche le limitate possibilità di spesa nonché la notevole lentezza nell'attuazione di misure di decentramento e autonomia amministrativa e del connesso trasferimento di competenze ai livelli substatali; |
77. |
osserva che, a tutti i livelli, il personale istruito a disposizione è ancora troppo esiguo perché si possano gestire in maniera efficiente i programmi UE; |
78. |
esorta a rafforzare l'ordinamento democratico albanese, per quanto concerne in particolare le istituzioni politiche e il dialogo tra i partiti, così da accrescere la stabilità politica del paese e consentire al governo di configurare in modo più efficiente la sua attività amministrativa, senza di che non è possibile effettuare le riforme necessarie, e al riguardo sottolinea l'assoluta necessità della partecipazione dell'opposizione al lavoro parlamentare; |
79. |
propone l'introduzione dell'elezione diretta dei consigli regionali e l'adozione di una nuova legge sulle autonomie locali; |
80. |
raccomanda, nell'ottica di un rafforzamento dei livelli regionale e locale, di riformare il ruolo dei prefetti, limitando così i loro poteri di controllo e giungendo a una definizione chiara delle loro responsabilità nei confronti dei consigli regionali; |
81. |
esorta a varare la riforma elettorale raccomandata dall'OSCE, onde assicurarsi che lo svolgimento delle elezioni di ogni livello sia in linea con gli standard europei e internazionali; prende atto del rapporto dell'OSCE e del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa secondo cui le elezioni comunali dell'8 maggio 2011 si sono svolte in maniera sostanzialmente trasparente, equa e tranquilla; chiede in particolare che si stabiliscano regole chiare sulla validità delle schede elettorali, ed auspica che i partiti politici tornino a confrontarsi in maniera equilibrata; |
82. |
richiama l'attenzione sui recentissimi scontri violenti, e si aspetta che l'Albania adotti con urgenza tutte le misure necessarie per assicurare la stabilità politica del paese a livello nazionale, regionale e locale; |
83. |
raccomanda vivamente di coinvolgere rappresentanti dei comuni in tutti i processi di negoziato con l'UE. |
Bosnia-Erzegovina
84. |
si rammarica che anche nel 2010 la Bosnia-Erzegovina abbia compiuto solo scarsi progressi nella realizzazione di riforme importanti e che, nonostante la sentenza della Corte di giustizia europea, non abbia rimediato all'incompatibilità fra la costituzione nazionale e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo; |
85. |
esorta quindi a provvedere senza indugio a una revisione costituzionale nonché ad un miglioramento dell'efficienza e del funzionamento delle istituzioni federali, in modo che il paese sia in grado di recepire, attuare ed applicare la normativa dell'UE; |
86. |
reputa inaccettabile che la Costituzione della Bosnia-Erzegovina preveda ancora che i cittadini che non dichiarano di appartenere ad una delle tre comunità etnico-religiose (bosgnacca, croata o serba) siano esclusi dalla candidatura alla presidenza e al Parlamento nazionali, e sottolinea la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo secondo cui le relative disposizioni sono incompatibili con i principi generali in materia di diritti dell'uomo; |
87. |
reputa importante che nel marzo 2010 il consiglio dei ministri abbia adottato un piano d'azione per l'attuazione della decisione della suddetta Corte e abbia istituito un gruppo di lavoro; deplora tuttavia il fatto che quest'ultimo non abbia finora raggiunto il benché minimo accordo; |
88. |
deplora il fatto che anche nelle ultime elezioni, svoltesi nel 2010, abbiano continuato ad esservi limitazioni del diritto di voto legate all'appartenenza etnico-religiosa e al luogo di residenza, in palese violazione dei principi democratici e del diritto alla parità di trattamento senza discriminazioni; |
89. |
constata con rammarico che i prerequisiti per la chiusura dell'Ufficio dell'Alto rappresentante - come l'equa ripartizione del patrimonio tra i livelli amministrativi statali e substatali - sono ancora lungi dall'essere soddisfatti, nonché il fatto che il lavoro degli organi esecutivi e legislativi di tutti i livelli statali sia in pratica ancora dettato esclusivamente dall'appartenenza etnico-religiosa e caratterizzato da una grave mancanza di coordinamento; |
90. |
si rammarica che la Bosnia-Erzegovina, non avendo ancora varato una legge in materia, sia l'unico paese che non partecipa al censimento europeo 2011; |
91. |
osserva che, riguardo al sistema giudiziario, sono stati compiuti dei piccoli passi avanti, ma che sono ancora necessari ulteriori miglioramenti a livello di entità federate e di cantoni; |
92. |
deplora il fatto che la lotta contro la corruzione abbia fatto registrare solo pochi passi avanti, che i procedimenti giudiziari per casi di corruzione siano estremamente lenti e che solo un piccolo numero di casi di alto profilo sia stato perseguito penalmente, anche a causa della carente attuazione delle norme giuridiche nonché dei problemi di coordinamento tra le entità; |
93. |
si rallegra del fatto che sia diminuito il numero delle scuole divise per comunità, e che nella maggior parte delle scuole sia stato introdotto un corso di studi novennale, ma giudica negativamente il fatto che, all'interno di una stessa scuola, persista la divisione degli alunni su base etnico-religiosa; |
94. |
deplora il fatto che la Bosnia-Erzegovina, sebbene riceva sostegno finanziario dall'IPA, non sia ancora stata in grado di realizzare nella misura necessaria le strutture necessarie per un'amministrazione decentrata dei fondi UE; |
95. |
richiama l'attenzione sui problemi specifici che si presentano nell'entità croato-bosgnacca laddove si sovrappongono le competenze dell'entità, dei cantoni e dei comuni, poiché finora non si è riusciti ad armonizzare la legislazione ai diversi livelli di governo; |
96. |
richiama con decisione l'attenzione sulle continue minacce poste soprattutto dall'entità serba all'unità territoriale dello Stato, delle sue istituzioni e dei suoi poteri, è fortemente critico riguardo ai recenti tentativi dell'entità serba di contestare mediante referendum la legittimità dell'Alto rappresentante e dei giudici dello Stato federale, e invoca un rafforzamento della competenza dello Stato federale in determinati ambiti e la creazione di uno spazio economico unitario, sollecitando a tal fine anche la disponibilità dei politici a livello cantonale e di entità a raggiungere un accordo provvisorio; |
97. |
osserva che le risorse delle autonomie locali sono attualmente estremamente limitate, che la questione della proprietà pubblica non è stata sufficientemente chiarita e che i criteri per l'esercizio dei diritti politici a livello regionale e locale, tuttora basati sull'appartenenza etnico-religiosa, necessitano urgentemente di una riforma; |
98. |
reputa particolarmente necessaria e urgente una riforma della proprietà pubblica a tutti i livelli; |
99. |
esorta i responsabili di tutti i livelli di governo a rafforzare la cooperazione transfrontaliera coi paesi vicini. |
Serbia
100. |
nota con soddisfazione che la Serbia ha continuato a portare avanti la propria agenda di riforme politiche e ha compiuto ancora significativi progressi per quanto riguarda la conformità ai criteri dell'accordo di stabilizzazione e associazione; osserva però che è necessario compiere ulteriori sforzi; |
101. |
nota con altrettanta soddisfazione che la Serbia ha compiuto passi importanti verso una riconciliazione dell'intera regione dei Balcani occidentali e continua a collaborare in maniera costruttiva con il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia; |
102. |
accoglie con grande favore l'avvio di colloqui diretti tra Serbia e Kosovo, come pure il fatto che sia già stato possibile raggiungere alcune piccole convergenze, e incoraggia entrambe le parti a proseguire nei colloqui in uno spirito costruttivo; |
103. |
si compiace per l'entrata in vigore, il 1o gennaio 2010, del nuovo statuto della provincia autonoma della Vojvodina, ma invita il governo serbo a dare al più presto attuazione ad alcune disposizioni dello statuto rimaste in sospeso, ad esempio in materia di trasferimento della proprietà pubblica alla provincia autonoma; |
104. |
esprime apprezzamento per le iniziative e gli sforzi, intensificatisi nel 2010, intesi a rafforzare il decentramento in Serbia; |
105. |
raccomanda con urgenza di includere dei rappresentanti della provincia autonoma di Vojvodina e dell'Assemblea delle città e dei comuni serbi nel comitato della Serbia che conduce i negoziati con l'UE; |
106. |
propone di adottare disposizioni di legge che obblighino il governo nazionale a consultare le istituzioni regionali e locali qualora siano toccati i loro interessi e le loro competenze; |
107. |
raccomanda di creare i presupposti normativi e gli incentivi per una più intensa comunicazione tra comuni, al fine di accrescere l'efficienza della funzione pubblica e garantire un uso più parsimonioso delle risorse disponibili; |
108. |
osserva che la Serbia ha ancora un numero estremamente elevato di profughi in attesa che si risolva la loro situazione, e che a tal fine vi è bisogno soprattutto di misure di ampio raggio a livello comunale. |
Montenegro
109. |
si rallegra nel constatare i buoni progressi compiuti dal Montenegro per quanto riguarda la conformità ai criteri politici e alle condizioni dell'accordo di stabilizzazione e associazione, ma osserva che sono necessari ulteriori sforzi; |
110. |
sottolinea l'importanza di un'amministrazione trasparente e affidabile a livello locale e di un ulteriore decentramento di competenze e risorse finanziarie; |
111. |
chiede l'approvazione della legge sull'ordinamento regionale e integrazioni alla legge sulle finanze locali; |
112. |
rivolge un pressante invito a migliorare la collaborazione fra il governo e i consigli delle minoranze, onde assicurare la rappresentanza di queste nella pubblica amministrazione, negli enti statali e in quelli locali; |
113. |
incoraggia il Montenegro a continuare a sviluppare le sue capacità amministrative in tutti i campi, in particolare a livello locale, ad accrescere la professionalità della funzione pubblica e a depoliticizzare la pubblica amministrazione. |
Kosovo
114. |
constata con soddisfazione che il processo di decentramento in Kosovo è progredito in misura evidente, la collaborazione con EULEX si è fatta più intensa, e si sono compiuti alcuni passi avanti anche nell'attuazione dell'agenda europea e della politica di riforma; |
115. |
invoca un completo e rapido chiarimento in merito alle accuse sollevate contro l'Alto rappresentante del Kosovo nella risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sulla base della relazione Marty; |
116. |
rileva con preoccupazione la grave mancanza di dialogo e riconciliazione fra le etnie e di tutela e integrazione delle minoranze, in particolare per quanto riguarda i serbi del Kosovo; |
117. |
osserva con grande preoccupazione le irregolarità, le illegalità e i brogli verificatisi durante le ultime elezioni e poi durante le elezioni suppletive, e ravvisa purtroppo in tutto ciò un chiaro sintomo di immaturità democratica dello Stato; |
118. |
incoraggia il Kosovo a portare avanti e completare il processo di decentramento e la riforma comunale, accoglie con favore l'insediamento, presso il ministero delle Autonomie locali, di un gruppo di lavoro dedicato al Nord del paese, e rammenta che il decentramento può essere realizzato soltanto con la partecipazione delle popolazioni locali; |
119. |
osserva con preoccupazione che nella zona di Mitrovica (Kosovo settentrionale) si sono ancora verificati scontri violenti proprio in concomitanza con le elezioni, e che finora non si è riusciti a pacificare le popolazioni che vivono in questa regione. |
Bruxelles, 1o luglio 2011
La presidente del Comitato delle regioni
Mercedes BRESSO