22.5.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 143/116


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa

COM(2011) 665 definitivo — 2011/0302 (COD)

2012/C 143/23

Relatore: HENCKS

Il Consiglio e il Parlamento europeo, rispettivamente in data 17 novembre e 13 dicembre 2011, hanno deciso, conformemente al disposto degli articoli 172 e 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa

COM (2011) 665 final – 2011/0302 (COD).

La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 3 febbraio 2012.

Alla sua 478a sessione plenaria, dei giorni 22 e 23 febbraio 2012 (seduta del 22 febbraio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 132 voti favorevoli e 3 astensioni.

Il presente parere fa parte di un pacchetto di cinque pareri predisposti dal CESE in merito al meccanismo per collegare l'Europa (CEF) e ai relativi orientamenti, pubblicati dalla Commissione europea nell'ottobre 2011. Nel pacchetto rientrano i pareri TEN/468 sul CEF (relatore: Hencks), TEN/469 sugli orientamenti per le reti transeuropee di telecomunicazioni (relatore: Longo), TEN/470 sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche (relatore: Biermann), TEN/471 sugli orientamenti per la rete transeuropea dei trasporti (relatore: Back) e TEN/472 sull'iniziativa prestiti obbligazionari (relatore: Duttine).

1.   Conclusioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) approva la proposta della Commissione europea di stanziare 50 miliardi di euro del prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020 per il miglioramento delle interconnessioni delle reti di trasporto, energia e comunicazioni digitali nell'UE. Approva inoltre il principio di istituire dei prestiti obbligazionari europei per il finanziamento di progetti infrastrutturali, capaci di produrre un effetto moltiplicatore attraverso la mobilitazione dei capitali pubblici e privati necessari per soddisfare esigenze d'investimento valutate a 1 000 miliardi di euro.

1.2

Una serie di investimenti mirati in queste infrastrutture essenziali contribuirà a un rilancio degli scambi, della crescita, della competitività e dell'occupazione, in un momento in cui l'Europa ne ha particolare bisogno.

1.3

Dato che il finanziamento tradizionale degli investimenti attraverso fondi pubblici si rivela sempre più difficile in tempi di crisi, il ricorso dell'UE a nuovi strumenti finanziari in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti rappresenta, pur con qualche riserva (cfr. il parere TEN/472), una soluzione complementare e innovativa per attrarre capitali dai fondi pensionistici, dalle assicurazioni e da altri soggetti presenti sul mercato dei capitali interessati ad investire in progetti a lungo termine.

1.4

Il CESE approva l'intenzione della Commissione di trovare, secondo le sue testuali parole, soluzioni innovative per mobilitare una quota maggiore del risparmio privato. Ritiene però che tali soluzioni non debbano concernere solo i grandi capitali bensì debbano essere concepite in modo tale da sensibilizzare anche i piccoli risparmiatori.

1.5

Tuttavia, l'importanza di assicurare investimenti sufficienti a creare reti d'infrastruttura adeguate, moderne, flessibili, sostenibili e accessibili (in particolare per i disabili) non può essere colta solo in termini monetari. Tali investimenti devono essere considerati anche nell'ottica della coesione sociale e territoriale e dal punto di vista dell'ambiente e della sicurezza dell'approvvigionamento.

1.6

Solo combinando i finanziamenti pubblici nazionali, regionali e locali e quelli privati con i fondi dell'UE sarà possibile raggiungere gli obiettivi prefissati in materia di interconnessione delle reti d'infrastruttura.

1.7

Pertanto, nella scelta dei progetti da cofinanziare, la Commissione, pur essendo orientata verso iniziative con un elevato valore aggiunto europeo, dovrà tener conto delle necessità dello sviluppo delle infrastrutture d'interesse nazionale o regionale.

1.8

Gli investimenti nelle infrastrutture presentano anche una serie di importanti aspetti relativi alla sicurezza sul piano sia nazionale che dell'UE, aspetti di cui occorre tenere conto al momento di concepire i progetti e di avviare i processi di approvazione. Essi costituiscono infatti i prerequisiti per la realizzazione concreta dell'integrazione nell'UE delle "isole" tuttora presenti sul suo territorio.

1.9

L'UE dovrà dunque continuare ad assegnare in maniera costante e proporzionale fondi agli Stati membri affinché possano combattere ogni frattura sociale e geografica in materia di accesso alle reti nazionali d'infrastruttura mediante i fondi strutturali europei.

1.10

Il CESE approva la proposta di gestire in modo centralizzato i progetti volti a collegare le reti transeuropee dei trasporti, dell'energia e delle infrastrutture digitali. Lo sfruttamento delle sinergie tra questi tre settori e il miglioramento delle regole operative, in particolare razionalizzando le procedure di concessione delle autorizzazioni applicabili ai progetti di interesse comune e riducendone i tempi di esecuzione, consentiranno di diminuire i costi e di potenziare l'efficacia dei progetti.

1.11

Il CESE invita gli Stati membri a sostenere le iniziative della Commissione in questo campo e a sensibilizzare i mercati dei capitali e gli altri investitori, invitandoli a partecipare attivamente al successo di questa azione.

2.   Introduzione

2.1

Nel quadro della proposta concernente il prossimo quadro finanziario pluriennale (2014-2020), la Commissione ha proposto misure concrete per promuovere infrastrutture europee integrate nei settori dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni digitali.

2.2

In Europa, negli ultimi dieci anni, le spese per le infrastrutture sono globalmente diminuite. Eppure gli investimenti mirati in materia rappresentano un elemento importante di ripresa dalla crisi economica e rivestono un'importanza cruciale per il futuro economico dell'Europa.

2.3

Per garantire lo sviluppo di tali infrastrutture e rispondere alle priorità fissate dalla nuova strategia per il mercato unico nel campo della crescita, la Commissione propone un nuovo strumento denominato "meccanismo per collegare l'Europa".

2.4

È evidente (e questo il CESE lo ha già sottolineato in diversi pareri) che reti stradali, ferroviarie ed elettriche, di vie navigabili e aeree, di trasporti multimodali, di oleodotti, gasdotti e comunicazioni elettroniche a banda larga, all'avanguardia del progresso, intelligenti, sostenibili e perfettamente interconnesse tra loro sono di vitale importanza per lo spazio economico integrato. Gli anelli mancanti e le strozzature nell'interconnessione delle reti europee causano gravi danni al completamento del mercato interno, creano profondi divari tra le regioni e rendono l'Europa dipendente dai paesi terzi, soprattutto in campo energetico.

2.5

Una serie di investimenti mirati in queste infrastrutture essenziali contribuirà al rilancio degli scambi, della crescita, della competitività e dell'occupazione, in un momento in cui l'Europa ne ha particolare bisogno.

2.6

Investire nei grandi progetti di reti d'infrastruttura significa però investire in progetti che, per loro natura, sono a lungo termine e necessitano di ingenti stanziamenti sul cui ritorno in termini economici gravano notevoli rischi (sottostima dei costi, sopravvalutazione dei livelli di traffico, rischi legati alla complessità della copertura finanziaria), soprattutto nella fase della costruzione di tali reti e nei primi tempi del loro funzionamento.

2.7

Dato che i bilanci pubblici a livello nazionale, locale o europeo da soli non potranno finanziare tali progetti, la Commissione propone un nuovo strumento finanziario, il meccanismo per collegare l'Europa, nonché alcuni orientamenti riveduti per i trasporti, l'energia e le TIC, al fine di attirare altri finanziamenti privati e pubblici, dando al tempo stesso ai progetti d'infrastruttura una certa credibilità e riducendone il profilo di rischio per gli investitori privati.

2.8

A tal fine la Commissione ha presentato una serie di proposte nei seguenti documenti:

la proposta di regolamento che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa (parere del CESE: TEN/468);

la proposta di regolamento che stabilisce i principi generali per la concessione di un contributo finanziario della Comunità nel settore delle reti transeuropee dei trasporti e dell'energia (parere del CESE: TEN/472);

la proposta di regolamento sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (parere del CESE: TEN/471);

la proposta di regolamento sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee (parere del CESE: TEN/470) e

la proposta di regolamento sugli orientamenti per le reti transeuropee di telecomunicazioni (parere del CESE: TEN/469).

3.   Contenuto della comunicazione sulle infrastrutture integrate europee e della proposta di regolamento che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa

3.1

Per accelerare gli investimenti nelle reti transeuropee dei trasporti, dell'energia e delle comunicazione digitali, e per mobilitare i finanziamenti necessari, tanto pubblici che privati, per il periodo 2014-2020 la Commissione propone di:

prevedere investimenti nelle reti europee d'interconnessione dell'ordine di +/- 1 000 miliardi di euro così ripartiti:

Energia

Elettricità

140 miliardi di euro

Gas

70 miliardi di euro

CO2

2,5 miliardi di euro

Petrolio

p.m.

Trasporti

(stradali, ferroviari, marittimi, vie navigabili e aeree)

 

500 miliardi di euro

dei quali 250 miliardi alla rete centrale;

una ripartizione delle esigenze di finanziamento in funzione dei diversi modi di trasporto sarà effettuata man mano che verranno approvati i progetti

Comunicazioni a banda larga

 

270 miliardi di euro

mettere a disposizione dei progetti d'investimento per l'interconnessione delle reti paneuropee la somma di 50 miliardi di euro, 40 miliardi provenienti dal bilancio dell'Unione e 10 miliardi provenienti dalla quota che il Fondo di coesione riserva alle infrastrutture di trasporto. La somma sarà così ripartita:

Energia

9,1 miliardi di euro

Trasporti

31,7 miliardi di euro

Telecomunicazioni/Digitale

9,2 miliardi di euro

cofinanziare progetti d'interconnessione transeuropei d'interesse comune, scelti dalla Commissione su proposta degli Stati membri, a tassi che variano tra il 20 % e il 75 % dei costi ammissibili, ma che in casi eccezionali possono arrivare anche all'80 % o addirittura al 100 %;

accrescere il potenziale di attrazione degli investimenti privati attraverso l'introduzione di prestiti obbligazionari per progetti infrastrutturali (project bond europei) al fine di ridurre il rischio per gli investitori terzi. Il bilancio dell'UE sarà dunque utilizzato per fornire alla Banca europea per gli investimenti (BEI) dei capitali destinati a coprire una parte del rischio da quest'ultima assunto quando cofinanzia i progetti ammissibili. Il bilancio dell'UE sarà pertanto una specie di garanzia affinché la BEI finanzi i progetti previsti, ma la BEI dovrà assumersi la parte di rischio rimanente;

Nel corso di una fase pilota (2013/2013) relativa ad un numero di progetti che varia tra 5 e 10, i fondi che la UE trasferirebbe alla BEI per un massimo di 230 milioni di euro, messi interamente a disposizione attraverso stanziamenti non utilizzati per i programmi d'investimento esistenti, dovrebbero, secondo le previsioni della Commissione, mobilitare altri investitori per una somma che potrebbe raggiungere i 4,6 miliardi di euro;

sfruttare al massimo le sinergie tra i programmi nei settori dell'energia, dei trasporti e delle TIC rispondendo, da un lato, all'esigenza di una strategia coerente e di una scelta dei progetti, da parte della Commissione, sulla base di criteri precisi e armonizzati e, dall'altro, alla necessità di un controllo e di un monitoraggio destinati a rendere i finanziamenti dell'UE ben mirati ed efficaci;

introdurre misure di semplificazione delle norme esistenti, in particolare l'allineamento degli indicatori agli obiettivi della strategia Europa 2020, la riduzione dei termini previsti per l'autorizzazione, una gestione centralizzata per i tre settori, l'eventuale creazione di un'agenzia esecutiva, la fissazione di criteri di aggiudicazione e di programmi annuali di lavoro comuni, la creazione di un comitato di coordinamento del meccanismo e infine l'attribuzione alla Commissione del potere di adottare atti delegati.

4.   Osservazioni generali

4.1

Il CESE sottoscrive le iniziative adottate dalla Commissione per promuovere e coordinare gli investimenti in progetti strategici con un valore aggiunto europeo e approva le proposte di soluzioni alternative al finanziamento tradizionale mediante sovvenzioni, presentate per il periodo 2014-2020.

4.2

Approva inoltre la proposta di un meccanismo di finanziamento, di una gestione centralizzata e di programmi di lavoro comuni per progetti di interconnessione delle reti transeuropee dei trasporti, dell'energia e delle infrastrutture digitali, a cura della stessa Commissione oppure, se necessario, con l'assistenza di un'agenzia esecutiva. Lo sfruttamento delle sinergie tra questi tre settori e il miglioramento delle regole operative, in particolare razionalizzando le procedure di concessione delle autorizzazioni applicabili ai progetti di interesse comune e riducendone i tempi di esecuzione, consentiranno di diminuire i costi e di potenziare l'efficacia dei progetti.

4.3

Il CESE sostiene dunque la proposta di dare la priorità ai progetti che presentano un valore aggiunto europeo e costituiscono un'esigenza per l'Europa stessa, al fine di collegare le reti transeuropee alle reti d'infrastruttura degli Stati membri. Tuttavia desidera far presente che, nello spirito della coesione sociale e territoriale, l'Unione dovrà continuare a concedere in maniera costante e proporzionale finanziamenti agli Stati membri affinché questi ultimi possano lottare contro ogni frattura sociale e geografica in materia di accesso alle reti nazionali d'infrastruttura e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento utilizzando i fondi strutturali.

4.4

Il CESE fa notare che la necessità di disporre di reti d'infrastruttura adeguate, moderne, flessibili, sostenibili e accessibili (in particolare per i disabili) non può essere colta solo in termini monetari: tali investimenti sono essenziali anche nell'ottica della coesione sociale e territoriale nonché dal punto di vista della tutela dell'ambiente, aspetto di cui la Commissione deve tenere conto nella selezione dei progetti da cofinanziare.

4.5

Gli investimenti nelle infrastrutture presentano anche una serie di importanti aspetti relativi alla sicurezza sul piano sia nazionale che dell'UE, aspetti di cui occorre tenere conto al momento di concepire i progetti e di avviare i processi di approvazione. Essi costituiscono infatti i prerequisiti per la realizzazione concreta dell'integrazione nell'UE delle "isole" tuttora presenti sul suo territorio.

4.6

Il contributo finanziario di 50 miliardi di euro assicurato dell'Unione, pur essendo significativo, rappresenta soltanto una parte minima delle esigenze d'investimento individuate dalla Commissione.

4.7

Ad ogni modo, la maggior parte degli investimenti dovrà essere effettuata dagli Stati membri e dagli investitori privati. Il contributo finanziario dell'Unione servirà da "capitale d'avviamento", destinato ad incoraggiare gli Stati membri e il mercato ad investire maggiormente.

4.8

Tuttavia, i problemi di bilancio e il necessario risanamento delle finanze pubbliche spingono la maggior parte degli Stati membri a prevedere una riduzione o una sospensione dei loro programmi d'investimento, e questo avrà certamente un'influenza negativa sul flusso di capitali provenienti da fonti private.

4.9

Solo combinando i finanziamenti pubblici nazionali e locali e quelli privati con i fondi europei sarà possibile raggiungere gli obiettivi prefissati in materia di reti d'infrastruttura.

4.10

Gli investimenti nelle infrastrutture dovranno contribuire a promuovere il passaggio ad un'economia e a una società a basse emissioni di CO2.

4.11

Conformemente all'impegno della Commissione di integrare gli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare quelli relativi al cambiamento climatico, nei programmi dell'Unione e di assegnare almeno il 20 % del bilancio dell'UE alla loro realizzazione, il CESE approva l'iniziativa della Commissione stessa di utilizzare il bilancio dell'UE per operare investimenti e per generare un effetto moltiplicatore che consenta di mobilitare capitali privati. Al fine di ridurre i rischi normativi e i costi del capitale per gli investitori terzi che cercano possibilità d'investimento a lungo termine, e considerando che il finanziamento tradizionale degli investimenti attraverso fondi pubblici si rivela sempre più difficile in questi tempi di crisi, il ricorso ad uno strumento finanziario innovativo da parte dell'UE in stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti rappresenta, pur con qualche riserva (cfr. il parere TEN/472), una soluzione complementare e innovativa per attrarre capitali dai fondi pensionistici, dalle assicurazioni e da altri soggetti sul mercato dei capitali interessati ad investire in progetti europei a lungo termine.

4.12

Il CESE approva l'intenzione della Commissione di trovare, secondo le sue testuali parole, soluzioni innovative per mobilitare una quota maggiore del risparmio privato. Ritiene tuttavia che tali soluzioni non debbano concernere solo i grandi capitali, ma debbano essere concepite in modo tale da sensibilizzare anche i piccoli risparmiatori.

4.13

In mancanza di un'altra soluzione possibile, il CESE non può fare altro che deplorare le resistenze, o addirittura l'opposizione di taluni Stati membri nei confronti dei prestiti obbligazionari per progetti infrastrutturali, e si augura che la fase pilota, prevista per il periodo 2012-2013, in cui verranno utilizzati fino a 230 milioni di euro dell'attuale bilancio dell'UE, possa incoraggiare i mercati dei capitali, i fondi pensionistici, le compagnie assicurative, ecc. ad investire sul lungo termine dimostrando così la fondatezza delle misure previste.

Bruxelles, 22 febbraio 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


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