5.7.2019 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 228/24 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo su «Una democrazia resiliente grazie a una società civile forte e pluralistica»
(Parere d’iniziativa)
(2019/C 228/04)
Relatore: Christian MOOS
Consultazione |
12.7.2018 |
Base giuridica |
Articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno Parere d’iniziativa |
Sezione competente |
Occupazione, affari sociali, cittadinanza |
Adozione in sezione |
6.3.2019 |
Adozione in sessione plenaria |
20.3.2019 |
Sessione plenaria n. |
542 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
145/5/2 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
In Europa importanti forze politiche, principalmente ma non esclusivamente movimenti e partiti di estrema destra, alcuni dei quali sono già al governo, stanno indebolendo la democrazia liberale e intendono distruggere l’Unione europea. |
1.2. |
Una società civile pluralistica, quale elemento distintivo di una democrazia liberale, si basa sulle libertà civili, che sono minacciate da tendenze autoritarie, e deve svolgere un ruolo fondamentale nel salvaguardare la democrazia liberale in Europa. |
1.3. |
Una democrazia liberale richiede, tra l’altro, la garanzia dei diritti fondamentali, un potere giudiziario indipendente, un sistema funzionante di bilanciamento dei poteri, un’amministrazione pubblica esente da corruzione con servizi di interesse generale ben gestiti e una società civile dinamica. |
1.4. |
Una società civile indipendente rappresenta un fondamentale organismo di controllo democratico e una scuola di democrazia, e rafforza la coesione sociale. Tuttavia, può espletare tali funzioni solo se il quadro sociale, politico e giuridico lo consente. I tentativi di ostacolare il finanziamento da parte di fonti non statali limitano la libertà di associazione e il funzionamento della democrazia. |
1.5. |
La società civile e la democrazia sono minacciate in molti ambiti e i populisti di destra stanno mettendo in discussione le conquiste del movimento di liberazione delle donne. |
1.6. |
La polarizzazione della società si riflette altresì nell’emergere di una «società incivile». Correnti di pensiero populiste trovano sempre più spesso eco presso soggetti presenti da tempo all’interno di istituzioni nazionali e sovranazionali. |
1.7. |
Elementi autoritari, anche provenienti da paesi terzi, sostengono questa tendenza a una «democrazia illiberale», con la conseguenza di una riduzione della libertà dei media e di una maggiore corruzione in Europa. |
1.8. |
Nell’Unione europea manca tuttora un meccanismo adeguato per garantire l’efficace salvaguardia della democrazia e dello Stato di diritto negli Stati membri. |
1.9. |
Il CESE invita tutti gli Stati membri ad astenersi da ogni tentativo di istituire una «democrazia illiberale». Qualora alcuni Stati membri cedano all’autoritarismo, l’Unione europea dovrà applicare appieno le disposizioni del trattato. |
1.10. |
I partiti che si oppongono alla democrazia liberale dovrebbero essere esclusi dai rispettivi partiti politici a livello europeo e dai gruppi politici in seno al Parlamento europeo. |
1.11. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ribadisce il proprio invito a istituire un semestre della democrazia che preveda un meccanismo europeo di controllo dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali e un quadro di valutazione della democrazia. |
1.12. |
Il Comitato ritiene che sia opportuno prendere in considerazione misure economiche correttive in caso di inosservanza dell’articolo 2 del trattato sull’Unione europea (TUE). |
1.13. |
Per quanto concerne la protezione del bilancio dell’UE in caso di carenze riguardanti lo Stato di diritto, i tagli non devono andare a discapito dei beneficiari degli aiuti della società civile. |
1.14. |
Il CESE propone che il nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) presenti sufficiente flessibilità per consentire un maggiore sostegno alle organizzazioni della società civile, qualora i governi nazionali ne riducano o blocchino i finanziamenti per motivi politici. |
1.15. |
Il CESE sottolinea che le organizzazioni della società civile e le iniziative che ricevono finanziamenti dell’Unione europea nell’ambito del nuovo QFP devono assumere un chiaro impegno a favore dei valori europei. |
1.16. |
Il CESE invita i legislatori dell’UE a ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi, segnatamente per le piccole iniziative e organizzazioni. |
1.17. |
Il Comitato invita la Commissione a investire maggiormente nello sviluppo delle capacità per la società civile, a rafforzare le reti di cooperazione transfrontaliera e a fornire migliori informazioni in merito agli strumenti di sostegno esistenti. La Commissione dovrebbe avanzare proposte di norme minime che consentano di abbinare l’attività professionale e il volontariato nell’ambito delle attività della società civile. |
1.18. |
Il CESE è favorevole all’invito del Parlamento a presentare una proposta per la creazione di uno statuto europeo per le mutue, le associazioni e le fondazioni, o propone di istituire, quale primo passo, un sistema alternativo di accreditamento interistituzionale formale. |
1.19. |
Il CESE ritiene che sarebbe utile svolgere un’analisi del mancato seguito riservato alla questione e prendere in considerazione, al tempo stesso, l’idea di un accreditamento interistituzionale, ossia di una sorta di «marchio»per le ONG. Il Comitato dovrebbe esplorare questa possibilità. |
1.20. |
Il CESE invita gli Stati membri a introdurre misure di sostegno alle organizzazioni della società civile, senza che ciò sia di pregiudizio ai servizi pubblici né alla giustizia fiscale. |
1.21. |
Il CESE invita le istituzioni dell’UE a rafforzare ulteriormente la democrazia partecipativa. |
1.22. |
Il CESE auspica che tutti gli attori si adoperino a favore di politiche europee volte a migliorare concretamente la vita delle persone. |
1.23. |
I responsabili politici nazionali ed europei devono affrontare questioni sociali urgenti e garantire la sostenibilità sociale con sistemi d’istruzione inclusivi, una crescita inclusiva, un settore industriale competitivo e innovativo, mercati del lavoro ben funzionanti, una tassazione equa e giusta nonché servizi pubblici e sistemi di sicurezza sociale efficienti. |
1.24. |
Al fine di difendere i valori europei fondamentali, sono necessarie parti sociali forti e una società civile in tutta la sua diversità. |
2. Definizioni
2.1. |
Le «democrazie liberali»sono sistemi di governance che uniscono la democrazia e il liberalismo costituzionale, il quale limita il potere della maggioranza di governo garantendo le libertà politiche individuali. Esse sono democrazie rappresentative con sistemi multipartitici e società civili pluralistiche, in cui i sistemi di bilanciamento dei poteri («checks and balances»), ivi compreso un potere giudiziario indipendente, esercitano il controllo degli organi governativi e nei quali è garantita la libertà dei media. Ogni persona fisica e giuridica è soggetta in egual misura allo Stato di diritto. Le democrazie liberali rispettano e tutelano le minoranze e garantiscono i diritti civili (segnatamente il diritto di voto attivo e passivo), le libertà civili (ad esempio la libertà di associazione), i diritti umani e le libertà fondamentali. |
2.2. |
Una democrazia liberale ben funzionante è un sistema politico che consente di chiamare le autorità pubbliche a rispondere sempre del loro operato, e che favorisce l’espressione e la partecipazione dei cittadini e degli organismi intermediari cui essi partecipano, in tutti gli spazi civici. |
2.3. |
Una «democrazia partecipativa», complementare alla democrazia rappresentativa, necessita di organismi intermediari (sindacati, ONG, reti professionali, associazioni settoriali ecc.) per coinvolgere i cittadini e aiutarli a far proprie, in modo generalizzato e civico, le questioni europee e la costruzione di un’Europa più equa, più solidale e più inclusiva. |
2.4. |
Le «democrazie illiberali»sono sistemi politici in cui si svolgono, sì, consultazioni elettorali, ma in cui non è istituito il liberalismo costituzionale. I leader eletti democraticamente limitano i diritti e le libertà civili e la tutela delle minoranze. Il sistema di bilanciamento dei poteri e l’indipendenza del sistema giudiziario e dei media sono indeboliti al fine di privare di limitazioni e controlli costituzionali la sovranità assoluta della maggioranza di governo. |
2.5. |
Una «società civile»pluralistica che rispetti i principi di democrazia e liberalismo costituzionale rappresenta un elemento fondamentale delle democrazie liberali. I singoli cittadini pubblicamente impegnati nelle organizzazioni della società civile o in forme di partecipazione informali costituiscono la società civile, che funge da «corpo intermedio»tra lo Stato e i cittadini. Oltre a esprimere gli interessi dei cittadini, a fornire competenze tecniche durante i processi legislativi e a chiamare a rispondere i responsabili politici del loro operato, la società civile contribuisce allo sviluppo delle comunità ed espleta una funzione integrativa rafforzando la coesione sociale e creando un’identità. Inoltre, un ampio spettro di organizzazioni della società civile, più in particolare le parti sociali, si dedica ad attività pratiche non commerciali e persegue obiettivi filantropici o altri obiettivi di interesse generale, comprese forme di assistenza reciproca. |
2.6. |
Sebbene una società civile dinamica sia fondamentale per il funzionamento delle democrazie liberali, anche i suoi oppositori si impegnano a livello politico in organizzazioni formali o in forme di partecipazione informali. Tale «società incivile»non rispetta i principi di democrazia e liberalismo costituzionale, ma promuove il concetto di «democrazia illiberale». Essa si avvale dei diritti di partecipazione politica al fine di sopprimere il sistema consolidato di bilanciamento dei poteri, lo Stato di diritto e l’indipendenza del potere giudiziario, oltre che di limitare la libertà dei media. Mira inoltre a limitare i diritti e le libertà civili e la tutela delle minoranze. Anziché avere un ruolo complementare a quello della società tout court e rafforzare la coesione sociale, la società incivile promuove una concezione nazionalista esclusiva della società che esclude molti cittadini, segnatamente le minoranze. |
2.7. |
Il «populismo»è un’ideologia che poggia su basi piuttosto fragili, secondo cui esiste un popolo omogeneo con una volontà coesa, di cui i populisti sostengono di essere gli unici e autentici rappresentanti. Sebbene sia privo di una chiara definizione di popolo, il populismo «fabbrica»nemici e oppositori del popolo stesso, ad esempio l’élite, e afferma che essi ostacolano la reale volontà del popolo. I populisti portano i dibattiti politici su un piano emotivo al fine di creare timori e paure. |
3. Contesto
3.1. |
La democrazia è minacciata dal populismo, al momento principalmente da partiti e movimenti di estrema destra, i quali indeboliscono la democrazia liberale, i diritti fondamentali e lo Stato di diritto, tra cui la tutela delle minoranze, il sistema di bilanciamento dei poteri e i chiari limiti al potere politico. |
3.2. |
In alcuni Stati membri questi gruppi sono attualmente al governo. Ovunque siano, essi sostengono di rappresentare la «reale»volontà del popolo contro le «élite». Essi fanno false promesse, negano le sfide politiche, ad esempio quella dei cambiamenti climatici, e intendono distruggere il progetto europeo e le sue realizzazioni. |
3.3. |
Il CESE rileva che alcuni cittadini si rivolgono a populisti ed estremisti perché disillusi, anche se non sostengono necessariamente in toto i programmi politici dei populisti. L’aumento delle disuguaglianze in termini di ricchezza e di reddito, nonché la povertà, offrono ai gruppi di destra un terreno fertile per promuovere il nazionalismo come risposta alla globalizzazione. |
3.4. |
Nonostante sfide autoritarie ed economiche come quella posta dalle disuguaglianze, l’Europa è tuttora un leader della democrazia liberale nel mondo, ammirata da molte persone che vivono in sistemi autocratici. |
3.5. |
Una società civile pluralistica rappresenta uno degli elementi distintivi della democrazia liberale ed è alla base di qualsiasi accordo costituzionale che si fondi sulle libertà civili e sullo Stato di diritto. Il CESE ha istituito un gruppo di studio temporaneo Diritti fondamentali e Stato di diritto per difendere tali principi, poiché ritiene che una società civile aperta e le libertà civili siano attualmente minacciate da tendenze autoritarie. Ciò avviene perché la libertà e una società civile aperta sono incompatibili con l’idea di «democrazia illiberale o controllata». |
3.6. |
Il CESE ritiene che la società civile debba svolgere un ruolo fondamentale nel salvaguardare la democrazia liberale in Europa. Solo una società civile forte e pluralistica può difendere la democrazia e la libertà e preservare l’Europa dalle tentazioni dell’autoritarismo. |
3.7. |
Una società civile indipendente forte e pluralistica costituisce di per sé un valore in tutte le democrazie. Le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo fondamentale nella promozione dei valori europei, nell’aiutare le comunità a organizzarsi e nel mobilitare i cittadini per il bene pubblico. |
3.8. |
Il CESE osserva una tendenza a nutrire minore fiducia nell’UE in tutto il continente, unita all’aumento delle tensioni nei confronti delle minoranze, alla xenofobia, all’aumento dei livelli di corruzione, al nepotismo e a istituzioni democratiche deboli in alcuni paesi. In questa situazione, le ONG sono spesso l’unica linea di difesa in quanto propugnano e promuovono i valori fondamentali del progetto europeo, quali il rispetto dei diritti umani, la libertà, la tolleranza e la solidarietà. |
3.9. |
L’articolo 11 TUE invita le istituzioni europee a mantenere relazioni con gli attori della società civile, in particolare con le associazioni. |
3.10. |
La densità del panorama delle associazioni e la loro pertinenza nel dialogo civile sono indicatori della qualità della vita democratica in un dato paese. Le funzioni sociali e civiche delle associazioni sono essenziali per una democrazia pienamente funzionante, in particolare in questo periodo di disillusione. |
3.11. |
Il CESE sottolinea che forme di impegno civico che utilizzano in maniera impropria i diritti di partecipazione politica al fine di sopprimere la democrazia, le garanzie offerte dallo Stato di diritto e l’indipendenza del potere giudiziario non fanno parte della società civile. |
4. Il contributo della società civile alla democrazia
4.1. |
I cittadini dell’Unione europea possono esercitare il loro diritto alla partecipazione democratica non solo attraverso i loro diritti elettorali attivi e passivi, ma anche attraverso le attività della società civile. Le organizzazioni intermediarie del CESE, nonché le reti europee delle organizzazioni della società civile, come ad esempio «Civil Society Europe», sono i loro principali forum di rappresentanza a livello dell’UE. |
4.2. |
Solo la garanzia di libertà individuali, in particolare la libertà di espressione, di informazione, di riunione e di associazione, e la loro effettiva applicazione possono fornire le basi di una democrazia pluralistica e della partecipazione politica individuale. |
4.3. |
Un potere giudiziario indipendente è il garante dello Stato di diritto, dei diritti umani e fondamentali e del diritto alla partecipazione politica. Tuttavia, l’indipendenza del potere giudiziario è minacciata in alcune parti dell’Europa. Sono attualmente in corso azioni legali nei confronti della Polonia e dell’Ungheria per violazione dello Stato di diritto (1). |
4.4. |
Un potere giudiziario indipendente rientra tra i «pesi e contrappesi»che evitano il predominio permanente di un gruppo politico su qualsiasi settore della società. In particolare, le norme che disciplinano il processo decisionale politico non possono essere modificate in modo tale da escludere in maniera permanente qualsiasi individuo dai processi decisionali. |
4.5. |
Allo stesso modo, un’amministrazione pubblica esente da corruzione con servizi ben gestiti di interesse generale, che rispetta e osserva i diritti fondamentali e in cui i funzionari hanno il diritto di contestare istruzioni illegittime, è essenziale per qualsiasi accordo costituzionale basato sulla libertà e sullo Stato di diritto. |
4.6. |
Una democrazia liberale funzionante necessita inoltre di cittadini che, grazie al loro impegno civico, contribuiscano a una società basata sulla tolleranza, sulla non discriminazione, sulla giustizia e sulla solidarietà. Ciò richiede una società civile dinamica in cui i cittadini partecipino volontariamente all’azione civica. Le loro attività volontarie si basano sui diritti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Allo stesso tempo, essi sono garanti dei valori espressi nella Carta. |
4.7. |
Nelle democrazie liberali, una società civile indipendente è fondamentale nel vigilare sulle istituzioni politiche e nel chiamarle a rispondere del loro operato, nonché nel garantire che gli attori politici forniscano una motivazione adeguata delle loro decisioni. Monitorando in maniera critica i processi decisionali e valutando l’attuazione delle decisioni politiche e delle politiche pubbliche in generale, la società civile crea trasparenza e contribuisce con le sue competenze specifiche a una migliore governance. |
4.8. |
La società civile è una scuola di democrazia, in quanto consente la partecipazione politica e l’educazione civica, che è complementare all’istruzione pubblica. |
4.9. |
Parallelamente, l’istruzione pubblica ha altresì un ruolo fondamentale nell’insegnare i valori democratici e l’educazione civica, consentendo ai giovani di impegnarsi nella società civile e di esercitare i loro diritti e libertà civili. |
4.10. |
La società civile svolge una funzione integrativa e di sviluppo delle comunità, rafforzando la coesione sociale e creando un’identità. In particolare, essa deve responsabilizzare i cittadini affinché esercitino i loro diritti, contribuendo quindi a creare una comunità europea di cittadini. |
4.11. |
Il CESE sottolinea che le iniziative e le organizzazioni della società civile possono espletare tali funzioni solo se il quadro sociale, politico e giuridico lo consente. |
5. Attuali minacce
5.1. |
Il CESE ritiene che gruppi politici estremisti minaccino attualmente la società civile europea in molti ambiti. I risultati delle elezioni in quasi tutti gli Stati membri indicano chiaramente un crescente sostegno a tali gruppi e una perdita di fiducia nelle istituzioni democratiche da parte di alcuni cittadini. |
5.2. |
All’estrema destra dello spettro politico i gruppi populisti ed estremisti stanno guadagnando forza e stanno tentando, con successo crescente, di rendere il razzismo e la xenofobia accettabili in Europa e di distruggere la coesione sociale. |
5.3. |
Gli estremisti e i populisti di destra stanno mettendo in discussione le conquiste del movimento di liberazione delle donne facendo leva su una concezione reazionaria della famiglia, e inoltre si oppongono alla parità di genere e promuovono l’omofobia. |
5.4. |
La polarizzazione della società si riflette altresì nell’emergere di una «società incivile». Un numero sempre maggiore di ONG e di forme di impegno civico promuove l’esclusione di parti della società. Esse non condividono i valori europei di cui all’articolo 2 TUE, soprattutto i diritti umani e lo Stato di diritto, e promuovono, di contro, un ordine politico non democratico alternativo. |
5.5. |
Sotto l’influenza dell’anonimato di Internet e dei social media come pure delle campagne di disinformazione, la cultura del dibattito politico e sociale sta cambiando e diventando sempre più volgare, aggressiva e divisiva. Alla luce di tale scenario, gli sforzi degli attori europeisti nel comunicare valori europei al pubblico non sono sostanzialmente riusciti a porre rimedio alla crisi del progetto europeo in termini di comunicazione. |
5.6. |
I politici moderati aderiscono sempre di più a correnti di pensiero populiste, come dimostrato dalla Brexit. I rappresentanti della «democrazia illiberale»stanno ottenendo un accesso sempre maggiore alle istituzioni nazionali e sovranazionali, il che offre loro una piattaforma per diffondere ancor di più le loro idee. |
5.7. |
I governi autoritari dei paesi terzi sostengono l’ascesa di attori populisti ed estremisti in Europa e incoraggiano il cambiamento della cultura del dibattito nei media tradizionali e su Internet con finanziamenti e disinformazione mirata intesi a minare la stabilità dell’UE. |
5.8. |
Il CESE è profondamente preoccupato per il fatto che una trasformazione dei sistemi politici in Europa sia iniziata con una tendenza verso la «democrazia illiberale». Le riforme in alcuni Stati membri sono concepite per ostacolare la partecipazione effettiva di tutti i cittadini alle decisioni politiche e le condizioni generali garantite giuridicamente per la società civile vengono svuotate di contenuto. |
5.9. |
Per poter svolgere la propria funzione di organismo di controllo delle istituzioni politiche, la società civile deve disporre delle risorse necessarie. I tentativi di ostacolare il finanziamento da parte di fonti non statali limitano la libertà di associazione e il funzionamento della democrazia. |
5.10. |
Preoccupa in particolare la tendenza negativa verso una minore libertà dei media osservata in Europa negli ultimi cinque anni. Le deboli basi economiche dei media indipendenti, la perdita di autonomia istituzionale delle emittenti pubbliche o il fatto che si sia consentita la creazione di monopoli dei mezzi di informazione privati, in particolare quelli controllati da politici di governo, mettono a rischio il quarto potere. |
5.11. |
In particolare l’intreccio degli interessi politici e commerciali aumenta il rischio che la corruzione rappresenta per la democrazia. L’assenza di progressi nella lotta alla corruzione in Europa dovrebbe essere esaminata in modo critico. La situazione è aggravata dal notevole peggioramento in alcuni Stati membri. |
5.12. |
Il valore dell’Unione europea per la democrazia liberale è innegabile. Nell’Europa unita lo Stato di diritto ha sostituito il principio del diritto del più forte. Nell’Unione europea manca tuttora un meccanismo adeguato inteso a garantire l’efficace salvaguardia della democrazia e lo Stato di diritto nei suoi Stati membri. Nonostante - o forse proprio a causa di - tale punto debole, l’Unione europea rappresenta la prima linea di difesa della democrazia liberale in Europa. |
6. Azioni raccomandate per il rafforzamento di una società civile resiliente in Europa
Il CESE incoraggia tutti gli Stati membri a rispettare i valori dell’UE, come previsto dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea (TUE), e ad astenersi da ogni tentativo di istituire una «democrazia illiberale». Una società civile pluralistica e resiliente può esistere e svolgere il proprio ruolo nel tutelare la democrazia soltanto se la partecipazione alla politica non mette in pericolo i cittadini. Tuttavia, qualora gli Stati membri cedano all’autoritarismo, l’UE deve applicare appieno gli attuali strumenti giuridici, ad esempio le procedure di infrazione e il quadro per lo Stato di diritto del 2014.
6.1. |
Occorre comunicare molto chiaramente agli Stati membri che nell’Unione europea è inaccettabile abbandonare la democrazia e lo Stato di diritto. |
6.2. |
Il CESE richiama l’attenzione sulla procedura di cui all’articolo 7 TUE, che consente al Consiglio, in caso di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all’articolo 2 TUE, di sospenderne i diritti di voto in seno al Consiglio. |
6.3. |
Il CESE ribadisce il proprio invito, rivolto in collaborazione con il Parlamento europeo, a lanciare un semestre della democrazia e ad istituire un meccanismo europeo di controllo dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali (2). Il CESE propone l’istituzione di un quadro di valutazione della democrazia che rifletta, tra l’altro, le condizioni quadro per l’attività della società civile e conduca a raccomandazioni specifiche di riforma. |
6.4. |
I partiti che si oppongono alla democrazia dovrebbero essere esclusi dal rispettivo partito politico a livello europeo e dal loro gruppo politico in seno al Parlamento europeo. |
6.5. |
Il CESE ritiene che sia opportuno prendere in considerazione un meccanismo in base al quale la mancata attuazione delle raccomandazioni di riforma possa condurre a misure economiche correttive. |
6.6. |
Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di «rafforzare la protezione del bilancio dell’UE dai rischi finanziari connessi a carenze generalizzate negli Stati membri riguardanti lo Stato di diritto» (3) come un passo nella direzione giusta. |
6.7. |
Il rifiuto dell’assegnazione dei fondi nell’ambito del nuovo meccanismo non deve andare a discapito dei beneficiari degli aiuti della società civile, che dovrebbero ricevere sostegno direttamente dal livello dell’UE. |
6.8. |
Il CESE critica, tuttavia, l’attenzione esclusiva posta dal meccanismo sulla sana gestione finanziaria. Il Comitato chiede di elaborare disposizioni che rendano possibile avviare procedimenti in caso di carenze in termini di democrazia e Stato di diritto che non sono direttamente connesse alla sana gestione finanziaria. |
6.9. |
Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione europea di creare un nuovo cluster nel prossimo QFP dal titolo «Investire nelle persone, nella coesione sociale e nei valori»quale contributo al rafforzamento della resilienza della società civile europea. Si compiace, in particolare, della creazione di un nuovo Fondo per la giustizia, i diritti e i valori, su cui il CESE ha formulato un parere (4). |
6.10. |
Il CESE propone inoltre che il nuovo QFP presenti sufficiente flessibilità per consentire alla Commissione di aumentare il sostegno alle organizzazioni della società civile, qualora i governi nazionali ne riducano o blocchino i finanziamenti per motivi politici. Tale finanziamento aggiuntivo non dovrebbe comportare la sostituzione dei finanziamenti nazionali nel lungo termine, ma dovrebbe, ove possibile, essere accompagnato da una riduzione compensativa del sostegno erogato allo Stato membro in questione in altri ambiti. |
6.11. |
Il CESE sottolinea inoltre che le organizzazioni della società civile e le iniziative che ricevono finanziamenti dell’Unione europea nell’ambito del nuovo QFP devono assumere un chiaro impegno a favore dei valori europei di cui all’articolo 2 TUE. Le organizzazioni che sostengono l’abolizione della democrazia o dello Stato di diritto, il razzismo o la xenofobia dovrebbero essere escluse dal sostegno. |
6.12. |
In considerazione del mutevole atteggiamento partecipativo dei cittadini e del numero crescente di iniziative informali e spontanee, il CESE invita le autorità legislative dell’UE a ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi associati alle procedure di candidatura, di attuazione e contabili dei progetti sostenuti dall’Unione e a mettere a disposizione particolari strumenti di sostegno per le piccole iniziative e organizzazioni. |
6.13. |
Il CESE invita la Commissione europea a fornire migliori informazioni sugli strumenti di sostegno esistenti per la società civile, che dovrebbero essere destinati, in particolare, alle parti interessate nelle regioni periferiche degli Stati membri. |
6.14. |
Al fine di migliorare il rispetto delle condizioni di ammissibilità al sostegno e i principi della sana gestione finanziaria da parte degli attori della società civile, il CESE invita la Commissione europea ad aumentare gli investimenti nello sviluppo delle capacità per la società civile. |
6.15. |
Il CESE propone la creazione o il rafforzamento di strumenti per l’istituzione di reti transfrontaliere della società civile. |
6.16. |
Il CESE invita gli Stati membri a introdurre misure di sostegno alle organizzazioni della società civile, senza che ciò sia di pregiudizio ai servizi pubblici né alla giustizia fiscale. Una misura di questo tipo, ad esempio, tenendo conto della capacità contributiva delle ONG, potrebbe consentire una limitata possibilità di dedurre dall’imponibile fiscale le quote di socio/membro e di sostenitore di una ONG. |
6.17. |
Il CESE invita la Commissione a formulare proposte per migliorare l’attuazione della direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza (5) al fine di valorizzare il volontariato e l’impegno civico nella vita professionale. |
6.18. |
Il CESE sostiene l’invito del Parlamento alla Commissione a presentare una proposta per la creazione di uno statuto europeo per le mutue, le associazioni e le fondazioni (6). Uno statuto giuridico europeo complementare o un sistema alternativo di accreditamento interistituzionale formale quale primo passo aiuterebbe le organizzazioni della società civile che non dispongono più di sufficiente protezione giuridica nei rispettivi Stati membri. |
6.19. |
Il CESE ritiene che sarebbe utile svolgere un’analisi del mancato seguito riservato alla questione e prendere in considerazione, al tempo stesso, l’idea di un accreditamento interistituzionale, ossia di una sorta di «marchio»per le ONG. Il Comitato dovrebbe esplorare questa possibilità. |
6.20. |
Il CESE invita le istituzioni dell’UE ad attuare le disposizioni dell’articolo 11 TUE e a rafforzare ulteriormente la democrazia partecipativa a livello dell’Unione tramite il coinvolgimento delle associazioni rappresentative e della società civile, passando dalla consultazione a un vero e proprio dialogo. |
6.21. |
Per far sì che i cittadini non perdano la fiducia nelle istituzioni europee, è importante che la politica dell’UE realizzi miglioramenti concreti nella vita quotidiana dei cittadini stessi e che questi ne siano consapevoli. |
6.22. |
Una società civile resiliente necessita di un solido contesto sociale. I responsabili politici nazionali ed europei devono affrontare tale questione e garantire la sostenibilità sociale con sistemi d’istruzione inclusivi, una crescita inclusiva, un settore industriale competitivo e innovativo, mercati del lavoro ben funzionanti, una tassazione equa e giusta nonché servizi pubblici e sistemi di sicurezza sociale efficienti. In caso contrario, conflitti o disordini civili e l’astensionismo elettorale o l’aumento dell’estremismo indeboliranno le fondamenta della democrazia liberale. I diritti sociali ed economici sono indissociabili dai diritti civili e politici. |
6.23. |
L’esistenza di parti sociali forti, in quanto pilastri alla base della società civile, riveste un’importanza fondamentale per la stabilizzazione delle democrazie europee. Tuttavia, al fine di difendere i valori europei fondamentali, è necessaria una società civile in tutta la sua diversità. |
Bruxelles, 20 marzo 2019
Il Presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Luca JAHIER
(1) Ad esempio causa C-619/18, Commissione contro Polonia; causa in corso: C-78/18 Commissione/Ungheria.
(2) GU C 34 del 2.2.2017, pag. 8.
(3) GU C 62 del 15.2.2019, pag. 173.
(4) GU C 62 del 15.2.2019, pag. 178.
(5) COM(2017) 253; GU C 129 dell’11.4.2018, pag. 44.
(6) Dichiarazione del Parlamento europeo del 10 marzo 2011.