5.8.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 301/22


Parere del Comitato europeo delle regioni — Missioni europee

(2022/C 301/05)

Relatore:

Markku MARKKULA (FI/PPE), presidente della regione di Helsinki

Testo di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulle missioni europee

COM(2021) 609 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

1.

accoglie con favore le missioni dell’UE, quale sforzo coordinato della Commissione europea per mettere in comune le risorse necessarie in termini di programmi di finanziamento, politiche e regolamentazioni, nonché altre attività per mobilitare e stimolare attori pubblici e privati, al fine di contribuire, insieme, a produrre un impatto reale e duraturo per promuovere l’adesione da parte della società a nuove soluzioni e nuovi approcci. Sottolinea la necessità di adottare un approccio inclusivo in cui le missioni europee, insieme alla politica di coesione a livello dell’UE e a tutti gli altri suoi strumenti di finanziamento unionali, siano utilizzati per promuovere la coesione territoriale e conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

2.

sottolinea (1) che, alla luce della Conferenza sul futuro dell’Europa, le missioni europee, in quanto strumento nuovo e vitale per affrontare le crescenti sfide sociali, rappresentano un vero e proprio banco di prova dell’impatto e della credibilità dell’UE. Queste devono godere di una legittimazione e di un’accettazione diffuse. Come sottolineato dalla Commissione europea, il ruolo delle città e delle regioni, con tutte le rispettive parti interessate e i cittadini, è cruciale per conseguire gli ambiziosi obiettivi delle missioni dell’UE;

3.

ribadisce quanto già affermato (2) a sostegno dell’attuazione delle missioni dell’UE, quale passo coraggioso per affrontare le sfide della società, e sottolinea la necessità di un efficace sistema di governance multilivello che combini tali missioni con le strategie di sviluppo a livello locale e regionale, le strategie di specializzazione intelligente, le misure di ripresa dalla COVID-19 e i finanziamenti per l’innovazione attraverso i fondi strutturali;

4.

esorta i principali responsabili decisionali dell’UE e degli Stati membri a reagire con rapidità e determinazione alla situazione in Ucraina, anche in occasione del lancio delle missioni europee, in particolare di quella relativa alle città intelligenti e a impatto zero. I criteri di finanziamento che si applicano ai fondi NextGenerationEU e ad altre fonti di finanziamento pubblico devono essere adattati, in maniera flessibile, affinché una parte delle attività della missione di cui sopra contribuisca ad accelerare la transizione energetica in Europa. Questi finanziamenti dovrebbero sostenere i partenariati di ricerca pubblico-privati nello sviluppo di nuove soluzioni in materia di sistemi energetici. In particolare, le città e altri attori pubblici possono ricorrere ad appalti pubblici innovativi, insieme alle imprese, per accelerare la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili e creare soluzioni sostenibili e innovative nel settore dell’energia, destinate a sostituire i combustibili fossili che i paesi dell’UE attualmente acquistano dalla Russia;

5.

accoglie con favore il fatto che la comunicazione sulle missioni europee (3) riconosca chiaramente l’importanza delle autorità locali e regionali nella realizzazione, nonché nelle fasi di progettazione e comunicazione delle missioni europee;

6.

sottolinea che, alla luce dello sviluppo congiunto di conoscenze e know-how, l’attuazione delle missioni europee deve essere radicata nei processi lavorativi quotidiani di città e regioni, prestando particolare attenzione allo sviluppo e al rinnovo di tali processi. Questo creerà sinergie sistematiche con la politica di coesione dell’UE, l’utilizzo dei fondi strutturali e di altri strumenti dedicati, e metterà inoltre in evidenza, a livello globale, il potenziale delle regioni e delle comunità locali e il ruolo dei comuni nel realizzare le trasformazioni volute;

Le missioni dell’UE, un nuovo strumento ambizioso per far fronte alle grandi sfide della società

7.

riconosce che le missioni dell’UE sono destinate a diventare uno strumento «nuovo» e «vitale», come affermato dalla Commissione europea: le missioni dell’UE costituiscono un modo nuovo per apportare soluzioni concrete ad alcune delle principali sfide; esse produrranno un impatto e risultati concreti entro il 2030 assegnando un nuovo ruolo alla R&I, associato a nuove forme di governance e collaborazione, e promuovendo il coinvolgimento dei cittadini (4);

8.

rammenta che ciascuna missione dell’UE dovrebbe definire una tabella di marcia chiara ed elaborare un nuovo approccio sistemico di governance multilivello nonché metodologie in materia di sperimentazione, sviluppo di prototipi, monitoraggio e potenziamento delle attività a tutti i livelli di governance. Particolare attenzione va alla creazione di portafogli di azioni, a livello sia dell’UE sia regionale e locale, e alla loro efficace diffusione in tutte le fasi della pianificazione e dell’attuazione; per conseguire questi obiettivi vi è bisogno della partecipazione e dell’impegno degli enti locali e regionali nonché di partenariati ai fini della condivisione delle esperienze positive in materia di governance innovativa;

9.

sottolinea la necessità di destinare i finanziamenti delle missioni ai livelli locale e regionale per trovare congiuntamente risposte non convenzionali a un gran numero di «situazioni stagnanti», che troppo spesso impediscono di compiere i progressi necessari per conseguire nuove soluzioni e gli effetti auspicati. A tal fine sono necessari nuovi partenariati europei basati sugli interessi locali e regionali definiti nelle strategie di specializzazione intelligente. Le missioni dell’UE dovrebbero utilizzare le esperienze acquisite nel quadro dell’azione pilota sui partenariati per l’innovazione regionale, realizzata congiuntamente dal CdR e dal Centro comune di ricerca (JRC);

10.

incoraggia le missioni europee a porre in evidenza i progressi nel cammino verso l’umanità e un approccio incentrato sull’essere umano, in cui la sostenibilità in tutte le sue dimensioni (ecologica, economica, sociale e culturale) costituisce il motore del cambiamento per conseguire gli ambiziosi obiettivi delle missioni europee. La qualità della vita può essere migliorata solo collaborando in maniera consapevole nel quadro di entità complesse. A tal fine, è necessario trovare un migliore equilibrio tra benessere materiale e benessere immateriale, sia in Europa che nel mondo. È la natura che ci consente di vivere su questo pianeta: dobbiamo rispettare il fatto che l’uomo dipende dalla natura;

11.

sottolinea che le missioni dell’UE devono creare congiuntamente nuove modalità di funzionamento. A tal fine, tutti gli attori sono tenuti ad acquisire nuove competenze associando alla tecnologia e alla ricerca un approccio incentrato sull’essere umano, impegnandosi ad attuare processi congiunti di trasformazione verde e digitale e garantendo l’accesso alle risorse necessarie. Tali requisiti sono essenziali per creare ecosistemi regionali e locali di RSI ben funzionanti in grado di costruire nuovi ponti di conoscenze innovative per collegare i creatori europei di conoscenze di massimo livello con laboratori viventi regionali e locali, altri centri di sperimentazione e attività di dimostrazione come i centri faro. È con il loro aiuto che tutte le città e le regioni possono creare processi di apprendimento comparativo e reti tra pari per avvalersi dei concetti e delle soluzioni individuati dai loro precursori nell’ambito di pratiche intelligenti e sostenibili;

12.

sottolinea che la governance regionale e locale, la previsione e l’aumento degli investimenti in RSI costituiscono gli elementi essenziali dei portafogli delle missioni europee, che consistono in azioni concertate in modo professionale a livello europeo, nazionale, regionale e locale. La concertazione nell’ambito delle missioni europee rafforza la collaborazione, la motivazione e le capacità, ovverosia la competitività, attraverso lo sviluppo congiunto di nuovi portafogli e azioni. La concertazione comporta numerose fasi parallele e attività di governance multilivello all’interno di sistemi differenti. A tal fine è necessario ricorrere a strumenti finanziari sia pubblici che privati e fornire sostegno in particolare alle regioni meno sviluppate, al fine di incoraggiare tutte le regioni a migliorare i loro sistemi di RSI e a contribuire all’attuazione delle missioni europee;

13.

ricorda il proprio ruolo determinante di strumento, grazie alle esperienze maturate con le sue sei commissioni e la realizzazione di campagne come il Green Deal a livello locale e le Regioni imprenditoriali europee (EER), nell’attuazione delle missioni dell’UE, e osserva che il CdR costituisce un punto di accesso naturale per la cooperazione con il settore pubblico e quello privato, l’industria e i servizi, e i cittadini;

Il ruolo delle città e delle regioni nelle missioni dell’UE

14.

sottolinea che, in linea con il piano d’azione comune firmato nel 2020 congiuntamente alla commissaria Mariya Gabriel, il CdR, insieme agli Stati membri e alle regioni e città europee, è pronto a svolgere un ruolo attivo nella creazione congiunta di un sistema di governance multilivello per conseguire gli obiettivi delle missioni dell’UE; le azioni atte a garantire lo sviluppo necessario si fonderanno su ecosistemi regionali dell’innovazione basati sul territorio, e su strategie di specializzazione intelligente (S3/S4);

15.

può influenzare i processi generali delle missioni europee, fornire informazioni ai responsabili politici e mobilitare le regioni e le città perché queste possano apportare un contributo attivo in forme diverse ecc. I piani delle missioni europee presentano una dimensione forte basata sul territorio — a livello sia regionale che locale — e i meccanismi di attuazione prevedono proposte che pongono le regioni e le città, e i loro ecosistemi di RSI, al loro centro. Il CdR può così collaborare ampiamente con tutti i partner per garantire che questo nuovo strumento strategico, che adotta un approccio dal basso, produca l’impatto auspicato;

16.

conviene di contribuire — con l’ausilio di tutte le proprie commissioni interessate dalle tematiche delle diverse missioni — a coinvolgere il maggior numero possibile di città e regioni per garantire che i livelli regionale e locale sostengano le missioni dell’UE:

a)

attuando campagne di informazione, un dialogo diretto e altri processi partecipativi congiunti aperti e interattivi rivolti a diversi gruppi, compresi anche i giovani di età inferiore ai 18 anni;

b)

facendo in modo che le comunità «pioniere» aderiscano alla sperimentazione di soluzioni innovative nelle loro pratiche quotidiane;

c)

facendo in modo che le comunità «dimostratrici» contribuiscano ai processi di diffusione a largo raggio di soluzioni innovative e all’applicazione su più vasta scala delle soluzioni migliori per un utilizzo a livello europeo;

d)

assicurandosi che la diversità delle regioni europee, con le loro molteplici comunità di parti interessate e di cittadini, sia ampiamente tenuta in considerazione nelle attività di attuazione delle missioni;

17.

invita gli Stati membri a sostenere l’attuazione delle missioni europee creando sinergie con i programmi nazionali e regionali e agevolando l’accesso ai finanziamenti dell’UE e nazionali;

18.

esorta a garantire che tutte le aree urbane e rurali e le regioni (all’avanguardia, nella media e in ritardo) dispongano di sufficienti capacità e competenze per innovare all’interno delle loro comunità e ricevano sostegno attraverso processi di apprendimento pertinenti che consentano loro anche di fungere da piattaforme per i fornitori di servizi che coinvolgono più operatori a sostegno di altri soggetti, compresi tutti i gruppi di attori. I processi di creazione di valore ai livelli locale e regionale devono essere orchestrati nell’ambito di catene di valore collaborative ed efficaci e di flussi di valore che sviluppino maggiormente gli ecosistemi;

19.

sottolinea che gli obiettivi ambiziosi stabiliti esigono, quale condizione preliminare essenziale, che i responsabili decisionali, i funzionari pubblici e i professionisti dell’innovazione acquisiscano le competenze necessarie per operare da artefici del cambiamento nell’acquisizione di nuove conoscenze e capacità. I tre processi fondamentali sono:

a)

i processi di apprendimento operativo di città e regioni, con l’obiettivo di integrare le attività legate alle missioni in altre attività locali affinché diventino parte del processo decisionale strategico e operativo abituale;

b)

la motivazione e il sostegno alle imprese, agli istituti di ricerca, alle università, ai centri di formazione professionale e ai relativi ecosistemi tematici e basati sul territorio affinché contribuiscano alla creazione congiunta di nuove soluzioni pionieristiche innovative; e

c)

l’utilizzo di nuovi metodi inclusivi nell’innovazione.

Tra i mezzi utilizzati all’interno di tali processi dovrebbero figurare i partenariati su ampia scala, gli appalti pubblici innovativi, i prototipi sviluppati in tempi rapidi e la sperimentazione di nuove soluzioni;

20.

ricorda che esistono dei processi consolidati, i quali tuttavia richiedono l’impegno delle singole città e regioni e la cooperazione specifica messa in atto dai team delle missioni europee. L’assegnazione di finanziamenti a partenariati su scala europea permetterà a un gran numero di città e regioni europee di acquisire questi fattori critici. Diversi strumenti dell’UE già esistenti, come il JRC, Interreg, le iniziative di programmazione congiunta (IPC), l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) e le rispettive Comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI), possono svolgere un ruolo essenziale in questo senso;

21.

sottolinea la necessità di rivedere tutti gli strumenti finanziari dell’UE per sostenere le attività delle missioni, in particolare a livello locale e regionale. I fondi del programma Orizzonte non sono facilmente accessibili a regioni e città e non tengono ancora sufficientemente conto dei nuovi obiettivi strategici delle missioni europee. Molte regioni hanno notevoli difficoltà ad accedere ai finanziamenti a causa del gran numero di bandi, dei criteri altamente specializzati e della complessità dei sistemi. Ad esempio, numerose regioni incontrano problemi a finanziare il miglioramento delle competenze della loro forza lavoro al fine di accelerare la transizione verde, elemento essenziale nelle missioni europee. Sarà pertanto necessario procedere a una revisione per semplificare l’accesso ai fondi dell’UE;

Orientamenti per un’attuazione più incisiva delle missioni dell’UE

22.

sottolinea la necessità di contribuire a istituire partenariati dinamici, che devono assumere la forma di impegni reciproci parzialmente formalizzati, pur conservando una certa flessibilità, per i contratti di partenariato tra le missioni europee e le città e regioni con ruoli dimostrativi, al fine di rafforzare l’impatto a livello europeo del gran numero di iniziative e del lavoro dei dimostratori diffusi su tutto il territorio;

23.

sostiene l’utilizzo flessibile e sottolinea lo sviluppo concettuale attivo dei contratti delle città e delle regioni proposti nei piani di attuazione delle missioni europee;

24.

propone di creare il concetto di marchio delle missioni dell’UE per le città e regioni che accetteranno di fungere da pioniere con ruolo dimostrativo e sostenitrici della transizione verde e digitale europea nel conseguimento degli obiettivi delle missioni UE e nell’applicazione su più larga scala dei risultati delle loro soluzioni innovative, e chiede che si tragga insegnamento dalle pratiche già esistenti, come il Patto dei sindaci;

25.

propone diverse modalità di utilizzazione di questo marchio per creare sinergie con altre iniziative pertinenti dell’UE e iniziative correlate, nonché con gli strumenti di finanziamento, quali il Fondo InvestEU, il dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli investimenti interregionali per l’innovazione I3, Interreg Europe, il meccanismo per collegare l’Europa, il programma Europa digitale, il programma UE per la salute, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT). Propone di creare un sistema a livello europeo che permetta sia all’UE che agli Stati membri di utilizzare il marchio delle missioni dell’UE, semplificando così le procedure di presentazione delle domande. Il marchio dovrebbe agevolare l’accesso ai finanziamenti europei e nazionali per sostenere le attività a livello locale e regionale al fine di conseguire gli ambiziosi obiettivi delle missioni europee e nel contempo migliorare le procedure locali e regionali;

26.

sottolinea che, ai livelli locale e regionale, gli «ERA Hub» (poli del SER) possono costituire uno degli strumenti più efficaci per allineare le strategie regionali in materia di R&I, comprese le strategie di specializzazione intelligente (S3/S4), alle strategie nazionali ed europee, al SER, al programma Orizzonte Europa e alle missioni europee. I poli del SER possono così contribuire all’emergere di progetti strutturanti che si integrino in particolare nelle missioni europee e mobilitino le diverse fonti di finanziamento di cui dispongono; sarebbe pertanto utile collegare, ove possibile, il marchio di missione dell’UE con i suddetti poli;

27.

ricorda che è necessario elaborare e utilizzare procedure efficaci di gestione delle conoscenze per realizzare le missioni dell’UE facendo uso delle migliori conoscenze a livello mondiale e regionale e tenendo conto dei criteri etici della nuova strategia di internazionalizzazione della Commissione in materia di R&I. Ai fini dell’utilizzo e dell’applicazione su più larga scala dei risultati, il programma Orizzonte Europa e altri strumenti devono essere più dinamici sul piano della sperimentazione e dello sviluppo di prototipi in contesti reali;

28.

sottolinea che le missioni dell’UE dovrebbero essere attuate tramite un processo aperto e partecipativo, con il coinvolgimento di tutti i portatori di interessi pertinenti a livello locale, regionale, europeo e mondiale (5). La partecipazione delle regioni, delle comunità locali e dei cittadini sarà particolarmente cruciale per un’efficace attuazione delle missioni dell’UE. In quest’ottica, in ciascuna missione deve essere garantito un dialogo diretto con queste parti interessate. Il CdR è pronto ad essere un alleato forte delle missioni dell’UE;

29.

sottolinea che gli esperimenti e le dimostrazioni realizzati nel quadro delle missioni dell’UE dovrebbero concentrarsi sulle attività di concertazione intese a far avanzare le frontiere della scienza, a padroneggiare le tecnologie profonde e a combinare le innovazioni digitali, fisiche, ambientali e biologiche; occorre inoltre procedere a un riesame periodico dei risultati e condividerli al più alto livello. Le strategie di specializzazione intelligente, in quanto concetti di collaborazione regionale con l’industria e la ricerca, dovrebbero occupare un posto importante nelle missioni dell’UE;

La previsione e le innovazioni sociali: elementi di importanza cruciale per le missioni dell’UE e creati dalle missioni stesse

30.

ribadisce che le sfide sono complesse e che è disponibile solo una parte delle conoscenze scientifiche e tecnologiche necessarie. È possibile conseguire gli obiettivi grazie ad ampie attività di previsione, all’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S), allo sviluppo di prototipi in condizioni reali, allo svolgimento di test e all’applicazione su più larga scala dei risultati;

31.

prende atto del notevole potenziale della ricerca per tutti i tipi di innovazione e per cogliere le grandi sfide sociali. A tal fine auspica che il processo decisionale politico, in generale, sia maggiormente fondato su dati concreti, fautore della ricerca e finalizzato alla creazione di condizioni favorevoli alle innovazioni sociali e, nel contempo, alla loro attuazione in tempi sufficientemente rapidi in contesti e processi reali;

32.

rammenta che sarà possibile conseguire gli obiettivi ambiziosi delle missioni europee solo sostenendo processi di apprendimento efficaci per i responsabili politici delle diverse regioni e organizzazioni, il personale direttivo, gli esperti e i cittadini. I concetti sviluppati dalle città e regioni europee devono essere adattati alle specificità del territorio mediante uno sviluppo professionale sistemico strettamente legato all’apprendimento pratico a livello locale per tutti;

33.

sottolinea che le missioni europee si dovrebbero concentrare sull’utilizzo del potenziale offerto dai beni immateriali e dal capitale intellettuale. L’integrazione di tali conoscenze nel processo decisionale politico, in particolare per creare città intelligenti e incentrate sull’essere umano ponendo l’accento sulla sostenibilità, può servire a catalizzare gli investimenti in capitale umano, capitale strutturale, capitale relazionale e RSI in generale;

34.

sottolinea l’importanza di passare all’azione, sulla base delle principali dichiarazioni della politica europea in materia di ricerca, sviluppo e tecnologia, quali definite nella relazione di previsione strategica 2021 dell’UE (6), in particolare le seguenti:

a)

I prossimi decenni saranno caratterizzati da una crescente ridistribuzione del potere globale, il cui centro di gravità geoeconomico si sposterà a est.

b)

A livello globale l’UE è in concorrenza con le altre potenze per beneficiare del «vantaggio del pioniere» nella definizione di norme.

c)

L’UE deve assumere una posizione più salda nell’ambito dello sviluppo e della produzione delle tecnologie inclusive di prossima generazione.

d)

A prescindere dalle tecnologie specifiche utilizzate, l’iperconnettività è il motore della trasformazione.

e)

Le materie prime critiche sono fondamentali per la duplice transizione dell’UE.

f)

La sovranità digitale dell’UE dipenderà dalla sua capacità di archiviare, estrarre ed elaborare i dati, rispettando nel contempo i requisiti in materia di fiducia, sicurezza e diritti fondamentali.

g)

Occorre sviluppare l’autonomia strategica europea.

h)

Una combinazione intelligente di politiche industriali, di ricerca e commerciali abbinate a partenariati internazionali potrebbe garantire un approvvigionamento sostenibile e diversificato;

35.

sottolinea che, al momento del passaggio all’azione, lo sviluppo tecnologico dovrebbe, oggi più che mai, essere allineato agli sviluppi socioeconomici e aver luogo in un contesto reale, garantendo in tal modo una rapida adozione e diffusione dei risultati;

36.

propone di intensificare la collaborazione interistituzionale dell’UE in materia di previsione attribuendo un ruolo specifico al JRC, ai servizi di ricerca del Parlamento europeo e al CdR. Propone di considerare l’organizzazione — ai livelli nazionale, regionale e comunale — di attività scientifiche partecipative promosse dai cittadini e destinate a tutti, soprattutto ai giovani, in particolare agli studenti universitari e delle scuole secondarie, nonché agli imprenditori, e per il processo decisionale politico, istituendo comitati per il futuro incentrati sulla previsione e la valutazione tecnologica;

Nuovo approccio delle missioni dell’UE nei confronti della politica in materia di tecnologia e R&S

37.

sottolinea che la trasformazione sociale e comportamentale a sostegno degli obiettivi delle missioni dell’UE deve essere inclusiva e positiva ricorrendo ampiamente allo sviluppo di prototipi e alla sperimentazione quale approccio metodologico;

38.

ricorda che la ricerca e l’innovazione costituiscono gli elementi centrali delle missioni dell’UE. Le complesse sfide sociali possono essere affrontate solo aumentando gli investimenti in RSI. Dai dati raccolti dal SER e dagli studi realizzati dal comparto industriale emerge chiaramente (7) che l’UE è in ritardo rispetto ai suoi principali concorrenti a livello mondiale per quanto riguarda l’intensità di R&S delle imprese, in particolare nei settori dell’alta tecnologia e nell’espansione delle PMI innovative, con effetti negativi sulla produttività, sulla creazione di posti di lavoro e sulla competitività;

39.

approva gli obiettivi del SER (8) volti a stimolare la ripresa dell’Europa e a sostenerne le transizioni verde, digitale e sociale promuovendo la competitività basata sull’innovazione e favorendo la sovranità tecnologica in settori strategici chiave (ad esempio l’intelligenza artificiale, la robotica, la sicurezza informatica, l’ecologia dei dati, la microelettronica, la computazione quantistica, il 5G, le batterie di prossima generazione, l’energia rinnovabile, le tecnologie dell’idrogeno, gli ambienti edificati a zero emissioni, la mobilità intelligente ecc.), in linea con il modello di autonomia strategica aperta;

40.

chiede che gli appalti pubblici sostenibili adottino come criteri le politiche basate sulla domanda che puntano alla neutralità in termini di emissioni di carbonio e tengono conto delle impronte ecologiche e delle azioni positive in materia di carbonio. Oltre all’impronta ecologica, il CdR sottolinea l’importanza delle azioni positive in materia di carbonio, un approccio nuovo per calcolare l’impatto climatico mostrando l’impatto positivo che i prodotti e i servizi rispettosi del clima possono avere (9);

41.

sostiene le misure adottate dall’industria in materia di RSI per il carbonio, al fine di creare nuovi prodotti e sistemi estesi e altre soluzioni innovative che svolgono un ruolo essenziale nel conseguimento degli obiettivi climatici, e sottolinea che, senza un’accelerazione significativa dell’innovazione nel settore dell’energia pulita, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi di azzeramento delle emissioni nette;

42.

ribadisce la necessità di disporre di nuove tecnologie. Dalla relazione dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) (10) emergono prove analitiche secondo cui il 25 % delle emissioni di carbonio che occorre ridurre per mettere le condizioni climatiche della Terra su un percorso di sostenibilità verrà da tecnologie mature. Per contro, il 41 % della tecnologia necessaria proverrà da nuove tecnologie che sono nella fase iniziale di adozione e il 34 % verrà da tecnologie attualmente nella fase di dimostrazione, di prototipo o non ancora concepite;

43.

sottolinea l’importanza e la complessità di misurare le emissioni di gas a effetto serra. Il metodo di base per misurare tali emissioni utilizza gli ambiti 1 e 2. Il fatto di ricorrere anche all’ambito 3 consente di raggiungere gli obiettivi delle «emissioni zero e negative nette». L’ambito 3 comprende tutte le altre emissioni indirette generate lungo l’intera catena del valore;

44.

sottolinea l’importanza che le missioni dell’UE siano al centro delle priorità dell’Unione per realizzare la duplice transizione verde e digitale. La Commissione europea ha avviato la fase pilota dell’iniziativa «ERA Hub» (poli del SER) nell’intento di agevolare la collaborazione regionale in materia di RSI e lo scambio delle migliori pratiche, con l’incentivo di ottimizzare il valore della produzione, della circolazione e dell’utilizzo di conoscenze. Il CdR incoraggia le missioni dell’UE a esplorare la possibilità di utilizzare i poli del SER come strumento per collegare gli ecosistemi locali e regionali di R&I e a collaborare attivamente con i decisori locali e regionali nella sperimentazione dei poli del SER al fine di sviluppare una cooperazione concreta;

45.

sottolinea che il sistema dei poli del SER cerca di aggiungere i tasselli mancanti al panorama del SER e dello Spazio europeo dell’istruzione (SEI), al fine di creare forti società europee della conoscenza in tutta Europa per accelerare la trasformazione delle società in direzione di una crescita verde, sostenibile e digitale. La rete dei poli del SER garantisce idealmente che gli ecosistemi locali e regionali di RSI diventino parte integrante dell’ecosistema di RSI su scala europea;

46.

sostiene la possibilità di apportare contributi locali attivi all’attuazione integrata dei poli del SER, ad altre sperimentazioni di ecosistemi regionali e alle missioni dell’UE in materia di sperimentazione, sviluppo rapido di prototipi, svolgimento di test e dimostrazioni, e rafforzamento dell’efficacia della R&I nelle città e nelle regioni;

47.

riconosce che è essenziale concertare la diversità delle conoscenze, delle idee e dell’apprendimento a livello regionale e locale per creare un approccio paneuropeo nei confronti dell’azione innovativa. È essenziale una condivisione dell’apprendimento tra città e regioni, nonché tra le cinque missioni europee. Il CdR raccomanda la creazione tempestiva di una rete di apprendimento congiunto che consenta di condividere e diffondere le conoscenze essenziali in materia di processi e contenuti, adattandone le dimensioni ad altre città/regioni e allargandole ad altre missioni europee e all’Europa nel suo complesso;

48.

chiede che le conclusioni del Consiglio sulle missioni europee siano pubblicate durante la presidenza francese anche per consentire di rafforzare il concetto dei poli del SER, su cui le missioni devono poter contare per riuscire a radicarsi ai livelli locale e regionale. Tali conclusioni dovrebbero inoltre sottolineare l’importanza dell’infrastruttura di ricerca, che è fortemente sostenuta da città e regioni ed è fondamentale per la realizzazione delle missioni europee;

49.

afferma che, sebbene sia prioritario attuare le missioni già decise, la riflessione deve proseguire senza interruzioni in merito alla prospettiva di creare nuove missioni in presenza di nuove grandi sfide per la collettività. La questione cruciale di preparare le società europee ad affrontare e gestire le minacce e le crisi sanitarie dovrebbe, a seguito della creazione dell’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), alimentare una riflessione su una nuova missione incentrata su questa sfida, data la sua natura sistemica, trasversale e multipartecipativa;

L’esperienza del CdR: sinergie tra le missioni dell’UE e altri strumenti strategici principali

50.

chiede con forza che le missioni dell’UE attingano all’esperienza e alle conoscenze delle iniziative e dei programmi dell’Unione esistenti per poter funzionare in sinergia. Il cambiamento sistemico richiede la co-creazione di ecosistemi trasformativi basati su apprendimento e RSI, con sinergie scientifiche e operative interdisciplinari sull’intero territorio europeo e in tutte e cinque le missioni europee;

51.

ribadisce la necessità di rafforzare la mentalità di lavorare apertamente insieme e di aumentare la collaborazione locale e i partenariati europei per inventare un nuovo futuro per l’Europa che sia sostenibile e incentrato sull’essere umano. Le capacità potenziali dipendono in larga misura dai livelli locale e regionale su tutto il territorio dell’Europa. Agire rapidamente è essenziale. Le grandi sfide della società devono essere affrontate nei prossimi anni, e la conoscenza e l’apprendimento sono fondamentali per questo;

52.

propone di seguire con particolare attenzione le fasi di attuazione delle missioni dell’UE da parte di città e regioni, in cui il CdR svolgerà un ruolo di sostegno, ivi compresi la governance multilivello, i finanziamenti e l’efficace esecuzione delle modalità per riuscire a conseguire gli obiettivi ambiziosi integrandoli efficacemente nelle politiche dell’UE in materia di R&I, in particolare le strategie di specializzazione intelligente (S3/S4), i poli del SER, il nuovo Bauhaus europeo e gli altri programmi, strumenti e iniziative più pertinenti previsti dalle politiche multilivello dell’UE;

53.

si impegna a organizzare attività di apprendimento in collaborazione con il JRC per sostenere le attività delle missioni dell’UE nell’ambito delle iniziative «City Science» e «La scienza incontra le regioni», promuovendo attività di impatto su larga scala e condividendo i risultati delle missioni dell’UE. Le misure a breve termine non costituiscono una risposta adeguata per soddisfare le esigenze reali. Un’attività utile consiste nel sostenere la creazione della rete di centri regionali del futuro per stimolare la creatività e lo spirito imprenditoriale e collegarli al nuovo Bauhaus, alle attività relative agli OSS delle Nazioni Unite e ai Futures Literacy Labs dell’Unesco, al fine di garantire la sostenibilità sia a breve che a lungo termine delle iniziative intraprese;

54.

incoraggia ad approfondire la collaborazione con le reti europee impegnate a rafforzare le attività di RSI, quali l’Associazione europea delle università (EUA), l’Associazione europea delle organizzazioni di ricerca e tecnologia (EARTO) e la Rete europea di regioni per la ricerca e l’innovazione (ERRIN), per far fronte alle sfide sociali. Inoltre, ciascuna missione dell’UE dovrebbe collaborare efficacemente con le rispettive reti tematiche, come il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (CCRE), Eurocities e la Conferenza delle regioni periferiche marittime d’Europa (CRPM). Il CdR collabora ampiamente con tutte queste reti di parti interessate per garantire che le missioni dell’UE, in quanto nuovo strumento strategico che adotta un approccio dal basso, producano l’impatto auspicato;

55.

insiste sull’importanza di rafforzare le capacità delle città e delle regioni per richiedere i finanziamenti delle missioni dell’UE e attingere alle esperienze delle iniziative di ampio respiro finanziate dall’Unione, quali la rete europea dei laboratori viventi, l’iniziativa Vanguard, la digitalizzazione delle città, le iniziative Open & Agile Smart Cities, City Science e Living-in.EU (il modello europeo di trasformazione digitale nelle città e nelle comunità). Si potrà così migliorare la resilienza e la capacità di reazione delle città e delle regioni e il loro coinvolgimento attivo nelle riforme europee, e rafforzare l’inclusione dei cittadini di tutta l’Unione. Ciò a sua volta fungerà da moltiplicatore dell’impatto delle iniziative dell’UE e assicurerà una ripartizione più ampia e più equa delle risorse, in modo che si creino ovunque condizioni migliori per attirare i finanziamenti (non soltanto) dell’UE e per essere all’avanguardia dello sviluppo;

Raccomandazioni specifiche per missione

56.

sottolinea l’importanza di una cooperazione trasversale tra le missioni a tutti i livelli di governance, evidenziando che le missioni europee, messe insieme, hanno un chiaro obiettivo comune: inventare un futuro intelligente e sostenibile. Ciò si può realizzare puntando a soluzioni basate su co-creazione e RSI:

adattamento ai cambiamenti climatici: gestione delle inondazioni, degli incendi boschivi e di altre catastrofi, soluzioni basate sulla natura, verifica climatica delle infrastrutture critiche, sistemi di vigilanza e allerta in relazione alla salute pubblica;

lotta contro il cancro: salute in generale, aumento delle misure di prevenzione, in particolare promuovendo abitudini di vita sane;

oceani e risorse idriche: protezione e ripristino degli ecosistemi acquatici, riduzione dell’inquinamento e resa dell’economia blu climaticamente neutra;

città a impatto climatico zero: progressi nelle soluzioni ambientali, infrastrutturali e industriali trasversali che contribuiscono alla neutralità climatica delle città;

terreni: prevenzione dell’inquinamento del suolo e mantenimento, in ogni circostanza, di acque dolci sotterranee salubri.

57.

propone le seguenti attività specifiche a ciascuna missione europea per aumentarne l’impatto:

a)   Adattamento ai cambiamenti climatici

Il CdR sottolinea che la missione «Adattamento ai cambiamenti climatici» dovrebbe svolgere un ruolo generale essenziale, in particolare per quanto riguarda la previsione e la capacità di motivare tutti gli attori europei a contribuire attivamente alle missioni europee. Tale missione dovrebbe concentrarsi sulla sensibilizzazione dal punto di vista sociale e della società e ottenere l’impegno generale a creare soluzioni sistematiche su vasta scala. In particolare, essa dovrebbe affrontare le sfide della trasformazione verde dell’industria, dell’ambiente abitativo e della mobilità. Le perdite dovute ai cambiamenti climatici ammontano già a una media di circa 12 miliardi di euro all’anno e l’UE dovrebbe realizzare delle analisi macrofiscali in materia di clima per convincere ad accelerare le misure di adattamento in parallelo alla mitigazione dell’impatto climatico. L’approccio adottato per proteggere la popolazione dai cambiamenti climatici deve tenere conto anche degli aspetti sociali e delle sfide della coesione.

b)   Lotta contro il cancro

Il CdR sottolinea l’importanza della ricerca di punta su scala mondiale e incoraggia i ricercatori e gli innovatori ad aumentare la collaborazione europea e intersettoriale tra le parti interessate ai fini della riuscita di questa missione. Il CdR evidenzia l’importanza di potenziare la vaccinazione contro i papillomavirus umani, le biobanche e l’accesso alle terapie più innovative, nonché di diffondere le migliori pratiche tra i paesi e le regioni. Una delle sfide principali consiste nelle disparità di accesso alle cure oncologiche tra i paesi e le regioni dell’UE e al loro interno nonché nella qualità di vita dei malati. Pertanto, è essenziale un migliore accesso allo screening precoce, ai nuovi strumenti diagnostici e ai trattamenti oncologici innovativi nei paesi e nelle regioni d’Europa, il quale richiede investimenti in infrastrutture, apparecchiature, trasformazione digitale dell’assistenza sanitaria, personale sanitario e nuovi modelli di assistenza. Un’altra sfida è rappresentata dall’accesso a trattamenti e farmaci a prezzi abbordabili, come pure dalla qualità del sostegno personalizzato ai pazienti e dall’innovazione sociale a sostegno dei prestatori di assistenza.

c)   Far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030

Il CdR sottolinea che il recupero di oceani e acque salubri e la garanzia di disporre di acqua dolce sono le questioni mondiali che incidono sul nostro destino, a breve e a lungo termine. I problemi di inquinamento possono essere risolti solo mettendone in rilievo la dimensione internazionale, vale a dire le dimensioni di bacini marittimi come il Mar Mediterraneo, l’Atlantico, il Mar Baltico, il Mar Nero e il bacino idrografico del Danubio, e la crescente collaborazione tra le regioni. L’Artico merita particolare attenzione. Il CdR invita a fare del mare e delle acque una nuova ambizione comune, al centro del rilancio della costruzione europea; sottolinea che l’attenzione specifica dedicata alla ricerca e alle tecnologie per l’acqua pulita, nonché al miglioramento dell’efficienza della sua erogazione, è fondamentale per questa missione e per l’economia blu degli oceani, specie dal punto di vista dell’imprenditorialità, del turismo sostenibile, della decarbonizzazione del trasporto marittimo e delle energie marine rinnovabili. Nasceranno così nuove e ampie opportunità di collaborazione commerciale transfrontaliera e fuori dagli schemi. Il CdR sottolinea la necessità di mobilitare città e regioni per costruire reti europee che colleghino tra loro, intorno alle catene di valore, gli ecosistemi d’innovazione marittima a livello locale e creino innovazione nelle industrie marittime.

d)   Città intelligenti e a impatto climatico zero

Il CdR sottolinea con forza che l’Europa ha bisogno di città attive all’avanguardia per creare insieme nuove soluzioni urgenti e condividere i risultati dei loro esperimenti con le altre — tutte le città e le regioni d’Europa devono essere coinvolte e sostenute. Le città più all’avanguardia dovrebbero essere utilizzate come poli di innovazione che insieme creano soluzioni replicabili e immediatamente applicabili da diffondere tra tutte le altre città europee nella loro transizione verso la neutralità climatica entro il 2050. Le città che hanno presentato la propria candidatura ma non sono state selezionate dovrebbero essere raggruppate dalla Commissione europea in una categoria più ampia, affinché si possano avvalere, in modi diversi, dei progressi e dei risultati conseguiti dalle città all’avanguardia, anche applicando direttamente le soluzioni replicabili. I programmi e i progetti riusciti già esistenti o le relative «iniziative verdi» sono elencati nell’allegato al piano di attuazione di questa missione. Gli insegnamenti tratti dovrebbero essere utilizzati come base per la creazione di tabelle di marcia multilivello verso la neutralità climatica delle città. Si dovrebbero realizzare delle comunità di trasformazione che coinvolgono più attori e sono dotate di strumenti comuni, impedendo così alle singole comunità di operare da sole. Il CdR insiste sull’elaborazione di contratti urbani per il clima da parte delle città partecipanti quale processo orientato alla domanda che dovrebbe consentire di individuare soluzioni locali, pur necessitando di un forte sostegno da parte dei livelli nazionale e regionale.

e)   Un patto europeo per i suoli

Il CdR sottolinea la necessità di una riflessione sistemica e di una gestione della trasformazione strumentale, che comprenda RSI e apprendimento, per raggiungere gli obiettivi di tale missione che interessa tutti i tipi di uso del suolo ed esplorare nuovi scenari per una trasformazione più ambiziosa della politica agricola comune dell’UE. Per aumentare il sequestro del carbonio nei suoli agricoli e nelle foreste, è essenziale ripensare i sistemi di produzione agricola e silvicola e creare cluster transnazionali di laboratori viventi ai fini della riuscita della missione. Il sostegno alla biodiversità e la preferenza dei cittadini per i bioprodotti forestali e gli alimenti sostenibili e di provenienza locale sono azioni necessarie negli ambienti rurali e urbani. Un altro punto essenziale è stabilire come rendere le attività forestali attraenti ed economicamente sostenibili senza che perdano redditività, sostenendo al contempo gli obiettivi della missione;

Il ruolo del CdR nel sostegno a una trasformazione europea e mondiale

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sottolinea che, dato che le persone vivono e lavorano nelle città e nelle regioni, tutte le attività delle missioni dell’UE dovrebbero essere incentrate sulle persone: dai rappresentanti del mondo imprenditoriale, accademico e governativo ai singoli cittadini di ogni età e provenienza. Il CdR, il JRC e altri attori pertinenti conoscono diverse tecnologie efficaci e comprovate in grado di promuovere la partecipazione dei cittadini, dalla scoperta imprenditoriale ai campi di innovazione sociale, che possono essere utilizzati per assicurare il coinvolgimento dei cittadini;

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è pronto a rivolgersi alle comunità locali per sensibilizzarle alle missioni europee in quanto tali e aiutarle a dialogare con i cittadini e le imprese d’Europa;

60.

sottolinea che le missioni dell’UE avranno successo solo se si metterà in evidenza la necessità di colmare il divario in materia di conoscenza e innovazione in Europa nonché la disparità tra l’Europa e gli Stati Uniti in materia di innovazione. È indispensabile porre l’accento su misure ambiziose, concrete e inclusive, in un contesto reale, che siano fondate sui risultati nel campo delle attività di RSI;

61.

sottolinea che i nuovi sviluppi in materia di RSI rappresentano un requisito per il successo delle missioni europee. Ciò comporta nuove e ampie soluzioni per garantire la complementarità e promuovere sinergie con i programmi quadro di R&I dell’Unione e altri programmi e fondi unionali e globali. Un nuovo passo è costituito dalla sperimentazione del sistema dei poli del SER, che dovrebbe promuovere l’uso di tutte le pertinenti iniziative dell’UE in materia di RSI quale elemento essenziale del processo di elaborazione delle politiche regionali;

62.

sottolinea che l’attuazione delle missioni dell’UE promuoverà la leadership locale e regionale all’interno dell’Unione, ma anche a livello mondiale. Nel potenziare il ruolo delle città e delle regioni nell’ambito del Patto dei sindaci e di altre reti globali, il CdR dovrebbe creare sinergie tra le missioni dell’UE e le attività relative agli OSS delle Nazioni Unite e le campagne Race to Zero (Obiettivo zero) e Race to Resilience (Obiettivo resilienza). Rafforzare la leadership mondiale delle città e delle regioni dell’Unione può inoltre sostenere gli sforzi del CdR volti a conseguire il riconoscimento formale dei governi subnazionali nel quadro dell’UNFCCC e nella preparazione della COP 27;

Sintesi dei fattori critici di successo

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rammenta che l’Europa deve rafforzare la propria competitività a livello mondiale, sulla base delle conoscenze, dei partenariati su scala europea, delle capacità e dei talenti, al fine di lavorare per il futuro, adottando un approccio inclusivo che accolga tutti. L’Europa ha l’opportunità di assumere il ruolo del leader mondiale che attua politiche di collaborazione per conseguire gli OSS e combatte i cambiamenti climatici;

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sottolinea che l’azione in un contesto reale costituisce l’elemento fondamentale delle missioni dell’UE. La ricerca è essenziale per creare nuove soluzioni e per individuare le migliori vie da seguire: le applicazioni più appropriate sono essenziali per ottenere risultati. Le missioni europee avranno successo se incontreranno un ecosistema locale favorevole. Non si tratta in questo caso solo della tecnologia e della ricerca, ma soprattutto di un approccio incentrato sull’essere umano che costruisca competenze, affronti i rischi locali e abbia accesso alle migliori risorse a livello europeo. Gli aspetti umani dell’innovazione sono essenziali per la creazione congiunta di soluzioni sostenibili;

65.

dichiara che le missioni europee sono essenziali per sostenere la trasformazione dell’Europa in un continente più verde, più sano, più inclusivo e resiliente. Per raggiungere gli obiettivi ambiziosi, ciascuna missione deve operare come un ampio portafoglio di azioni. Questi portafogli europei devono essere costituiti sulla base di ampi portafogli di azioni regionali e locali tra loro concertati, compresi progetti di ricerca integrati, misure politiche e legislative e iniziative di attuazione a livello locale;

66.

insiste sulla necessità di cofinanziare e sostenere le attività quotidiane di città e regioni destinate alla creazione di valore e all’apprendimento comparativo, ai fini della diffusione dei processi e delle iniziative migliori per il benessere quotidiano dei cittadini. Il ruolo delle comunità dimostratrici è di fungere da pioniere, promotrici e collaudatrici in prima linea del cambiamento sistemico per il bene di tutti gli altri;

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è pronto a cooperare con le missioni europee per rendere attraenti i processi di analisi e di apprendimento comparativi tra città/regioni dimostratrici e altri soggetti. Gli strumenti di finanziamento devono essere flessibili e innovativi e incoraggiare gli interessi reali di città e regioni;

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sottolinea che il modo in cui le città e le regioni imparano a concertare le attività necessarie e il modo in cui tali attività attraggono gli investimenti industriali privati e di altro genere sono fondamentali. La rete dei poli del SER garantisce idealmente che gli ecosistemi locali e regionali di RSI diventino parte integrante dell’ecosistema di RSI su scala europea;

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chiede una migliore prevedibilità sociale e tecnologica e una maggiore collaborazione, in quanto si tratta di fattori critici di riuscita al fine di accelerare gli investimenti industriali e di altra natura per raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio e altri obiettivi delle missioni dell’UE. La politica orientata alle missioni ben si adatta a rafforzare la dimensione dal basso nel sistema unico di governance multilivello dell’UE: gli insegnamenti appresi possono essere e saranno condivisi attivamente tra gli Stati membri. È necessario prendere in considerazione e integrare in maniera più approfondita gli obiettivi delle missioni dell’UE nel processo di elaborazione della futura legislazione; si prendano ad esempio la fissazione del prezzo del carbonio e il pacchetto «Pronti per il 55 %»;

70.

sottolinea che i più recenti orientamenti in materia di politica industriale e d’innovazione a livello dell’Unione, i relativi programmi e le nuove conoscenze e innovazioni necessarie in ambito scientifico e tecnologico devono essere integrati nelle missioni dell’UE, sviluppati e tradotti in soluzioni e prassi in un contesto reale tramite un’efficace gestione delle conoscenze dal basso e altre iniziative;

71.

riconosce la necessità di disporre di piattaforme digitali per le missioni europee al fine di accelerare il trasferimento e la gestione delle conoscenze, sostenere la cooperazione e gli abbinamenti collaborativi di tipo virtuale, semplificare le procedure di finanziamento ecc. Le piattaforme vanno create di concerto con i rappresentanti di città e regioni;

72.

dichiara, in conclusione, che sono essenziali nuovi processi lavorativi adeguati ed efficaci per garantire la riuscita delle missioni europee. Tali processi devono riflettere, tra l’altro, gli insegnamenti tratti da «Innovazione aperta 2.0» e le diverse iniziative della «quadrupla elica» nella creazione congiunta di una governance partecipativa attraente di prossima generazione. Occorre coinvolgere l’intero ventaglio di cittadini, dai giovani agli anziani. Le attività delle missioni dovrebbero tenere conto di aspetti diversi delle varie generazioni e creare modi innovativi e responsabili di realizzare l’impegno necessario per inventare un futuro sostenibile per l’Europa.

Bruxelles, 27 aprile 2022

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  Risoluzione sul contributo degli enti locali e regionali alla Conferenza sul futuro dell’Europa, adottata nella sessione plenaria del CdR del 27 gennaio 2022 (GU C 270 del 13.7.2022, pag. 1).

(2)  Risoluzione sul programma di lavoro della Commissione europea per il 2022, adottata nella sessione plenaria del CdR del 1o e 2 dicembre 2021 (GU C 97 del 28.2.2022, pag. 1

(3)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulle missioni europee [COM(2021) 609 final].

(4)  Agenda politica dello Spazio europeo della ricerca — Rassegna delle azioni per il periodo 2022-2024, Commissione europea, 2021.

(5)  Parere del CdR — Orizzonte Europa: il nono programma quadro di ricerca e innovazione (COR-2018-03891) (GU C 461 del 21.12.2018, pag. 79).

(6)  Relazione di previsione strategica 2021 [COM(2021) 750 final].

(7)  Un nuovo SER per la ricerca e l’innovazione [COM(2020) 628 final].

(8)  Un nuovo SER per la ricerca e l’innovazione [COM(2020) 628 final].

(9)  Parere del CdR sul tema «Plasmare un’Europa resiliente ai cambiamenti climatici — La nuova strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici» adottato nella sessione plenaria del CdR del 1o luglio 2021 (GU C 440 del 29.10.2021, pag. 42).

(10)  Energy Technology Perspectives (Relazione sulle prospettive nella tecnologia energetica), AIE, 2020.


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