Ricordo che stavo andando alla prima data di DOOM di Nayt al Fabrique di Milano per fare la mia strofa in “OPSS” e stavo scrivendo su un taxi delle barre a tema “amore verso sé stessi”.
Una volta arrivato ho smesso di scrivere, ho raggiunto il team che mi stava aspettando e mi sono goduto la serata.
Ho seguito tutto il concerto di Nayt e ricordo che l'approccio che lui aveva con il pubblico e le parole che esprimeva dentro e fuori dalle canzoni erano esattamente sulla stessa vibe delle barre che stavo scrivendo poco prima e in generale del mio mood degli ultimi mesi. L'ho vissuto un po' come un segno e un mese dopo gli ho mandato una canzone con quelle stesse barre.
Lui ha accettato di buon grado e io sono davvero felice del risultato finale perché trovo questa collaborazione azzeccatissima per entrambi.

– Mattak, Instagram

C'è un ottimo rapporto tra me e lui. Avevamo già collaborato nel suo disco, DOOM, e volevo fare una canzone un po' più seria, che raccontasse di più. Io ho avuto questo periodo dove ho lavorato tanto su me stesso, ho cominciato a stare meglio con me stesso, ho fatto un gran lavoro e lo sto ancora facendo. Mi ricordo che io ero al suo tour al Fabrique di Milano e il rapporto che lui aveva col pubblico e le cose che diceva nelle canzoni erano totalmente in linea col mio mindset di quel momento lì: il fatto di trattarsi bene, di non trascurarsi, di ascoltarsi. Lì ho deciso che andava fatta una canzone sull'amore verso sé stessi, che era un po' la chiusura del cerchio del mio disco, per quello l'ho messa alla fine. Mi è uscita abbastanza naturalmente, otto barre di quella traccia io le stavo scrivendo andando sul taxi da lui al Fabrique. Poi ho messo via il telefono, mi sono fatto la serata al Fabrique e poi è stato tutto un susseguirsi di cose che matchavano, e infatti lui è stato entusiasta del pezzo e l'ha scritto volentieri.

– Mattak, Aelle