Ma non è che le emozioni che un vino può dare partano dal vigneto? Sicuramente sì, risponderanno i più. Quindi esiste un potenziale emozionale che può essere misurato e confrontato con le emozioni che induce un certo vino. Un discorso complesso oggi reso possibile dalle conoscenze scientifiche inerenti alla viticoltura e all’enologia, ma anche agli strumenti che consentono rilevazioni, registrazioni ed elaborazioni. Dunque si può giungere alla creazione di indici impiegabili per attuare un miglioramento capace di fare esprimere al vino l’intero potenziale emozionale in modo da creare valore. Ecco, in estrema sintesi, il contenuto della relazione tenuta dal prof. Roberto Zironi nell’ambito del workshop organizzato dall’International Academy of Sensory Analysis a Barolo presso Vite Colte. In video l'intero intervento.
Centro Studi Assaggiatori soc. coop.
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Scienze sensoriali per l'innovazione
Chi siamo
Centro Studi Assaggiatori è una società cooperativa fondata nel 1990 con l’obiettivo di mettere a punto metodi di analisi sensoriale, di fornire servizi alle associazioni di assaggiatori esistenti e di promuovere la nascita di nuove. Nel tempo è diventata una vera scuola per l’innovazione del settore, esporta analisi sensoriale nei cinque continenti mediante corsi, test ed edizioni specializzate e costituisce un approdo sicuro per quanti vogliono interessarsi alle scienze sensoriali.
- Sito Web
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- Settore
- Servizi di ricerca
- Dimensioni dell’azienda
- 2-10 dipendenti
- Sede principale
- Brescia, Lombardia
- Tipo
- Società privata non quotata
- Data di fondazione
- 1990
Località
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Principale
Galleria Vittorio Veneto, 9
Brescia, Lombardia 25128, IT
Dipendenti presso Centro Studi Assaggiatori soc. coop.
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Luigi Odello
Presidente Centro Studi Assaggiatori - Segretario accademico Iasa
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Claudia Ferretti
Communications manager - Sensory Analysis for communication - Journalist
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Valerio Zuppiroli
Percorso analisi e descrizione
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Novella Bagna
Sensory project manager presso Good Senses S.r.l.
Aggiornamenti
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Undici rappresentanti di associazioni che operano nel mondo del caffè per fare il punto sul futuro di questo comparto così importante per l'economia mondiale: che è emerso? Volere vedere solo questa tavola rotonda finale di Trieste Coffee Experts, organizzata da Bazzara Caffè, è riduttivo, perché la due giorni è stata decisamente ricca di contenuti e anche di momenti in cui molte relazioni si sono rafforzate e altre sono nate.
Trieste Coffee Experts sempre online, Max Fabian, Ico: “Cresce il coinvolgimento per uno sviluppo sostenibile del settore”
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Di che cosa sa un limone? Di "limone" direste voi. Ed è vero: ci sono prodotti che hanno un'identità sensoriale così forte che il loro nome è diventato parte del vocabolario per caratterizzare altri alimenti. Ma così facendo si considerano i limoni tutti uguali, cosa assolutamente non vera. Allora vediamo con quali percezioni si discriminano i limoni sotto il profilo gustativo e tattile. Di profumi e aromi ne parleremo un'altra volta.
IL LIMONE LETTO DA TATTO E GUSTO
Luigi Odello su LinkedIn
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"La grappa, in quanto spirito, deve pure avere un'anima". Così scriveva Ezio Rivella, ben 40 anni fa, nella prefazione al mio libro. Ma se ha un'anima - mi sono detto - avrà anche delle attese per il nuovo anno. Così l'ho chiesto ai suoi interpreti di spicco e quindi non poteva mancare Elvio Bonollo, dirigente delle storiche Distillerie Bonollo Umberto Spa e vicepresidente del Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa.
Che cosa si attende la grappa dal 2024?
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Ma la sensorialità si comunica? Sì, ma in genere poco e male. Se volete rendervene conto leggete etichette e post sui vini: non vi sembra che siano simili se non uguali? I vini rossi sono sempre di buon corpo con sentori di frutti di bosco (come se una mora e un mirtillo fossero la stessa cosa), i bianchi sono minerali (va di moda) con note di mela e banana. Il caffè non rappresenta un'eccezione e lo stesso dicasi di altri prodotti. Pensare che un giovane si avvicini a tale linguaggio è follia, ma anche i più attempati fanno difficoltà a provare emozioni. Ecco perché è nata l'Officina della comunicazione sensoriale: trovare espressioni e tecniche nuove per comunicare i prodotti basandosi sul percepito scientificamente provato, quindi realistico, in modo immediato e simpatico.
Officina della comunicazione sensoriale
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Guido Bosticco, mosso da una generosità tipicamente natalizia, ha incollato il suo articolo pubblicato sulla rivista L'Assaggio appena uscita. Nel caso vogliate leggerlo più comodamente, insieme a tanti altri argomenti attinenti alle scienze sensoriali, cliccate questo link. E buona lettura.
Alcune ipotesi per una classificazione delle emozioni
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Esistono le molecole della felicità? Stiamo parlando di alimenti e bevande, ovviamente, e siamo certi che il loro potere convincente dipenda dalle emozioni che suscitano in noi attraverso molecole particolari. Non da intendere singolarmente come a volte viene fatto erroneamente, ma da considerare insieme e considerando i rispettivi rapporti. Le ricerche fatte negli ultimi due anni, illustrate dalla prof. Venturi in questo video girato al workshop dell’International Academy of Sensory Analysis tenuto presso Vite Colte a Barolo, mettono in luce aspetti che possono consentire una forte innovazione nei processi di produzione, tanto da indurre a un cambio di paradigma per quanto inerisce all’arte dell’enologo.
Indagare le emozioni dei vini: aspetti chimici e sensoriali
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L'incremento del piacere è dato dagli abbinamenti. Ma rimane incerto se sia stato l'uomo a creare gli abbinamenti di valore in un territorio oppure se sia sia abituato a quelli che poteva avere. Fatto sta che pensare a carne della razza piemontese condita con un filo d'olio di oliva e accompagnata da una Barbera d'Asti fa venire l'acquolina in bocca a ogni ora.
Il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato presenta il seminario: “I sapori della carne di Fassone di razza piemontese e dell’olio extravergine di oliva del Monferrato incontrano i vini docg e doc delle terre di Aleramo”
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Tempo, temperatura, ossigeno e luce sono i grandi riduttori del piacere che può dare un caffè. Il sistema di confezionamento ha quindi una importanza rilevante, ma i materiali più efficaci sono anche quelli che hanno il maggiore impatto ambientale. Ecco quindi una sperimentazione eseguita con l'obiettivo di validare confezioni rispettose dell'ambiente, ma anche di offrire un metodo scientifico per la sperimentazione di nuovi imballaggi.
LA SHELF LIFE DEL CAFFÈ CON NUOVE CONFEZIONI
Luigi Odello su LinkedIn
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La grappa non è solamente la nostra acquavite di bandiera, un compendio incredibile per socializzare e fuggire dall'ansia, ma un vero bene culturale. Per questo ci siamo posti una domanda: che cosa si attende dal 2024? Per quanto avvezzi a un colloquio sensoriale, per avere una risposta abbiamo dovuto ricorrere a chi la gestisce e quindi ha con essa un rapporto molto intimo. Abbiamo cominciato dal presidente del Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa, da Sebastiano Caffo.
Che cosa si attende la grappa dal 2024?
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