Il nuovo report di Greenpeace, “Turning down the heat: Pulling the Climate Emergency Brake on Big Meat and Dairy – with special focus on methane”, intende dimostrare come le emissioni di metano delle 29 più grandi aziende che producono carne e latticini rivaleggino con quelle delle 100 maggiori aziende di combustibili fossili. Il #metano è emesso infatti in grandi quantità dagli allevamenti intensivi, che rappresentano la maggiore fonte singola di emissioni di metano di origine antropica a livello globale. Questo è principalmente dovuto alla fermentazione enterica nei ruminanti, che costituisce il 91% delle emissioni di metano legate agli animali. Il metano è il secondo #gas serra più presente nell’atmosfera dopo l’anidride carbonica (CO2): ma rispetto alla #CO2, sebbene sia il secondo, ha un effetto climalterante fino a 80 volte superiore nei primi 20 anni . E questo ha un diretto impatto sulla crisi climatica. Se non si rimedia alle perdite di metano, come richiede l’Unep, e se non si riduce l’enorme produzione di carne e derivati, quest’ultima potrebbe essere responsabile di un aumento della temperatura globale di 0,32°C entro il 2050. Di questo aumento, oltre il 75% sarebbe attribuibile alle sole emissioni di metano. L'approfondimento di EconomiaCircolare.com https://lnkd.in/dWHn_mtk
Confini | Sustainability Lab
Pubbliche Relazioni e servizi di comunicazione
Alba, CN 2.152 follower
Consulenza, formazione, comunicazione beyond the line.
Chi siamo
Siamo un team di professionisti della formazione e comunicazione. Mettiamo la sostenibilità al centro del nostro lavoro con persone, enti pubblici e aziende. Sviluppiamo i nostri progetti attraverso il #metodoconfini: co-progettazione, partecipazione attiva, creative problem solving e intelligenza emotiva descrivono il nostro modo di lavorare. Il Sustainability Lab è lo spazio di confronto continuo che condividiamo con i nostri clienti e partner, per creare idee e individuare energie nuove per il cambiamento.
- Sito Web
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http://www.confinilab.it
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- Settore
- Pubbliche Relazioni e servizi di comunicazione
- Dimensioni dell’azienda
- 1 dipendente
- Sede principale
- Alba, CN
- Tipo
- Società di persone
- Data di fondazione
- 2020
- Settori di competenza
- Formazione, Comunicazione, Sostenibilità, Turismo, Cultura, Progettazione, Consulenza, Stakeholder engagement, Customer satisfaction, Partecipazione attiva, Assessment e Counselling
Località
-
Principale
c/o Hub 48 corso Barolo 48
Alba, CN 12051, IT
-
Via Giuntelli 11/c
Asti, Piemonte 14100, IT
Dipendenti presso Confini | Sustainability Lab
Aggiornamenti
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Secondo il nuovo Rapporto 2024 dell'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva APS cresce la spesa media sostenuta dalle famiglie per i #rifiuti (€329 nel 2024, con un aumento del 2,6% rispetto all'anno precedente) ma migliora anche la #raccoltadifferenziata. Seppur con dieci anni di ritardo, nel 2022 si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Sul fronte delle tariffe, è il Trentino Alto Adige la regione più economica (203€), mentre la Puglia è la più costosa (426,50€ con un aumento di oltre il 4% rispetto all'anno precedente) Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594€ annui, senza variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183€, di poco inferiore rispetto al 2023. Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena. L'indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali.
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Il #cambiamentoclimatico è la principale preoccupazione per le persone in tutti i Paesi del mondo: è al primo posto tra i rischi percepiti dai cittadini e al secondo posto tra gli esperti. Un timore che domina anche gli italiani che ritengono il #climatechange il rischio più urgente, seguito dall’instabilità geopolitica e dall’inquinamento. Nella top ten dei cittadini dello Stivale anche la perdita di #biodiversità, le malattie croniche e rischi connessi al futuro del lavoro, mentre si allenta il timore di nuove pandemie e malattie infettive. Una classifica che diverge rispetto a quella degli esperti italiani che pongono al primo posto l’instabilità geopolitica, con il cambiamento climatico al secondo posto e i rischi cyber e quelli legati ad #AI e big data al terzo e quarto posto, che invece nella top10 della popolazione non sono neanche presenti. Sono questi alcuni dei risultati principali del Future Risks Report pubblicato dal gruppo Axa. Giunta all’undicesima edizione, l’indagine globale sui rischi emergenti realizzata in collaborazione con IPSOS, ha intervistato oltre 3000 esperti di rischio in 50 Paesi e circa 20.000 cittadini da 15 Paesi, per comprendere e valutare la percezione della minaccia e dell’impatto dei rischi emergenti sulla società. Novità del report di quest’anno è il tema della disinformazione: dall’analisi del ruolo delle fake news nell’acuire tensioni sociali, geopolitiche e instabilità emerge che solo una minoranza di esperti che si sente preparata a riconoscerle, e l’82% vede l’intelligenza artificiale come una soluzione per combattere questo fenomeno nonostante sia ad oggi parte del problema. A livello globale restano nella top 3, i rischi cyber che a loro volta sono connessi con l’instabilità geopolitica, ma anche con i rischi legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e dei big data: a indicarli tra i più rilevanti sono in particolare proprio gli esperti, soprattutto in Europa, ma in America e in Asia questi rischi scalano anche la classifica dei cittadini. L'approfondimento di ESGnews.it https://lnkd.in/dNFgtgQh
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L’obiettivo di una completa #decarbonizzazione del sistema elettrico italiano entro il 2035 non solo è possibile, ma è anche vantaggioso per l’economia del Paese. Lo conferma il “Rapporto sugli impatti economici e occupazionali delle politiche per un sistema elettrico italiano decarbonizzato nel 2035”, curato da Fondazione Ecosistemi per conto di WWF Italia. Il lavoro si basa su due precedenti documenti elaborati da ECCO e Artelys: “Politiche per un sistema elettrico italiano decarbonizzato nel 2035” e “Development of a transition pathway towards a close to net-zero electricity sector in Italy by 2035”, rapporti commissionati dalle associazioni ambientaliste. Nel rapporto, spiega una nota del Wwf, sono state considerate otto filiere produttive (reti con linee aeree, reti con linee sottomarine, solare fotovoltaico a terra, solare fotovoltaico su tetto, eolico onshore, eolico offshore, biomasse, idroelettrico), distinte in due differenti aree (impianti #rinnovabili e reti), indagando le loro principali fasi del ciclo di vita: costruzione, installazione, manutenzione. Il decommissioning viene trattato a parte, dice l’associazione, perché non per tutte le filiere considerate esistono dati e questo porta ad una sottostima dell’occupazione complessiva che si potrebbe avere nel pieno processo di decarbonizzazione del sistema elettrico. Nello specifico il report indica che la transizione energetica può creare un ampio numero di posti di lavoro, stimolando l’innovazione e favorendo una ripresa economica duratura e sostenibile.
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Oltre 1.000 aziende hanno fatto riferimento all'International Sustainability Standards Board (ISSB)nei loro Report e 30 giurisdizioni stanno facendo progressi verso l'introduzione degli standard #ISSB nei loro quadri giuridici o normativi. Questi sono alcuni dei principali risultati di un rapporto presentato al Financial Stability Board (FSB) dalla IFRS Foundation Il rapporto stabilisce inoltre l'allineamento delle informative con le raccomandazioni della FSB Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) L'82% delle aziende ha divulgato informazioni in linea con almeno una delle 11 raccomandazioni della #TCFD, mentre le aziende di tutto il mondo rivolgono la loro attenzione alle informative relative al #clima. Tuttavia, con meno del 3% di queste aziende che rendicontano in linea con tutte le 11 informative raccomandate dalla TCFD, poche aziende forniscono informazioni che coprono la governance, la strategia, la gestione del rischio o le metriche e gli obiettivi relativi al clima. .
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Giovedì 15 novembre i nostri Founder Albina Ambrogio e Andrea Pavan hanno partecipato all'Alambicco Talks, al Teatro Alfieri di Asti, organizzato per la terza edizione da Alambicco Academy Un appuntamento dedicato alle PMI del territorio e focalizzato sui temi #ESG, da diverse prospettive: l'evento è stata anche l'occasione per presentare il Polo BE4 ESG, di cui facciamo parte insieme a BE4 Innovation, Nibo Srl e Skills, che propone servizi e competenze integrate sul tema della #sostenibilità alle imprese del territorio. Alambicco Talks si è confermato un evento riuscito, partecipato e di grande interesse per la realtà astigiana, con vari relatori e momenti di confronto sui temi della sostenibilità e dell'applicazione dei criteri ESG in azienda. Grazie a Gabriele Zanon, Rita Pierandrea, Franco Tripi, Angelo Ferraro, Marco Fraquelli e a tutto lo staff di Alambicco per l'organizzazione, la professionalità e la passione messa per la buona riuscita dell'evento, che ancora una volta ha stupito, emozionato e incuriosito tutti i presenti. Nella video intervista realizzata da Idea WebTV i nostri Founder hanno parlato dell'importanza della formazione e comunicazione in un percorso di sostenibilità e della nascita del Sustainability Lab. Se volete approfondire https://lnkd.in/dqc6iTdp #metodoconfini
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In che misura le grandi aziende implementano il Sustainability Statement ai sensi della #CSRD? Il Rapporto di Responsible Companies, Frank Bold esamina circa 100 Statement sulla #sostenibilità delle aziende europee. Ne emerge che: - Per quanto riguarda la doppia materialità le maggiori sfide per le aziende rimangono l'identificazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità sulla sostenibilità lungo la loro catena del valore; - Sui piani di transizione climatica meno della metà delle imprese analizzate dichiara di avere un piano e fornisce dettagli su come intende raggiungerne gli obiettivi; - Le emissioni di gas serra sembrano essere tra gli aspetti più sviluppati con le informative di 89 aziende, ma le metodologie alla base dei calcoli sono spesso poco chiare; - Sebbene 43 aziende riferiscano di disporre di processi di due diligence sulla sostenibilità, mancano dettagli, soprattutto per quanto riguarda l'engagement con gli #stakeholder; - Le informative sulla biodiversità sembrano essere le più impegnative e raramente divulgate.
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La Commissione Europea ha pubblicato una serie di FAQ per chiarire alcuni aspetti della #CSRD, la nuova direttiva sulla rendicontazione di #sostenibilità delle imprese Le FAQ chiariscono la relazione tra CSRD e altre direttive, l'interpretazione dei principi #ESRS, gli obblighi specifici per le imprese a seconda della loro dimensione e del loro settore di attività. Le FAQ pubblicate dalla Commissione Europea rappresentano uno strumento prezioso per le imprese che devono adeguarsi alla nuova normativa sulla rendicontazione di sostenibilità. Fornendo una guida più chiara e dettagliata, queste FAQ contribuiscono a rendere il processo di attuazione della CSRD più semplice e trasparente.
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il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il quaderno "Professionisti e aziende nello scenario della sostenibilità" Il quaderno intende fornire un quadro di riferimento generale in cui rappresentare lo scenario attuale degli elementi dell'economia e della politica della #sostenibilità, per identificare e collocare le attività e le funzioni professionali realizzate, o realizzabili, nel supporto consulenziale e operativo alle aziende che abbiano intrapreso, vogliano intraprendere, o debbano intraprendere, un percorso verso la sostenibilità. Ragionando sulla relazione tra le attività e le funzioni, da un lato, e le competenze, dall'altro, della sostenibilità e nella sostenibilità, il quaderno punta i riflettori sul rapporto tra professionista e azienda perché possa consolidarsi su fondamenta rappresentate anche dalla capacità di diffondere un approccio che garantisca il passaggio da un'attività di "consulenza professionale" a un'attività di "azione aziendale". Questo è il luogo ideale e pratico in cui competenze tecniche e sensibilità imprenditoriali costituiscono elementi complementari per una efficace pianificazione strategica e gestionale negli scenari della sostenibilità e una crescente inclusione dei fattori e dei fenomeni #ESG nelle decisioni d'impresa. Nel suo sviluppo, il quaderno collega le competenze richieste dalle imprese sul mercato del lavoro per adempiere attività di sostenibilità strategica e di compliance normativa e le competenze professionali richieste dalle imprese ai professionisti interpellati per fornire consulenza o svolgere funzioni relative alla sostenibilità. Scopo ultimo è individuare un eventuale mismatch e provare a indicare con quali conoscenze e abilità sarebbe opportuno coprire i gap per le singole attività. Il quaderno si chiude con una serie di osservazioni su possibili percorsi e strumenti con cui sviluppare le competenze e i contesti in ottica sia professionale sia sistemica.
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Le istituzioni finanziarie hanno migliorato l’accessibilità delle loro divulgazioni sui Principali Impatti Negativi (PAI) ai sensi del Regolamento sulla divulgazione della finanza sostenibile #SFDR e ci sono stati progressi positivi riguardo alla qualità delle informazioni rendicontate e, in generale, nella qualità delle dichiarazioni sui PAI. Alcune Autorità Nazionali Competenti hanno inoltre segnalato lievi miglioramenti nella conformità alle divulgazioni SFDR nei loro mercati nazionali. Sono questi alcuni dei risultati che emergono dal terzo rapporto annuale sulle divulgazioni dei PAI delle Autorità di Vigilanza Europee (le ESA: EBA, EIOPA e ESMA) il cui obiettivo è quello di raccogliere input dalle NCA sullo stato attuale delle dichiarazioni volontarie a livello di entità e di prodotto ai sensi della SFDR e analizzare le spiegazioni date dai partecipanti ai mercati finanziari sul motivo per cui non considerano gli impatti negativi delle decisioni di investimento sui fattori di #sostenibilità. L'approfondimento di ESGnews.it https://lnkd.in/dENHA5jM
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