“L’Eco del Silenzio – Frammenti Sparsi” di Fulvio Cesario: Un viaggio poetico tra le emozioni della vita" Immagina di sederti su una veranda di legno, con il vento che soffia tra le montagne innevate. Il silenzio della natura ti avvolge e tra le mani stringi un libro che parla dritto all’anima. “L’Eco del Silenzio – Frammenti Sparsi” è tutto questo e molto di più. Ogni frammento poetico ti invita a riflettere sulla vita, sull’amore, sulla bellezza della natura e sul mistero del tempo. Le parole di Fulvio Cesario, con la loro delicatezza e profondità, sono come il vento: sfiorano il cuore e lo riempiono di emozioni. Perché dovresti leggere questo libro? • Un’esperienza intima: Ogni poesia è un frammento di vita, una riflessione che parla a tutti noi. • Perfetto per ogni momento: Che tu stia cercando ispirazione o semplicemente desideri rilassarti, queste pagine sono il rifugio perfetto. • Edizione bilingue: In italiano e inglese, per gustare la bellezza delle parole anche in una nuova prospettiva. • Atmosfera senza tempo: Le immagini evocate ti trasportano in un mondo lontano, in cui il ritmo della vita rallenta per permetterti di assaporare ogni singolo istante. Sfoglia queste pagine, lasciale risuonare nella tua mente e nel tuo cuore. “L’Eco del Silenzio” è il compagno perfetto per chi desidera trovare una pausa poetica nella frenesia della quotidianità. 🔗 Disponibile ora! Regalati un viaggio interiore, o donalo a chi ami. #LEcoDelSilenzio #FrammentiSparsi #FulvioCesario #Poesia #RiflessioniDiVita #PoeticaDellAnima #LibriDaLeggere #AcquistaOra #EdizioneBilingue #MomentiDiPace
Chi siamo
Il progetto di questo lavoro nasce dalla curiosità del sottoscritto verso il fenomenico “mondo” della PAROLA che tutto attorno a sé costruisce e distrugge attraverso il complesso meccanismo del linguaggio. Ho scelto il nome “Fenomenologia della Lingua” poiché convinto che esso possa rendere al meglio le ambivalenze intrinseche nell’uso quotidiano delle parole. La fenomenologia è una disciplina filosofica fondata da Edmund Husserl (1859-1938), che designa altresì lo studio dei fenomeni in ambito filosofico per come questi si manifestano, nella loro apparenza, alla coscienza intenzionale del soggetto, indipendentemente dalla realtà fisica esterna, il cui valore di esistenza viene messo per così dire «tra parentesi». (Carlo Sini – La Fenomenologia) Il termine fenomeno (dal greco antico: φαινόμενον, fainòmenon, «che appare») è riferito a tutto quello che si presenta come oggettivamente costituito all’osservatore che quindi lo può cogliere attraverso l’apparato sensibile e per questo non necessariamente veritiero. Ed ecco allora un tentativo di consegnare la chiave giusta al mio interlocutore per “aprire” con poco sforzo la porta rinforzata di qualsiasi comunicazione. L’importanza delle parole Il primo pensiero di Dio fu un angelo. La prima parola di Dio fu un uomo. (K.Gibran) Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento comincia a vivere. (E.Dickinson) La scelta del termine corretto è faccenda da ardito pensatore. Le parole, e meglio ancora il modo in cui “escono” dalla nostra bocca (para-verbale), riescono ad esplicitare il nostro stato d’animo: si capiscono moltissime cose dell’umore di una persona solamente ascoltando come vengono dette le parole. E se più amiamo (coinvolgimento emotivo) tanto meno sappiamo raccontare. Le parole sono più importanti di quello che pensiamo: esse evocano immagini, proiettano scenari, attivano i nostri neuroni specchio! Se dici “ho un problema” attivi in te anche l’umore conseguente…
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IL PARADOSSO DEI BAMBINI DI GARDNER: QUANDO LA PROBABILITÀ SFIDA L’INTUIZIONE La matematica è piena di misteri affascinanti che sfidano la nostra comprensione intuitiva della realtà. Tra questi, spicca il celebre “Paradosso dei Bambini”, un enigma probabilistico proposto dal brillante divulgatore scientifico Martin Gardner che continua a stupire matematici e appassionati di logica. Immaginate la seguente situazione: il signor Smith ha due figli e vi viene rivelato che almeno uno di loro è maschio. A questo punto, vi viene… >>> continua 👉🏻👉🏻👉🏻 https://lnkd.in/dS3vBXFu #CURIOSITÀSCIENTIFICHE, #LOGICAMATEMATICA, #MATEMATICA, #PROBABILITÀ, #PUZZLEMENTALI, #BAMBINIDIGARDNER
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Perché i coccodrilli mangiano i sassi? La curiosità che non ti aspetti! 🐊💥 Quando pensiamo ai coccodrilli, immaginiamo feroci predatori, mascelle potenti e un’agilità sorprendente in acqua. Ma sapevi che questi antichi rettili hanno un trucco inaspettato per sopravvivere? Mangiano sassi! Sì, hai letto bene: pietre intere e, a volte, anche grandi rocce! Ma perché lo fanno? Scopriamolo insieme. Le pietre nello stomaco: i “gastroliti” I sassi che i coccodrilli ingoiano sono chiamati gastroliti, ovvero “pietre dello stomaco”. Questi insoliti alleati non sono un capriccio, ma un’incredibile strategia di sopravvivenza. Una volta nello stomaco, le pietre agiscono come un frullatore naturale: schiacciano e macinano il cibo, rendendo più facile la digestione. Ecco perché i grandi denti dei coccodrilli non sono fatti per masticare. Il loro unico compito è bloccare la preda e strapparla in pezzi più grandi. Il resto del lavoro? Lo fanno i gastroliti, che triturano carne e ossa nello stomaco. Una soluzione ingegnosa per un animale che vive da milioni di anni senza evolvere troppo il suo “menu”. Cibo, energia e sazietà Ma non finisce qui. Gli scienziati ritengono che i sassi abbiano un altro ruolo fondamentale: aiutano il coccodrillo a sentirsi sazio. Questo significa che, con lo stomaco “pieno” di pietre, può aspettare più a lungo tra una caccia e l’altra, risparmiando energia preziosa. Un vantaggio enorme, soprattutto per un predatore che vive in ambienti dove il cibo non sempre abbonda. Un trucco antico come i dinosauri Forse ti starai chiedendo: “È un comportamento unico?” Non proprio. I gastroliti erano comuni anche tra i dinosauri erbivori, che li usavano per digerire le piante. Anche alcune specie di uccelli fanno lo stesso. Insomma, questa tecnica è un’eredità evolutiva antichissima, che ci racconta quanto la natura sia geniale. E tu, conoscevi questo dettaglio sui coccodrilli? Questi animali ci insegnano che la sopravvivenza è questione di adattamento, anche attraverso soluzioni che sembrano strane o improbabili. La prossima volta che vedrai un coccodrillo, ricordati che ha un “frullatore naturale” nello stomaco… e che ogni pietra che ingoia è parte di una strategia di vita millenaria. Fammelo sapere nei commenti: quale altra curiosità sugli animali ti piacerebbe scoprire? 🐊🌍 #CuriositàAnimali #NaturaIncredibile #Coccodrilli #Adattamento #ScienzaPerTutti #ImparareDivertendosi
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L’arte della semplicità: tre passi per vivere meglio Nella complessità della vita quotidiana, trovare un equilibrio interiore sembra spesso un’impresa titanica. Siamo costantemente bombardati da informazioni, opinioni e stimoli che mettono alla prova il nostro benessere mentale ed emotivo. Ecco tre riflessioni fondamentali per chi desidera vivere con più consapevolezza e leggerezza: 1. Non credere a tutto ciò che vedi Viviamo in un’epoca dominata dall’apparenza. Sui social media, nella pubblicità, persino nelle relazioni personali, ciò che vediamo non sempre rappresenta la realtà. Ci lasciamo ingannare da immagini curate e narrazioni costruite, dimenticando che ogni realtà ha molteplici sfaccettature. La prima lezione da imparare è questa: non tutto ciò che appare è vero. Prendersi il tempo per osservare, riflettere e approfondire ci permette di andare oltre la superficie. Chiediti: “Questa immagine che vedo è autentica? O è solo una proiezione di ciò che qualcuno vuole farmi credere?” Esercizio pratico: Dedica una giornata a osservare ciò che ti circonda con uno sguardo più analitico. Nota le cose che ti colpiscono e chiediti: “Perché le trovo importanti? Cosa c’è dietro questa percezione?” 2. Non ascoltare tutto ciò che dicono Le parole hanno un potere enorme, ma non sempre sono portatrici di verità. Opinioni, critiche e giudizi possono influenzarci profondamente, anche quando non sono fondati. Spesso, ciò che gli altri dicono riflette più la loro visione del mondo che una realtà oggettiva. Imparare a selezionare ciò che ascoltiamo significa proteggere la nostra mente e il nostro cuore. Esercizio pratico: Quando ricevi una critica o un consiglio, fermati e chiediti: “Questa opinione mi aiuta a crescere o mi appesantisce inutilmente? Da dove viene questo messaggio e perché?” 3. Non dire tutto ciò che sai La comunicazione è un’arte, e come tale richiede equilibrio e saggezza. Dire tutto ciò che ci passa per la mente, senza filtri, può ferire, confondere o persino allontanare chi ci sta vicino. Non è necessario condividere ogni pensiero o opinione. La vera forza sta nel sapere quando è il momento giusto per parlare e quando è meglio tacere. Essere selettivi nelle parole non significa essere falsi o manipolativi. Significa, piuttosto, essere consapevoli del potere che le nostre parole hanno sugli altri. Spesso, il silenzio può comunicare molto più di mille parole. Esercizio pratico: La prossima volta che senti l’impulso di rispondere a qualcuno o di condividere un’opinione, fermati per cinque secondi. Chiediti: “Quello che sto per dire è necessario? È utile? È gentile?” Se la risposta è no, considera il silenzio come un’alternativa valida. La felicità non deriva da grandi rivoluzioni interiori, ma da piccole scelte quotidiane. Quale di questi tre principi senti di dover applicare maggiormente nella tua vita? #Consapevolezza #Semplicità #VivereMeglio
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Salire Verso il Successo: Ogni Passo Conta Nel nostro percorso professionale e personale, spesso ci troviamo di fronte a ostacoli e sfide che sembrano difficili da superare. Ma come mostra l’immagine che vediamo qui sopra, ogni passo, ogni blocco che posiamo lungo la nostra strada, è fondamentale per il nostro progresso. Immagina di essere quella figura che scala una scala fatta di blocchi colorati. Ogni blocco che sali è un’opportunità di crescita. Ogni gradino è una nuova competenza acquisita, una sfida superata, un’opportunità che ti avvicina al tuo obiettivo. Il blocco verde potrebbe rappresentare una nuova abilità, il blocco blu una collaborazione efficace, il blocco arancione una lezione imparata da un errore. La chiave del successo sta proprio nella costanza. La strada potrebbe sembrare lunga e il cammino potrebbe sembrare difficile, ma ogni passo che facciamo ci avvicina sempre di più alla cima. Non esistono scorciatoie per il successo, ma la perseveranza e l’apprendimento continuo sono i veri motori che ci spingono avanti. Inoltre, l’immagine ci ricorda anche l’importanza della mentalità di crescita. La figura che sale la scala non è ferma a un livello; continua ad avanzare, a costruire, a migliorare. Questo è il cuore di una mentalità di crescita: l’idea che possiamo svilupparci, che possiamo affrontare sfide, imparare dai nostri errori e migliorare costantemente. E non dimentichiamo il blocco arancione – quello che forse è più difficile da raggiungere. Ma ogni volta che ci mettiamo in gioco, quando affrontiamo la difficoltà, il successo non è più lontano. Anzi, il successo si costruisce proprio attraverso quelle difficoltà che ci sembrano insormontabili. L’approccio giusto è quello di non arrendersi mai, di affrontare la sfida con la consapevolezza che ogni passo è importante. Ogni passo ci avvicina a ciò che vogliamo diventare. Non sottovalutiamo mai il valore del piccolo passo quotidiano. La crescita è una maratona, non uno sprint. In questo percorso di crescita, dobbiamo ricordarci che il cammino stesso è una parte fondamentale della nostra evoluzione. Ogni passo che compiamo ci insegna qualcosa di nuovo, ci dà nuove competenze e ci prepara per le sfide future. Ogni blocco sulla scala non è solo una “scelta”, ma una scoperta. La crescita professionale e personale è un viaggio che richiede pazienza, resilienza e la capacità di abbracciare l’incertezza. Cosa stai facendo oggi per salire al prossimo livello nella tua carriera? #Crescita #Successo #Apprendimento #MentalitàDiCrescita #Perseveranza #Carriera #Leadership #Progresso
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Quando l’arroganza si traveste da “gentilezza”: parliamo di mansplaining Quante volte ci è capitato, come donne, di sentire un uomo che, pur non essendo un esperto di un argomento, si sente autorizzato a correggerci? A spiegare come se fosse il nostro superiore, come se noi non sapessimo nulla. E tutto questo con un sorriso, come se ci stesse facendo un favore. Non è solo questione di ignoranza. È questione di credere di avere un diritto naturale di “insegnare”. Un diritto che ha radici profonde nella cultura patriarcale, che non riconosce mai la nostra competenza, perché siamo sempre considerate “inferiori”, indipendentemente da quanti studi, esperienze o competenze possediamo. Questo è il mansplaining: l’atteggiamento di chi, pur di fronte all’evidenza che la donna in questione è più preparata, si sente comunque autorizzato a interromperla, correggerla o “istruirla”, come se fosse un’eterna “principiante”. Non importa che tu sia un’esperta nel tuo campo, che tu abbia anni di esperienza: lui è un uomo, e quindi sa di più. Il mansplaining non è solo un modo di essere arroganti o ignoranti. È una manifestazione di superiorità maschile radicata, una sindrome di Dunning-Kruger in salsa sessista. Si basa sulla convinzione che un uomo abbia sempre la risposta giusta, semplicemente perché lo è, mentre le donne devono “dimostrare” di meritarsi il diritto di parlare o essere ascoltate. E non parliamo solo di un atteggiamento fastidioso. Parliamo di un comportamento che minimizza le nostre competenze, che nega la nostra voce, che crea barriere invisibili, ma reali, nella nostra crescita personale e professionale. L’effetto del mansplaining non è solo la frustrazione di sentirci sminuite, ma una costante negazione del nostro valore. Perché il mansplainer non è solo chi “spiega” quando non è il caso. È chi non riconosce mai che una donna possa essere più preparata, che dà per scontato che solo perché è uomo ha la superiorità nel conoscere. Il mansplainer non ammette che una donna possa avere titoli di studio superiori ai suoi, o esperienze che vanno oltre le sue. Non è educazione, non è gentilezza. È un attacco alla nostra competenza. Quindi, la prossima volta che qualcuno tenterà di correggerti o darti lezioni inutili, ricordati: non è una questione di “fare di più”. È una questione di vedere in te la competenza che già possiedi. E, soprattutto, non lasciare che chi non ha capito che cosa sia veramente il rispetto possa mai insegnarti la tua dignità. Iniziamo a chiamarlo per quello che è: mansplaining, non “gentilezza”. E facciamolo smettere. #Mansplaining #Genere #Riflessioni #DignitàFemminile #Parità #Competenze #Rispetto
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🌸 Tsundoku: L'Arte Giapponese di Collezionare Universi Sospesi 📚 Immaginate una parola che catturi l'essenza più intima del nostro rapporto con la conoscenza. In giapponese, questa parola esiste e si chiama 'Tsundoku' (積ん読), un termine che va ben oltre il semplice accumulo di libri intonsi. Non chiamatela pigrizia. No. È una filosofia, un atto poetico di speranza intellettuale. Tsundoku è l'arte di accumulare libri non come oggetti, ma come portali silenziosi verso mondi inesplorati. Ogni volume rappresenta una promessa, un biglietto da visita di avventure ancora non intraprese. Nell'estetica giapponese, questo non è un difetto ma una forma di rispetto. Rispetto verso la conoscenza potenziale, verso quei viaggi mentali che attendono solo di essere inaugurati. I libri non comprati sono libri già posseduti con lo sguardo, con il desiderio, con l'immaginazione. Tsundoku racconta di noi: collezionisti di sogni cartacei, esploratori di universi in attesa. Ogni libro sullo scaffale è un seme di curiosità, un frammento di futuro intelligenza che germoglierà quando il momento sarà giusto. Un omaggio a tutti i sognatori, i curiosi, gli eterni studenti della vita. A coloro che sanno che la vera ricchezza non sta nel leggere, ma nel poter leggere. Nel mantenere viva quella scintilla di possibilità. Quanti universi avete in sospeso? 📖✨ #Tsundoku #Cultura #Libri #Conoscenza #Giappone"
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LA SORPRENDENTE ORIGINE DI GOOGLE: UN VIAGGIO TRA STORIA, LINGUE E CASO Immaginate un momento: dietro il nome di uno dei colossi tecnologici più potenti al mondo, si nasconde un intreccio di storie sorprendenti che attraversano culture, epoche e immaginazione. La parola “Google” non è solo un marchio, ma un racconto che intreccia colonialismo, letteratura per l’infanzia, fumetti e matematica. Tutto inizia in un periodo buio della storia americana, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Gli Stati Uniti hanno appena invaso le Filippine, e tra i soldati statunitensi inizia a diffondersi un termine dispregiativo: “gook”. >>> continua 👉🏻👉🏻👉🏻 https://lnkd.in/eyFccDPE
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L’ERA DEL WHISTLEBLOWING: INTEGRITÀ E TRASPARENZA NEL MONDO MODERNO In un’epoca segnata da rapidi cambiamenti e crescente digitalizzazione, il “whistleblowing” assume un ruolo cruciale nella salvaguardia dell’integrità aziendale e della responsabilità sociale. Il termine, che letteralmente significa “soffiare nel fischietto”, indica l’atto di segnalare irregolarità, corruzione o pericoli nascosti all’interno di un’organizzazione. >>> continua 👉🏻👉🏻👉🏻 https://lnkd.in/eKzd-UB8 #whistleblowing #parole #fenomenologiadellalingua #notonlywords
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Quando le sfide ci trasformano: sei una patata o un uovo? Le sfide che affrontiamo nella vita sono come l’acqua bollente: intense, a volte insopportabili, e sicuramente inevitabili. Ci colpiscono tutti allo stesso modo, ma il risultato finale dipende da noi. È ciò che vediamo chiaramente in questa immagine: l’acqua bollente che ammorbidisce una patata è la stessa che indurisce un uovo. Allora, la vera domanda è: chi sei quando la vita ti mette sotto pressione? La metafora della patata e dell’uovo Questa semplice immagine racchiude una lezione profonda: non sono le circostanze a definire chi siamo, ma come scegliamo di reagire. La patata, forte e robusta all’apparenza, si arrende al calore e si ammorbidisce. L’uovo, fragile e delicato, invece si rafforza, diventando più solido. Le difficoltà non trasformano chi siamo; piuttosto, rivelano la nostra natura e ci costringono a tirare fuori il meglio o il peggio di noi stessi. Come reagisci alle sfide? Nel lavoro, nelle relazioni e nella vita, le pressioni sono inevitabili: scadenze strette, incomprensioni con i colleghi, cambiamenti inaspettati. Eppure, di fronte a queste “acque bollenti”, possiamo scegliere come reagire. 1. Arrendersi o trasformarsi? La patata si arrende alle avversità, diventando più fragile. L’uovo, invece, usa il calore per rafforzarsi. La resilienza è una scelta: puoi lasciarti definire dalle difficoltà o usarle per crescere. 2. Conoscere la tua forza interiore Scopri quali sono i tuoi valori e le tue risorse personali. Quando sei consapevole di ciò che ti rende unico, diventa più facile affrontare le sfide senza lasciarti travolgere. 3. Adattarsi senza perdere sé stessi Essere come l’uovo non significa diventare rigidi o chiudersi. Significa trasformare la pressione in forza, mantenendo però la propria essenza. Adattarsi non vuol dire cedere, ma crescere con ciò che accade. Applicazioni nel mondo professionale • Nel lavoro di squadra: Ognuno reagisce diversamente alle difficoltà. Come leader o collega, riconosci e supporta le diverse reazioni, aiutando gli altri a trovare il loro equilibrio. • Nel cambiamento: I momenti di crisi possono sembrare schiaccianti, ma sono anche opportunità per scoprire nuove risorse e abilità. Invece di resistere, accogli il cambiamento come un’occasione per crescere. • Nel superare ostacoli: Ogni sfida porta con sé un insegnamento. Usa ogni esperienza, anche quella più difficile, per diventare una versione più forte e consapevole di te stesso. Conclusione L’acqua bollente è la stessa per tutti. Ciò che cambia è il risultato. In ogni sfida, chiediti: vuoi lasciarti ammorbidire dalle difficoltà o rafforzarti attraverso di esse? La scelta è tua. Sei tu a decidere di che pasta sei fatto. Domanda per te: Quale recente sfida ti ha trasformato? Come hai scelto di reagire? Condividi la tua esperienza: potrebbe ispirare qualcuno a scegliere la forza.