Sei tra gli 𝙞𝙣𝙘𝙤𝙨𝙘𝙞𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙜𝙞𝙤𝙫𝙖𝙣𝙞 che hanno deciso di lanciarsi nel mondo del lavoro, ma ogni giorno sembra un po’ come 𝙡𝙖 𝙩𝙖𝙣𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙜𝙧𝙖𝙣𝙘𝙝𝙞𝙤: ti muovi, ma non arrivi mai dove speri.
Inizi a inviare curriculum e, tra una mail e l’altra, ti chiedi: “𝘾𝙝𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙞𝙤 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙞 𝙩𝙪? Da una parte 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙪𝙣 𝙙𝙪𝙧𝙤, dall’altra non voglio comportarmi da 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚”. Un’eterna lotta tra aspettative e realtà.
Nel frattempo, ogni risposta che ricevi ti accelera il 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙞𝙩𝙤. Ma quando arriva il fatidico “𝙂𝙧𝙖𝙯𝙞𝙚 𝙢𝙖 𝙣𝙤 𝙜𝙧𝙖𝙯𝙞𝙚”, ti sembra di aver ricevuto un 𝙛𝙖𝙣𝙜𝙤 𝙞𝙣 𝙥𝙖𝙧𝙖𝙙𝙞𝙨𝙤… un colpo che fa male, ma da cui ti rialzi, 𝙡𝙚𝙣𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚, con un sorriso.
Ogni tanto ti viene da pensare: “𝙎𝙚 𝙩'𝙞𝙣𝙣𝙖𝙢𝙤𝙧𝙞 𝙢𝙪𝙤𝙧𝙞”, perché ti affezioni a quella posizione che pensavi fosse perfetta, solo per essere deluso.
Però poi dici: “𝙣𝙤𝙣 𝙩𝙞 𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙤, ma ho imparato a non farmi più illusioni. Non sono più il 𝙫𝙞𝙫𝙖 𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙩𝙖 che ero all’inizio, ma ho una 𝙛𝙚𝙗𝙗𝙧𝙚 che mi spinge a cercare incessantemente”.
Dopo un po’ ci scrivi: “Joinrs, 𝙙𝙖𝙢𝙢𝙚 ‘𝙣𝙖 𝙢𝙖𝙣𝙤, che poi sui social ti riempio di 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙞𝙘𝙞𝙣𝙞”.
Forse è un po’ come cercare 𝙡’𝙖𝙡𝙗𝙚𝙧𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙣𝙤𝙘𝙞 in un deserto, ma 𝙢𝙞𝙡𝙡𝙚 𝙫𝙤𝙩𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙤𝙧𝙖 ci provi, mettendoci 𝙖𝙣𝙚𝙢𝙖 𝙚 𝙘𝙤𝙧𝙚, con 𝙞𝙡 𝙧𝙞𝙩𝙢𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙚 che ti trasporta sempre più avanti, perché sai che prima o poi arriverà la chiamata giusta.
E quando finalmente succede, sarà come un’𝙚𝙘𝙤 di 𝙖𝙢𝙖𝙧𝙘𝙤𝙧𝙙, un sogno che torna in 𝙥𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙙𝙞𝙖𝙢𝙖𝙣𝙩𝙚, e proverai un po’ di 𝙗𝙖𝙡𝙤𝙧𝙙𝙖 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙖𝙡𝙜𝙞𝙖 per quello che è stato.
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