Parkinson: oltre il tremore, una malattia che è cento malattie. Al via la nuova campagna della Confederazione Parkinson Italia. Lanciata in occasione della Giornata Nazionale del Parkinson (30 novembre), la campagna è realizzata con il supporto non condizionante di Zambon e racconta storie vere di reazione e di coraggio dei pazienti affetti dalla malattia. Il Parkinson è la malattia neurologica a più rapida crescita ed è caratterizzata dalla combinazione di oltre 40 sintomi, con un impatto che va ben oltre il tremore. Oggi in Italia ci sono almeno 300 mila Parkinson, al plurale, uno per ciascun paziente. Infatti, accanto al tremore, che è di gran lunga il sintomo più conosciuto, ne esistono altri - oltre 402 - che si combinano tra di loro in modo e con intensità differente in ogni persona. Ne possono risentire così anche l’umore, il sonno e la digestione, ma in tutti i casi emerge un punto fermo: la voglia di reagire alla malattia. Così al centro della nuova campagna istituzionale della Confederazione Parkinson Italia - lanciata in occasione della Giornata Nazionale (30 novembre) con il supporto non condizionante di Zambon - ci sono Carla che si dedica all’arrampicata sportiva e Paolo che ha imparato a volare ovunque con il suo simulatore, mentre Valentina è diventata mamma e Massimiliano diffonde musica e idee nuove alla radio. Sono alcune delle storie vere di reazione di pazienti che testimoniamo come il Parkinson sia “Una malattia che è cento malattie” e che ispirano la campagna, i soggetti pubblicitari e lo spot sociale che andrà in onda nel 2025 con le voci di Claudio Bisio e Lella Costa. Oltre il tremore La maggior parte delle persone sottovaluta la complessità del Parkinson e lo etichetta come “malattia del tremore”: una semplificazione che la nuova campagna punta a sfatare. “Ancora oggi c’è molta confusione sul Parkinson e si pensa che le sue uniche conseguenze siano i tremori, i problemi di movimento e di equilibrio. False convinzioni con cui io stesso mi sono scontrato quando - dopo la diagnosi - ho sperimentato le tante e diverse manifestazioni della malattia. Eppure, in questa molteplicità di situazioni c’è un minimo comune denominatore: la voglia di reagire e di perseguire i proprio obiettivi di vita e le proprie passioni. Da qui – commenta Giangi Milesi, Presidente Confederazione Parkinson Italia – la scelta di dar vita a una campagna istituzionale che grazie al racconto di storie vere di reazione possa rivelare i tanti, diversi volti del Parkinson e sfatare così i luoghi comuni che lo caratterizzano”. CONTINUA A LEGGERE https://lnkd.in/dCvzuqRx VIDEO DELLA CAMPAGNA https://lnkd.in/dQegF88e
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AIL LANCIA LA NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE “SEGUI LA STELLA” DEDICATA ALLE STELLE DI NATALE Una Stella di Natale AIL aiuta migliaia di persone a guardare lontano AIL - Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma dopo 18 anni rinnova la storica campagna dedicata alle Stelle di Natale, con l’obiettivo di unire ciò che è divenuto il simbolo dell’Associazione, il racconto delle storie dei pazienti e l’impegno sociale di AIL. L’iniziativa Stelle di Natale AIL, in programma 6, 7 e 8 dicembre in 4800 piazze italiane, storico appuntamento con la solidarietà promosso dall’Associazione che da 55 anni è al fianco dei pazienti ematologici e delle loro famiglie, viene realizzata da 36 anni grazie al contributo di migliaia di volontari e all’opera delle sue 83 sezioni AIL sul territorio nazionale. La manifestazione ha permesso in tanti anni di sostenere e mettere in campo importanti progetti di Ricerca e Assistenza e ha contribuito a far conoscere i rilevanti progressi e i risultati ottenuti nel trattamento dei tumori del sangue. AIL lancia la nuova campagna di comunicazione integrata dedicata all’iniziativa Stelle di Natale “Segui la Stella”, affidata a Lateral, Studio di Comunicazione & Branding guidato da Francesco Fallisi e Federica Bello, con la direzione creativa di Francesco Fallisi e Simona Angioni. Per la campagna è stato prediletto un approccio intimo e delicato, affinché fosse un’esperienza personale a trasmettere il significato profondo che rappresenta la scelta della Stella di Natale AIL. Protagonista dello spot è una bambina con un obiettivo molto preciso: regalare speranza al paziente incorniciato dalla finestra di fronte alla sua. Da sola, con passo svelto e deciso, attraversa le stradine della sua città come se fosse una grande avventura. Ha le sue monetine e il suo sogno da realizzare. E lo porta a termine, scegliendo la Stella di Natale più grande che può, e permettendo a quel ragazzo di guardare lontano. Una bambina da seguire e, soprattutto, come recita la voce fuori campo, “Una Stella da seguire” per arrivare finalmente ad un futuro libero dai tumori del sangue. Il claim dello spot è semplice e potente allo stesso tempo: Una Stella di Natale AIL aiuta migliaia di persone a guardare lontano. “Questo concetto riflette il nostro impegno nell’offrire una prospettiva di fiducia e speranza a chi affronta un percorso di cura difficile” affermano Rita Smoljko e Daniele Scarpaleggia, rispettivamente Responsabile Comunicazione AIL e Coordinatore del Progetto “aiutando i pazienti e le loro famiglie a guardare oltre le sfide e la sofferenza del presente”. CONTINUA A LEGGERE https://lnkd.in/dPdfNGH5
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LA RADIOTERAPIA 3.0 RIVOLUZIONA IL TRATTAMENTO DEI TUMORI MAGGIOR PRECISIONE, MINOR NUMERO DI SEDUTE, MIGLIORI RISPOSTE https://lnkd.in/dzATx8ee PROF. SSA MARIA ANTONIETTA GAMBACORTA, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS Nella lotta al cancro la radioterapia è da sempre un’arma preziosa al fianco della chirurgia e delle terapie mediche, ma negli ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha fatto sì che oggi si possa parlare di una radioterapia 3.0, di nuova generazione quindi, molto lontana da quella che era sì efficace ma gravata anche da effetti collaterali importanti. Per conoscere l’evoluzione della radioterapia oncologica abbiamo incontrato la Prof. ssa Maria Antonietta Gambacorta Direttore della UOC di Radioterapia della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS Fra i temi: • La radioterapia di oggi è molto diversa da quella dei primi anni, quali caratteristiche hanno le macchine di ultima generazione, come agiscono? • Quali tumori e quali pazienti, come viene scelto anche il timing di intervento radioterapico nel percorso di cura e quali ad oggi le neoplasie su cui la radioterapia ha maggiore successo • Per la qualità della vita poter ridurre il numero di sedute significa recuperare tempo per la propria vita • Nel setting delle cure palliative, la radioterapia non è così nota alle famiglie, e invece per persone fragili e gravate da un lungo percorso di cura controllare il dolore è fondamentale • L’importanza di un approccio multimodale e multidisciplinare con un team che preveda tutte le figure coinvolte per poter valutare e rivalutare nel tempo il percorso migliore per ogni singolo paziente
RADIOTERAPIA 3.0, PER QUALI TUMORI. MAGGIOR PRECISIONE, MINOR NUMERO DI SEDUTE, MIGLIORI RISPOSTE
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ARTROSI DEL GINOCCHIO: QUANDO E QUALI INTERVENTI CONSERVATIVI E QUANDO LA CHIRUGIA PROTESICA IL TIPO DI TECNICHE E LE NUOVE PROTESI MONOCOMPARTIMENTALI - LA CHIRURGIA ROBOTICA PER UNA MAGGIOR PRECISIONE PROF. EZIO ADRIANI, FONDAZIONE POLICLINICO A. GEMELLI IRCCS https://lnkd.in/dhhFPWhd Una fra le condizioni più diffuse dopo i 50 anni è quella dell'artrosi del ginocchio, che comporta dolore nei movimenti e nel tempo limita anche la funzione. IN alcuni casi è possibile intervenire con tecniche conservative (quando la cartilagine p almeno in parte conservata) in altri è necessario intervenire con la chirurgia protesica (quando c'è contatto osso-oso e non c'è più cartilagine). In questo campo le tecniche protesiche sono molto cambiate negli anni con la possibilità di impiantare protesi mono compartimentali (quindi di una sola parte del ginocchio) o di utilizzare tecniche robotiche che rendono l'intervento più preciso e personalizzato. Ne abbiamo parlato con con il Prof. Ezio Adriani, Direttore della UOC di Traumatologia dello Sport e Chirurgia Articolare della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS Fra i temi: - Un quadro di ciò che provoca l’artrosi all’articolazione del ginocchio - Come si esegue una diagnosi corretta - Quando si opta per un trattamento infiltrativo e quando invece per la sostituzione con una protesi. - Che tipo di intervento e che tipo di protesi è possibile oggi, - Che cosa vuol dire protesi mono compartimentale, un concetto emergente molto interessante - La chirurgia robotica in ortopedia che vantaggi offre è oggi possibile. - Quale è il percorso di riabilitazione post intervento. Quali novità in questo setting?
ARTROSI DEL GINOCCHIO E PROTESI - LE NOVITA: LE PROTESI MONO COMPARTIMENTALI E LA CHIRURGIA ROBOTICA
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SCLEROSI MULTIPLA RECIDIVANTE: NUOVI DATI SU EFFICACIA E SICUREZZA DI CLADRIBINA https://lnkd.in/dTkFTHcy ASSEGNATO IL PREMIO MERCK INNOVAZIONE TECNOLOGICA PER LA SCLEROSI MULTIPLA NEL CORSO DEL 54° CONGRESSO SOCIETA’ ITALIANA DI NEUROLOGIA SIN Nel corso del 54º congresso della Società Italiana di Neurologia svoltosi presso il Roma Convention Center La Nuvola Merck ha presentato nuovi dati a 4 anni relativi a cladribina che evidenziano i benefici di un trattamento precoce ed una efficacia sostenuta, valutati attraverso numerosi indicatori dell'attività di malattia, come la risonanza magnetica le funzionalità cognitive bio marcatori ematici e liquido celebro spinale. L'efficacia di cladribina è stata dimostrata anche attraverso il raggiungimento di end point importanti di sicurezza e benefici duraturi sulla neuro-infiammazione, sulla progressione di malattia e sulla ricostruzione immunitaria. Nel corso del congresso Merk ha annunciato il vincitore del premio innovazione digitale in neurologia, un progetto di Digital Technology, che punta a rilevare precocemente i sintomi silenti della malattia attraverso lo smartphone del paziente e con il supporto dell'intelligenza artificiale. Ne abbiamo parlato con Claudio Gasperini - Coordinatore Gruppo di Studio Sclerosi Multipla - Società Italiana di Neurologia SIN Pasquale Arpaia - Università degli Studi di Napoli Federico II Andrea Paolillo - Medical Director di Merck Italia
SCLEROSI MULTIPLA RECIDIVANTE: CLADRIBINA CONFERMA EFFICACIA NEL BLOCCARE PROGRESSIONE DI MALATTIA
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INAUGURATO IL "GEMELLI MEDICAL CENTER": PRESIDIO SANITARIO COSTRUITO SUI BISOGNI DELLA PERSONA NEL PERCORSO DI CURE PALLIATIVE CENTRO MULTIDISCIPLINARE E MULTIMODALE PER UNA GESTIONE INTEGRATA DEL FINE VITA https://lnkd.in/ddQ34TYA E’ stato inaugurato il Gemelli Medical Center, un nuovo presidio sanitario progettato per dare risposte concrete ai bisogni delle persone che necessitano di cure palliative e ai loro familiari. Il modello di cura adottato, multidisciplinare e personalizzato, include la dimensione psicologica e spirituale. Il team di medici, psicologi, infermieri e operatori si dedica a ogni aspetto della cura dei pazienti e dei loro caregiver. Il centro offre cure palliative a 30 persone in regime residenziale e a 120 in assistenza domiciliare come struttura privata accreditata con la ASL Roma 1, nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale del Lazio. L’obiettivo è quello di creare un modello di assistenza sanitaria basato su un’offerta integrata, multidisciplinare e capace di adattarsi ai bisogni di una popolazione sempre più longeva. Una assistenza che garantisca un supporto continuo e completo in un momento complesso come il fine vita. Il presidio sanitario ospiterà anche la Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attivata dall’Anno Accademico 2022/23, rispondendo così alle crescenti necessità di formazione e assistenza per le situazioni di fragilità Ci hanno presentato il Centro: Stefano Costa - Amministratore Delegato Gemelli Medical Center Manuel Soldato - Direttore Sanitario Gemelli Medical Center Graziano Onder - Università Cattolica del Sacro Cuore
GEMELLI MEDICAL CENTER: NUOVO CENTRO MULTIMODALE E MULTIDISCIPLINARE PER CURE PALLIATIVE INTEGRATE
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"JOINT LONGEVITY" IN ORTOPEDIA: COME MANTENERE IN SALUTE LE ARTICOLAZIONI E LA CARTILAGINE COME SI INTERVIENE IN CASO DI USURA PROF EZIO ADRIANI, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS https://lnkd.in/dR8MtvSw In campo ortopedico c'è un concetto emergente e cioè quello della joint longevity, che significa preservare il più a lungo possibile la longevità delle articolazioni e della cartilagine, che nel tempo tendono ad usurarsi e a portare dolore e perdita di funzione. Ne abbiamo parlato con il Prof. Ezio Adriani, Direttore della UOC di Traumatologia dello Sport e Chirurgia Articolare della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS Fra i temi: - una fotografia delle nostre articolazioni e del ruolo della cartilagine all’interno di una articolazione - perché la cartilagine si usura nel tempo e cosa comporta questa usura - come possiamo preservare la cartilagine il più a lungo possibile? - Quali sono le tipologie di intervento? - L'età media si stia alzando sempre di più e questo comporta l’esigenza di mantenere in salute e attive le articolazioni, per far questo quanto è importante non considerare fenomeni degenerativi come l’artrosi ad esempio come fisiologici e irrisolvibili ma intervenire ai primi segni di usura?
JOINT LONGEVITY: ARTICOLAZIONI E CARTILAGINE, COME SI INTERVIENE IN CASO DI USURA
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TUMORI NEUROENDOCRINI: QUALI GLI ORGANI COLPITI - LA DIAGNOSTICA ALL’AVANGUARDIA - LA CHIRURGIA E LE TERAPIE OGGI DISPONIBILI - PROF GUIDO RINDI, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS https://lnkd.in/dQ_AetFh I tumori neuroendocrini sono un gruppo eterogeneo di tumori rari, chiamati anche NET che hanno origine da cellule del sistema neuroendocrino, un sistema costituito da cellule che hanno sia caratteristiche delle cellule endocrine, che producono gli ormoni, sia caratteristiche delle cellule nervose. Le cellule neuroendocrine sono presenti in tutto l’organismo e nei diversi organi svolgono funzioni specifiche, come regolare il flusso dell’aria nei polmoni, la velocità di transito del cibo nel tratto gastrointestinale o il rilascio dei succhi digestivi nell’intestino. Per questo i tumori neuroendocrini possono colpire organi molto diversi tra loro come intestino, pancreas, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali. Ne parliamo con il Prof. Guido Rindi, Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Anatomia Patologica della testa e collo, del polmone e dell’apparato endocrino Fra i temi: - un identikit dei tumori neuroendocrini, delle varie tipologie e dei fattori di rischio. - Quali gli organi che possono essere colpiti (polmoni, organi dell'apparato gastro intestinale...) - I sintomi dipendono dall’organo coinvolto oppure ci sono dei sintomi che in qualche modo li accomunano tutti - La tecnologia è diventata protagonista della fase diagnostica, quali sono le indagini strumentali oggi più importanti - Il ruolo dell’anatomia patologica sia in fase di prima diagnosi che di follow up e monitoraggio - Il ruolo della chirurgia e le tecniche disponibili oggi - Le terapie: negli anni gli avanzamenti nel campo della cura dei tumori sono stati moltissimi, con terapie sempre più mirate, target magari su mutazioni genetiche, e anche nei NET lo scenario oggi offre più opzioni terapeutiche - L'importanza dei centri di riferimento, con un approccio multidisciplinare e multimodale per offrire ad ogni paziente il miglior percorso per una presa in carico globale
TUMORI NEUROENDOCRINI: QUALI OGANI COLPISCONO E LE STRATEGIE DI TRATTAMENTO IN BASE ALLA TIPOLOGIA
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“Io, EMA E TU”, una piazza virtuale per conoscere i tumori del sangue Amplia l’offerta di informazioni e servizi raccogliendo il testimone da Il Mieloma Multiplo E TU, attivo dal 2021 e che porta in dote una community sulla pagina Facebook di oltre 37000 persone. Il sito avrà due percorsi differenti. Oltre al mieloma si occuperà di mielofibrosi, rara malattia mieloproliferativa che colpisce il midollo osseo. Cambia il nome, non l’obiettivo, che è quello di informare, aiutare a capire e affrontare i tumori del sangue guardando alla patologia, ma anche a come affrontare al meglio la vita di tutti i giorni. Dopo tre anni, Il Mieloma Multiplo E TU diventa Io, EMA E TU e si arricchisce di ulteriori contenuti: oltre al mieloma multiplo ci sarà un focus sulla mielofibrosi, rara neoplasia mieloproliferativa che colpisce il midollo osseo. A presentarla e a guidare il lettore ci sarà «La Famiglia Mielo», una famiglia immaginaria che convive con la mielofibrosi, in cui ogni personaggio rappresenta un aspetto diverso della gestione della malattia, offrendo consigli pratici e supporto emotivo. Il go live del nuovo sito è oggi, 8 novembre, a questo indirizzo: https://www.ioemaetu.it/. Cosa si trova navigando in Io, EMA E TU? Oltre ad una grafica rivista, come anticipato, due percorsi separati, che permetteranno di approfondire una o l’altra malattia, con un’attenzione soprattutto alle tante declinazioni di quella che viene genericamente definita qualità di vita. Affrontare una qualsiasi malattia non è solo seguire i trattamenti farmacologici e attenersi ai controlli medici, ma preservare un equilibrio fisico e psicologico. Insomma, prendersi cura di sé anche per esempio con la dieta e, quando la malattia concede un po’ di respiro, con l’attività fisica. Spesso per ritrovare la serenità c’è bisogno di un supporto psicologico. Così come è importante conoscere i propri diritti se si lavora e quelli previdenziali. Per tutto questo ci sono rubriche dedicate, contributi, soprattutto video, affidati ad esperti che trattano le singole tematiche in modo semplice ed empatico. “La malattia oncoematologica – dice Laura Cappellari, direttore Patient Affairs GSK Italia – è sicuramente un momento drammatico per chiunque. Le possibilità di cura attualmente disponibili hanno modificato l’inelluttuabilità della diagnosi, dando un senso e una prospettiva al percorso personale. Come ogni inciampo della vita, anche il tumore rappresenta uno stop, ci si augura temporaneo, durante il quale bisogna trovare il modo di continuare la propria quotidianità, che è fatta di cose piacevoli e di incombenze. Noi abbiamo cercato di dare una mano a gestire entrambe, grazie all’aiuto di tanti professionisti, aprendo una finestra di dialogo con i pazienti e offrendo loro una piazza, seppur virtuale, dove incontrarsi”. CONTINUA A LEGGERE https://lnkd.in/dYxNeMMf
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LASCITI AIL UN ATTO D'AMORE IN CRESCITA PER COSTRUIRE UN FUTURO SENZA TUMORI DEL SANGUE Grazie ai lasciti testamentari l'Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma ha potuto finanziare importanti progetti di Ricerca Scientifica e garantire assistenza socio-sanitaria ai pazienti ematologici Per saperne di più vai sul sito lasciti.ail.it o chiama il numero 800 85 78 78 Un lascito solidale può contribuire a cambiare la vita delle oltre 500 mila persone che in Italia ogni anno lottano contro un tumore del sangue. Un lascito è un atto d'amore e di consapevolezza che può aiutare a costruire un futuro per i pazienti ematologici, è un gesto di grande generosità e ricco di significato, un segno di speranza per tutti i pazienti ematologici che possono guardare avanti con fiducia nonostante un tumore del sangue. I dati della recente indagine "Valori, donazioni e lasciti solidali", realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale - comitato di organizzazioni non-profit, tra cui AIL, nato per promuovere la cultura del testamento solidale in Italia - rivelano che gli italiani alla domanda "quale valore vorreste lasciare a chi verrà dopo di noi" fanno riferimento a valori come conoscenza, unità della famiglia, amore, libertà. Proprio a questi valori si ispira il sostegno ai pazienti che AIL, Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, porta avanti da 55 anni. La conoscenza attraverso la ricerca scientifica conduce a nuove cure; l'amore dei 17.000 volontari al servizio dei malati; l'unione della famiglia mantenuta grazie ai numerosi servizi di assistenza delle 83 sezioni provinciali AIL; la possibilità di poter condurre una vita degna di essere vissuta anche durante le terapie. Come sottolinea la campagna di comunicazione AIL dedicata ai Lasciti "Cosa fai dopo la vita?" che celebra la vita, attraverso il racconto commovente di un'amicizia che cresce nel corso di tanti anni, fino a culminare nella decisione matura e condivisa di fare un grande dono. Scegliere di fare un lascito ad AIL è molto semplice, è sufficiente la redazione di un testamento scritto di proprio pugno che permette di decidere come destinare i propri beni. Donare anche poco contribuisce a fare grandi cose. Nella maggior parte dei casi i testatori, principalmente donne, lasciano le proprie volontà scrivendo di proprio pugno un testamento olografo e scelgono di devolvere parte del proprio patrimonio a favore di più Enti non profit. CONTINUA A LEGGERE https://lnkd.in/dMMxxabk