Nuove regole per la residenza fiscale. Con la recente circolare n. 20/E, Agenzia delle Entrate recepisce le modifiche introdotte dal “Decreto fiscalità internazionale” (D.Lgs. n. 209/2023), incentrato sul concetto di “residenza fiscale” di persone fisiche, società ed enti. Un adeguamento reso necessario dai cambiamenti sociali degli ultimi anni, in particolare quelli che riguardano lo smartworking. In base alle nuove regole, sono “residenti” in Italia (e quindi devono pagare qui le tasse) nel paese coloro che per 183 giorni “sviluppano in Italia relazioni personali e familiari”. Le “relazioni” non sono per forza familiari o ufficializzate dal matrimonio, contano anche legami stabili o convivenze di fatto. Ai vecchi principi di “domicilio” o “residenza” si sostituisce quindi quello piu’ sottile di “permanenza” (cosa ti lega a questo territorio?). Criterio simile per le società: sono considerate "con sede in Italia" quando hanno: 1- la sede legale o 2- la sede di direzione effettiva o 3- la gestione ordinaria in via principale in Italia per la maggior parte del periodo di imposta. Come suggeriscono le “o”, i 3 criteri sono alternativi e sparisce il concetto di “oggetto principale”. In estrema sintesi: i confini si fanno decisamente più labili, e quindi più soggetti all’interpretazione dell’agenzia delle entrate. E questo non è precisamente un vantaggio… Se avete dei dubbi sulla vostra posizione contattateci per chiarirvi le idee: valuteremo insieme la vostra posizione e le eventuali azioni da intraprendere.
Chi siamo
Ci occupiamo di responsabilità civile / risarcimento danni; diritto immobiliare (locazioni/proprietà); diritto del lavoro; contenzioso esattoriale; recupero crediti, equa riparazione per l’eccessiva durata dei processi, gestioni patrimoniali, successioni, aste immobiliari. In tali ambiti prestiamo assistenza completa, sia in sede stragiudiziale che in ogni sede giudiziale. Ci occupiamo della ristrutturazione e del controllo di legalità dei processi interni delle organizzazioni.
- Sito Web
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http://www.morbinatilongo.it/
Link esterno per Morbinati & Longo avvocati s.p.a.
- Settore
- Studio legale
- Dimensioni dell’azienda
- 11-50 dipendenti
- Sede principale
- Roma
- Tipo
- Società privata non quotata
- Data di fondazione
- 1992
- Settori di competenza
- contenzioso esattoriale, procedure di riscossione, risarcimento danni, assistenza legale, controllo dei processi aziendali, responsabilità civile, diritto tributario, successioni e divisioni, gestioni patrimoniali e consumatori
Località
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Via Pompeo Magno, 94
Roma, 00192, IT
-
Via Pontina Vecchia, 6
Pomezia, 00040, IT
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Via dei Sicani, 2
Latina, Latium 04100, IT
Dipendenti presso Morbinati & Longo avvocati s.p.a.
Aggiornamenti
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Nuove regole per la residenza fiscale. Con la recente circolare n. 20/E, Agenzia delle Entrate recepisce le modifiche introdotte dal “Decreto fiscalità internazionale” (D.Lgs. n. 209/2023), incentrato sul concetto di “residenza fiscale” di persone fisiche, società ed enti. Un adeguamento reso necessario dai cambiamenti sociali degli ultimi anni, in particolare quelli che riguardano lo smartworking. In base alle nuove regole, sono “residenti” in Italia (e quindi devono pagare qui le tasse) nel paese coloro che per 183 giorni “sviluppano in Italia relazioni personali e familiari”. Le “relazioni” non sono per forza familiari o ufficializzate dal matrimonio, contano anche legami stabili o convivenze di fatto. Ai vecchi principi di “domicilio” o “residenza” si sostituisce quindi quello piu’ sottile di “permanenza” (cosa ti lega a questo territorio?). Criterio simile per le società: sono considerate "con sede in Italia" quando hanno: 1- la sede legale o 2- la sede di direzione effettiva o 3- la gestione ordinaria in via principale in Italia per la maggior parte del periodo di imposta. Come suggeriscono le “o”, i 3 criteri sono alternativi e sparisce il concetto di “oggetto principale”. In estrema sintesi: i confini si fanno decisamente più labili, e quindi più soggetti all’interpretazione dell’agenzia delle entrate. E questo non è precisamente un vantaggio… Se avete dei dubbi sulla vostra posizione contattateci per chiarirvi le idee: valuteremo insieme la vostra posizione e le eventuali azioni da intraprendere.
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Nuove regole per la residenza fiscale. Con la recente circolare n. 20/E, Agenzia delle Entrate recepisce le modifiche introdotte dal “Decreto fiscalità internazionale” (D.Lgs. n. 209/2023), incentrato sul concetto di “residenza fiscale” di persone fisiche, società ed enti. Un adeguamento reso necessario dai cambiamenti sociali degli ultimi anni, in particolare quelli che riguardano lo smartworking. In base alle nuove regole, sono “residenti” in Italia (e quindi devono pagare qui le tasse) nel paese coloro che per 183 giorni “sviluppano in Italia relazioni personali e familiari”. Le “relazioni” non sono per forza familiari o ufficializzate dal matrimonio, contano anche legami stabili o convivenze di fatto. Ai vecchi principi di “domicilio” o “residenza” si sostituisce quindi quello piu’ sottile di “permanenza” (cosa ti lega a questo territorio?). Criterio simile per le società: sono considerate "con sede in Italia" quando hanno: 1- la sede legale o 2- la sede di direzione effettiva o 3- la gestione ordinaria in via principale in Italia per la maggior parte del periodo di imposta. Come suggeriscono le “o”, i 3 criteri sono alternativi e sparisce il concetto di “oggetto principale”. In estrema sintesi: i confini si fanno decisamente più labili, e quindi più soggetti all’interpretazione dell’agenzia delle entrate. E questo non è precisamente un vantaggio… Se avete dei dubbi sulla vostra posizione contattateci per chiarirvi le idee: valuteremo insieme la vostra posizione e le eventuali azioni da intraprendere.
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Quando si subisce un danno, è naturale desiderare un risarcimento. Ma per chiederlo, è fondamentale che sussistano alcune premesse. Prima di contattare un avvocato, è bene fare chiarezza su alcuni aspetti chiave per valutare la fondatezza della propria richiesta e prepararsi adeguatamente. Qualche spunto utile nel nostro nuovo postblog. Link al primo commento! #risarcimentodanni
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Ci siamo: il nuovo Codice della Strada è stato approvato in via definitiva al Senato! Per diventare legge a tutti gli effetti manca solo il passaggio finale, ovvero la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma ormai è fatta: il testo è ormai nella sua forma definitiva, quindi sappiamo finalmente per certo quali sono le nuove regole. Vediamole da vicino nel nostro postblog: link al primo commento! #Codicedellastrada
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Ci siamo: il nuovo Codice della Strada è stato approvato in via definitiva al Senato! Per diventare legge a tutti gli effetti manca solo il passaggio finale, ovvero la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma ormai è fatta: il testo è ormai nella sua forma definitiva, quindi sappiamo finalmente per certo quali sono le nuove regole. Vediamole da vicino nel nostro postblog! Link al primo commento! #Codicedellastrada
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“Sono partito in anticipo per evitare di arrivare in ritardo”. Frase saggia, tranne se a pronunciarla è il macchinista di un treno Frecciarossa. Come è successo qualche giorno fa. La vicenda è ben nota: il Frecciargento Roma-Genova 8556 delle 16.20 è partito alle 15.30, ben 50 minuti prima, perché era l’unico modo per rispettare l’orario di arrivo. Trenitalia ha assicurato che i passeggeri sono stati avvisati per email ed sms, ma nemmeno la decisione di rimborsare integralmente il biglietto è bastato a spegnere la polemica. E qui scatta la domanda: dal momento che l’originalità italica travalica sempre i diritti del consumatore, se capitano situazioni del genere, come capire se si ha diritto a un #risarcimentodanni ? Lo scorso anno, una sentenza della Cassazione ha valutato il caso di un ritardo ferroviario clamoroso come “danno esistenziale”, che quindi andava risarcito senza bisogno che il danneggiato portasse ulteriori prove a sostegno (ad esempio, la mancata coincidenza con un altro treno o un aereo). Ma… come valuterebbe un “anticipo arbitrario”?) E’ il classico caso in cui è meglio rivolgersi a un avvocato esperto. E, se possibile... con un certo anticipo!
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Spalloni che varcano la frontiera con valigette piene di contanti: un classico dell’evasione fiscale! Lo dimostra la “Relazione al Parlamento sullo stato dell’azione di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo” elaborata dal Comitato di sicurezza finanziaria del MEF per l’anno 2023. Dal report si evince che anche nell’Era digitale il fascino del “cash” rimane intramontabile. Ma c’è anche un’altra ragione: oggi, i nuovi metodi e strumenti di indagine permettono di scovare anche le più piccole tracce virtuali di illecito. Paradossalmente, è più facile passare inosservati mettendo mazzette da cinquanta nel doppiofondo dello zaino… o dei pantaloni! O nelle scarpe. Persino in mezzo ai pacchi di spaghetti: i metodi per nascondere “la grana” restano quelli dei vecchi film in bianco e nero. Cambia però la meta del viaggio: un tempo, era la Svizzera la destinazione più scontata, mentre oggi è “solo” al quinto posto. La precedono, nell’ordine: Cina, Egitto, Marocco e Albania. Se il pensiero vi è caduto sulle comunità di immigrati che magari portano denaro alle famiglie in madrepatria, sappiate che la maggior parte dei soggetti “beccati” con valuta non dichiarata è di nazionalità italiana. Il fenomeno fa quasi sorridere ma attenzione perché si inserisce in un quadro più complesso di frodi fiscali e riciclaggio di denaro internazionale. Conferma non solo l’esistenza ma il rafforzamento di un’economia sommersa che travalica leggi e confini. Con quali conseguenze?
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Anche quest’anno, il Sole24Ore e Statista lanciano l’indagine sugli studi legali migliori d’Italia. L’iniziativa è ormai diventata una tradizione: permette di segnalare gli studi legali che si sono distinti in un particolare ambito o territorio. L’indagine si svolge con un metodo peer-to-peer: possono votare tutti, giuristi, avvocati e, soprattutto, clienti. Basta collegarsi all’apposita piattaforma (link al primo commento). Morbinati & Longo società tra avvocati è rimasta in classifica per ben 6 anni consecutivi: contiamo sul vostro supporto anche per il 2025! Link al primo commento!
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Concordato fiscale: un flop annunciato. La misura che doveva portare a una “regolarizzazione di massa” delle Partite Iva e consegnare almeno 2 miliardi alle casse dello Stato ha raccolto solo 500 mila adesioni (e circa 1,3 miliardi di euro). E sì che il governo contava su questi introiti per finanziare la tanto decantata riforma IRPEF, per la quale occorre trovare almeno 2.5 miliardi. Ma tant’è: i termini per l’adesione sono scaduti il 31 ottobre e occorre fare i conti con la realtà. Realtà che parla di procedure fumose, cambiamenti arrivati in corso d’opera, informazioni contraddittorie e difformi da territorio a territorio, con il risultato di far impazzire i commercialisti e rendere l’adesione una corsa ad ostacoli. Già a settembre, i professionisti avevano cominciato ad avanzare l’idea di una possibile proroga, incassando un “NO” secco del governo, che è addirittura sfociata in uno sciopero di protesta della categoria (dal 31/10 al 07/11 non sono state inviate dichiarazioni dei redditi e IRAP). Adesso, a conti fatti, il MEF deve ammettere che la montagna ha partorito un topolino e l’idea della proroga non sembra più tanto assurda. C’è anche una data: il 10 dicembre, ma occorre aspettare una conferma ufficiale. Nel frattempo, ci limitiamo a un commento: è inutile portare avanti iniziative simili se non si crea una procedura unica, chiara e semplice per l’adesione. Altrimenti, è un insuccesso annunciato.