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Skuola.net

Tecnologia, informazioni e internet

Roma, RM 18.527 follower

Il miglior compagno di banco degli studenti italiani

Chi siamo

Skuola.net è una edtech company leader nel settore EdTech in Italia ed è una delle poche ad aver ottenuto da Great Place to Work® il riconoscimento di Certified Company . Attraverso Skuola.net, portale educational #1 per audience (fonte Audiweb) con oltre 8 Milioni di accessi unici/mese e una community di 4 Milioni di utenti, rappresenta dal 2000 il principale punto di riferimento per studenti e per il mondo dell'istruzione dalla scuola all'università. Skuola.net è un portale di contenuti didattici UGC, community e informazione. In quest’ultimo ambito opera come una testata giornalistica. Grazie alla qualità e selezione dei suoi contenuti, alla capillare moderazione e sicurezza del sito, è riconosciuto quale interlocutore autorevole da aziende internazionali e istituzioni e credibile opinion leader dagli studenti. E’ accreditato dai media e dalla stampa quale portavoce delle istanze giovanili e studentesche. La mission dell'azienda è: "Offrire strumenti utili e innovativi per migliorare la vita dello studente". Inoltre Skuola.net promuove progetti educativi e di responsabilità sociale in scuole ed università e gestisce Skuola.net | Ripetizioni (https://www.ripetizioni.it), il marketplace #1 per le ripetizioni online e in presenza.

Settore
Tecnologia, informazioni e internet
Dimensioni dell’azienda
11-50 dipendenti
Sede principale
Roma, RM
Tipo
Società privata non quotata
Data di fondazione
2000
Settori di competenza
Istruzione, Editoria online, Internet, educational, content strategy, news, school, university, student life, digital, media, scuola, università, studenti, edtech, branded content, ripetizioni e private lessons

Località

Dipendenti presso Skuola.net

Aggiornamenti

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    L'Australia è il primo paese al mondo ad approvare una legge che obbliga i gestori delle piattaforme social ad impedire l’accesso ai social media a tutti gli under 16. Il provvedimento sarà operativo entro 12 mesi, nei quali le piattaforme dovranno trovare soluzioni tecnologiche per verificare l’età dei propri utenti: in caso non riescano, lo Stato australiano prevede multe a loro carico di diversi milioni di dollari. In Italia come sarebbe accolta una novità del genere? Lo rivela una ricerca di Skuola.net e @associazionedite su un campione di 2.510 ragazze e ragazzi italiani - tra i 10 e i 24 anni - realizzata in occasione della Giornata Nazionale Contro le Dipendenze Tecnologiche, indetta dalla stessa associazione per il 30 novembre. Sorprendentemente trova un certo consenso anche l’idea di vietare completamente lo smartphone sotto i 14 anni e i social agli under 16: mediamente il 47% sarebbe d’accordo, con un consenso non trascurabile sia da parte dei diretti interessati (il 29% tra i 10-15enni) che dei bro più grandi (il 49% tra i 19-24enni). L’influsso del digitale sulla vita reale è evidente: il 49,3% dei giovani ammette di sentirsi influenzato da ciò che vede sui social media, mentre il 34,2% si sente spesso triste o insoddisfatto dopo un uso prolungato delle piattaforme sociali. Entrando più nel dettaglio, la percezione dell’influenza (negativa) dei social varia notevolmente tra i generi: se tra la ragazze è il 65% a sentirsi condizionata da ciò che vede online, tra i ragazzi ci si ferma al 31%. La situazione è ancora peggiore se ci limitiamo a misurare l’impatto dei social sul rapporto con il proprio corpo: è rilevante secondo il 47% delle ragazze intervistate e solo per il 18% della controparte maschile.

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    Il 22 novembre si è tenuta la Giornata della Sicurezza delle Scuole, nata in ricordo della morte di Vito Scafidi, uno studente di 17 anni morto in classe per il crollo di un controsoffitto. Sono passati 16 anni da quella tragica vicenda, ma purtroppo si continuano a registrare crolli nelle scuole. Secondo il rapporto di Cittadinanza attiva nell’ultimo anno scolastico ci sono stati 69 eventi di questo tipo. E il nuovo anno scolastico non è partito meglio: ben 23 crolli in soli due mesi. Abbiamo chiesto alla nostra community di mostrarci le loro scuole, e le testimonianze fanno riflettere su quanta strada ci sia ancora da fare per mettere davvero in sicurezza tutti gli edifici scolastici, sperando che non serva un'altra tragedia per riportare il tema al centro del dibattito. ᐧ

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    Uno studente di Infermieristica arrivato quasi al traguardo, e una tesi che, a detta sua… fa c*gare. 💩 Ecco quello che ha condiviso in un post Reddit: “A breve avrò la sessione di laurea, in infermieristica, e la mia tesi, per vari motivi, fa ca**re. La mia correlatrice ha capovolto il lavoro diverse volte e credo che agli incontri che abbiamo avuto non abbia minimamente ascoltato quanto dicessi, ma vabbè pazienza. […]Ora volevo sapere se fosse vero che delle tesi triennali non frega un ca**o a nessuno e che i membri della commissione non le leggono e nemmeno ti ascoltano, il che lo ritengo molto probabile essendo che siamo parecchi a doverci laureare in questa sessione”. La maggior parte dei commenti hanno confermato che è proprio così, della tesi triennale non frega proprio a nessuno: “La bibliografia FORSE è l'unica cosa che guardano, almeno i relatori” e un altro commento “Ricordo che alla laurea in legge di una mia amica, un prof dormiva, uno leggeva il giornale e uno stava sempre sul cellulare”. Nei commenti gli utenti si sono divisi, chi a favore della tesi e chi la reputa una perdita di tempo 🕰

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    Pochi giorni fa una studentessa al primo anno delle superiori è caduta dal secondo piano della scuola. Dopo essere stata ricoverata la ragazza è fuori pericolo di vita, ed è ancora da accertare se sia stato un gesto volontario o un incidente. Nel frattempo i suoi compagni di classe, dopo aver subito un forte shock per l’accaduto, sono tornati a scuola e sono rimasti estremamente delusi dalla poca importanza e attenzione che i professori - e alcuni alunni - hanno dato alla vicenda. Così, i compagni di scuola della ragazza si sono uniti e hanno scritto una lettera aperta che è stata pubblicata sul Cittadino di Recanati, come riporta Tecnica della Scuola: “Alcuni di noi hanno trattato questa tragedia con indifferenza o peggio, con ironia, vedendola come una scusa per saltare interrogazioni o lezioni. […] Non è normale che una tragedia venga sminuita, ignorata o ridicolizzata soprattutto, da chi è più grande di noi. Non è normale che, durante un’intera ora, non si possano dedicare nemmeno 5 minuti (e non chiediamo di più) a una riflessione rapida. Ci insegnate di tutto, regole, formule e teorie, ma se l’indifferenza prevale di fronte al dolore di chi o sta accanto, cosa ci rimane da imparare davvero? […] Per quanto riguarda noi ragazzi l’invito è a non lasciare che l’indifferenza diventi una barriera tra di noi. Dietro ognuno di noi ci sono delle storie, delle battaglie e delle difficoltà che spesso restano nascoste e che non vediamo. Non siamo qui solo per passare il tempo, ma per imparare a vivere insieme, con tutta la complessità o la bellezza che questo comporta. E infine, il nostro pensiero va alla ragazza e alla sua famiglia, che in questo momento stanno vivendo un dolore che noi non possiamo nemmeno immaginare. Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza”.

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    Una ragazza di 15 anni ha chiesto il permesso di uscire prima da scuola, dicendo di accusare un malore. Una volta sola a casa, si è tolta la vita. È successo a Enna, come racconta Tgcom24: la giovane è stata trovata dalla madre, che dopo averla presa da scuola l'aveva lasciata a casa per svolgere delle faccende. La donna ha subito chiamato la polizia, ma purtroppo non c'era niente da fare. Quello stesso giorno la studentessa aveva litigato animatamente con una sua compagna. Tra uno spintone e l'altro si crede che sia stato fatto riferimento a dei video intimi che circolavano tra le chat. Questione che è arrivata a galla anche tramite le testimonianze di altri compagni di classe della 15enne, i quali hanno confermato che dei suoi video a sfondo s*ssuale girassero online. Il commento della dirigente scolastica: "Era una ragazza solare. Era arrivata lo scorso anno da Milano, il suo profitto era ottimo. La scuola oggi è turbata e incredula. Io stessa, quando ho appreso la notizia, non riuscivo a crederci." I dati parlano chiaro: il revenge porn - che fa parte della nonconsensual pornography - è un grave problema, e in Italia la situazione è preoccupante. Almeno 14 milioni di account hanno visualizzato immagini a sfondo s*ssuale diffuso senza consenso, con più di 2 milioni di vittime - per lo più ragazze. Con la diffusione dei deepfake il fenomeno potrebbe crescere ulteriormente: sarà molto più facile creare immagini di nudi da far circolare in rete anche se la persona non ha mai realmente posato in quello stato di fronte ad una telecamera. Le vittime di nonconsensual photography o revenge porn, possono chiedere aiuto mandando una mail a info@permessonegato.it o visitando il sito permessonegato.it. Grazie a Matteo Flora e al suo team per il progetto Permesso Negato.

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    Questo post è andato virale su Instagram e ci ha fatto raggiungere ben 2 milioni di utenti! Segui @skuolanet ti piacciono i contenuti che droppiamo Uno studio che esplora la relazione tra la performance accademica e il guadagno futuro ha svelato che i fratelli che vanno “male” a scuola spesso finiscono per guadagnare di più di quelli che hanno un buon rendimento! Lo studio suggerisce che i fratelli con il rendimento peggiore potrebbero sviluppare dei tratti, come la creatività, il correre rischi o la resilienza, che non sono necessariamente riflessi nei voti scolastici. Mentre i voti alti portano spesso a carriere tradizionali e sicure con uno stipendio “fisso”, chi ha un percorso scolastico un po’ turbolento si avventura in professioni dove il potenziale di guadagno può essere molto più alto: per esempio nel settore delle vendite, quello imprenditoriale o creativo. Insomma, la strada verso il successo non passa solo dai voti. Sta a te capire cosa ti appassiona e puntare sulle tue qualità! E tu quale sei dei due? Tagga tuo fratello/sorella nei commenti!

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    🏠 Fuorisede senza...tetto: l’anno accademico è già iniziato, eppure un terzo delle nuove matricole fuorisede non ha ancora trovato una dimora stabile. Non va bene nemmeno ai fuorisede storici, il 27% dei quali ha dovuto affrontare cambi di casa forzati. Il nemico degli studenti? I costi degli affitti alle stelle, che si ripercuote sul costo di appartamenti e posti letto condivisi. Lo rivela un’indagine che abbiamo condotto su un campione di 500 fuorisede - nuovi e vecchi - al principio dell’anno accademico. La spesa media per una stanza si aggira intorno ai 430 euro al mese, ma in alcune zone arriva anche a 800 euro! Non sorprende quindi che 4 studenti su 10 decidano di dividere la stanza con qualcun altro. 👥 Tuttavia, il desiderio di privacy resiste: la maggior parte preferisce una stanza singola, pur dividendo gli spazi comuni con altri coinquilini. Il 44% degli studenti vive con almeno tre coinquilini, mentre solo il 22% riesce a condividere l’appartamento con una sola persona. Nonostante tutto, la ricerca della stanza perfetta continua tra i vari gruppi social dedicati al tema, con appelli sempre più fantasiosi per catturare l’attenzione. Collegi e studentati rappresentano una valida alternativa, scelta dal 30% degli intervistati, ma non tutti hanno questa fortuna: i posti letto sono scarsi e solo il 20% è riuscito a trovare un appartamento tutto per sé. 

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    Altro che divano e posto fisso: la GenZ è pronta a capovolgere gli stereotipi! 🎸 Lo rivela "Dopo il diploma", l'osservatorio permanente di ELIS e Skuola.net sul mindset dei giovani studenti delle superiori verso il mondo del lavoro. Il 54% degli studenti delle scuole superiori già affianca allo studio un'attività retribuita, dimostrando una forte proattività ma il dato più interessante riguarda l’approccio al lavoro autonomo: ben 1 su 10 si dedica a lavori digitali come e-commerce, trading online e sviluppo web, con una visione che va oltre il semplice “lavoretto” per le spese extra. Questo a riprova che i giovani guardano al futuro con idee chiare e solo 1 su 5 degli intervistati aspira al "posto fisso", mentre quasi il 50% sogna di diventare imprenditore o libero professionista. Questa generazione punta sulla flessibilità, sulla creatività e su un'economia sempre più connessa al mondo digitale. La Generazione Z non cerca solo certezze, ma opportunità per innovare e crescere e le aziende devono prepararsi a un futuro in cui autonomia, iniziativa e competenze digitali saranno centrali ☘️

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