Domani segno un traguardo speciale: 40 anni di esperienza nel mondo dell'ospitalità.
Era il 1 marzo 1985 quando ho iniziato il mio percorso professionale come consulente alberghiero. All'epoca avevo 23 anni, giovane e fresco di studi, con un entusiasmo incontenibile e una curiosità infinita verso il settore del turismo e dell'ospitalità. Non sapevo allora quanto questa scelta avrebbe definito la mia vita.
Ho avuto l'immensa fortuna di iniziare a "bottega" con due grandi maestri: il Prof. Giancarlo Dall’Ara e il Prof. Aureliano Bonini. Grazie a loro, non solo ho acquisito le basi del mestiere, ma mi sono innamorato profondamente di questo settore. Gliene sarò sempre grato.
In questi 40 anni, ho incontrato migliaia di albergatori e operatori turistici, persone straordinarie che hanno arricchito il mio bagaglio professionale e umano. Ho viaggiato in lungo e in largo per l’Italia, partecipando a seminari, convegni, workshop, eventi e forum. Ho esplorato le fiere più importanti del settore in ogni angolo del mondo, da Las Vegas a Shanghai, da Hong Kong a New York.
Ho visitato oltre 60 Paesi, soggiornando in migliaia di strutture alberghiere. Ho avuto il privilegio di conoscere sia i grandi nomi dell'ospitalità – dai lussuosi hotel 5 stelle di Londra, Kuala Lumpur, Cape Town, Parigi, Singapore, Bangkok, Doha o Dubai – sia realtà più intime e autentiche, come i ryokan giapponesi o le pousadas portoghesi. Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa di unico e prezioso.
In questo lungo cammino, ho avuto il piacere di conoscere grandi personaggi dell’ospitalità e direttori d’albergo che hanno lasciato un segno indelebile nel mio percorso. Ho sempre condiviso tutto ciò che ho imparato con i miei clienti e con chiunque fosse interessato a crescere in questo meraviglioso settore.
La lezione più importante? Non arriva solo dai viaggi o dai grandi nomi, ma da tutti gli albergatori e operatori turistici che ho incontrato lungo il cammino. Mi hanno mostrato cosa significa affrontare le sfide e trovare nuove soluzioni: quando le difficoltà bussano alla porta, reinventarsi non è uno slogan e neanche un’opzione, ma una necessità.
Non ho mai smesso di essere curioso, di interrogarmi sui cambiamenti e le tendenze in atto, cercando di anticipare il futuro dell’ospitalità. Ho dedicato ogni giorno della mia vita a questo lavoro, o meglio, a questa passione, spesso sacrificando un po’ la sfera personale e familiare.
Forse non avrei saputo fare altro nella vita, ma non mi è mai pesato: per me, questi 40 anni non sono stati "lavoro", ma una vocazione. Oggi, mentre guardo indietro a questo lungo viaggio, mi sento immensamente grato e fortunato.
E il viaggio non è ancora finito. Non intendo smettere di occuparmi di ospitalità, ma sento il desiderio di dedicarmi a nuove sfide, di esplorare altri orizzonti, di mettere a frutto tutto ciò che ho imparato in questi primi 40 anni. Il futuro è un’avventura che non vedo l’ora di abbracciare.