IL RISCALDAMENTO GLOBALE E LO SPIRITO NATALIZIO: UNA COMMEDIA UMANA
(Francesco Ferrini, 24 dicembre 2024)
È di nuovo Natale, quella magica stagione in cui tutto il mondo si ferma per immergersi in un bagno collettivo di bontà artificiale. Le città si illuminano, le vetrine brillano, e persino il più cinico tra noi potrebbe lasciarsi intenerire dall’ennesima pubblicità di un bambino che scarta un regalo. Ma sotto questa coltre di luci scintillanti e canzoni zuccherose, il pianeta continua a ribollire, letteralmente.
Ma chi ha tempo di preoccuparsene quando ci sono cose più urgenti: decorare l’albero, fare biscotti e discutere se sia più tradizionale il pandoro o il panettone.
Il 2024 è stato forse l’anno più caldo mai registrato, ma la priorità di molti sembra essere se il maglione natalizio abbia abbastanza renne sopra. Le alluvioni distruggono città intere, le ondate di calore uccidono migliaia di persone, eppure ciò che veramente scuote le coscienze è la corsa all'ultimo “giocattolo” alla moda o discutere di qualche “artista” che si esibisce o meno l’ultimo giorno dell’anno. Una folla in preda al panico in un centro commerciale è un perfetto specchio della nostra società: un’umanità che lotta disperatamente per il superfluo, ignorando l’essenziale.
“Ma è Natale, dobbiamo essere più buoni”. Poi, il 26 dicembre, tutto torna come prima: consumismo sfrenato, sprechi alimentari e la solita indifferenza verso il futuro del pianeta. Questo sicuramente basterà a fermare il riscaldamento globale, quello che alcuni "interessati negazionisti" che si vestono da giornalisti, ma che sono sono in realtà solo delle marionette manovrate dal potente di turno.
Le città sono un tripudio di luci a LED (almeno quelle, per carità!), ma chi pensa all’energia necessaria per mantenerle accese notte e giorno? Certo, sono belle, ma forse non così belle da giustificare l'aumento delle emissioni di CO2. “È solo una volta all’anno”, si dirà. Peccato che lo stesso valga per ogni altra festa: Capodanno, San Valentino, Pasqua, il Black Friday e chi più ne ha più ne metta.
Nel frattempo, i grandi della Terra si riuniscono in conferenze sul clima, scambiandosi promesse (spesso “boiate conclamate”... pensiamo alla boiata dei mille miliardi di alberi”) che nessuno intende mantenere. Ma non preoccupatevi, hanno deciso di ridurre le emissioni… entro il 2050. Nel frattempo, possiamo sempre sperare che Babbo Natale porti una soluzione nella sua slitta.
E così, eccoci qui, a celebrare un Natale che è un monumento alla nostra capacità di ignorare l'elefante nella stanza. Forse dovremmo cambiare la nostra letterina a Babbo Natale e chiedere qualcosa di più utile di un nuovo gadget: una COSCIENZA COLLETTIVA, per esempio. Ma è probabile che anche questa venga confezionata in plastica e gettata via il giorno dopo.
Buon Natale a tutti, e ricordate: non c'è bisogno di preoccuparsi del riscaldamento globale oggi. Ci penseremo domani, o forse mai.
Auguri, #Team3CiME!