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📚 Quando Hegel si domandò: perché creiamo le opere d’arte? Se il mondo naturale è ricolmo di per sé di bellezza, sorge un dubbio: perché gli esseri umani producono le opere d’arte? Evidentemente non si tratterà della volontà di realizzare ulteriori oggetti meramente belli, destinati al nostro intrattenimento. L’arte secondo #Hegel ha un ruolo più potente: ci spinge inevitabilmente a riflettere su noi stessi proprio in quanto le opere d’arte rendono i pensieri “tangibili”. Secondo Hegel nella natura ci si può disperdere, il mondo esterno può risultarci d’intralcio se vogliamo meditare su noi stessi e la nostra interiorità. Nell’arte ciò non può accadere: è un prodotto propriamente umano capace di parlarci e di chiamarci inevitabilmente in causa nel profondo. Grazie all’arte l’uomo è come se si potesse guardare allo specchio: nei prodotti artistici l’essere umano può duplicare la propria coscienza, potendola così contemplare al pari di un oggetto. L’arte è frutto di un’attività spirituale e ci restituisce un intero mondo proveniente dalla sensibilità di chi l’ha ideata. Prendiamo ad esempio la notte stellata di Van Gogh: non è semplice imitazione di un elemento naturale come un qualsiasi cielo stellato. Vi è molto di più, poiché lo scopo dell’opera d’arte secondo Hegel è quello di “rivelare la verità, rappresentare quel che si agita nel petto umano, e tutto ciò per via di immagini, in maniera concreta”. Così Hegel nelle Lezioni di estetica, identifica quel bisogno tutto umano di volersi guardare dentro, di interrogarsi e vede nell’opera d’arte lo strumento per condurre un dialogo con la propria coscienza: “Il bisogno universale dell’arte va dunque cercato nel pensiero dell’uomo, giacché l’opera d’arte è per l’uomo un modo di porre dinanzi a sé quel che egli è”. Le opere d’arte sono, allora, interlocutori silenziosi ma preziosi, che ci aiutano a gettare una luce su chi siamo e chi potremmo diventare. #Filosofia #Arte #Hegel #Estetica #VanGogh #ArteESpiritualità

Titolo: "Il Peso dell'Esistenza". L'essenza di un volto che non appartiene a nessuno in particolare, ma che racchiude dentro di sé le cicatrici e le esperienze di molti. I lineamenti spigolosi e disarmonici rappresentano la frattura tra l'individuo e la società, uno squilibrio che è al contempo espressione di forza e vulnerabilità. Il contrasto di colori tenui e texture ruvide crea una tensione visiva che invita lo spettatore a riflettere sul ruolo delle emozioni represse e sul peso delle aspettative sociali. Il grande arco arancione che circonda la testa è una sorta di aureola deformata, un simbolo di un'umanità corrotta e distante dall'idea di perfezione. L'espressione malinconica del soggetto suggerisce un'introspezione dolorosa, un viaggio interiore verso la comprensione di sé stessi in un mondo che non sempre accoglie. Il tiolo evoca la sensazione di portare sulle spalle un carico emotivo e mentale, in un costante confronto con le complessità della vita. Visita la mia galleria online per visualizzare altre opere a questo indirizzo: https://ai-telier.it #artedigitale #intelligenzaartificiale #galleriadarte #mircotangherlini #stampapersonalizzata #stampeartistiche #digitalart #artificialintelligence #artgallery #mircotangherlini #customprint #artprint @follower

Titolo: "Tra sogno e realtà". Esplorazione della dualità e della complessità dell'essere umano, non solo come corpo fisico, ma come entità che naviga costantemente tra realtà tangibili e dimensioni oniriche. Il volto umano, composto da diversi strati, simboleggia le molteplici identità che assumiamo nella vita, mentre l’uccello rappresenta la saggezza e la connessione con il mondo spirituale e naturale. Le texture stratificate e le forme fluide vogliono suggerire che ciò che appare in superficie è solo una parte della narrazione. Il centro della figura umana, con un’ombra che sembra dissolversi, riflette la vulnerabilità interiore e il costante cambiamento, come se un'essenza più profonda fosse sempre sul punto di emergere o dissolversi. Il titolo cattura l'idea di un costante equilibrio tra il mondo materiale e quello immateriale, tra ciò che vediamo e ciò che percepiamo a livello più profondo. Visita la mia galleria online per visualizzare altre opere a questo indirizzo: https://ai-telier.it #artedigitale #intelligenzaartificiale #galleriadarte #mircotangherlini #stampapersonalizzata #stampeartistiche #digitalart #artificialintelligence #artgallery #mircotangherlini #customprint #artprint @follower

- ARTE PER IL SABATO - “Intolerance” di Valerio Adami (1974) Pop Art e disegno grafico si combinano con un forte interesse per la narrazione. Profonda è l’influenza del popist americano Roy Lichtenstein e del suo linguaggio fumettistico. Ma Adami è più indiretto, più intellettuale, più narrativo, e fa un uso raffinato di simbolismo e riferimenti culturali. Io ci vedo tanti piccoli omaggi a Gauguin, all’Art Nouveau e all’Espressionismo di inizio secolo, che impreziosiscono il suo lavoro rendendolo oltremodo sofisticato. I temi sono il mito, la letteratura, la filosofia e soprattutto la condizione umana. “Intolerance”, con i suoi colori vivaci e la suddivisione netta delle superfici mediante contorni marcati da linee nere, attinge ampiamente al linguaggio del fumetto e della grafica pubblicitaria. L’opera non si limita a rappresentare la realtà, ma la decostruisce, ricombinandola in forme quasi simboliche e narrative. I personaggi e gli oggetti sono frammentati e immersi in uno spazio indefinito, che invita lo spettatore a riflettere sul significato delle scene rappresentate. Il titolo suggerisce una critica alle dinamiche oppressive e ai conflitti sociali. Le figure di Adami, spesso isolate o in pose tese, comunicano un senso di disconnessione emotiva e psicologica. Una riflessione universale sull’incapacità degli individui di relazionarsi e di comprendersi, all’interno di società sempre più complesse. #Art #Arte #popart #concettuale #valerioadami

L’arte ha un'incredibile capacità di tradurre emozioni complesse in immagini visive. Attraverso pennellate, forme e colori, gli artisti danno vita a sentimenti che altrimenti rimarrebbero inespressi. Che si tratti dell'intensità della passione, della malinconia di un ricordo o della luce della speranza, ogni opera d’arte diventa un riflesso delle emozioni umane. 🎨 ❤️🔥 Le tonalità calde e le composizioni audaci trasmettono energia e passione. 🌧️ Le sfumature delicate e le ombre evocano introspezione e tristezza. 🌟 Le esplosioni di luce e colore rappresentano un futuro pieno di speranza e possibilità. Attraverso l’arte, siamo invitati non solo a osservare, ma a sentire e a connetterci con il mondo interiore dell’artista, e in fondo, con il nostro. Segui Fondazione Pubblicità Progresso se sei appassionato di comunicazione sociale e temi civili, culturali ed educativi. #ArteEdEmozioni #EspressioneArtistica #ConnessioniEmotive #PubblicitàProgresso #Arte

🔥La Magia dei Cristalli di Ghiaccio di Masaru Emoto . Avete mai sentito parlare dei cristalli di ghiaccio di Masaru Emoto? Questo straordinario ricercatore ha fotografato i cristalli d'acqua congelata, rivelando come le parole, i pensieri e le emozioni possano influenzare la loro formazione. Le immagini catturate sono mozzafiato, mostrando come vibrazioni positive creino strutture cristalline meravigliose e armoniose, mentre quelle negative risultano in forme disordinate e caotiche . Queste fotografie non sono solo affascinanti dal punto di vista visivo, ma offrono anche una profonda riflessione sul potere delle nostre intenzioni e del nostro pensiero. Cosa succederebbe se applicassimo questa consapevolezza alle nostre vite quotidiane? . Lasciati ispirare dalle incredibili immagini dei cristalli di ghiaccio di Emoto e scopri come anche le tue parole e pensieri possono creare bellezza e armonia nel mondo. Hai mai visto le fotografie dei cristalli di ghiaccio di Masaru Emoto? Quale immagine ti ha colpito di più? Scrivimelo nei commenti! #MasaruEmoto #CristalliDiGhiaccio #Acqua #EnergiaPositiva #PotereDelPensiero #Fotografia #ScienzaEdEmozioni #Ispirazione #BellezzaNascosta #CallToAction Michele Pennella Pennella Consulting

Susanna Cati Opos papier mâché e superfici a crochet realizzate dall’artista applicazione e ricamo carta, tessuti, nettatubi, stoppini, gesso, pigmenti naturali, caffè, acrilici cm. 120x60 circa anno 2024 L’occhio è stato da sempre elemento focale nelle culture umane. Trasformato in simboli, al centro di riti, protagonista di metafore: sacri, misteriosi, distruttivi, malinconici, assenti, gli occhi hanno da sempre affascinato gli artisti di tutte le epoche. Dal simbolismo divino dell’occhio di Horus degli antichi egizi, all’intensità degli occhi dalle sopracciglia arcuate dei romani, dalla purezza degli sguardi che ci osservano dagli affreschi di Pompei ai grandi occhi ieratici bizantini, l’Arte ci ha spesso parlato attraverso questa parte del viso. Oltre all’aspetto sacro, veniva conferito all’occhio anche un potere distruttivo e misterioso (così per la testa di Medusa di Caravaggio). Nel corso dei secoli, poi, la rappresentazione degli occhi ha subito varie trasformazioni fino ad arrivare a diventare anche pozzi bui, emblema di incomunicabilità. In tempi più recenti sono stati addirittura estrapolati dal contesto del volto con risultati surreali ed inquietanti in Magritte e più ancora in Dalì, per cui diventano una vera e propria ossessione. Nell’era digitale L’OCCHIO diventa la sineddoche perfetta del nostro corpo. Presi dai nostri dispositivi tecnologici quotidianamente ci concentriamo sostanzialmente sull’occhio e sul dito che digita sulla tastiera. Pensiamoci durante l’epidemia di Covid dietro le nostre mascherine protettive a comunicare solo con gli occhi e soprattutto attraverso i nostri dispositivi digitali. Ho immaginato di ritrovare tra ipotetiche rovine un occhio feticcio dall’aspetto arcaico trasformato in un cimitero di antenne. Un’immagine inquietante che induce una pluralità di riflessioni pur mantenendo la sua fascinazione. 🟥 In mostra fino al 27 ottobre a studiodieci citygallery vercelli per SYNEDOKHÉ | frammento, corpo, relazione 📍 orari: venerdì | sabato | domenica ore 17:00-19:00 📍 Catalogo scaricabile qui 👇 https://lnkd.in/d_NJeRMA

Coaching e Arte? Un nuovo potente modo di entrare nel magico mondo del coaching emozionale Art Coaching e Storia dell’Arte del Profondo con i Barabubbles raccontati dalla D.ssa Sonia Boni Storica dell’Arte Sonia Boni ARTEVIVA life® ⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️ Qui sotto tutti i dettagli e il link per collegarsi l’8 Ottobre alle ore 21

*SEDUZIONE* Trarre a sé, distrarre dalla retta via, attrarre: gli immaginari della seduzione innervano la nostra storia dalle divinità greche alle superfici digitali delle reti sociali passando per le vetrine della pornocultura. Walter Benjamin evoca a tal proposito, riguardo alla moda, “il sex appeal dell’inorganico”, analogalmente alla visione proposta da Donna Haraway sul cyborg e a forme di seduzione non umane. Secondo Jean Baudrillard tale fremito è sempre “distruzione dell’ordine divino”, mentre per Georges Bataille può essere scatenato dalla visione di un alluce. Valentine de Saint Point, nel suo impeto futurista, giunge a sostenere che la lussuria, in quanto “ricerca carnale dell’ignoto”, debba essere tradotta in “opera d’arte”. Ecco alcuni spunti tra le trame magmatiche di una seduzione che Claudia Attimonelli (Università degli Studi di Bari «Aldo Moro») e Vincenzo Valentino Susca (Université Paul-Valéry, Montpellier) attraverseranno in molteplici declinazioni nel nuovo appuntamento dell’ottava edizione dei «Racconti del contemporaneo» a Palazzo Fruscione di Salerno (martedì 14 maggio, ore 19.30). Preparatevi a un viaggio di suoni, immagini e pulsazioni nelle zone calde e oscure, fantasmatiche e carezzevoli, sensuali e digitali del nostro immaginario. Quali sono le forme della seduzione nella vita elettronica?

NUOVO VIDEO Il ritratto gotico Scopriamo qui l’evoluzione del ritratto dalla fine dell’età classica attraverso il medioevo fino al rinascimento del XIII secolo, un periodo segnato da significativi cambiamenti culturali e artistici che hanno profondamente influenzato l’arte del ritratto.  https://lnkd.in/dvmevFU3