#Meteo #WeekEnd Questo fine settimana sono attesi cambiamenti con aria più mite sebbene umida e con il ritorno della stabilità atmosferica su gran parte dell’Italia. Puoi consultare le previsioni meteorologiche dell'#AeronauticaMilitare sul sito www.meteoam.it Ministero della Difesa Stato Maggiore della Difesa - Forze Armate
Post di Aeronautica Militare
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Ieri su "Il Foglio", Cecilia Sala ha scritto che quella che si combatte in Ucraina è "Una guerra del 1914, condotta nelle trincee, e una guerra dove i protagonisti delle battaglie sono piccoli droni fabbricati con stampanti 3D da seicento euro, alimentati con le batterie delle sigarette elettroniche ios, che trasportano bombe". Effettivamente i droni dotati di visuale in prima persona (FPV) stanno avendo un ruolo centrale nei combattimenti di fanteria, specie in questa fase del conflitto ucraino, dove i russi sono impegnati nel tentativo di conquistare Kharkiv. Da "arma d'emergenza", introdotta sul campo di battaglia dagli ucraini a causa della penuria di munizioni convenzionali - figlia anche della ritrosia e dei dubbi dell'Occidente - e della oggettiva inferiorità delle AFU rispetto ai russi nei sistemi di supporto alla manovra, i droni FPV - che hanno anche un bassissimo costo di produzione e sono, dopo un minimo addestramento, facili da manovrare - sono diventati un'arma ormai presente in battaglia e con cui fare i conti. RID riporta, ad esempio, che nel periodo compreso tra il 1º gennaio e il 9 marzo 2024, sono stati confermati da video 5.285 strike con droni FPV (First Person View) per le forze di Kiev e 4.120 per le forze di Mosca. Di questi, più del 50% sono stati attacchi diretti contro la fanteria (2.814 per le forze di Kiev - 53% - e 2.255 per quelle di Mosca - 54%). Si può pensare che, colpendo colonne di fanteria o corazzati, i droni stiano svolgendo la stessa funzione dell'artiglieria, ma a fare la differenza, ancora una volta, è la possibilità di utilizzare i droni per sovraccaricare le difese del nemico, impedendo l'attivazione di contromisure efficaci e rendendo inutile la neutralizzazione di alcuni - perché solo di alcuni si parla - dei dispositivi lanciati contro di esso. A dover essere contrastata è la ridondanza dei droni più che il loro potenziale distruttivo. Nel caso dei droni, infatti, la massa è potenza. Qualche tempo fa su "Foreign Affairs", Stephen Biddle aveva identificato come "novecentesca" (in alcuni tratti anche ottocentesca si potrebbe aggiungere) la natura della guerra in Ucraina, dove, però, si utilizzando tecnologie del XXI secolo per combattere. Ma ciò non vuol dire che sia rivoluzionaria. Non è ancora l’epoca di “Star Wars”, a dominare sono ancora le jüngeriane “tempeste d’acciaio”. Parole chiave: #Ukraine #Ucraina #guerra #war #Russia #Difesa #defence #droni #drones #FPV #UAV #tecnologia #technologies #strategy #strategia #tattica #tactic #AFU https://lnkd.in/dGzt5biz
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"La guerra Post-Umana" Siamo felici di rilasciare un abstract del nostro ultimo report "La guerra Post-Umana" che offre una visione approfondita sull'evoluzione dei conflitti armati nell'era delle tecnologie avanzate. Il report si concentra su diversi aspetti cruciali della guerra post-umana. Uno dei punti principali riguarda l'introduzione dei droni e dell'intelligenza artificiale nelle operazioni militari. Abbiamo analizzato dettagliatamente come l'uso dei veicoli aerei senza pilota (UAV) e delle tecnologie di intelligenza artificiale stia trasformando radicalmente le strategie e le tattiche militari moderne. Un altro tema fondamentale trattato nel report riguarda le questioni etiche e morali sollevate dalla guerra post-umana. L'affidamento di decisioni critiche, come quelle di attacco, a macchine autonome pone gravi problemi di responsabilità e crea zone grigie nel diritto umanitario internazionale. Discutiamo approfonditamente la necessità urgente di aggiornare le normative internazionali per affrontare queste nuove sfide, garantendo che l'uso delle nuove tecnologie belliche rispetti i diritti umani e le leggi internazionali. Guardando al futuro, il report riflette sulle implicazioni a lungo termine della guerra post-umana. La diffusione delle tecnologie avanzate nei conflitti armati richiede un approccio integrato e lungimirante per gestire le sfide emergenti. Dal punto di vista tecnologico, il report mette in luce alcune innovazioni significative. Gli sciami di droni coordinati dall'intelligenza artificiale rappresentano un progresso notevole, migliorando l'efficacia e la precisione delle missioni militari. Grazie all'IA, questi droni possono coordinarsi tra loro, condividere informazioni in tempo reale e adattarsi dinamicamente alle condizioni del campo di battaglia. Inoltre, l'integrazione dell'IA nei sistemi di comando e controllo (C2) permette un'ottimizzazione senza precedenti nella gestione delle risorse e nella pianificazione strategica, riducendo i rischi associati agli errori umani. Il report sottolinea come la guerra post-umana non sia solo una continuazione dei conflitti tradizionali con l'uso di nuovi strumenti, ma rappresenta una trasformazione fondamentale del modo in cui le guerre vengono concepite e condotte. La versione completa del report è presente nella nostra piattaforma proprietaria #Kitsune ma è possibile visualizzare l'abstract sul nostro sito web https://lnkd.in/dhwsxnNu Buona lettura
La guerra Post-Umana - Meridian Group
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https://lnkd.in/d7PDTkAg Vedi anche il sito ilcorriereblog.it Alcaro (Iai) e Pedde (Igs) spiegano cosa aspettarsi adesso, dopo la morte di Raisi. L’Iran sembra ossificato, la linea in politica estera e di difesa non muterà, almeno nel breve periodo. Si apre la questione della successione alla Guida suprema Khamenei, mentre le presidenziali potrebbero anche essere un momento per nuove proteste contro la leadership Al momento della stesura di questo articolo, i soccorritori potrebbero ancora lavorare per raccogliere i resti di coloro che viaggiavano su un elicottero iraniano Bell 212 (un pezzo di antiquariato risalente agli anni Sessanta) al confine con l’Azerbaigian: e tra questi ci sarebbero anche i corpi del presidente Ebrahim Raisi, del ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e di altri funzionari. Il velivolo era vecchio, le condizioni meteo pessime, la zona impervia (in mezzo alle montagne del nord-ovest del paese): i media statali parlano di un incidente che ha “martirizzato” il presidente e gli altri passeggeri. Ci sono volute molte ore di ricerca prima che i rottami venissero individuati – anche grazie ai satelliti europei di Copernicus e ai sensori termici dei droni messi a disposizione dalla Turchia. In mezzo ai boschi e alle montagne, nella serata di domenica, si è abbattuta una tempesta, proseguita per quasi tutta la notte; pioggia poi diventata neve, nebbia, vento. Da aggiungere a un elemento ulteriore: i velivoli della flotta iraniana sono spesso non aggiornati e senza manutenzione, perché il Paese fatica – a causa delle sanzioni – a reperire i pezzi di ricambio. “Partiamo col dire che le condizioni a contorno, elicottero vecchio e tempo pessimo, sono del tutto compatibili con l’incidente di cui parlano le autorità iraniane: però, visto il contesto generale, ci saranno teorie di altro tipo, cospirazioni e o sabotaggi, che però andranno valutate una volta che verranno esaminati accuratamente i resti dell’elicottero”, spiega a caldo Riccardo Alcaro, responsabile del programma “Attori globali” dello Iai. In questo caso il cosiddetto “fog-play” si mescola alle condizioni reali, ma vista l’importanza dell’accaduto certi tipi di ragionamenti non possono essere ignorati. Tuttavia, al momento si cerca di superare le speculazioni, cercando di analizzare i fatti. E l’analisi dei fatti impone subito un ragionamento fondamentale sulla successione, perché parliamo di una “doppia successione”, come fa notare Alcaro (...) Emanuele Rossi - Formiche - 21 maggio 2024 Continua la lettura sulla pagina facebook de Il giornale dei giornali
Iran, cosa non cambia con la morte di Raisi. Il punto con Alcaro e Pedde - Formiche.net
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Quello della Sicurezza è ormai un concetto molto ampio, che si estende a settori e ambiti che esulano dalla sola sfera militare. Nella nuova analisi della Fondazione Leonardo Med-Or alcuni spunti di riflessione sul profondo legame tra #Climatechange , #Globalwarming e la sicurezza dei paesi del Mediterraneo Allargato.
Cambiamenti climatici ed eventi atmosferici estremi: una minaccia per…
med-or.org
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Ascolta qui Macro, il podcast del Sole 24 Ore con le notizie a impatto globale raccontate dai nostri giornalisti. Ogni pomeriggio alle 18: https://lnkd.in/eexcWW6b L’isola contesa è stata presa di mira dall’esercitazione aeronavale “Join Sword” con ben 153 caccia di Pechino, oltre a droni e portaerei: perché questo nuovo picco della tensione? E quanto pesa la variabile delle presidenziali americane sugli scenari geopolitici in Estremo Oriente?
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c’è ancora chi pensa che in una nazione democratica dell’emisfero geopolitico occidentale le forze armate non siano composte da cittadini , non siano parte integrante della collettività , né facciano parte del tessuto sociale e del territorio al pari di tutte le realtà produttive e professionali della repubblica ..
«No alla visita all'aerobase di Ghedi e alle Frecce Tricolori». Lettera di duecento professori contro il Ministero
brescia.corriere.it
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Aspides missione delicata ed insidiosa! Guerra, guerre, geopolitica La nave italiana Duilio abbatte due droni nel Mar Rosso. Houthi: "L'Italia si è schierata con i nostri nemici" Siamo in presenza di modalità di guerra nuove e sempre più letali. Con i droni anche paesi scarsamente dotati di un aviazione militare possono diventare avversari con alta capacità di offesa ed attacco. Altro aspetto sono i cavi e le condutture sottomarine obiettivi sensibili che se attaccati possono arrecare seri danni a comunicazioni e fonti energetiche. Guerra ed economia sempre più interdipendenti: con la crisi del Mar Rosso porta per il canale di Suez la rotta degli scambi preferisce il periplo dell'Africa con aumento di tempi di consegna delle merci e costi diretti. Come pure aumentano noli e coperture assicurative che incrementano il costo delle merci. Guerra e tensioni arrivano al supermercato ed a casa nostra! Condivido l'articolo di #open.online che ci illustra quanto accaduto alla nave della nostra marina militare https://lnkd.in/eku535Bw La dimostrazione che il Mar Rosso è un quadrante caldo e pericoloso è confermata dalla Fregata greca di Aspides che stamattina ha aperto il fuoco dei suoi cannoni contro droni Qui sotto il lancio d'agenzia di #ansa che batte la notizia dello scontro Buona lettura, pensiamoci. #Aspides #droni #Houthi #CaioDuilio #guerramoderna #guerra #geopolitica #scontri #MarRosso #Suez https://lnkd.in/ewM2qnuD
Fregata greca di Aspides apre il fuoco contro droni - Ultima ora - Ansa.it
ansa.it
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La dimensione underground sta diventando, per il dominio terrestre, quello che l'underwater è per il dominio marittimo: una sfida tattica e tecnologica; di fatto quasi un dominio a sé stante. Combattere in grandi agglomerati urbani implica la certezza di dover affrontare il nemico anche in scenari sotterranei, non bypassabili e obbligatoriamente da bonificare, con i rischi e le difficoltà che questo comporta, anche per evitare che essi costituiscano una minaccia sia per le truppe in superficie che per quelle che debbano operare sottoterra successivamente. Questa certezza porta alla necessità di una revisione dottrinaria per gli eserciti. A tal proposito ho scritto un articolo su Formiche. Buona lettura. Parole chiave: #Army #Esercito #underground #warfare #war #guerra #militaryaffairs #tattica #difesa #defence #technology #tecnologia https://lnkd.in/d-u3Myah
Underground warfare, ecco la sfida tattica e tecnologica - Formiche.net
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L’uso del dominio sottomarino per colpire infrastrutture civili o strategiche per una nazione nemica non è nuovo. Basti pensare allo storico esempio della guerra sottomarina condotta dalla Germania nelle due guerre mondiali, così come alla tradizione delle forze speciali navali. Ciò che c’è di nuovo è la proliferazione di nuovi strumenti d’attacco che nelle mani di Stati o movimenti politico-militanti e terroristici rischiano di mettere a repentaglio le infrastrutture critiche, nota Andrea Gaspardo. Le grandi potenze si stanno equipaggiando da tempo per gli scenari di guerra sottomarina. In passato questo teatro delle operazioni navali era riservato al dominio strategico di potenza come gli Usa da un lato e l’Urss prima e la Russia poi dall’altra. Ora analizzano la grande competizione per il dominio sottomarino anche la Cina, Israele, la Francia, il Regno Unito, l’Iran. E perfino diverse formazioni paramilitari stanno dotandosi di mezzi più o meno avanzati per trasformare i fondali marini in un teatro di guerra per colpire il ventre molle degli avversari come le infrastrutture civili ad alta rilevanza strategica. True News https://lnkd.in/eb6q84GZ
Il Mar Rosso svela il teatro sottomarino della guerra senza limiti
https://www.true-news.it
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Il Mediterraneo, dice ancora Folgiero, ha riguadagnato centralità nelle strategie di approvvigionamento energetico dell’Italia e dell’Europa e il dominio subacqueo è oggi anche un’industria in crescita, “le sue dinamiche sono simili a quelle che si sono intraviste qualche decennio fa quando esplose la space economy”. Sfide nuove, ovviamente, richiedono risposte innovative in termini di governance, di architettura organizzativa, di processi, di finanziamento e, ovviamente, di tecnologie. L’Italia, dice Folgiero, ha “la possibilità concreta di avere un ruolo di leadership in questo settore, ha la possibilità di esercitare una leadership innovativa e di guidare collettivamente l’innovazione, ma ha anche la necessità di comprendere fino in fondo qual è lo scenario che ha di fronte a sé”. Il primo tema è di carattere generale: “Nei prossimi anni è verosimile che l’impegno degli Stati Uniti nel Mediterraneo si ridurrà, è verosimile che le forze americane dedicheranno maggiore energia ai paesi potenzialmente più minacciati dalla Russia, nell’est dell’Europa, ed è infine verosimile che le forze navali dislocate nel Mediterraneo, sottomarini compresi, vengano spostati nel quadrante asiatico, nel Pacifico” (e si capisce cosa significhi avere sempre meno sottomarini americani e sempre di più sottomarini russi: al momento, nel Mediterraneo, dicono ancora fonti della Difesa, sono tre). Una volta compresa l’entità delle trasformazioni in corso sarà importante poi capire come agire, come comportarsi, come muoversi. “Dal punto di vista tecnologico sarà cruciale capire quali sono, in giro per il mondo, i nodi strategici il cui presidio diventerà fondamentale come lo è il Mar Rosso e come lo è Mediterraneo. Penso al canale di Panama, allo Stretto di Malacca in Indonesia, allo Stretto di Hormuz nella penisola arabica, agli Stretti turchi, al Canale di Suez, al Bab el Mandeb al sud del Maro Rosso, allo Stretto di Gibilterra, al Capo di Buona Speranza. Monitorare questi snodi significherà difendere la sicurezza dell’occidente e per monitorare questi snodi serve coraggio, serve investire, servono soluzioni di breve e di lungo termine. Serve, per esempio, non considerare l’uso di tecnologia militare come un tabù. E serve, ancora, scommettere non solo sulla Difesa tradizionale ma anche su soluzioni nuove, innovative, come le così dette docking station, le stazioni da attracco nel mare, che dovranno essere sempre di più trasformate in centri di difesa attiva e passiva”. #difesa #sicurezza
L'ad di Fincantieri ci dice cosa manca all'Ue nella difesa del Mediterraneo
ilfoglio.it
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