Desta non poco interesse, se non sorpresa, la lettura del vademecum reso noto da ANCE Palermo, presideuta da Giuseppe Puccio, nel corso del recente convegno “Buone pratiche per l’efficienza nei lavori pubblici e contro il rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose".
Con l’interessante documento - che fa eco alle indicazioni su concorrenza e mercato che ogni tanto (sempre meno spesso, però) arrivano ad esempio dall’AGCM - l'associazione palermitana, dopo avere richiamato il "libro bianco" di Ance nazionale sulle criticità del d.lgs 36/2023, mette in guardia le amministrazioni dall'utilizzo eccessivo dell'appalto integrato; sì proprio così!.
In particolare si sottolinea che si tratta di "strumento molto delicato da giustificare con riferimento alle esigenze tecniche e non solo per coprire ritardi dell’ente appaltante nel non essersi dotato per tempo di un progetto esecutivo" e che è "sempre auspicabile che l’amministrazione si doti per tempo di progettazioni esecutive redatte da progettisti dalla stessa selezionati e che ad essa si rapportano e che vengano messi a gara progetti esecutivi aggiornati e validati". Ed infine: “qualora particolari ragioni di urgenza lo rendano necessario abbia cura (l’amministrazione) di preventivare con la massima attenzione il costo dell’opera”, un passaggio che sottintende i rischi di aumento dei costi dell’opera nel passaggio da PFTE a progetto esecutivo.
Non male dal lato dei progettisti, ma nulla di nuovo in realtà, se non fosse che è esattamente il contrario di quanto ha fatto il legislatore a partire dal decreto "Sblocca cantieri" del 2019 quando si iniziò a smontare la centralità del progetto esecutivo, uno dei “pilastri” del codice del 2015 che tutelava e considerava ben diversamente il progettista e la centralità del progetto.
Colpisce poi che siano indicazioni che arrivano da un territorio che ha ben note determinate criticità e da un mondo che spesso nel dialogo con il progettista si trova in posizione di forza. Senza poi considerare che queste indicazioni sono inserite in un vademecum finalizzato alla lotta alla corruzione e alla mafia.
Adesso siamo alla viglia del decreto correttivo del codice appalti e sarebbe consigliabile ai tecnici del Ministero delle infrastrutture una attenta lettura di questi passaggi che riecheggiano gli alert di OICE lanciati fin dal 2019.
Dalla consultazione del MIT sul correttivo passando per le audizioni parlamentari, il presidente Giorgio Lupoi ha chiesto, fra le altre cose, di ragionare su una norma che superi la compelta liberalizzaizone dell'istituto, ribadendo che la via maestra deve essere quella dell'affidamento dei laviori sulla base del progetto esecutivo riportando il ricorso all’appalto integrato alla formulazione iniziale elaborata dal consiglio di Stato, che lo consentiva per i soli lavori complessi e oltre una soglia di importo. Si rimane in attesa di news da Porta Pia.
Retail Sales Manager - Power Generation presso Tecnomasio Italiano Brown Boveri - Coe & Clerici Ramo Tcnico - Iveco Aifo Spa
4 giorniComplimenti!, speriamo!