Il metodo di calcolo retributivo delle pensioni si basa sul principio di garantire un reddito pensionistico proporzionato ai guadagni percepiti durante la vita lavorativa. La pensione viene determinata considerando la media delle retribuzioni annue degli ultimi anni di carriera, quelli in genere più elevati. A questa media si applica un'aliquota di rendimento, che aumenta con il numero di anni di contribuzione. Questo sistema premia le carriere stabili e ben retribuite, ma presenta criticità di sostenibilità finanziaria, poiché non è strettamente legato ai contributi effettivamente versati, creando potenziali squilibri nel sistema previdenziale.
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la nostra pensione (principalmente parliamo di dipendenti) sarà composta da due fattori: - I pilastro (AVS in base ai contributi versati durante la nostra vita professionale, contributi dai 18 anni) - II pilastro (Capitale o rendita in merito alle deduzioni, del salario, versate dai 25 anni) Ma alla fine di cosa parliamo? oggettivamente in franchi a quanto ammonterà? Se non sai rispondere, chiamo subito il tuo consulente assicurativo di fiducia per un'analisi previdenziale su misura. https://lnkd.in/ehqxx6_Y
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Pensioni, Quota 96,7 in scadenza: requisiti, come funziona, come fare domanda (entro il 1° maggio), simulazioni e tabelle
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Faccio una critica al sistema: Il valore di un pensionato sta nella sua capacità di spendere bene i soldi che riceve dallo stato. Questi soldi, pertanto, dovrebbero essere messi in circolazione a credito, senza pesare sul debito pubblico. In questo modo le polemiche sui pensionati cesserebbero, e tutti sarebbero contenti. Ovviamente questo discorso vale solo per le pensioni proporzionate all'economia reale (alimentari, spese di casa). Nei commenti lascio approfondimenti. Buona giornata 😘
Questione pensioni e il disastro delle pensioni retributive Oggi ho sentito parlare un pensionato, in pensione da vent'anni (lavorava nel settore pubblico), che si lamentava della propria pensione, a suo dire troppo bassa. Sapevo già che la pensione percepita dalla persona in questione non avrebbe potuto essere "troppo bassa" (chi è in pensione da vent'anni e ha lavorato nel settore pubblico non ha pensioni basse), tuttavia volevo saperne di più e a un certo punto gli ho chiesto a quanto ammontasse la sua magra pensione. Lui mi guarda con sguardo sgomento da personaggio dickensiano e mi dice: 1.850 euro. In Italia lo stipendio mediano è di circa 1.550 euro. Facendo un'ipotesi, per nulla peregrina, possiamo ipotizzare che tale persona abbia lavorato 35 anni con uno stipendio mensile di 1.500 euro. Con uno stipendio del genere, più 13a, il montante contributivo annuale dovrebbe essere nell'ordine dei 6.500 euro, quindi il suo montante totale versato nel corso della vita lavorativa sarà stato più o meno pari a 227.500 euro. Dopo vent'anni di pensione, la persona in questione ha già percepito, netti (comprendendo la 13a): 468.000 euro circa. Mancano all'appello: 468.000 euro - 227.500 euro = 240.500 euro.
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Car@ consulente, serve un supporto per far capire ai clienti che mettere tutti i risparmi in titoli pubblici italiani non è una buona idea? Eccolo qui: già ora le prestazioni "assistenziali" che integrano quelle previdenziali sono coperte dalla fiscalità generale, che finanziamo in parte col debito pubblico. Quando fra 5/6 anni i contributi dei lavoratori non basteranno a coprire nemmeno le pensioni da lavoro, che succederà? https://lnkd.in/ddxSKFfC
Pensioni, allarme sostenibilità dal 2030: troppi pensionati rispetto agli occupati. I numeri della Nadef
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Altro tema molto dibattuto in vista della prossima manovra finanziaria è quello relativo alla rivalutazione delle pensioni: ecco come funziona l'attuale meccanismo di perequazione automatica e perché tende a essere più penalizzante per gli assegni che superano le 4 volte il trattamento minimo INPS. La scheda di approfondimento via #Wikiprevidenza
Perequazione automatica, come si rivaluta la pensione (nel 2024)
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💸 Appare evidente come sempre più lo Stato non riesca a garantire l'equo trattamento per i contribuenti per la propria pensione, come si può leggere nell'articolo citato e in quest'altra analisi magistrale del Il Sole 24 Ore : https://lnkd.in/dX2FgHdN 😟 Chi ha maturato, anche col metodo contributivo (e quindi basandosi sui contributi versati), diritto ad una pensione superiore ai 2.500€ non ha garantito nel tempo l'adeguamento del proprio assegno pensionistico all'inflazione, con un'erosione composta del potere d'acquisto dello stesso nel tempo (vi invito a leggere l'articolo di cui al link per maggiori dettagli). ❓ Quali sono i rimedi? Sicuramente la previdenza complementare può aiutare visti anche i vantaggi fiscali, ma ciò è vero soprattutto se si può accedere a un fondo negoziale, alcuni strumenti come i PIP vanno a mangiare gran parte del rendimento a causa delle commissioni elevatissime. Anche altre strategie possono essere valide, specie per chi ha capacità di risparmio superiori ai limiti deducibili oppure è in un'aliquota IRPEF bassa o, ancora, non può accedere a un prodotto di previdenza complementare efficiente. Raccogliere un grande capitale nel corso degli anni lavorativi, grazie al risparmio e ad investimenti efficienti, può garantire una rendita integrativa costante in età pensionabile e, addirittura, può arrivare a permettervi di andare in pensione prima. Occuparsi della propria pensione, con lo Stato e l'INPS in forte difficoltà nella gestione della previdenza pubblica, è diventato imperativo fin da giovani, rivolgersi ad un professionista indipendente per pianificarla insieme può essere la strada migliore.
Le pensioni? Il peso su chi prende oltre 2.500 euro lordi al mese: in tre anni perderanno il 12% del valore
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Il passaggio dallo stipendio alla pensione può essere spesso traumatico in quanto solitamente le entrate mensili si riducono sensibilmente. Specialmente quando interamente calcolata con il sistema contributivo, infatti, la pensione è solitamente più bassa dello stipendio e l’unico aspetto che va a vantaggio del neo pensionato è il fatto che le regole per la trasformazione da netto a lordo sono più favorevoli per la pensione in quanto non sono più dovuti i contributi previdenziali.
Pensioni, ecco quanti anni devi lavorare per avere lo stesso importo dell'ultimo stipendio
money.it
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Negli ultimi 10 anni gli stipendi hanno perso potere d’acquisto, al contrario di quello che è successo nelle altre grandi economie europee. La contribuzione versata su retribuzioni basse è anch’essa bassa, incidendo sull’importo delle future pensioni. In questo - preoccupante - contesto spicca la previdenza complementare che, però, complice un problema culturale e di scarsità delle risorse, stenta a decollare. A fine 2022, il totale degli iscritti alla previdenza complementare è di 9,2 milioni, il 36,2% del totale della forza lavoro.
La previdenza complementare è l'unica soluzione alla crisi delle pensioni. Ma allora perché nessuno (o quasi) lo dice?
money.it
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