A San Gimignano con un team di acrobati per effettuare complesse diagnosi strutturali per il FAI Anche nota come la Manhattan del Medioevo, San Gimignano si trova sulla via Francigena e nel suo periodo di massimo splendore ha visto la presenza in città di numerosi maestri, senesi e fiorentini, da Lippo e Federico Memmi, Benozzo Gozzoli a Domenico Ghirlandaio,e Piero del Pollaiolo. Ma questa volta non è delle loro opere in pittura che ci siamo occupate, ma di una torre. Un simbolo inequivocabile di potere che ancora si erge in centro città. Del resto il motivo per cui San Gimignano venne sottoposta integralmente a vincolo monumentale nel 1929 e nel 1990 è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio culturale dell’Umanità, sono soprattutto le torri. Delle 72 tra torri e case-torri, esistenti, ne restavano venticinque nel 1580 ed oggi ne restano quattordici, con altre scapitozzate intravedibili nel tessuto urbano. Taddeo di Bartolo, San Gimignano da Modena che tiene la città di San Gimignano, Museo civico (San Gimignano) Le torri medievali avevano diverse funzioni, principalmente difensive, economiche e sociali. Servivano come rifugi sicuri in caso di attacco. Erano infatti fortificate, con poche aperture e accessi facilmente controllabili, per garantire protezione durante assalti o invasioni. Ma le torri rappresentavano anche il prestigio e il potere delle famiglie nobiliari. Nella società medievale, l’altezza della torre rifletteva lo status sociale della famiglia che la possedeva. Più alta era la torre, maggiore era l’importanza e la ricchezza della famiglia. E di conseguenza della città, che si voleva ritratta proprio con tutte le sue torri bene in mostra continua a leggere qui: https://lnkd.in/d9rvSPrR
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Le fotografie, o meglio, opere di arte pubblica, si potranno vedere fino al 29 settembre 2024 sul cantiere di AGO Modena Fabbriche Culturali. In questa intervista Francesco Jodice racconta della sua esperienza con le giovani generazioni e della questione dell’autorialità oggi
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Preservare il Passato: L'Importanza delle Disinfestazioni da Tarli per la Conservazione del Patrimonio Culturale Nel vasto e prezioso panorama del nostro patrimonio culturale, ogni opera d'arte, ogni manufatto antico racconta una storia, custodisce un pezzo di identità e di memoria collettiva. Tuttavia, questa eredità così preziosa è costantemente minacciata dall'azione insidiosa dei tarli del legno, veri e propri nemici silenziosi che possono compromettere irrimediabilmente la bellezza e l'integrità dei nostri tesori storici. In questo contesto, il mio impegno come esperto nelle disinfestazioni da tarlo assume un ruolo cruciale. Grazie alla mia specializzazione e alla mia lunga esperienza nel settore, sono consapevole dell'importanza vitale della prevenzione e della tempestiva azione di disinfestazione per proteggere e conservare il nostro patrimonio culturale per le generazioni future. Le disinfestazioni da tarlo non sono semplici interventi tecnici, ma veri e propri atti di custodia e di amore verso il nostro passato. Attraverso l'applicazione di metodologie all'avanguardia e l'utilizzo di tecnologie eco-compatibili, sono in grado di debellare efficacemente l'azione dannosa dei tarli senza compromettere l'integrità delle opere d'arte e dei manufatti antichi. Ma l'importanza delle disinfestazioni va oltre la mera conservazione materiale. Si tratta di preservare l'anima stessa della nostra cultura, garantendo che ogni opera d'arte, ogni edificio storico possa continuare a ispirare, educare e emozionare le generazioni future. Ogni intervento di disinfestazione è un atto di responsabilità verso il nostro patrimonio culturale e una testimonianza del nostro impegno nel salvaguardare la bellezza e la storia del nostro paese.
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L’arte ambientale è un movimento artistico che si sviluppa in stretta relazione con l’ambiente naturale e urbano, utilizzando il paesaggio come tela e ispirazione. Nata tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, la corrente dell’arte ambientale trova in molti paesi delle peculiari interpretazioni, anche se, in generale, risponde a una crescente consapevolezza circa il tema dell’ecologia, e alle tensioni sociali e politiche dell’epoca. https://lnkd.in/dqi_UHyz
Arte e ambiente: la visione di Mauro Staccioli
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Questo è il polittico che ho esposto a Palazzo Butera per la mostra Mappa - mondo curata da Roberta Valtorta: "un polittico nel quale tutti i tradizionali criteri tipici dei polittici che conosciamo dalla storia dell’arte vengono rovesciati. Mentre nei polittici classici dominano le figure e le loro storie (la Vergine, il Cristo, bambino o in croce, i santi), e il paesaggio compare talvolta solo come sfondo, qui esso è invece protagonista assoluto e solo in una delle scene è dato spazio a una figura umana (se escludiamo alcune davvero microscopiche figure che si trovano in cammino qua e là). Anche rispetto alle mappe di Palazzo Butera, il polittico stabilisce una grande distanza: in quelle una descrizione dettagliata è rivolta al tessuto urbano, mentre qui viene raccontato il grande territorio verde intorno, fatto di montagne, colline, pianure. Ma la ‘realisticità’ dell’insieme, che farebbe pensare che Barrera ha condotto un accurato lavoro su un unico paesaggio considerato nei suoi diversi aspetti, è solo apparente. L’autore infatti non solo ha mescolato tre paesi, Pietraperzia, Butera e Mazzarino, unificandoli in un continuum, ma ha anche fatto ricorso a collage digitali e all’intelligenza artificiale per ottenere un insieme che pare coerente (una certa continuità delle linee, una certa proporzione, una certa omogeneità cromatica) ma nel quale ogni regola prospettica è distrutta. Dai suoi interventi nasce infatti una nuova credibilità tecnologica di natura multiforme, aperta a ogni possibilità e non più basata sulla ideale unificazione dello spazio che ha governato a lungo sia la pittura sia la fotografia."
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BLU SPAZIO DELLE ARTI – via di Tor Pignattara 142 – a #Roma è uno spazio della e per la cultura dove si avvicendano mostre, eventi, presentazioni letterarie e un fitto programma di long life learning. Un luogo ospitale, a porte aperte, dove tutte le persone possono partecipare, scambiare esperienze e costruire dialogo, nell’ottica di una visione contemporanea dell’arte e della cultura senza soluzione di continuità con la vita reale e quotidiana degli individui e delle comunità in cui essa si innesta. Il filo conduttore di BLU è l’upcycling, una pratica artistica (e non solo) ecologica che consiste nel trasformare, attraverso il gesto creativo, materiali e oggetti di recupero in Opere, restituendo loro voce ma anche nuovi ed altri significati. Riconfigurare una seconda vita per un oggetto senza che questo subisca lavorazioni ulteriori implica un alto grado di creatività, una visione ampia che superi la cifra funzionale e che consenta l’acquisizione di quel valore aggiunto dell’Opera cui la pratica artistica contribuisce attraverso il processo stesso di trasformazione dell’oggetto o del materiale originario. L’innovazione, l’esplorazione e la ricerca nascono dall’essenza della rivoluzione ecologica in atto da alcuni decenni: il riuso della materia contro il consumo incontrollato di risorse e contro il “fine vita” dei prodotti fa ormai parte di un’etica davvero autenticamente green che dovrà sempre più permeare ogni segmento delle società se gli esseri umani vorranno assicurarsi un futuro su questo pianeta. Da questa premessa è nata l’idea di I BLU una mostra d’arte contemporanea, curata da Barbara Pavan, dedicata al colore a cui è ispirato lo Spazio che è poi il colore che identifica il nostro pianeta essendo, convenzionalmente, quello dei mari e degli oceani, delle acque e del cielo. Ma blu è anche un colore denso di significati diversamente declinati a seconda delle differenti culture nel corso della storia. Le venticinque opere di I BLU sono state selezionate attraverso un bando internazionale. Gli artisti e le artiste hanno esplorato e interpretato il blu come colore o come metafora o come simbolo o – ancora – in uno dei suoi molteplici significati. 🟦 Leggi di più su Fili&Forme 👇 https://lnkd.in/ehhEEci4
I BLU
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Il nostro racconto per Banca Ifis e #PhilipColbert 🎥
Il Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg è diventato per un giorno il grande giardino per una caccia al tesoro d’eccezione con l’artista internazionale Philip Colbert. Una giornata dedicata ai più piccoli, all’insegna del divertimento e dell’arte e alla scoperta del favoloso mondo di The Lobster Empire. Pieni di entusiasmo ed emozione, i piccoli visitatori hanno esplorato tutto il Parco alla ricerca degli stickers aragosta nascosti tra le sculture e gli alberi, per completare la mappa e arrivare finalmente al tesoro ai piedi dell’opera “The King”🦞. Grazie Philip Colbert per la fantastica esperienza e aver reso questa giornata speciale e indimenticabile. Questo evento rappresenta il primo di una serie pensata per avvicinare i più piccoli all’arte, in linea con la sezione junior dell’app #Ifisart che propone percorsi dedicati ai bambini. Scopri tutti i prossimi appuntamenti https://lnkd.in/d-ATP7ud #BancaIfis #Ifisart #Kaleidos #ParcoInternazionalediScultura #PhilipColbert #LobsterEmpire #TheLobster
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Francesca Schillaci e il viaggio fra i murales di Trieste. Questa forma d'arte che evita il centro città ma predilige le periferie o gli edifici dismessi, arricchiti con la bellezza dei colori, racchiude messaggi di speranza, protesta, pace. Da Melara (grazie a Melart), passando per via Grego, Cumano e Giarizzole, i murales di Ater Trieste sono molto ammirati e ricercati dagli appassionati. Questi i contenuti del servizio di Francesca Schillaci su Il Piccolo del 05/12/2024 (solo per abbonati); versione integrale disponibile nel primo commento. https://trib.al/DkqGgDR Se vuoi saperne di più sui nostri murales, guarda il video sul canale Youtube di Ater Trieste e leggi la pagina dedicata (in costruzione) sul sito istituzionale Comune di Trieste
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