🟢 La recente proposta della Regione Lombardia di utilizzare specializzandi senior in anestesia e rianimazione nelle sale operatorie con supervisione 1:2 non dovrebbe suscitare tanto scalpore. La crisi di personale è reale e qualunque manovra atta ad aumentare gli organici di strutturati avrà una latenza imprevedibile. In secondo luogo, in una buona parte del mondo si utilizzano anaesthetic assistants in tutta sicurezza con identiche modalità di supervisione. Occorre certamente uno skill appraisal stringente e un'allocazione ragionata degli specializzandi magari a coprire procedure non ad "alto rischio", possibilmente all'interno di servizi con una certa ridondanza in termini di patient safety (in un blocco operatorio con numerose sale, nell'evenienza di un problema, può accorrere un anestesista da un'altra sala). Al contrario questa soluzione con gli specializzandi sarebbe da evitare quando il team 1:2 lavori in isolamento o in proporzioni più svantaggiose (anche se in qualche paese ci si è spinti anche oltre). #qualityimprovementitalia
In Francia esiste la figura dell’infermiere anestesista che sono altamente qualificati e lavorano sotto la responsabilità dell’anestesista con un rapporto 1:2.
H. sapiens, Medico, Anestesista
1 annoLa Chirurgia deve molta parte dei suoi recenti strabilianti successi e progressi in efficacia e sicurezza all’affidamento della conduzione anestesiologica ad un singolo e dedicato specialista medico. Atre soluzioni (specializzandi, non specialisti, infermieri formati ad hoc) sono possibili e necessarie in scenari difficili (guerra, aree remote e/o isolate) e/o in scarsità economica strutturale , ma al prezzo di una maggiore incidentalità e al rallentamento della ricerca clinica (meno specialisti, molto oberati dalla quotidianità)