L'idea che mi viene in mente è che oggi si cerca di guardare ai cataloghi sui social, ma non si guarda attraverso la lettura, rivoluzionando così lo studio e il pensiero di tutti. Ricordo quando ero ragazzo: attraverso l'arte greca immaginavo ciò che dicevano i grandi filosofi, i quali, nella solitudine delle loro passeggiate sotto la volta celeste, cercavano con forza di determinare le loro idee e ci riuscivano. Oggi, gli alunni guardano i Reels e imitano la ragazza di turno che muove il fondoschiena, e ci riescono. Utilizzando il cellulare in modo smisurato, se ne vanno in bagno e imitano quei balli. Maledetta tecnologia che ha distrutto il pensiero! Senza il cellulare, non si guarda oltre le proprie scarpe. Gli obiettivi sono sempre bassi e, nell'abbassarli, il prodotto deve essere ricavato attraverso immagini che non fanno altro che giustificare l'azione di un'idea spenta.
Non fraintendetemi, sono a favore della tecnologia se usata come strumento per ridurre il tempo di esecuzione dell'opera dell'artista, perché essa, senza un ordine dei pixel, non rende in stampa. Questo processo, se razionalizzato, è una porta verso la contemporaneità. La comunicazione tra gli ambiti disciplinari deve essere più presente, perché uno chiama l'altro, e vale la pena ascoltare ciò che può dare un docente con il suo bagaglio culturale. È qui che sta la forza.
Nel 1936, Walter Benjamin si poneva un interrogativo sul senso dell'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Oggi siamo arrivati a quell'idea pensata ottantotto anni fa, ma mancano gli strumenti per addentrarci verso l'innovazione. I ragazzi sono distratti e maturano più tardi, e le aziende devono essere presenti nell'ambito scolastico con finanziamenti e inclusione degli alunni del quinto anno all'interno delle proprie aziende. Così si fa la rivoluzione. So cosa state pensando, ma sono un visionario che pone lo sguardo sulla concretezza dell'idea, non solo sul parlare.
La mia scuola si fonda sull'inclusione ed è un polo di ingegno minerario, una potenza di idee di persone valide che sanno spendersi con l'innovazione e la tradizione. Il popolo bresciano è straordinario, e sono fiero di farne parte, considerando che molte innovazioni provengono da Brescia. Occorre cambiare e innovarsi, ma senza distruggere il concetto di arte. È fondamentale fare entrare gli artisti e i direttori di marcketng e tecologia del disegno nelle classi: sono sicuro che si aprirebbe un mondo che entusiasmerebbe molto la giovane generazione. La vitalità delle loro idee, se spinta, accenderebbe un fuoco di coinvolgimento che porterebbe il nostro stato ad aprire regole che sono codici inscindibili alla creatività, che noi sappiamo esprimere in qualsiasi campo.
Questa è la mia visione dell'Open Day, che deve essere posto come base adesso, non all'inizio della scuola. Professore Francesco Misale 71