È uscito su #ilfattoquotidiano un’articolo di #carlottavissani che recensisce un ‘melting pot novel’ spy-bio-techno-fanta-thriller dove gli sceniari distopico avveniristici dei classici Bradbury, Huxely, Orwell o Dick non sono tanto più futuribili, ma alquanto calati nella possibilità del reale: catastrofe planetaria, epidemia letale, elite di potere, massa inconsapevole e passiva, virtuale e social-mediale, intelligenza artificiale, reset… c’è tutto quel che c’è nella realtà, e senza nemmeno portarlo troppo lontano da quel ch’è reale. Va beh. Però a contorno cosa si mette, come letture ausiliarie, di corredo, di approfondimento o in analogia? «Ricordi e commenti», #adelphi, carteggio di #IgorStravinsky, nel quale dice, attenzione: «Posso andare soltanto dove i miei appetiti musicali mi portano […] Non abdicherò mai alla regola del mio orecchio». Come a dire che il visionario non segue la corrente, ma segue il suo sentire, che nel caso del musicista si chiama “orecchio”. Tanto poi si ritroveranno tutti lì. «I fratelli Vonnegut», #treccani, di #gingerstrand, un libro inchiesta reale, che però s’interroga su questioni avveniristiche come il controllo della meteorologia. Ma i fratelli Vonnegut sono Kurt Vonnegut, che nel visionarissimo e aulico “Mattatoio 5” giocava col tempo, qua e là, presente/assente, apparente/scomparente, rimembrando fatti veri della guerra a cui aveva partecipato come volontario. I giochi passato-presente, futuro-presente, fantastico-reale: sono una sola unica inscindibile realtà. «I volti della paura», #ilmulino, di #RobertoEscobar, che sondano l’impianto pschico necessario per poter anche solo immaginare. Anzi: che lo modellano, quell’immaginare. E poi c’è «Fine del lavoro», https://lnkd.in/dBTv3xrA di #cesaregrisi, mi pare di conoscerlo. E qui, la fantasia più inimmaginabile è, come un’opera d’arte, e lo è, già diventata realtà. Solo che nessuno vuol vederla, perché difficile da digerire. Qui si capovolge il mondo: è la fantasia che deve capire che la visione è già reale. Thanks to Carlotta... e grazie al Fatto... #CesareGrisi #FinedelLavoro #AlpesItalia