“Riflessioni sull'Identità Personale e l'Autenticità nell'Era dell'Iperconnettività: Tra Maschere Digitali e Verità Interiore" Nella società contemporanea, il concetto di identità personale e autenticità sta diventando sempre più complesso e sfaccettato a causa di diversi fattori culturali, sociali e tecnologici che influenzano la percezione di sé stessi e degli altri. L'identità personale è tradizionalmente vista come un insieme di caratteristiche e tratti che definiscono chi siamo come individui unici. Tuttavia, nell'era digitale e dell'iperconnettività, l'identità è sempre più plasmata e costruita attraverso le interazioni online, i social media e le rappresentazioni digitali di sé stessi. Questa rappresentazione online può essere distorta o idealizzata, portando a una discrepanza tra l'immagine pubblica che proiettiamo e la nostra autenticità interiore. Il concetto di autenticità, d'altra parte, si riferisce alla coerenza tra ciò che siamo dentro e ciò che mostriamo al mondo esterno. Nella società contemporanea, in cui l'immagine e la reputazione giocano un ruolo importante, molte persone si trovano a navigare tra l'esigenza di adattarsi alle aspettative sociali e la necessità di rimanere fedeli a se stessi. In un mondo in cui le influenze esterne, come i media, la pubblicità e i social media, possono modellare le nostre percezioni di bellezza, successo e felicità, diventa sempre più difficile mantenere un senso autentico di identità. È essenziale interrogarsi sulle nostre motivazioni, valori e desideri per coltivare una forma più profonda di autenticità che vada oltre le maschere sociali e le apparenze superficiali. In conclusione, nell'affrontare il tema dell'identità personale e dell'autenticità nella società contemporanea, è importante riflettere sulle sfide e le opportunità offerte dalla nostra complessa realtà digitale e sociale e cercare di mantenere un equilibrio tra l'espressione autentica di chi siamo veramente e la costruzione consapevole di una identità coerente e significativa. Ciro Barberio
Post di Ciro Barberio Ph.D.
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Apparentemente!! Ci identifichiamo nella nostra #immagine esteriore, mentre al carattere e ai #valori diamo un ruolo secondario. Siamo attratti più dall'apparenza, che dal potenziale umano che si nasconde misteriosamente in ognuno di noi. Farci influenzare dalla cultura dell’immagine significa essere pigri, sì, pigri, perché per conoscere le persone dovremmo conoscere il loro vissuto e comprendere i loro perché. Ci facciamo così influenzare dalla #cultura dell'immagine, anziché dalle risorse umane e creative, funzionali al benessere personale e sociale. L'immagine è la causa dei problemi più grandi che assillano la società e chi più di tutti oggi ne fa le spese sono i giovani: i giovani, in apparenza, sembrano fuochi di passione isolati quando invece, con le loro meravigliose differenze, ardono in modo orizzontale per far sì che la sostanza prenda forma e si alimenti. Prima di giudicare chiediamoci se abbiamo capito la differenza tra l'essere e l'apparire!! #ApparentementeSostanziale
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Lo stereotipo è sordo alla critica, ma anche cieco all’evidenza. Vedere per credere: le prime IA generative, testimoni, erano incapaci di generare spontaneamente un manager donna, ritratto sempre e solo uomo, bianco, etero. Problema di codici? Sì, medievali - ma se all’epoca, almeno, era di moda l’iconoclastia, oggi mica si possono distruggere le immagini. Ridisegnarle sì, invece, e bozza dopo bozza ci sta pensando Fotonica, la prima banca immagini senza stereotipi - di genere, di etnia, di sesso. In barba a IA e grandi magazzini, gli stock dove regna il CEO man dal tronfio (quando non viscido) sorriso, finalmente una bottega, di classe, ma non classista. Opera preziosa di Comunicattive, da vent’anni impegnate a miscelare attivismo e parola, quando ancora, nel 2003, sembrava un miraggio - oggi, ahinoi, rimane ancora una guerra. E allora, Comunicattive, ci alleiamo in una convinzione: se cambia il linguaggio, cambia il pensiero - nuove immagini e nuove parole porteranno un’altra cultura. E quel giorno, finalmente, torneranno in voga le botteghe, ma non sarà più Medioevo. 👉🏻 https://fotonicastock.it/ #pepeagency #peopletopeople #behindthescenes #fotonica #stock
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Viviamo in un mondo dove la percezione è sempre più importante, spesso più della realtà. Ecco perché penso che articoli del genere creino un danno, certo marginale, ma da non sottovalutare alla causa della parità di genere. Mi pare abbastanza palese che le due icone siano abbastanza equiparabili: due figure stilizzate abbastanza eleganti, camicia e cravatta per l'uomo, vestito intero per la donna. Ci mancherebbe poi che la si può pensare diversamente, ma un articolo sul Corriere è un articolo sul Corriere, dovrebbe poggiarsi su basi solide. Altrimenti diamo ragione a chi pensa "ecco su cosa si perde tempo, altro che parità di genere". E il tono del pezzo? Riferimenti a «reperti» da «Museo archeologico del patriarcato», chiamata in causa (ma perché?) di Giulia Cecchettin, fino alla climax apodittica pura: «Le figure in queste immagini fanno alzare gli occhi al cielo (alle donne) e creano un certo imbarazzo consapevole (tra gli uomini)». Opinione spacciata per realtà: basta leggere i commenti all'articolo (fra i quali tanti di donne) per capire che forse, dico forse, per gran parte delle persone non è così, sono solo due immagini, eleganti, considerabili come paritetiche, che tutto meritano tranne che un'intemerata così sul Corriere. https://lnkd.in/dCUG7tH9
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𝙊𝙧𝙞𝙜𝙞𝙣𝙖𝙡𝙞, 𝙐𝙣𝙞𝙘𝙞 𝙚 𝙄𝙧𝙧𝙞𝙥𝙚𝙩𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞 ©️ "Googolando" qua e là scopro l' esistenza della 𝘽𝙧𝙖𝙣𝙙 𝙋𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙖𝙡𝙞𝙩𝙮 intesa come "espressione della personalità del #brand attraverso valori, credenze, filosofia/pensiero e, soprattutto, insieme di comportamenti nel mondo". Esprime caratteristiche, valori, stili in base a connotazioni simili a quelle del carattere umano e concorrono a definire l'#immagine che abbiamo di noi stessi e di quella che intendiamo comunicare agli altri. È come una persona in carne e ossa, unica non solo per fattori genetici che il DNA conferisce ma anche per ciò che mostra, dice e fa! Ho sempre definito i #Social una sorta di "Vetrina di noi stessi" che non inficia la preziosa #Privacy difesa con gli artigli e con i denti finchè tutto ciò che si palesa è a nostra discrezione, a nostro uso e consumo, rischio e pericolo in modo più o meno consapevole. Una strada che ci consente di proporci, promuoverci e di emergere come #unici in un campo piuttosto affollato, in nome di una #personalità che brilla di luce propria! Ci piace l' idea di rimanere impressi nella memoria delle persone (magari come esempio) grazie agli strumenti di cui disponiamo partendo da una foto per poi spaziare, attraverso la #Comunicazione, a tutto ciò che ci riguarda ma è invisibile! Tutto questo mi induce a pensare che i brand sono come le persone e viceversa! Nei diversi canali che la tecnologia ci offre ci piace avere un riscontro che gratifica...ma esser presenti non basta! Alla base vi è un #lavoro importante che contribuisce ad infittire la Rete di #connessioni con conseguenti approvazioni e consensi a partire dalla #cura di ciò che si pubblica, rispondendo ai commenti di chi gentilmente interviene, aprendosi al dialogo, accettando le critiche purchè educate e costruttive in vista di una #crescita comune e condivisa che ci vede coerenti nel tempo. Partiamo dal presupposto che non si può piacere a tutti perchè il "#target" è vasto e vario! Questo, fa parte del pacchetto quando decidiamo di metterci in gioco! Un bagno d' Umiltà è un buon inizio! Facciamo appello alle Emozioni positive, interagiamo animati dalla Curiosità con Rispetto all' altrui opinione, creiamo Sondaggi e usiamo Parole Chiave per attrarre ai nostri contenuti! Si può fare! 🙆🏻♀️ Poi ovviamente c' è chi vince facile... Ma in fondo, chi più unico del Sole? 😄 Buona #Socialità a tutti! 🌞🌻 📷: 𝐹. 𝑀𝑎𝑔𝑛𝑎𝑠𝑐𝑖𝑢𝑡𝑡𝑖
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Abbiamo lavorato molto sulla nostra brand identity, sia visual che verbal. In effetti, anche il nostro cambio di nome, da Digital Dictionary a DD, deriva dalla volontà di porci sul mercato e di comunicarci non più solo come la società che si occupa di “digital”, ma come partner per l’evoluzione delle competenze delle persone. Un partner che fino a ieri è stato un po’ dogmatico, un po’ accademico - ma d’altronde eravamo legati alla dimensione del “dizionario”. Oggi DD è un’impresa che ha maturato quell’esperienza tale per cui sa prendere le cose con leggerezza, che come diceva Calvino non significa superficialità, ma significa planare sulle cose dall’alto. Ecco allora che la nostra nuova identità diventa più leggera, più scanzonata, con un tono di voce più irriverente, fatto di una “gravità senza peso”. Perché si possono dire - e fare - cose interessanti, cose intelligenti, cose utili abbracciando l’agilità del pensiero profondo e leggero allo stesso tempo. Come vi sembra? #DD #new #decennale #diamocidentro #rebranding #brandidentity #daje
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Tono di voce ❤️
Abbiamo lavorato molto sulla nostra brand identity, sia visual che verbal. In effetti, anche il nostro cambio di nome, da Digital Dictionary a DD, deriva dalla volontà di porci sul mercato e di comunicarci non più solo come la società che si occupa di “digital”, ma come partner per l’evoluzione delle competenze delle persone. Un partner che fino a ieri è stato un po’ dogmatico, un po’ accademico - ma d’altronde eravamo legati alla dimensione del “dizionario”. Oggi DD è un’impresa che ha maturato quell’esperienza tale per cui sa prendere le cose con leggerezza, che come diceva Calvino non significa superficialità, ma significa planare sulle cose dall’alto. Ecco allora che la nostra nuova identità diventa più leggera, più scanzonata, con un tono di voce più irriverente, fatto di una “gravità senza peso”. Perché si possono dire - e fare - cose interessanti, cose intelligenti, cose utili abbracciando l’agilità del pensiero profondo e leggero allo stesso tempo. Come vi sembra? #DD #new #decennale #diamocidentro #rebranding #brandidentity #daje
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Più passa il tempo e più mi rendo conto che 𝒍'𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒔𝒊 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒖𝒍 𝒔𝒆𝒓𝒊𝒐 è uno straordinario strumento per aprire immensi spazi di creatività e innovazione in qualsiasi campo. Sì perché quando lasciamo andare quella "maschera" che abbiamo adottato mille volte in situazioni professionali, ma anche personali, per apparire più che essere, si crea un'atmosfera di 𝓵𝓮𝓰𝓰𝓮𝓻𝓮𝔃𝔃𝓪 unica nel suo genere. Per dirla alla Calvino "...𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 è 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘪𝘵à..." bensì è la capacità di trasmettere un tipo di professionalità, creatività, molto più potenti rispetto a quell'etichetta che ci siamo o che ci hanno messo. Di questi tempi quasi un dono, che ci permette di accedere ad una 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐭à rara e fortemente creativa, connessa alla nostra 𝓼𝓪𝓰𝓰𝓮𝔃𝔃𝓪. Esattamente in quel momento in cui lasciamo andare regole, stereotipi e soprattutto proviamo addirittura a scherzare su cose molto serie, nascono le idee più geniali e le intuizioni più profonde: proprio quelle che vanno prese sul serio. Ti è mai successo? Che ne pensi? #creativity #innovation #businessawareness
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"Io vorrei tanto far parte delle persone che creano valore e non essere la cosa creata. Voglio partecipare all'ideazione non essere l'idea. Dici che ha senso?" Questo è un frammento del dialogo finale tra Barbie, interpretata da Margot Robbie e la sua inventrice Ruth Handler, interpretata da Rhea Perlman nel pluripremiato film Barbie. Il film a mio parere è carico di messaggi importanti per le nuove generazioni soprattutto in questo paese dove chi governa vorrebbe nuovamente "gestire" e "incasellare" le donne in un ruolo di oggetto. Ma non è questo di cui volevo scrivere, bensì della frase che ho riportato in esergo e che secondo me rappresenta perfettamente l'opportunità che tutti noi dovremmo cogliere, ovvero cominciare o ricominciare a prendere parte al processo creativo di ciò che ci circonda. Si tratta di invertire un processo di disindividuazione generalizzata messa in atto dal capitalismo iper-industriale già con le tecnologie analogiche di controllo (televisioni, giornali, radio, ecc.) e accelerata a dismisura con l'avvento delle tecnologie di automazione cognitiva che stanno consentendo la disgregazione delle singolarità verso un appiattimento valoriale o come diagnosticava Bernard Stiegler verso una "miseria simbolica" generalizzata che consiste in una riduzione delle capacità cognitive e affettive come effetto della perdita di partecipazione alla produzione di simboli designanti tanto i frutti della vita intellettuale (concetti, idee, teoremi, saperi) quanto quelli della vita sensibile (arti, saper-fare, costumi). Ma la tecnologia tutta è imprescindibile per l’evoluzione dell’essere umano tanto da non essere più chiaro se sia essa il risultato della capacità di innovare dell’uomo o se sia lei stessa ormai un individuo tecnico capace di auto-innovarsi. In tal senso rifiutarla in modo radicale non solo sarebbe un errore ma si tratterebbe di una strada sostanzialmente impercorribile. L'alternativa passa per lo sviluppo di una critica affermativa delle tecnologie in grado di individuare la contro-tendenza all’appiattimento dei valori vitali e sociali per inventare nuove pratiche di utilizzo capaci di generare entropia negativa e agevolare i processi di socializzazione del pensiero che restituiscano agli individui il saper-vivere. Ma come sempre per dare vita a quanto ci sembra complicato è necessario partire dalle domande giuste così come ha fatto Barbie chiedendosi se avesse senso pensare di non essere più l'oggetto dell'idea ma bensì prendere parte all'ideazione della stessa.
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𝗨𝗼𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶: 𝗹'𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝘃𝗶𝗹𝘂𝗽𝗽𝗮𝗿𝗲 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 - 𝘊𝘰𝘳𝘴𝘰 𝘥𝘪 2 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘢 𝘉𝘳𝘦𝘴𝘤𝘪𝘢 con Margherita Dozzi, Paolo Prandelli e Graziella Nugnes ➢ Riconoscere le risorse maschili e femminili nelle organizzazioni e valorizzare il potenziale inespresso a partire dall’integrazione di sguardi diversi ➢ Conoscere le caratteristiche dell’empowerment e l’espressione del potere personale ➢ Acquisire gli strumenti per decostruire gli stereotipi in un’ottica di benessere organizzativo ➢ Imparare a conoscere e nominare le emozioni che ci attraversano nei contesti professionali ➢ Imparare a fare tesoro delle emozioni per conoscere noi stessi/e; il prossimo; il contesto in cui operiamo ➢ Acquisire gli strumenti per connettere le emozioni con i temi della sicurezza, del benessere personale ed organizzativo
Uomini e donne nelle organizzazioni: l'integrazione degli sguardi per sviluppare benessere organizzativo attraverso il riconoscimento delle emozioni
aifos.org
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Nelle organizzazioni riconoscere le differenze, capirne valore aggiunto può fare un'enorme differenza in termini di benessere personale e professionale ma anche in termini di risultati.
𝗨𝗼𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶: 𝗹'𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝘃𝗶𝗹𝘂𝗽𝗽𝗮𝗿𝗲 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 - 𝘊𝘰𝘳𝘴𝘰 𝘥𝘪 2 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘢 𝘉𝘳𝘦𝘴𝘤𝘪𝘢 con Margherita Dozzi, Paolo Prandelli e Graziella Nugnes ➢ Riconoscere le risorse maschili e femminili nelle organizzazioni e valorizzare il potenziale inespresso a partire dall’integrazione di sguardi diversi ➢ Conoscere le caratteristiche dell’empowerment e l’espressione del potere personale ➢ Acquisire gli strumenti per decostruire gli stereotipi in un’ottica di benessere organizzativo ➢ Imparare a conoscere e nominare le emozioni che ci attraversano nei contesti professionali ➢ Imparare a fare tesoro delle emozioni per conoscere noi stessi/e; il prossimo; il contesto in cui operiamo ➢ Acquisire gli strumenti per connettere le emozioni con i temi della sicurezza, del benessere personale ed organizzativo
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