Si celebra oggi la “Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato” con l’intenzione di tramettere l’importanza di garantire che la protezione dell’ambiente venga considerata nelle strategie per la prevenzione dei conflitti e il mantenimento della pace. La giornata si propone di sensibilizzare la società sui danni causati dalla guerra sull’ambiente, troppo spesso trascurati. https://lnkd.in/ez_rKMQ
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Una vergogna tutta Italiana di una regione completamente sottosviluppata dal punto di vista ambientale. Gli Italiani dovrebbero ripartire da qui per capire i motivi del dissesto nazionale che fa di quella parte dell'Italia un paese di incivili complici di uno dei più scandalosi governatori regionali noto per l'istigazione all'odio verso ogni forma di vita che non sia bianca e di destra. Sarebbe bene cercare di sollevare la materia di diritto nel difendere il territorio di un paese che in Europa e nel mondo oramai è famoso solo per truffe, per evasione, per devastazione del territorio e per essere la nazione Europea più corrotta in assoluto e prima in assoluto per numero di frodi ai danni della comunità Europea. https://lnkd.in/dTfy5q52
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La Giornata Mondiale dello Sfruttamento dell’Ambiente nella Guerra, che si celebra il 6 novembre, è stata istituita con l'intento di sensibilizzare sull'importanza di #proteggere l'ambiente anche in tempi di #conflitto. Le guerre infatti, non causano solo perdite umane e #distruzioni materiali, ma provocano anche #danni spesso irreparabili all'ambiente. La #deforestazione, gli incendi, la #contaminazione delle acque e del suolo, e la perdita di #biodiversità sono solo alcune delle conseguenze dirette dei conflitti. Questi danni mettono a rischio la #sopravvivenza di molte specie, e compromettono anche i servizi #ecosistemici fondamentali per il benessere dell'umanità. Ne parliamo in questo articolo di @Taiao!
Guerra e impatto ambientale - Taiao
https://taiao.fun
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Il super tifone Man-yi ha colpito duramente l'isola di Luzon, causando ingenti danni materiali e gravi preoccupazioni per la popolazione locale. Con venti che hanno superato i 200 km/h, strade, ponti e linee elettriche sono stati distrutti, isolando molte comunità e ostacolando le operazioni di soccorso. Bisogna prepararsi a una lunga fase di recupero, richiedendo un intervento coordinato tra governo e organizzazioni internazionali. È essenziale implementare strategie di monitoraggio e prevenzione per affrontare futuri eventi climatici estremi, investendo in infrastrutture resilienti e sistemi di allerta precoce. La solidarietà della comunità e il supporto economico rivestono un ruolo cruciale nel processo di ricostruzione. Per una panoramica approfondita di questa situazione critica e di cosa aspettarsi nelle prossime settimane, leggi l’articolo completo sul mio blog: [Tifone Man-yi devasta Luzon: cosa aspettarsi ora nelle Filippine](https://lnkd.in/dVYBxrQj) #Tifone #Filippine #EmergenzaClimatica #RispostaAlDisastro #Solidarietà #Recupero
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🌊 Un Grido dal Mare: La Nostra Terra, la Nostra Gente, la Nostra Lotta 🌊 Mentre ci rilassiamo sotto il sole estivo e ci godiamo le nostre vacanze, è essenziale ricordare che c'è un lato oscuro nascosto sotto le onde scintillanti. Immaginate di nuotare in un mare apparentemente cristallino, senza sapere che sotto la superficie, nascosti come un terribile segreto, giacciono navi piene di rifiuti tossici, affondate dalla mano invisibile della mafia. NE PARLIAMO FRA POCO IN UN NUOVO EPISODIO DEL PODCAST ACCADEMIA DI CRIMINOLOGIA >>>> 📍 Calabria, Campania, Toscana 📍 - sono solo alcune delle regioni italiane che portano questo fardello silenzioso. Navi cariche di veleni chimici, affondate deliberatamente per nascondere crimini ambientali e arricchire le tasche di pochi corrotti a discapito di tutti noi. Queste azioni spregevoli mettono a rischio la nostra salute, la biodiversità marina e l'equilibrio ecologico dei nostri mari. Non possiamo più ignorare questa catastrofe silenziosa. È tempo di alzare la voce, di esigere giustizia e trasparenza. La mafia ha inquinato le nostre acque, ma non può inquinare il nostro spirito di lotta. 🚨 Unitevi a noi nella battaglia contro i crimini ambientali! 🚨 - Richiediamo indagini approfondite e trasparenza. - Esigiamo bonifiche immediate e protezione del nostro mare. - Supportiamo le associazioni ambientaliste e i movimenti antimafia che lottano per un futuro migliore. Non possiamo permettere che i nostri mari diventino tombe tossiche. Ogni nuotata, ogni onda, ogni alito di brezza marina ci ricorda che la nostra terra merita di essere difesa. Per i nostri figli, per il nostro pianeta, per il nostro futuro. 💪 Insieme possiamo fare la differenza. Non restiamo in silenzio. Non abbassiamo lo sguardo. Combattiamo per ciò che è giusto. 💪 #Ambiente #NoAllaMafia #SalviamoIlNostroMare #GiustiziaAmbientale #DifendiLaTuaTerra
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🚢 La #AnneliesIlena – soprannominata la "nave dell'inferno" – è il più grande #peschereccio a strascico del mondo (145 metri). È in grado di catturare 400mila kg di pesce al giorno grazie alle sue enormi reti da 600 metri. La scorsa primavera, a seguito di una forte mobilitazione cittadina, l'ex ministro del Mare Hervé Berville si è impegnò a non dare concessioni alle Annelies Ilena. 🐟 Ma ora gli eventi prendono un'altra piega, come denuncia BLOOM Association: dalla prossima settimana questo mostro dei mari inizierà nuovamente la sua campagna di #pesca nelle acque europee, portando alla #devastazione (legale) di ampie aree come il versante del Golfo di Biscaglia, che ospita migliaia di #delfini e una splendida #biodiversità. ↗ Come mai? È presto detto e anche qui gli 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐢 la fanno da padroni. Fabrice Loher, il nuovo ministro francese del Mare e della pesca, ora lo consente, nonostante le raccomandazioni scientifiche e gli avvertimenti climatici. https://lnkd.in/dw8NJPnh Una tale capacità di distruzione di fronte a tali fragili ecosistemi è una tragedia assoluta con conseguenze irreversibili.
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Studiare in chiave preventiva i fenomeni idrometeorologici estremi ma anche realizzare interventi concreti quali la protezione degli argini fluviali: queste e altre linee di azione hanno guidato il progetto “ConcertEaux Opera”. #featured
Crisi idrica in Valle Roja, “ConcertEaux Opera” si conclude
nosalpes.eu
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La notizia dell'abbattimento dell'orsa Kj1 mi lascia profondamente disgustata e contraria a questa decisione. L'uccisione di un animale selvatico, soprattutto in un contesto dove gli errori umani del passato hanno portato a una situazione di sovrannumero, non può essere giustificata. È una crudele dimostrazione di impotenza e mancanza di volontà nel trovare soluzioni più rispettose per l'ambiente e per gli animali che lo abitano. In questo contesto, mi viene in mente un passaggio del libro di Jack London "Il richiamo della foresta" - che ho da poco terminato di leggere ai miei figli di otto e dieci anni - che riflette la bellezza e la dignità della vita selvaggia: "Era un essere primitivo, che abitava in un mondo primitivo. Era tornato alla vita selvaggia, alle condizioni in cui l'uomo viveva cacciando e venendo cacciato, per procurarsi il cibo e difendersi dai suoi nemici." - Jack London, Il richiamo della foresta - L'orsa Kj1, come tutti gli animali selvatici, vive secondo le leggi della natura, un mondo dove l'uomo dovrebbe entrare con rispetto e consapevolezza. La decisione di abbatterla rappresenta un fallimento nel riconoscere e rispettare il diritto alla vita degli animali selvatici, una scelta che rispecchia crudeltà e arroganza più che un'azione necessaria. Spero che in futuro si possa trovare un equilibrio migliore tra la necessità di proteggere le persone e il dovere di tutelare la fauna selvatica. #StopAbattimentoOrsi #SalviamoGliAnimali #ProteggiLaFaunaSelvatica #GiustiziaPerKj1 #AnimaliInPericolo #DifesaDellAmbiente #BastaCrudeltà #TutelaDegliAnimali #VitaSelvatica #ProteggereLaNatura #AmbienteEDiritto #StopViolenzaAnimali
Uccisa l'orsa Kj1. Pichetto contro Fugatti che ha firmato il decreto: 'La soppressione non è la soluzione' - Notizie - Ansa.it
ansa.it
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Le piogge torrenziali hanno causato 75 vittime nello stato del Rio Grande do Sul, nel sud del Brasile, sono 107 le persone ad oggi disperse; 95.700 il numero degli sfollati, 130mila persone senza acqua potabile, collegamenti telefonici e internet interrotti. È questo il bilancio dell’ennesimo evento meteorologico estremo che il presidente del Brasile Lula non ha esitato ad attribuire alla crisi climatica globale. In Italia intanto la premier Meloni ha riferito di apprendere "con dolore" della "tremenda alluvione che si è abbattuta su Rio Grande do Sul” e che ribadisce la sua “più sincera vicinanza alle popolazioni colpite”; il Papa prega per le vittime dell’alluvione; sui giornali leggiamo del forte legame di quella regione del Brasile con l’Italia (il 40% degli abitanti è italiano discendente), leggiamo la similitudine che accomuna Rio Grande do Sul con il Veneto. Leggiamo tante cose, ma non una parola sulle scellerate politiche di cui Lula eredita i disastri mentre il resto del mondo sta a guardare. Non una parola sui 45.586 km² di foreste distrutti nell’era politica Bolsonaro, un’area più estesa della Danimarca. O sul disboscamento non regolamentato per cui buona parte della foresta pluviale è andata persa a causa dei roghi che sono stati appiccati per liberare spazio da destinare all’allevamento del bestiame e alla coltivazione della soia. L’amministrazione Bolsonaro ha inoltre abbassato il budget destinato alle agenzie ambientali brasiliane di oltre il 70 percento rispetto al 2014. Esponenti politici e media italiani continuano a sottovalutare e negare l'impatto antropico sul clima e sull'aumento degli eventi estremi. Una cieca espressione del rifiuto della realtà: una realtà in cui disboscamento incontrollato, alterazione dei cicli delle precipitazioni e perdita di biodiversità, porteranno il Brasile, ciò che resta dell'Amazzonia e l'intero pianeta, al punto di non ritorno entro dieci anni. Cordoglio e preghiere non ci salveranno. Foto di AP Photo/Carlos Macedo
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LA LIBERTA' D'INQUINARE Mentre si discute su varie opacità del mercato dei crediti di carbonio circa gli effetti sperati spesso venduti come certi, emergono sempre più vicende che ci dicono chi ne sta pagando il prezzo più elevato, ovvero le comunità indigene. Il caso degli #Ogiek è sintomatico e purtroppo non l'unico. E così basta pagare per potere inquinare e poi autocelebrarsi quali munifici protettori dell'ambiente, mentre chi non è causa delle emissioni di gas serra è chiamato a pagarne il prezzo più elevato in termini di diritti umani. Durante la guerra di secessione americana, chi poteva pagare 300 dollari non andava in guerra, ora chi può pagare milioni di dollari può continuare a inquinare. Un altro aspetto dell'(in)giustizia climatica. Ne parlo nella mia opinione per La Svolta #sostenibilità #sustainability #diritti #climatejustice #wortharead #socialjustice
Le autorità keniote stanno allontanando questa popolazione dalla foreste nella quale vive, per questioni legate al mercato dei crediti di carbonio Leggi l'opinione di Mario Di Giulio #lasvolta #ambiente
Il costo umano della libertà d’inquinare. Il caso del popolo degli Ogiek in Kenya
lasvolta.it
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