Come le molecole di acqua possono influenzare la produzione di #idrogenoverde e l'efficienza complessiva della fotocatalisi Lo dimostra lo studio di CNR-IPCF, svolto in collaborazione con Università degli Studi di Messina e University of Zurich, pubblicato su Journal of the American Chemical Society, #JACS “Le ricerche precedenti nel campo della fotocatalisi si sono concentrate esclusivamente sulle proprietà chimico-fisiche del semiconduttore, con l'obiettivo di sviluppare fotocatalizzatori stabili, economici ed efficienti per la produzione di idrogeno. Tradizionalmente, l'acqua è da sempre stata vista come un semplice ambiente passivo in cui avviene la reazione chimica, senza un ruolo attivo nella produzione dell'idrogeno”, afferma Giuseppe Cassone, ricercatore #Cnr_Ipcf. Questo studio dimostra che l'organizzazione delle molecole d'acqua a livello sub-microscopico gioca, invece, un ruolo cruciale. Utilizzando tecniche sperimentali e simulazioni avanzate su supercomputer, è stato scoperto che l'efficienza nella produzione di idrogeno non dipende solo dalle caratteristiche del semiconduttore, ma anche in modo significativo dalla disposizione delle molecole d'acqua nei primi strati adiacenti alla sua superficie. Scopri di più👇 https://lnkd.in/dBa9E3AP Maria Chiara Carrozza
Post di Consiglio Nazionale delle Ricerche
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⚡️🔋 Un gruppo di ricerca internazionale coordinato da UniTS ha assemblato su un foglio di #grafene un nuovo materiale biomimetico spesso un solo atomo. È utile per varie applicazioni tecnologiche, dalle #batterie ricaricabili al trasporto di #energia. Mimando le funzionalità della vitamina B12, i ricercatori hanno sintetizzato un potenziale catalizzatore bifunzionale capace di favorire due reazioni chimiche distinte, ciascuna sostenuta da un diverso stato di ossidazione del metallo. Anche nota come cobalamina, molecola al cui centro è legato un solo atomo di #cobalto, la vitamina B12 è infatti in grado di catalizzare reazioni diverse a seconda del contesto. “L’accumulo e il trasporto d’energia sono oggi applicazioni quanto più strategiche; tuttavia, dal punto di vista delle tecnologie disponibili si è ancora lontani dell’essere ottimali. Si pensi alle batterie ricaricabili e alla necessità di utilizzare due agenti catalitici distinti per sostenere le reazioni opposte di ossidazione e riduzione nei processi reversibili di carica e scarica.” Spiega il prof. Erik Vesselli, nostro docente di Fisica sperimentale della materia. “Il risultato che abbiamo ottenuto mostra, invece, come ci si possa ispirare alla natura per creare dei nuovi materiali di estremo interesse applicativo nel campo dell’energia verde, ovvero catalizzatori bifunzionali, in grado da soli di favorire reazioni chimiche diverse. 🔎 Leggi i dettagli della ricerca qui u.garr.it/u6cyX
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Su Elsevier, rinomata rivista scientifica, è stato pubblicato un interessante articolo che approfondisce le caratteristiche dei materiali trattati con COEX®, rivolto non solo a un pubblico tecnico-scientifico, ma anche a chi desidera conoscere di più su questi innovativi materiali. Di seguito i punti salienti della ricerca: Proprietà Termiche delle Fibre a Base Cellulosa Trattate con COEX® Il trattamento di solfatazione e fosforilazione COEX® migliora sensibilmente le proprietà termiche delle fibre a base di cellulosa, ottimizzandone la resistenza al fuoco: Riduzione della temperatura di decomposizione dei materiali cellulosici: L'introduzione di gruppi fosfato e solfato abbassa la temperatura di decomposizione, favorendo una rapida disidratazione delle fibre. Aumento del residuo carbonioso: Il trattamento incrementa la formazione di char, creando una barriera protettiva che limita la propagazione della fiamma. Modifica del meccanismo di decomposizione dei materiali cellulosici: Il processo passa da una depolimerizzazione a una disidratazione, riducendo la formazione di composti volatili infiammabili. Questa conoscenza consente di individuare soluzioni ecologiche ottimali per applicazioni nei settori tecnico, militare, edilizia, navale, aerospaziale, ferroviario e automobilistico. Dai un’occhiata qui: https://lnkd.in/defd9-_N #coexnaturallyfireproof #protezionealfuoco #sicurezza #sostenibilità
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E' stato pubblicato sulla rivista Innovation News Network un articolo che riassume le attività del progetto EU #CEMWAVE, del cui consorzio fa parte anche il nostro Istituto. L'articolo, oltre a dare una panoramica su obiettivi, attività svolte e future del progetto CEM-WAVE, riporta anche il contributo dei vari partners. Nello specifico, il nostro Istituto ha contribuito, con l'attività di ricerca del gruppo costituito da Giuseppe Annino, Roberto D'Ambrosio e Andrea Cintio (sede di #Pisa), alla caratterizzazione dielettrica ad alta temperatura dei campioni Compositi a Matrice Ceramica (CMCs) di interesse, alla modellazione numerica del comportamento elettromagnetico-termico dei reattori a tecnologia di Infiltrazione Chimica in fase Vapore assistita da riscaldamento a microonde (MW-CVI) e al supporto nel setup ed ottimizzazione delle condizioni operative del processo MW-CVI per la produzione di CMC a base di carburo di silicio (SiC) https://lnkd.in/eW82nK6k Maggiori dettagli sulle attività del progetto sono disponibili in un video Youtube, al quale hanno contribuito i nostri colleghi Roberto D'Ambrosio e Giuseppe Annino: https://lnkd.in/dnNJ2gy6 #Microwaveassistedprocesses #Dielectricproperties #EMThermalnumericalmodelling #CeramicMatrixComposites #ChemicalVaporInfiltration
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Scopri come la fluidodinamica computazionale (CFD) sta rivoluzionando l'ingegneria ambientale! 👇Leggi il nostro ultimo articolo dove esploriamo l'importanza della CFD nel trattamento delle acque reflue: https://zurl.co/t0Mc
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Esplora come la #fluidodinamicacomputazionale sta plasmando il futuro dell'ingegneria ambientale. Nell'articolo di oggi, noi di #CadlandSpa indaghiamo sull'ottimizzazione dei processi di trattamento delle acque reflue utilizzando la #CFD Leggi qui 👇
Giornata Internazionale della Terra 🌱 Sapevi che la fluidodinamica computazionale (CFD) sta rivoluzionando l'ingegneria ambientale a favore della #terra ? 👇Leggi il nostro ultimo articolo dove esploriamo l'importanza della CFD nel trattamento delle acque reflue: https://zurl.co/t0Mc #EarthDay #fluidodinamica #cfd #ansys
Fluidodinamica Computazionale (CFD): l'utilità nell'ambiente
https://www.cadland.it
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OTTO PASSI PER LA VITA Piccola e arbitraria selezione di articoli scientifici per mostrare come si possa passare dalla chimica alla vita. https://lnkd.in/dGdQ2EGm
Otto passi sulla strada per la vita
ilfoglio.it
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I legami covalenti. In 𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐜𝐚, i legami covalenti tradizionali implicano la condivisione di una o più coppie di elettroni. Dei ricercatori dell’Università di Hokkaido (Giappone) hanno di recente pubblicato su Nature un paper dal titolo “𝐷𝑖𝑟𝑒𝑐𝑡 𝑒𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑐𝑒 𝑓𝑜𝑟 𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑏𝑜𝑛–𝑐𝑎𝑟𝑏𝑜𝑛 𝑜𝑛𝑒-𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡𝑟𝑜𝑛 σ-𝑏𝑜𝑛𝑑”. Il paper documenta una prova sperimentale della presenza di un composto contenente un legame a un 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐫𝐨𝐧𝐞 tra atomi di carbonio. Si tratta di un fenomeno postulato decenni fa, ma di cui mancavano solide evidenze sperimentali. La scoperta apre nuove strade anche nell’àmbito della progettazione di 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢 con proprietà strutturali uniche. 𝗟𝘂𝗿𝗮𝗞𝗲𝗺 produce e distribuisce 𝐦𝐚𝐭𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐞 e 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐜𝐢. Possiamo aiutarti. Visita il nostro 𝐬𝐢𝐭𝐨 e contatta i nostri 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐞𝐧𝐭𝐢. #lurakem #ilmeridianodellachimica
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Rilevante studio. Lettura consigliata
RADIAZIONI IONIZZANTI: LA SVOLTA NELLA RICERCA Realizzare rivelatori di radiazione ionizzante – la radiazione emessa da sorgenti radioattive o prodotta da macchine radiogene - con forme complesse, tempi di risposta ultrarapidi e resistenti alla radiazione. È l'obiettivo del progetto Shine (Plastic Scintillators Phantom via Additive Manufactoring Techniques) finanziato dall' INFN e che vede la collaborazione di Cnr - Istituto di Nanotecnologia INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, CERN di Ginevra, Unisalento con il Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione UniSalento e con il Dipartimento di Matematica e Fisica - Unisalento, Università degli Studi di Bari Università di Trento e Università degli Studi di Padova. I primi risultati del progetto sono stati pubblicati sulle riviste "Advanced functional materials" e "Applied Materials Today". La ricerca ha permesso di realizzare scintillatori plastici ultraveloci di nuova generazione per la prima volta con una stampante 3D additiva e, dunque, a basso costo. I materiali utilizzati sono la perovskite e il polisilossano fotopolimerizzabile. "Questi materiali – spiega Anna Paola Caricato, della sezione Infn di Lecce, professoressa associata di Unisalento e responsabile del progetto - sono tali da assorbire radiazioni ad alta energia convertendole in luce visibile che può essere poi agevolmente misurata. I progressi in campo tecnologico e di ricerca richiedono scintillatori con prestazioni sempre più avanzate e che spesso necessitano di geometrie complesse, impossibili da realizzare con le attuali tecniche di produzione". (Nella foto, da sinistra Carola Corcione e Anna Paola Caricato, docenti Unisalento; Aurora Rizzo e Antonella Giuri del Cnr Nanotec). #research #unisalento
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RADIAZIONI IONIZZANTI: LA SVOLTA NELLA RICERCA Realizzare rivelatori di radiazione ionizzante – la radiazione emessa da sorgenti radioattive o prodotta da macchine radiogene - con forme complesse, tempi di risposta ultrarapidi e resistenti alla radiazione. È l'obiettivo del progetto Shine (Plastic Scintillators Phantom via Additive Manufactoring Techniques) finanziato dall' INFN e che vede la collaborazione di Cnr - Istituto di Nanotecnologia INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, CERN di Ginevra, Unisalento con il Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione UniSalento e con il Dipartimento di Matematica e Fisica - Unisalento, Università degli Studi di Bari Università di Trento e Università degli Studi di Padova. I primi risultati del progetto sono stati pubblicati sulle riviste "Advanced functional materials" e "Applied Materials Today". La ricerca ha permesso di realizzare scintillatori plastici ultraveloci di nuova generazione per la prima volta con una stampante 3D additiva e, dunque, a basso costo. I materiali utilizzati sono la perovskite e il polisilossano fotopolimerizzabile. "Questi materiali – spiega Anna Paola Caricato, della sezione Infn di Lecce, professoressa associata di Unisalento e responsabile del progetto - sono tali da assorbire radiazioni ad alta energia convertendole in luce visibile che può essere poi agevolmente misurata. I progressi in campo tecnologico e di ricerca richiedono scintillatori con prestazioni sempre più avanzate e che spesso necessitano di geometrie complesse, impossibili da realizzare con le attuali tecniche di produzione". (Nella foto, da sinistra Carola Corcione e Anna Paola Caricato, docenti Unisalento; Aurora Rizzo e Antonella Giuri del Cnr Nanotec). #research #unisalento
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Cogito Ergo Sum L'ottimo ASTRO TOC UV nei processi industriali (che richiede solo alcune abilità analitiche agli strumentisti di manutenzione). I composti organici del carbonio sono una classe molto eterogenea. In effetti, in una delle prime lezioni della maggior parte dei corsi introduttivi di Chimica Organica si spiega che il numero di possibili composti del carbonio è praticamente infinito grazie alla capacità di questo elemento di formare molecole a catena lunga. Sebbene i metodi cromatografici quali la gascromatografia (GC) o la cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) consentano di eseguire determinazioni quantitative di composti specifici, l'analista deve sapere innanzitutto quali composti ricercare. Il carbonio organico totale (TOC) è un test non specifico, ossia il TOC non determina i particolari composti presenti (nella maggior parte dei casi i campioni sono miscele complesse contenenti migliaia di composti organici del carbonio differenti). Il TOC, invece, fornisce informazioni sulla quantità complessiva di carbonio organico in tali composti. Le ragioni della misura del TOC variano da settore a settore, nell'illustrazione, ho cercato di rappresentare (e facilitare), solo le non semplici operazioni e i requisiti tecnici e funzionali per la manutenzione dell'analizzatore Lange TOC (corredando con alcuni dettagli che meglio descrivono il tutto). Molti degli analizzatori TOC sono soggetti a continue revisioni (ma le informazioni evidenziate sono riferite al sistema installato, che include le modifiche apportate al sistema di campionamento). L'analizzatore misura il carbonio organico in campioni liquidi che vanno da 0,015 mg/L a 20.000 mg/L. Nel processo di analisi, il carbonio viene convertito in anidride carbonica, che viene poi misurata con un rilevatore IR. L'analizzatore utilizza il metodo di ossidazione UV-persolfato approvato dall'EPA, che produce la misura TOC più affidabile. L'analizzatore è conforme alle normative ISO, EPA, EN, DIN, CE, UL, CSA, FM e NAMUR. La navigazione nel software è semplificata dall'uso di finestre di dialogo per l'analisi di campioni singoli, la convalida dell'analizzatore e la calibrazione dell'analizzatore. NOTA: L'analizzatore è in grado di gestire la comunicazione locale 4-20 mA, la registrazione opzionale dei dati RS232 CSV e ModBUS. L'analizzatore è progettato per facilitare la manutenzione da parte del cliente. Tutti i componenti chiave sono posizionati in modo di facilitarne accesso. Tutte le porte di connessione sono situate all'esterno dell'analizzatore. Come di consueto, raccomando di prendere visione delle istruzioni contenute nel facile e comprensibile manuale d'uso e manutenzione del produttore (ovviamente dando per scontato che i tecnici addetti alla manutenzione dell'analizzatore, abbiano ricevuto una formazione adeguata prima di eseguire qualsiasi operazione e/o ricalibrazione dello strumento). Giancarlo Magnani
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