Post di Dino Lorieri

ANALISI DI UN DECLINO l Italia è una repubblica fondata del lavoro, articolo 1 della costituzione. sul lavoro del 15% della popolazione direi io perché quello è la somma dei percentili di chi ha almeno 35mila euro lordi di reddito (circa 1800 euro mese) e contribuisce con le sue tasse al funzionamento della macchina pubblica e del suo welfare, e paradossalmente ricevendo proporzionalmente sempre meno di chi sta sotto quella fascia di reddito. da in su una volta si trovava il ceto medio. Conseguenza logica è che se l economia non decolla l'Italia non avrà un welfare sostenibile nel giro di pochi anni. welfare significa diritti, i diritti si garantiscono con le tasse che sono soldi messi a disposizione di tutti. la Sperequazione è evidente, meno cresce l economia, meno italiani raggiungono la soglia minima economica dove di colloca il ceto medio e più sarà il ceto medio esistente ( e quei pochi fortunati sopra la quota dei 55.000 euro lordi) costretto a pagare per tutto il resto del paese. Purtroppo l'occupazione giovanile fino a 29 anni e intorno al 30% e 50mila giovani qualificati ogni anno emigra verso la ricerca di occasioni di lavoro meglio remunerate. la politica invoca gli immigrati. l effetto positivo da migrazioni si vedrà tra molti anni solo quando l integrazione anche economica sarà avvenuta ma purtroppo anche loro probabilmente si distribuiranno se tutto.va bene negli stessi percentili statistici cioè solo un quindici percento ceto medio e quindi tra i "vessati" che daranno un contributo positivo al welfare. ( a parte il contributo alle pensioni degli italiani) QUINDI ?: Esiste dal mio punto di vista una sola ricetta: l' ECONOMIA deve crescere a tassi maggiori e per farlo necessita di input della politica che l Italia è un paese stabile, fertile per investitori, per i capitali, per l' innovazione, per la semplificazione giuridica, elevato per livello di istruzione della forza lavoro. non OSTILE all attività imprenditoriale. Equo nella tassazione. Prevarra' questa visione o prevarranno demagogia, populismi e sovranismi? Forse non abbiamo ancora la risposta, so per certo che non abbiamo altra alternativa.

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Giornalista TV: mi occupo di finanza, economia e calcio. Lavoro a Mediaset Tgcom24 e per E-Planet su Italia Uno. Modero e organizzo convegni. Amo viaggiare, il tennis e lo snowboard. Due figli. La notizia prima di tutto.

ITALIA, DOVE POCHI PAGANO PER TUTTI In Italia ci sono 6,4 milioni di contribuenti (io li chiamerei martiri) che da soli versano il 63,4% di tutta l'imposta IRPEF sulle persone fisiche che nel 2024 dovrebbe valere circa 170 miliardi di euro. Poi c'è il 45% degli italiani, cioè circa 26 milioni di persone che non dichiara alcun reddito. Zero di zero. Poi se ne contano altri 13 milioni che praticamente non pagano tasse perché dichiarano redditi talmente bassi da essere esenti o compensare tutto con le detrazioni. Insomma il sistema si regge su 6 milioni di persone, il 15% degli italiani, che paga per tutti e che gode di meno detrazioni e welfare degli altri. Questa fascia di popolazione è quella che va da 35.000 euro in su. Non si possono definire ricchi, ma spesso con 35-40.000 euro lordi nemmeno ceto medio. La verità è che il ceto medio in Italia non esiste più. E se esiste ancora non se la passa benissimo.

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