La perdita di valore è un prodotto tipico italiano.
La fiera del libro di Francoforte è l’evento dedicato all’incontro tra le penne migliori dei vari paesi e gli editori più autorevoli, all’interno di un contesto internazionale creato per favorire il business culturale, di cui avremmo un gran bisogno.
Un appuntamento sul quale si sarebbe dovuto investire qualcosa, oltre a scegliere un format di presentazione che valorizzasse il lavoro letterario, e le persone migliori da invitare, ma non è andata così.
In un momento di autolesionismo estremo, l’organizzazione italiana, consigliata dal governo, riesce a sbagliare il format e a escludere lo scrittore maggiormente ripubblicato in tutto il mondo, che viene poi invitato da un editore tedesco.
Tralasciando il fatto in sé, di cui puoi leggere i retroscena nell’articolo di Nicola Lagioia, l’episodio mi ha fatto riflettere su un atteggiamento masochista e un po’ cialtrone che ci appartiene, facilmente rintracciabile anche nelle scelte dei brand.
L’inchiesta condotta da Selvaggia Lucarelli su Chiara Ferragni, ad esempio, ha fatto emergere un mare di lavoro strapagato da parte di aziende disinteressate ai reali risultati di quegli ingaggi.
Le stesse che quando proponi un progetto di qualità basato su strategie solide, si mettono di traverso, rilanciando soluzioni ideologiche e superficiali, appoggiate sul ‘secondo me’, piuttosto che su una reale competenza.
Il bisogno di affermare le proprie idee, anche quando il danno economico - e di immagine - è una certezza, supera il buon senso, lasciando che l’esercizio del potere prenda il sopravvento sulle scelte strategiche, per il Paese, come per un’azienda.
🔴Quante volte ti è capitato di dover discutere l’ovvio su un progetto, di fronte a prese di posizione incomprensibili?
🔴Quante volte, in azienda, persone di talento non vengono riconosciute, solo perché non sono simpatiche o non servono il potere?
🔴Quanti sono i manager che dopo aver fatto fallire le aziende, vengono premiati con bonus stratosferici e trasferimenti verso posizioni di prestigio?
Siamo un popolo a caccia di denaro ma incapace di riconoscere il valore, disposto a perdere tutto per difendere idee assurde e cattivi amici: la politica, che è lo specchio della società, in questo, ci rappresenta benissimo.
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