La #plastica potrebbe non scomparire mai del tutto. Sebbene si stimi infatti che per degradarsi completamente occorrano centinaia di anni, sappiamo che la plastica nell’ambiente naturale – sottoposta all’azione del sole, vento e acqua – tende a degradarsi, frammentandosi in parti più piccole (#microplastiche). Vengono dette #primarie, le microplastiche fabbricate intenzionalmente dall’industria (dispositivi medici, farmaci, dispositivi elettronici, fertilizzanti, cosmetici, detergenti, dentifrici, vernici), per le loro proprietà abrasive, esfolianti, leviganti, ecc. Quelle invece derivanti dalla #degradazione di articoli di plastica più grandi (ad esempio #bottiglie, buste, piatti e posate, cannucce, ecc) che, a contatto con acqua sole e vento tendono naturalmente a frammentarsi e sbriciolarsi in parti più piccole, vengono definite microplastiche #secondarie. Ma esistono particelle #invisibili, più piccole di un milionesimo di mm, come un virus o il filamento di DNA, talmente piccole che possono essere respirate disperse nell’aria e assorbite dalla pelle: le cosiddette #nanoplastiche. Oltre a rappresentare un danno per l’ambiente, la plastica viene ingerita – attraverso il cibo, l’aria, l’acqua – e assorbita dall’organismo. Già dal 2016, un rapporto dell'European Food Safety Authority (EFSA), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, rilevava la presenza di microplastiche e nanoplastiche negli alimenti e sui prodotti ittici. La principale fonte di ingestione di microplastica è l’acqua potabile, sia in bottiglia che in rubinetto. Tra gli alimenti più contaminati da microplastiche rientrano invece birra, molluschi, miele e pesce. Secondo uno studio americano, l’acqua potabile contiene fino a 1.769 microplastiche, i crostacei 182, la birra 10. Le microplastiche non risparmiano neanche il sale da cucina. Lo ha rivelato un nuovo studio condotto da Greenpeace e l’Università di Incheon in Corea del Sud. Da un rapporto dell’European Environment Agency, l’uso e il lavaggio dei tessuti sintetici è responsabile del rilascio negli oceani tra 0,2 e 0,5 milioni di tonnellate di microplastiche ogni anno. ISPRA, ha condotto un’attività di monitoraggio nei maggiori fiumi italiani alla ricerca dei rifiuti: l’85% di tutti i rifiuti sono plastiche, di cui 35% di plastica monouso. C’è ancora molto da capire riguardo agli effetti delle microplastiche sulla #salute umana. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per ottenere una valutazione più accurata dell’esposizione alle microplastiche e del loro potenziale impatto sulla salute umana, le prove accumulate sinora suggeriscono che le microplastiche abbiano significativi impatti negativi per la salute. Secondo l’United Nations Environment Programme Finance Initiative (UNEP FI), il Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, circa il 16% delle microplastiche rilasciate negli oceani a livello globale proviene dal lavaggio di tessuti sintetici. Oggi su INFOBUILD | INFOBUILDENERGIA, a questo link:
Post di Emanuele Meloni
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🔵 Microplastiche: una minaccia crescente per l’ambiente e la salute umana. Le microplastiche sono particelle di plastica invisibili all'occhio umano che derivano, principalmente, dal deterioramento di rifiuti plastici di grandi dimensioni. L'aspetto più pericoloso di queste particelle è di essere ingerite dagli organismi e di entrare a far parte della catena alimentare. Bisogna considerare, inoltre, che il loro deterioramento e le sostanze stesse di cui sono fatte possono causare gravi danni all'ambiente e all'uomo. ❌ Grazie all'adozione di pratiche di consumo più sostenibili, alla riduzione del consumo di plastica monouso, la sensibilizzazione e la promozione di politiche di riciclo, è possibile partecipare attivamente alla lotta contro le microplastiche ♻️ Se vuoi scoprire maggiori dettagli, ecco il nostro articolo completo: https://lnkd.in/d3-n-iqN
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🥤Plastiche e microplastiche sono una minaccia per gli ecosistemi e la salute umana. Le microplastiche possono derivare dalla degradazione di macroplastiche, come bottiglie, flaconi o sacchetti, oppure essere prodotte intenzionalmente, come le microperle nei cosmetici. 🌊Ogni anno, circa 9,5 milioni di tonnellate di nuovi rifiuti di plastica finiscono nell'oceano, di cui 1,5 milioni di tonnellate sono microplastiche primarie (IUCN 2017). Di queste, il 35% proviene dal lavaggio dei tessuti sintetici, il 28% dall’usura degli pneumatici, il 24% dalla polvere urbana e il 7% dai cosmetici. L’ingestione di microplastiche non interessa però soltanto le specie marine: anche noi esseri umani beviamo e respiriamo microplastiche. 🤕L'esposizione continua è associata a problemi di salute nel tratto gastrointestinale, polmoni, tessuti cardiaci, neuroni e organi riproduttivi, interferendo anche nella riproduzione delle cellule cancerogene (Goswami et al. 2024). Il problema della plastica va risolto alla radice, riducendo la produzione industriale, sostenendo politiche per limitarne il consumo e l’immissione nell’ambiente. Cosa ne pensi? Scrivicelo nei commenti 👇🏼 #microplastiche #inquinamento #saluteumana
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Nell’articolo abbiamo toccato la questione 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐩𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 Perché ci riguarda tantissimo? Le microplastiche sono minuscole particelle di plastica. Possono avere forme diverse, da sferiche a frammentate, e sono un terribile problema ambientale. Si stima, da dati elaborati nel 2015, che siano presenti *tra i 15 e 50 mila miliardi di microplastiche nelle acque del pianeta. 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐧𝐨? Le microplastiche possono originarsi in due modi principali: 𝑴𝒊𝒄𝒓𝒐𝒑𝒍𝒂𝒔𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂𝒓𝒊𝒆 Sono prodotte direttamente in piccole dimensioni, come per esempio le microperle utilizzate in alcuni cosmetici o i pellets di plastica usati nell'industria. 𝑴𝒊𝒄𝒓𝒐𝒑𝒍𝒂𝒔𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒄𝒐𝒏𝒅𝒂𝒓𝒊𝒆 Derivano dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie, sacchetti o reti da pesca, a causa dell'esposizione agli agenti atmosferici, alle onde del mare e ad altri fattori fisici.
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#Plastiche vs #Microplastiche Le plastiche oggi costituiscono un problema reale e tangibile per l’ambiente, l’Uomo e la Natura. Lo sappiamo, ma soprattutto lo vediamo. Ma c’è un altro problema che minaccia l’ambiente: le microplastiche. Invisibili ai nostri occhi e per questo molto più pericolose. Forse non lo sapevi Una delle principali fonti di inquinamento ambientale da microplastiche sono le fibre rilasciate dai tessuti. Oggi molti capi di abbigliamento sono realizzati con fibre sintetiche come il poliestere, il nylon e l’acrilico. Quando gli indumenti in fibre sintetiche vengono lavati, frammenti di fibre vengono rilasciati e finiscono nei corsi d’acqua, inquinando l’ambiente. Microplastiche: una minaccia invisibile per l’ambiente Le microplastiche nei tessuti sono fibre sintetiche di lunghezza inferiore a 5 millimetri. È la forma più comune di inquinamento delle acque e rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi acquatici e gli organismi marini. Le microplastiche provenienti dagli indumenti, dal lavaggio di tessuti sintetici, sono una delle principali cause di questo inquinamento. Il 35% delle fibre sintetiche presenti nell’oceano proviene da prodotti tessili e durante il lavaggio vengono rilasciati annualmente da 124 a 308 mg/kg di fibre sintetiche, per un totale di circa 40.000 tonnellate di fibre sintetiche! Le statistiche mostrano che esse mettono in pericolo, ad esempio, il 52% delle tartarughe marine, il 90% degli uccelli marini, il 100% delle barriere coralline e il 96% di tutta la biodiversità. Cosa fare? Ciò che possiamo fare per cambiare la direzione è, innanzitutto, prenderne coscienza. Solo così potremo agire per mitigare il problema e limitare i danni all’ambiente. Ogni nostra azione, anche la più piccola ed “insignificante” ha un effetto sugli altri e sulla #Natura. Cosa sta succedendo nel mondo del pack del #gelato Al fine di tutelare l’ambiente, recentemente anche per i prodotti in carta si sono adottate nuove tecniche in grado di aggiungere quantità minime di polimeri. Il risultato è che le microplastiche presenti nel prodotto finito, si pensi ad una coppetta in carta, risultano essere più dannose rispetto all’accoppiatura tradizionale in quanto difficilmente separabili dall’involucro. Cosa facciamo noi di #Domogel La nostra scelta è stata quella di non utilizzare questo metodo di lavorazione. I nostri accessori per gelato, come #bicchieri e #coppette, sono, infatti, realizzati accoppiando la #carta con film plastici o bioplastici (#PLA) nei limiti di legge che consentono lo smaltimento nella carta o nel compost, ma soprattutto sono più facilmente separabili una volta entrati nelle fasi del riciclo dei rifiuti. PS Il PLA deriva dalla lavorazione di materie prime naturali come la #cannadazucchero e questo ci consente di avere prodotti #sostenibili, da un lato, e rispettosi dell’ambiente, dall’altro. Continua a seguirci, e se vuoi, diffondi il post. Grazie 🙂
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Leggiamo e cerchiamo di agire concretamente nel nostro piccolo con azioni quotidiane anche minime
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Questo giovane inventore sta rimuovendo le microplastiche dai nostri corsi d'acqua utilizzando dei magneti. Metodi all'avanguardia per estrarre le microplastiche dai sistemi idrici. Sapevate che ogni settimana ingeriamo l’equivalente di una carta di credito in plastica? Questa statistica allarmante mette in evidenza un problema che, pur essendo microscopico per dimensioni, ha conseguenze enormi sulla nostra salute e sull’ambiente: le microplastiche. Cosa sono le microplastiche? Si tratta di frammenti di plastica inferiori a 5 mm, provenienti da: - La degradazione della plastica nell’ambiente. - Prodotti di uso quotidiano, come cosmetici, abbigliamento sintetico e pneumatici. Si trovano ovunque: nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e negli alimenti che consumiamo. Gli oceani, veri polmoni del nostro pianeta, ne sono gravemente contaminati, mettendo a rischio la biodiversità marina e, di conseguenza, la nostra catena alimentare. Un impatto reale 1) Sull’ambiente: Le microplastiche inquinano gli ecosistemi terrestri e marini. Specie animali, come pesci o uccelli, le ingeriscono, compromettendo la loro salute e capacità riproduttiva. 2) Sulla salute umana: Sebbene le ricerche siano ancora in corso, studi indicano che le microplastiche possono rilasciare sostanze tossiche nel nostro organismo, causando infiammazioni o disturbi ormonali. 3) Sull’economia: Si stima che il costo della plastica sugli ecosistemi marini ammonti a miliardi di euro ogni anno. Cosa possiamo fare? ✅ Ridurre l’uso della plastica monouso. ✅ Preferire abbigliamento in fibre naturali. ✅ Sostenere aziende e iniziative che investono in alternative alla plastica. ✅ Richiedere politiche pubbliche più severe sulla gestione dei rifiuti plastici. Ogni gesto conta! Insieme possiamo fermare questa forma insidiosa di inquinamento per proteggere la nostra salute e il nostro pianeta. E voi, quali azioni state intraprendendo per ridurre la vostra impronta di plastica?
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La plastica non si vede ma c'è! Le microplastiche sono minuscoli residui di plastica, risultato della frammentazione e il degrado di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie, sacchetti e materiali di imballaggio. La presenza di microplastiche nelle nostre riserve idriche solleva legittime preoccupazioni sui rischi che rappresentano sia per la nostra salute sia per l’ambiente. Queste particelle possono penetrare nei fiumi, nei laghi e nei mari e successivamente contaminare le nostre fonti di acqua. Non solo: questi invisibili materiali di scarto potrebbero contenere additivi chimici, inquinanti e altre sostanze nocive. L’eliminazione delle microplastiche dall’ambiente e dalle riserve idriche è una sfida che riguarda non solo il Pianeta, ma anche la nostra salute. A partire dall’acqua: la più efficace barriera contro lei microplastiche è rappresentata dai sistemi di purificazione a osmosi inversa. L’osmosi inversa è in grado di rimuovere efficacemente questi minuscoli “nemici” poiché la membrana semipermeabile utilizzata in questo processo è progettata per trattenere particelle di dimensioni molto piccole, incluse le microplastiche. Durante il processo di filtrazione, le microplastiche vengono intrappolate nella membrana e non vi passano attraverso, garantendo così un’acqua più pulita e sicura. Tutela il benessere di tutta la tua famiglia, acquista un depuratore a osmosi inversa e scegli IWM Depuratori d'acqua. Chiedi informazioni attraverso il nostro sito https://www.iwmacqua.it/ Siamo a disposizione del tuo benessere! https://lnkd.in/dqkwPMRd
Pericoli invisibili: come rimuovere dall'acqua microplastiche e altri contaminanti? | IWM
iwmacqua.it
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Un problema cruciale ma quasi invisibile… La microplastica è diventata una delle principali minacce invisibili per il nostro ambiente. Questi piccoli frammenti di plastica, inferiori ai 5 millimetri, si formano principalmente dal degrado di oggetti di plastica più grandi. Possono provenire da bottiglie, sacchetti, abbigliamento sintetico, e anche dalla cosiddetta “usura quotidiana” di pneumatici e materiali plastici. Con il tempo, la plastica si frammenta in particelle sempre più piccole, disperdendosi nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Quando queste particelle entrano nei nostri ecosistemi, non solo si accumulano, ma rilasciano anche sostanze chimiche nocive che possono infiltrarsi nella catena alimentare, minacciando la salute degli esseri viventi. Sebbene la bioplastica rappresenti una valida alternativa alla plastica tradizionale, è importante sottolineare che, anche se la bioplastica finisse in discariche o negli ambienti marini, non rilascia le stesse sostanze pericolose delle plastiche convenzionali. Tuttavia, non è completamente innocua: anche se biodegradabile, la bioplastica può comunque contribuire al problema della microplastica se non gestita correttamente. La soluzione risiede nella gestione e nello smaltimento adeguato dei materiali, promuovendo il riciclaggio e l’adozione di tecnologie che riducano l’impatto ambientale. La ricerca di soluzioni più sostenibili è essenziale per contrastare l’inquinamento da microplastica e proteggere la salute del nostro pianeta. Agiamo ora per garantire un futuro più pulito e sano per le generazioni future. Go Green - Go Vincentius #lifeafterplastic #conpostabile #Microplastic #Sostenibilità #Ambiente #Inquinamento #Bioplastica #SaluteAmbiente
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Negli ultimi decenni, la questione delle microplastiche ha attirato sempre più attenzione da parte della comunità scientifica, dei media e del pubblico generale. Questo interesse crescente riflette una preoccupazione diffusa riguardo all’impatto ambientale delle attività umane e alla gestione sostenibile delle risorse naturali. Le microplastiche, definite come particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, rappresentano un nuovo capitolo nel lungo e complesso rapporto tra la nostra società e i materiali sintetici.
Quali sono gli effetti delle microplastiche sulla salute umana?
https://www.gravita-zero.it
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Questo giovane inventore sta rimuovendo le microplastiche dai nostri corsi d'acqua utilizzando dei magneti. Metodi all'avanguardia per estrarre le microplastiche dai sistemi idrici. Sapevate che ogni settimana ingeriamo l’equivalente di una carta di credito in plastica? Questa statistica allarmante mette in evidenza un problema che, pur essendo microscopico per dimensioni, ha conseguenze enormi sulla nostra salute e sull’ambiente: le microplastiche. Cosa sono le microplastiche? Si tratta di frammenti di plastica inferiori a 5 mm, provenienti da: - La degradazione della plastica nell’ambiente. - Prodotti di uso quotidiano, come cosmetici, abbigliamento sintetico e pneumatici. Si trovano ovunque: nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e negli alimenti che consumiamo. Gli oceani, veri polmoni del nostro pianeta, ne sono gravemente contaminati, mettendo a rischio la biodiversità marina e, di conseguenza, la nostra catena alimentare. Un impatto reale 1) Sull’ambiente: Le microplastiche inquinano gli ecosistemi terrestri e marini. Specie animali, come pesci o uccelli, le ingeriscono, compromettendo la loro salute e capacità riproduttiva. 2) Sulla salute umana: Sebbene le ricerche siano ancora in corso, studi indicano che le microplastiche possono rilasciare sostanze tossiche nel nostro organismo, causando infiammazioni o disturbi ormonali. 3) Sull’economia: Si stima che il costo della plastica sugli ecosistemi marini ammonti a miliardi di euro ogni anno. Cosa possiamo fare? ✅ Ridurre l’uso della plastica monouso. ✅ Preferire abbigliamento in fibre naturali. ✅ Sostenere aziende e iniziative che investono in alternative alla plastica. ✅ Richiedere politiche pubbliche più severe sulla gestione dei rifiuti plastici. Ogni gesto conta! Insieme possiamo fermare questa forma insidiosa di inquinamento per proteggere la nostra salute e il nostro pianeta. E voi, quali azioni state intraprendendo per ridurre la vostra impronta di plastica?
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