Grazie all'Assessore Barbara Mazzali per l'invito a partecipare alla prima riunione del Tavolo Regionale della Moda che ha toccato elementi centrali dell'economia lombarda e milanese quali il turismo, il design e la moda. Ogni intervento a favore della filiera non può che essere accolto con favore ed interesse. Affrontare con un approccio di prospettiva ed un focus su qualità, innovazione e attenzione all'ambiente è quanto mai essenziale per il nostro settore. Il fashion retail rappresenta il punto di contatto della filiera con i consumatori ed ha in questo senso anche un ruolo di termometro del sentiment. Termometro che in questi anni segna "freddo" e necessità di interventi quali il sostegno all'imprenditoria femminile e giovanile anche nell'ottica di favorire il passaggio generazionale, l'inserimento di nuove figure professionali - pensiamo in tal senso al corso IFTS Sales Fashion Specialist in collaborazione con FORMATERZIARIO - ma anche all'introduzione di misure innovative che possano incentivare i consumi, ad esempio la detraibilità per acquisti di moda "Made in Italy" nei negozi fisici. Tutto questo insieme ad un credito d'imposta sui canoni di locazione avrebbe effetti postivi anche nel contrasto alla desertificazione commerciale. Barbara Mazzali Andrea Colzani FederModa Italia Giulio Felloni Massimo Torti FORMATERZIARIO
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Che cosa si cela dietro il paravento, a volte addirittura l’alibi, dell’etichetta made in Italy. E di che cosa c’è bisogno per non disperderne il valore, oggi che le inchieste della Procura di Milano sul caporalato e la crisi del tessuto toscano portano a galla i coni d’ombra e le zone grigie della filiera. Ricorderemo il 2024 come l’anno della grande crisi, di consumi e quindi industriale, della moda. E come l’anno che ha costretto ad affrontare in maniera sistemica i problemi del tessuto manifatturiero. Ne parliamo sul numero di novembre del mensile LaConceria dal titolo “Ma quale made in Italy”. Clicca https://lnkd.in/dWacuTKn per sfogliare “Ma quale made in Italy” Il mensile La Conceria è riservato agli abbonati: scopri le formule di sottoscrizione cliccando qui https://lnkd.in/db8Vmr-Z
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🧣Produzione, export e lavoro in calo. Il settore #moda - uno dei fiori all’occhiello della Regione Marche - The Marche Region - registra, al termine dei saldi estivi, un altro segno meno (-7,5%). 🙌🏼Unica #speranza riposta nel tavolo di confronto, previsto per domani, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy #AdolfoUrso. Incontro a cui parteciperanno tutti: #Confartigianato, #Confindustria, #Cna e #Regione 🚨Ma imprenditori e associazioni di categoria rimangono scettici che un tavolo, con le massime istituzioni, possa davvero invertire un trend che è oramai negativo da diversi mesi. 🗞️Ne ho parlato oggi sul Corriere Adriatico. L’articolo al link qui sotto 👇🏼 https://lnkd.in/dFxQwN_z
Marche, la moda a testa in giù: «A luglio un altro -7,5%. La filiera rischia il crac»
corriereadriatico.it
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❌La moda scende in piazza: il segnale d’allarme che non possiamo ignorare!❌ Il 12 novembre tutte le sigle sindacali del comparto Moda in Toscana hanno indetto una manifestazione, e finalmente qualcosa si muove. Ammetto a malincuore che mi sarei aspettata una mobilitazione nazionale, ma è evidente, ancora una volta, che la Toscana è avanti rispetto al resto dell’Italia. Questa è una spia rossa, un sintomo grave. Se un settore così iconico come la moda arriva a manifestare, significa che la crisi è più profonda di quanto appaia. Si parla spesso di numeri e dati, si dice che la crisi sia iniziata a settembre, ma dietro a questi numeri ci sono migliaia di persone il cui futuro è legato a questa industria. Ignorare questi segnali è, semplicemente, da irresponsabili. Il malessere non farà che crescere, soprattutto in regioni complesse come la Campania, dove l’occupazione nel settore moda è stata un pilastro di stabilità sociale, e persino in Toscana, dove molti si sono trasferiti proprio per lavorare in questo ambito. Non so se le manifestazioni cambieranno qualcosa, ma almeno mostrano al mondo una realtà che non può più restare nascosta. Complimenti, ancora una volta, alla Toscana per il suo coraggio. #ornellaauzino #pelletteria #madeinitaly #kering #lvmh #Gucci #dior #ysl #fendi #burberry #louisvuitton #chanel #moda #contraffazione #unic #assopellettieri #toscana
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non bisogna intervenire solo a sostegno delle imprese, ma serve segnare le linee guida delle strategie da adottare per il futuro, creando sistemi produttivi più coordinati ed efficenti, ma soprattutto dobbiamo creare un sistema vendite interamente italiano, per lasciare nel nostro paese la maggior parte del profitto
Giornalista per: MF Fashion, Vogue, Gruppo Food, Corriere Vinicolo e altre testate. Direttore responsabile italianwinetour.info e italianbeach.club
Un anno e mezzo di arretramento a doppia cifra non si può reggere, soprattutto se i margini sono bassi e se l'età degli imprenditori è avanzata. E la ripresa ancora non si intravede. Ora se si vuole salvare il made in Italy è tempo di agire a sostegno della filiera, che rappresenta la base del nostro sistema moda. Oggi su MFFashion con il collega Matteo Minà analizziamo la situazione dei maggiori distretti industriali. In attesa che si arrivi a un piano industriale di emergenza Confindustria Sistema Moda Italia CNA Confederazione Nazionale dell'artigianato e della PMI - Fermo FederModa Italia Confartigianato Imprese The European House-Ambrosetti Flavio Sciuccati Adolfo Urso Pasquale Della Pia
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La comunicazione nella Moda. Il caso Valigeria Ambrosetti. In questa tesi di laurea ho approfondito l'evoluzione della comunicazione in tutti i campi della moda, dalle origini fino ad analizzare come i social media e il digitale siano diventati strumenti indispensabili soprattutto durante la pandemia Covid-19. Ho trattato anche argomenti come la sostenibilità dei brand di moda e come un prodotto possa essere sostenibile al 100% attraverso certificazioni e una corretta comunicazione . Infine, ho parlato di Valigeria Ambrosetti una realtà Varesina che ha saputo trasformarsi negli anni, dal “passaparola” ad un mondo digitale fino alla creazione della sua borsa sostenibile e varesina - la 21100 bag. Credo dunque che l'innovazione e la creatività, con una strategia digitale vincente, siano la chiave per costruire e mantenere un brand forte e rilevante nel tempo.
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#IP e #MadeInItaly: il caso #Parmesan 🧀 📌 Le #IndicazioniGeografiche stabiliscono diritti #IP per prodotti specificamente legati alla zona di produzione. Tra queste, le più note sono #DOP e #IGP, che oltre a garantire #qualità e #trasparenza, proteggono i prodotti tradizionali da imitazioni. Sono numerosi i casi di #ItalianSounding, fenomeno che consiste nell’uso di immagini, riferimenti geografici e combinazioni cromatiche che evocano l’#Italia ed alcuni suoi #ProdottiTipici. Ne è esempio il celebre #Parmesan, contro il quale il #Consorzio #ParmiggianoReggiano ha ottenuto numerose vittorie in Tribunale, come la recente inibitoria con cui il Tribunale di Colonia ha vietato di pubblicizzare in #Germania prodotti caseari chiamati “Parmesan”, ordinandone altresì la distruzione. 📌 Questa pratica rappresenta non solo la violazione di #IG e di diritti #IP come #marchi o #copyright, ma anche un enorme danno per l’#economia italiana. #MadeInItaly è, infatti, l’indicazione di provenienza per eccellenza, che rende il nostro Paese riconoscibile in tutto il mondo per l’elevato #pregio dell’artigianato locale. In origine usata per contrastare la #contraffazione dei prodotti artigianali riferiti alle sole industrie di #abbigliamento, #agroalimentare, #arredamento ed #automobili (le “quattro A”), oggi tale espressione contraddistingue molteplici settori, accomunati dal #VantaggioCompetitivo che il pubblico riserva al #KnowHow della #tradizione nostrana. 📌 Un prodotto può essere definito Made in Italy se realizzato interamente in Italia o se ha subito una lavorazione sostanziale o l’ultima trasformazione nel territorio italiano. Infatti, utilizzare tale indicazione - così come apporre la #bandiera italiana sui prodotti - in assenza di requisiti, rappresenta non soltanto una violazione di norme civilistiche, ma anche un #reato punito con la #reclusione fino a 2 anni e una #multa fino a 20.000 Euro. Ciò in quanto una simile prassi lede sia i #concorrenti, considerata l’attrattività del “marchio”, sia i #consumatori, ingannati sull’origine e sulla qualità del prodotto. La pena è infatti aumentata se si tratta di #alimenti o #bevande, considerato che la qualità scadente degli #ingredienti ed il mancato rispetto di rigorosi #standard di produzione potrebbe addirittura comportare un danno alla salute. 📌 Per aumentare la tutela dei prodotti artigianali, l’UE è intervenuta con 2 nuovi #Regolamenti: quello sulle indicazioni geografiche per prodotti #artigianali e #industriali, che estende ai prodotti non agroalimentari - come il vetro di #Murano - la possibilità di ottenere la qualifica #IG, e quello per rafforzare la tutela delle #IG in ambito agroalimentare, anche tramite la #valorizzazione di pratiche #sostenibili - concordate tra #produttori - da rispettare nello svolgimento degli obblighi previsti dal #disciplinare di produzione. PwC Italy PwC TLS Andrea Lensi Orlandi, llm Federica Pezza, LL.M. Maria Cristina Michelini Francesca Caliri Giulia Gialletti
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🏭 Il Made in Italy un marchio da tutelare! #madeinitaly #italyX ⚖️ l’UE è intervenuta con 2 nuovi #Regolamenti a favore dei prodotti artigianali: quello sulle indicazioni geografiche per prodotti #artigianali e #industriali, che estende ai prodotti non agroalimentari - come il vetro di #Murano - la possibilità di ottenere la qualifica #IG, e quello per rafforzare la tutela delle #IG in ambito agroalimentare, anche tramite la #valorizzazione di pratiche #sostenibili - concordate tra #produttori - da rispettare nello svolgimento degli obblighi previsti dal #disciplinare di produzione. 👩⚖️ Numerosi i casi di #ItalianSounding, fenomeno che consiste nell’uso di immagini, riferimenti geografici e combinazioni cromatiche che evocano l’#Italia ed alcuni suoi #ProdottiTipici. Ne è esempio il celebre #Parmesan, contro il quale il #Consorzio #ParmiggianoReggiano ha ottenuto numerose vittorie in Tribunale, come la recente inibitoria con cui il Tribunale di Colonia ha vietato di pubblicizzare in #Germania prodotti caseari chiamati “Parmesan”, ordinandone altresì la distruzione. 👉 Distingui la tua azienda come "#Eccellenza #Italiana"! Scopri ITALY X qui https://lnkd.in/deEiMx_q
Lawyer | Head of IP, IT & Digital Department PwC TLS | Intellectual Property & Disruptive Technologies | ESG | Member of the Life Sciences and Healthcare Team
#IP e #MadeInItaly: il caso #Parmesan 🧀 📌 Le #IndicazioniGeografiche stabiliscono diritti #IP per prodotti specificamente legati alla zona di produzione. Tra queste, le più note sono #DOP e #IGP, che oltre a garantire #qualità e #trasparenza, proteggono i prodotti tradizionali da imitazioni. Sono numerosi i casi di #ItalianSounding, fenomeno che consiste nell’uso di immagini, riferimenti geografici e combinazioni cromatiche che evocano l’#Italia ed alcuni suoi #ProdottiTipici. Ne è esempio il celebre #Parmesan, contro il quale il #Consorzio #ParmiggianoReggiano ha ottenuto numerose vittorie in Tribunale, come la recente inibitoria con cui il Tribunale di Colonia ha vietato di pubblicizzare in #Germania prodotti caseari chiamati “Parmesan”, ordinandone altresì la distruzione. 📌 Questa pratica rappresenta non solo la violazione di #IG e di diritti #IP come #marchi o #copyright, ma anche un enorme danno per l’#economia italiana. #MadeInItaly è, infatti, l’indicazione di provenienza per eccellenza, che rende il nostro Paese riconoscibile in tutto il mondo per l’elevato #pregio dell’artigianato locale. In origine usata per contrastare la #contraffazione dei prodotti artigianali riferiti alle sole industrie di #abbigliamento, #agroalimentare, #arredamento ed #automobili (le “quattro A”), oggi tale espressione contraddistingue molteplici settori, accomunati dal #VantaggioCompetitivo che il pubblico riserva al #KnowHow della #tradizione nostrana. 📌 Un prodotto può essere definito Made in Italy se realizzato interamente in Italia o se ha subito una lavorazione sostanziale o l’ultima trasformazione nel territorio italiano. Infatti, utilizzare tale indicazione - così come apporre la #bandiera italiana sui prodotti - in assenza di requisiti, rappresenta non soltanto una violazione di norme civilistiche, ma anche un #reato punito con la #reclusione fino a 2 anni e una #multa fino a 20.000 Euro. Ciò in quanto una simile prassi lede sia i #concorrenti, considerata l’attrattività del “marchio”, sia i #consumatori, ingannati sull’origine e sulla qualità del prodotto. La pena è infatti aumentata se si tratta di #alimenti o #bevande, considerato che la qualità scadente degli #ingredienti ed il mancato rispetto di rigorosi #standard di produzione potrebbe addirittura comportare un danno alla salute. 📌 Per aumentare la tutela dei prodotti artigianali, l’UE è intervenuta con 2 nuovi #Regolamenti: quello sulle indicazioni geografiche per prodotti #artigianali e #industriali, che estende ai prodotti non agroalimentari - come il vetro di #Murano - la possibilità di ottenere la qualifica #IG, e quello per rafforzare la tutela delle #IG in ambito agroalimentare, anche tramite la #valorizzazione di pratiche #sostenibili - concordate tra #produttori - da rispettare nello svolgimento degli obblighi previsti dal #disciplinare di produzione. PwC Italy PwC TLS Andrea Lensi Orlandi, llm Federica Pezza, LL.M. Maria Cristina Michelini Francesca Caliri Giulia Gialletti
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Il Made in Italy ha sempre rappresentato un'eccellenza nel mondo della moda, un simbolo di qualità, creatività e maestria artigianale che ha fatto la storia. Tuttavia, oggi mi trovo a riflettere amaramente sulla situazione che stiamo vivendo. ⏳ Nei ultimi 20 anni, abbiamo assistito a una stagnazione, un'inerzia che ha portato al mancato investimento nella formazione di nuove figure professionali nel settore della moda. ✂️ La preziosità e la maestria delle nostre sarte, dei nostri artigiani, di coloro che conoscono il valore di una cucitura perfetta, non hanno trovato un adeguato ricambio generazionale. Le aziende, strette dall'incertezza delle commesse e da un panorama fiscale penalizzante, non hanno saputo o potuto correre ai ripari. Ora, gli "interventi fuori tempo massimo" sembrano insufficienti per colmare il deficit di competenze che rischia di spostare il baricentro della produzione lontano dalle nostre terre. L'ulteriore aggravante? Stipendi troppo bassi per attirare i giovani in un settore così ricco di storia e tradizione. La conseguenza? Un futuro non troppo lontano della manifattura moda italiana nelle mani degli estracomunitari, mentre i Brand saranno costretti a una delocalizzazione crescente verso il bacino del Mediterraneo per far fronte all’ insufficienza produttiva italiana. Le scuole e le accademie create dai brand o dai grandi gruppi possono certamente contribuire alla formazione di alcune figure professionali come i quadri intermedi. Tuttavia, non possono sostituire l’esperienza e la maestria delle sarte, le quali rappresentano il cuore pulsante dell’artigianato di qualità. Senza di loro, si rischia di perdere quel tocco di unicità e perfezione che solo una sarta esperta può conferire a un capo di abbigliamento. #innovazione #futuro #tradizione
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Alle soglie dell’autunno lo scenario economico e geopolitico è sempre più complesso e l’industria di marca si trova ad affrontare sfide vecchie e nuove, dalla competitività all’inflazione, dalla transizione ecologica a quella digitale, dall’innovazione alla legalità. Centromarca – Associazione Italiana dell’Industria di Marca richiama l’attenzione sulle tematiche aperte che coinvolgono il largo consumo, sollecitando interventi strutturali di politica industriale. Per questo il prossimo 24 ottobre sarà presentato a Roma uno studio sull’impatto economico sociale e ambientale dell’industria di marca sul sistema paese. “L’obiettivo è sottolineare alle istituzioni e ai media il ruolo strategico dell’industria di marca – spiega Vittorio Cino, Direttore generale Centromarca –. Già nel corso della nostra assemblea lo scorso giugno abbiamo voluto puntare i riflettori sulle problematiche che frenano lo sviluppo delle imprese del largo consumo in Italia di cui l’associazione si fa portavoce. È necessario che ne prenda piena coscienza la parte politica per agire congiuntamente e si favorisca la competitività di una parte importante del tessuto industriale italiano”. Troppo spesso i prodotti di prima necessità sono dati per scontati e non si riconosce la giusta rilevanza strategica al largo consumo. Dobbiamo essere più bravi a comunicare, raccontare meglio il valore aggiunto del settore, continuando a innovare e a creare prodotti con un buon rapporto qualità prezzo, difendendo il posizionamento dei brand e la loro reputazione. D’altra parte, è necessario operare in un contesto che non limiti lo sviluppo Nell’ultimo periodo inflazione e costi di produzione hanno compresso i margini delle imprese. Qual è la situazione e quali le vie d’uscita? L’inflazione è ancora presente, seppure la situazione sia diversa dai picchi del biennio scorso, quando le aziende di marca hanno operato per contenere gran parte dell’aumento dei costi, pari mediamente al 55% che solo in minima parte è stato trasferito al consumatore. In questa situazione, l’Idm ha continuato a investire, destinando il 6% delle entrate alla r&s. Il 63% delle aziende ha potenziato gli investimenti in tecnologie digitali e oltre il 70% ha aumentato le risorse destinate alla sostenibilità. La permanenza delle crisi geopolitiche internazionali continuerà a generare tensioni sui prezzi. Per contenerli sarà determinante lavorare sull’efficienza della filiera, ancora troppo lunga e articolata. Gli interventi prioritari riguardano la logistica, la digitalizzazione e la semplificazione amministrativa, tre aree che potrebbero portare a buoni risultati, presupponendo una stretta collaborazione tra i soggetti coinvolti. Alla politica non chiediamo aiuti in termini economici, ma semplificazione dei processi
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Lo abbiamo detto in tutte le salse e in tutte le sedi istituzionali e non, adesso va urlato, l’intera filiera della moda in Italia è a rischio. Le ultime commesse probabilmente termineranno a Dicembre, migliaia di posti di lavoro sono a rischio. Si parla di eccellenza, di produzione di qualità, di know-how di un sistema che fa funzionare l’intero meccanismo che porta alla nascita del meglio dell’artigianato mondiale. È ora che arrivino le risposte con fatti concreti o perderemo l’intera filiera da nord a sud. È fondamentale che si comprenda la portata di questa crisi, si deve ragionare come “insieme” e le il governo deve capire che ci trovino di fronte a migliaia e migliaia di famiglie che stanno per perdere il lavoro.
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