Domenica scorsa in via Piave è stata proprio una bella festa! Grazie all'iniziativa "Via Piave in festa", Mestre si è riempita di bancarelle, musica, giochi e artisti di strada che hanno colorato e portato una ventata di allegria nella nostra città, che a breve inizierà a prepararsi per il Natale. Noi di Finking siamo felici di aver partecipato per la prima volta a questo evento con le nostre attività di avvicinamento all'inglese, che hanno attirato grandi e piccini e ci hanno fatto passare un bel pomeriggio all'insegna della condivisione e del divertimento! Ringraziamo Vela S.p.A. - Venezia e l'Assessore Sebastiano Costalonga del Comune di Venezia per promuovere attività come questa, che permettono agli esercenti di Mestre di sentirsi parte viva della comunità✨ Grazie anche al nostro Manuele Boscolo, che ci ha accompagnate con le sue mitiche caricature🎨 Vi aspettiamo DOMENICA 22 DICEMBRE per il prossimo appuntamento con "Via Piave in festa", che sarà ovviamente a tema natalizio🎅🏼 Per informazioni sui nostri CORSI DI INGLESE per adulti e bambini, contattaci👇🏼 📩 info@finking.it 📞 0414583577
Post di Finking - Traduzione e interpretariato
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🔴 Asti: inaugurata la Panchina della Gentilezza nella Festa dell'Albero. Nell'area verde di Via Madre Teresa di Calcutta ad Asti, 150 bambini hanno celebrato gentilezza e natura con laboratori, sport e comunità. #verde #alberi #gentilezza #bambini #asti #piemonte #eventi #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda ➡️ Leggi articolo completo su La Milano
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Suggerimenti per organizzare una bella festa di compleanno
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Cascina Verde è in fermento per l'organizzazione della festa del 26 maggio: scopri che cosa stiamo preparando nell'articolo del nostro blog
Festa di compleanno cascina verde
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Il problema delle nostre regioni è radicato in una gestione dei #fondi spesso inadeguata e nell'inefficienza degli enti locali, e ciò viene ulteriormente aggravato dalla mancanza di una mentalità appropriata per promuovere un miglioramento sostanziale, definitivo e continuo del nostro #settore #turistico. Per questo diventa indispensabile investire in persone qualificate per superare il fenomeno degli "imprenditori improvvisati", molto spesso corresponsabili di tali risultati. Possediamo un patrimonio di inestimabile valore, prendiamocene cura.
E così quest’estate a Gallipoli non c’è nessuno. Tutto è relativo, intendiamoci, ma rispetto alle estati ruggenti che lanciarono una moda in grado di scalzare per un breve periodo addirittura Rimini e Riccione, siamo al deserto dei tartari. Noia, disaffezione, la concorrenza albanese che già l’anno scorso fece vedere qualche sorcio verde di troppo alla Puglia? Nulla di tutto questo, ma un “fantastico”, incredibile e perfetto autogol. A Gallipoli è praticamente impossibile raggiungere la meravigliosa spiaggia, senza sobbarcarsi diverse centinaia di metri sotto il sole dardeggiante rigorosamente a piedi. Non fa alcuna differenza che tu sia una mamma o un papà con bambini, carrozzini, palloni e ombrelloni al seguito, un attempato turista arrivato da migliaia di chilometri di distanza o un ragazzo dell’ormai appassita movida della zona. Errori di progettazione della strada d’accesso al litorale, i soliti ritardi all’italiana, idee anche buone all’origine, ma dallo sviluppo quantomeno rivedibile: il risultato è una stagione praticamente da buttare. Incredibile, considerato il recente passato e le potenzialità semplicemente spettacolari di quel pezzo d’Italia. Emblema perfetto di un Paese che ama farsi male, procedere per stop and go a voler essere ottimisti o - se più realisti - facendo un passo avanti e tre indietro. Continuiamo a dormire sugli allori di una bellezza impareggiabile, di un nome e di un brand che non hanno paragoni possibili nell’orbe terracqueo. Quando si tratta di mettere a punto l’industria del turismo manchiamo clamorosamente. Offerta sempre uguale, servizi scadenti, la figuraccia interplanetaria dei taxi introvabili nelle grandi città, prezzi folli, la fastidiosa tendenza a voler sempre fregare il turista specialmente se straniero. Un rosario di errori, mancanze e cocciutaggine da far impazzire chi come noi ama il nostro Paese e la sua bellezza senza eguali. Solo che la bellezza in quanto tale non basta, nel mondo di oggi non basta più. Ci vuole molto meno di una volta per metterci in difficoltà, se non superarci di slancio pur potendo contare su una frazione della storia, della tradizione, della natura e del fascino che ci contraddistingue nel mondo. La Ragione
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Vi suggerisco la lettura di questo post di Fulvio Giuliani, sempre arguto ed attento osservatore, per evidenziare che il servizio accessorio offerto, fa sempre la differenza. Anche di fronte ad una impareggiabile bellezza della località, se i servizi accessori non sono all'altezza o addirittura non esistono, si vanifica tutto... E anche questa è Customer Experience, declinata in Tourist Experience.
E così quest’estate a Gallipoli non c’è nessuno. Tutto è relativo, intendiamoci, ma rispetto alle estati ruggenti che lanciarono una moda in grado di scalzare per un breve periodo addirittura Rimini e Riccione, siamo al deserto dei tartari. Noia, disaffezione, la concorrenza albanese che già l’anno scorso fece vedere qualche sorcio verde di troppo alla Puglia? Nulla di tutto questo, ma un “fantastico”, incredibile e perfetto autogol. A Gallipoli è praticamente impossibile raggiungere la meravigliosa spiaggia, senza sobbarcarsi diverse centinaia di metri sotto il sole dardeggiante rigorosamente a piedi. Non fa alcuna differenza che tu sia una mamma o un papà con bambini, carrozzini, palloni e ombrelloni al seguito, un attempato turista arrivato da migliaia di chilometri di distanza o un ragazzo dell’ormai appassita movida della zona. Errori di progettazione della strada d’accesso al litorale, i soliti ritardi all’italiana, idee anche buone all’origine, ma dallo sviluppo quantomeno rivedibile: il risultato è una stagione praticamente da buttare. Incredibile, considerato il recente passato e le potenzialità semplicemente spettacolari di quel pezzo d’Italia. Emblema perfetto di un Paese che ama farsi male, procedere per stop and go a voler essere ottimisti o - se più realisti - facendo un passo avanti e tre indietro. Continuiamo a dormire sugli allori di una bellezza impareggiabile, di un nome e di un brand che non hanno paragoni possibili nell’orbe terracqueo. Quando si tratta di mettere a punto l’industria del turismo manchiamo clamorosamente. Offerta sempre uguale, servizi scadenti, la figuraccia interplanetaria dei taxi introvabili nelle grandi città, prezzi folli, la fastidiosa tendenza a voler sempre fregare il turista specialmente se straniero. Un rosario di errori, mancanze e cocciutaggine da far impazzire chi come noi ama il nostro Paese e la sua bellezza senza eguali. Solo che la bellezza in quanto tale non basta, nel mondo di oggi non basta più. Ci vuole molto meno di una volta per metterci in difficoltà, se non superarci di slancio pur potendo contare su una frazione della storia, della tradizione, della natura e del fascino che ci contraddistingue nel mondo. La Ragione
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Il #comune di #GioiadelColle omaggia i custodi del tempo e delle tradizioni, i pilastri delle nostre #famiglie. Leggi qui👇
Gioia del Colle, mercoledì 2 ottobre si celebrano i nonni nel chiostro di Palazzo San Domenico
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Pallagrossa e San Michele: caos e disguidi, figli dello stesso errore A una settimana esatta dalla conclusione della Festa di San Michele a Carmignano, emergono alcune riflessioni che ci permettono di comprendere meglio le problematiche che hanno caratterizzato due eventi chiave nel territorio pratese: la finale della Pallagrossa 2024 e l'annullamento della prima serata della Festa di San Michele. Un déjà-vu tra Carmignano e Prato Ripercorriamo brevemente i fatti: qualche settimana fa, la finale della Palla Grossa 2024, uno degli eventi più attesi del calendario pratese, si è svolta a porte chiuse. La ragione? Problemi tecnici legati alla mancata conformità con le nuove normative per gli eventi di pubblico spettacolo, che richiedono specifiche certificazioni per garantire la sicurezza del pubblico. Nonostante l’importanza dell’evento, gli organizzatori non sono riusciti a ottenere in tempo i documenti necessari, costringendo l’amministrazione a chiudere l'accesso al pubblico. Appena una settimana fa, una situazione simile si è ripetuta a Carmignano, in occasione della prima serata della Festa di San Michele. Anche in questo caso, la motivazione risiede nella mancanza di una certificazione essenziale da parte della ditta incaricata di allestire l’impianto luci e lo schermo. La commissione pubblico spettacolo ha quindi espresso un parere negativo, determinando l’annullamento della prima serata. La radice comune dei problemi In entrambi i casi, sia a Prato che a Carmignano, i disguidi sembrano avere un'origine comune: la corretta applicazione delle normative sugli spettacoli pubblici. Recentemente aggiornate, queste normative mirano a rafforzare i controlli sulla sicurezza durante gli eventi, introducendo requisiti più stringenti per gli organizzatori, soprattutto in termini di strutture temporanee e impianti tecnici. Questi due episodi evidenziano un evidente problema di gestione e comunicazione tra i vari attori coinvolti nell’organizzazione degli eventi. Nonostante le criticità siano apparse agli occhi del pubblico come una mancanza del Comune, la vera responsabilità ricade sugli allestitori, che non sono riusciti a rispettare i nuovi requisiti burocratici. Di fronte a queste mancanze, le autorità di controllo si sono trovate costrette a intervenire all'ultimo minuto per garantire la sicurezza, generando confusione e frustrazione tra gli spettatori e gli organizzatori. L'importanza di coinvolgere professionisti esperti È evidente come il mancato rispetto delle normative possa compromettere anche gli eventi più attesi e ben organizzati. Per evitare disguidi simili in futuro, è sempre consigliabile coinvolgere professionisti esperti in materia di sicurezza e gestione delle certificazioni. La loro competenza è fondamentale per garantire che ogni aspetto sia conforme alle norme vigenti e per assicurare il regolare svolgimento degli eventi, tutelando sia il pubblico che gli organizzatori. Comune di Prato Comune di Carmignano
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Un ricco #cartellone di #laboratori e momenti dedicati a tutte le età, per vivere il periodo natalizio all'insegna della creatività, della #musica, delle tradizioni e dell'inclusione. Leggi qui👇
Capurso, arriva l’open village family Christmas
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Quali sono i vostri programmi dell'estate? Ecco i nostriiii!
🌞È arrivata l'estate e con lei le Summer Vibes di Radio Kappa! Letture, approfondimenti e tanta buona musica vi accompagnano per tutte le vacanze! 😎𝗣𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗶 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗶 𝗲𝘀𝘁𝗶𝘃𝗶❓ Nei prossimi giorni vi sveliamo tutto e per chi non resiste le anticipazioni sono al link nei commenti! 👇 𝑅𝑎𝑑𝑖𝑜 𝐾𝑎𝑝𝑝𝑎, 𝑆𝑢𝑚𝑚𝑒𝑟 𝑉𝑖𝑏𝑒𝑠 🍹🏖️ #RadioKappa #RadioKonstantVibes #SummerVibes #summeredition #programmiestivi #estate
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Lo sapevate che ieri, 11 novembre non si celebrava solo l’Estate di San Martino, ma anche un’ occasione “speciale” che a molti non farà granché piacere! Al di là del suo legame con un anomalo aumento delle temperature autunnali (che questa sia la regola sarebbe in realtà tutto da dimostrare) l’11 novembre è per l’appunto legato a una celebrazione popolare chiamata “festa dei cornuti” o “festa dei becchi” (dove i becchi sono le capre domestiche). Questa festa è dunque associata, nella tradizione, alle persone che in passato sono state tradite dai partner. Va comunque ricordato che l’esatta origine di questa associazione resta incerta e ci sono solo ipotesi riguardo a come sia nata. Quanto si racconta, insomma, andrebbe preso con le dovute pinze, e non certo come oro colato. Alcune teorie fanno risalire la festa dei cornuti alle antiche fiere del bestiame, dove erano presenti – più che delle capre – molti tori, per tanti il simbolo per eccellenza delle corna. In queste fiere, gli uomini lasciavano spesso le mogli a casa per dedicarsi alla compravendita di animali. Durante le fiere, dove il vino abbondava, erano frequenti comportamenti licenziosi e tradimenti, per cui le mogli rimaste ad attendere venivano associate all’idea di “cornute”. Un’altra ipotesi collega la festa dei cornuti ai riti pagani del capodanno celtico, che terminava intorno all’11 novembre e includeva festeggiamenti molto disinibiti, nei quali i tradimenti erano frequenti. La simbologia del ‘corno potorio’ – una coppa a forma di corno usata per bere – potrebbe aver contribuito al significato della festa, con l’alcol che incoraggiava comportamenti generalmente più audaci. Infine, una teoria suggerisce che la festa dei cornuti potrebbe avere legami con la Kabbalah ebraica, dove le corna simboleggiano il numero 11, associato a termini come ‘Dibah’ (calunnia) e “Zad” (malvagio, insolente). Stando agli ultimi dati a disposizione, gli italiani che potranno festeggiare il prossimo 11 novembre sono parecchi. Recenti sondaggi condotti da YouGov hanno evidenziato come in un gruppo di cinque coppie ci siano almeno due persone infedeli. Le statistiche periodiche indicano che i nostri connazionali sono tendenzialmente portati al tradimento, con il 22% del campione intervistato che ha dichiarato di aver tradito almeno una volta nella vita. Siamo noi, tra l’altro, i più fedifraghi tra i cittadini europei. Un recente sondaggio europeo realizzato da un noto sito di incontri ha a proposito rilevato che le coppie italiane risultano al primo posto per tendenza al tradimento nel Vecchio Continente. I primi tre posti in classifica sono occupati da Italia, Spagna e Francia: il 58% degli italiani, il 53% degli spagnoli e il 49% dei francesi hanno dichiarato di aver tradito almeno una volta il proprio partner nella loro vita.
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