il 4 luglio, alle 18,30, allo Spazio Polaresco, la prima dello spettacolo
#SalviamoilbarMiaABola, del gruppo teatrale "Abitare le distanze" che conduco all'interno del servizio di Riabilitazione Psichiatrica dell'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Questo lavoro è frutto del lavoro settimanale di un laboratorio teatrale che si era costituito nel 2023 con un primo progetto (“Io, chi?”) che si focalizzava sul tema dell'identità. Lo stesso gruppo di attori/autori si è rincontrato quest'anno per mettere a punto un nuovo progetto comune.
“Mia-a-bola” è un modo di dire bergamasco, quando si parla di qualcuno un po' strano, eccentrico, sbilenco... come la bolla nella livella dei muratori, che - quando il muro è storto - non si posiziona al giusto posto, nel mezzo del vetrino.
Il bar dove si svolge la nostra storia si chiama, appunto, “Bar Mia-A-Bola”, e i suoi avventori sono effettivamente, come annuncia il narratore, persone “che inseguono un sogno, ma che non riescono ad acchiapparlo, perché, si sa, i sogni corrono velocissimi”.
In questo bar immaginario, ogni partecipante giunge con il suo desiderio insoddisfatto. È questo il fulcro tematico del lavoro di quest'anno, il desiderio, quel desiderio che tante volte, nell'esperienza di noi tutti, è come bloccato: dalla paura, dal senso di inadeguatezza, dall'abitudine a non farcela.
Dopo la riflessione intorno all'identità, dunque, un altro tema centrale per chi si occupa di benessere mentale. Benessere mentale non tanto nel senso di adeguarsi a un ideale di “buon funzionamento”, ma proprio nel senso della possibilità per ciascuno di assumersi la responsabilità del proprio desiderio, per quanto eccentrico e fuori dagli schemi, affinché non resti solo un personalissimo sogno, un ideale irraggiungibile, ma possa declinarsi nella vita, nei legami, accettando di fare i conti con i limiti e le fatiche che questo comporta.
In un mondo in cui sembra contare solo la prestazione individuale parlare di desiderio, anche in questa favola contemporanea, è forse utopico, ma quanto mai urgente.
Forse la tecnica del nostro lavoro non sarà eccelsa, ma quello che conta ritengo sia la verità che gli attori riusciranno a veicolare: la verità di un desiderio, la verità dei sogni. La verità dell'umano.
Vi aspetto numerosi.