COMUNICAZIONI E IMMAGINI DI UN MONDO INTORNO A ME...
COMUNICAZIONI E IMMAGINI DI UN MONDO INTORNO A ME... E LA MIA FAMIGLIA...ED AI TANTI AMICI CHE CONDIVIDONO QUESTO PASSAGGIO OPOCALE DELLA MIA VITA..!!!!
Post di Gaetano Maglie
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Content designer presso Dipartimento per la Trasformazione Digitale - Presidenza del Consiglio dei Ministri
"Il capitale umano"
Esperta in Relazioni Istituzionali, Dipartimento per la Trasformazione Digitale - Presidenza del Consiglio dei Ministri
L'inizio dell'estate per noi è sempre stato tempo di bilanci. In questi 12 mesi il nostro - bellissimo - lavoro è cresciuto, e così il nostro ufficio relazioni istituzionali e pianificazione del Dipartimento per la trasformazione digitale. In 12 mesi abbiamo fatto cose pazzesche (ve le racconteremo qui tra poco). Nel frattempo, a casa, qualcuno di noi è stato messo a dura prova dal lutto di un nonno o di un genitore, da una malattia grave o da uno spavento. Qualcuno a volte ha messo in pausa il lavoro per la nascita e gli inciampi di crescita dei bambini, qualcuno è tornato perché era tempo di ributtarsi nella mischia. Qualcuno ha preso coraggio e ha traslocato, qualcuno ha festeggiato i primi anniversari di matrimonio, qualcuno ha deciso che era tempo di buttarsi e raggiungerci. In ogni momento in cui le nostre vite personali e professionali hanno avuto bisogno di aggiustamenti, ci siamo supportati. Per vederci abbiamo viaggiato per Roma dalla Sardegna e dalla Sicilia, dal Piemonte, dalla Puglia e da Milano, abbiamo bevuto bicchieri pregiati e cedrate ghiacciate, ci siamo fatti regali regali demenziali e bellissimi, ci siamo scambiati carbonare e tonnarelli, ci siamo confrontati e a volte scontrati ma ci siamo sempre incredibilmente, pazzescamente aiutati e sostenuti. In una narrazione che vede il mondo del lavoro tremendamente tossico (e purtroppo è spesso così) noi abbiamo costruito con le nostre mani, con la nostra sola volontà, un'isola felice, dimostrando che...si può fare. Personalmente senza il sostegno delle persone in questa foto io quest'anno sarei stata persa e invece per l'ennesima volta vado via da Roma con un senso di grande pienezza quindi... grazie, grazie...e ancora grazie Daniele De Bernardin Mariachiara Fortuna Fabrizio Arduini Pietro Disi Chiara Jacini Gabriele Spina fausto mancini Maria Carolina Alker Luca Rigoni
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Minisfogo di fine settimana sulle piccole grandi rotture di ca**o della vita reale. [Varese Edition] Qui su LinkedIn osservo, scrivo, interagisco in merito ai temi fondamentali che riguardano l’ecosistema professionale in cui mi trovo immerso. Poi, però, fuori da questo social «network» [media?] e dagli impegni professionali, mi rendo conto che a un sacco di persone intorno a me non frega niente di LinkedIn, dell’ultima release di ChatGPT, del clamoroso spot di Jeremy White in mutande, del rebranding di Perplexity, o dell’influencer che chiede ai sudditi i soldi per rifarsi le tette. Una volta spenti LinkedIn e gli strumenti digitali per entrare nella dimensione analogica, mi trovo a lottare con i fastidi della vita «fisica». Vorrei poter circolare in città su strade sicure e pulite, non dover aspettare 8 anni per avere una risposta dalla mia amministrazione comunale, camminare per le vie del centro senza incontrare gente molesta, ragazzi che si pestano e persone che cagano sui ballatoi esterni della Lidl alle 7 di mattina. Vorrei potermi muovere in bicicletta senza dover schivare bottiglie di birra volanti, crateri nell’asfalto o persone completamente ubriache che tirano calci alle biciclette di passaggio in mezzo al traffico. Dopo gli esami, le fisioterapie e le visite specialistiche di un certo livello [ovviamente a mie spese, perché il «decreto salta code», ovviamente, non è che abbia risolto i tempi biblici del nostro Servizio Sanitario], oggi devo decidere se e quando farmi operare per ricostruire i legamenti della mia spalla sinistra lussata, quasi 4 mesi dopo la caduta in bici, colpito in pieno centro città dal maledetto calcio di uno di quei balordi. Non so come avrà passato l’estate il mio aggressore... sicuramente la mia è stata una delle peggiori degli ultimi 50 anni. Non so perché stia pubblicando questo contenuto qui su LinkedIn. Non so in quale categoria farlo rientrare e quale obiettivo strategico possa contribuire a farmi raggiungere. So sicuramente che le sfighe enciclopediche degli ultimi mesi non mi renderanno migliore, che non imparerò nulla di fondamentale o empowerizzante, e che le cadute non hanno «ricadute» positive, non servono a niente ed è molto meglio quando non ti capitano... nonostante quello che leggo in tante cornicette di testo confezionate con Canva. 𝐏.𝐒. Nel caso te lo stessi chiedendo... no, non vivo in un quartiere malfamato di Caracas o Cape Town: vivo a Varese, a 20 minuti di strada da Lugano, la città famosa per l’ordine, la pulizia... e il samba [qualcuno avrà colto la citazione]. E ora, hashtag! #socialmedia #socialnetwork #branding #varese
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Istinto
Simone Bonzio ha 41 anni, è veneziano e padre di due figli e, giorni fa, ha perso il lavoro. Anche per questo venerdì pomeriggio si trovava a due passi dal campo dei Carmini quando ha sentito un tonfo nel canale. Appena il tempo di voltarsi, e di fronte si è trovato un cerchietto che galleggiava e poco più in là, a pelo d’acqua, gli occhi sbarrati di una bambina di cinque anni (come scoprirà dopo) che rischiava di affogare. Simone non ci ha pensato due volte e si è gettato in acqua, raggiungendo la bambina, afferrandola per un braccio e portandola a riva scioccata, sconvolta, ma in salvo. Quando i genitori della bimba lo hanno raggiunto non si sono limitati a ringraziarlo, ma il giorno dopo il padre - sapendolo disoccupato - è riuscito a fargli avere un colloquio e, con ogni probabilità, un lavoro nella ditta di termoidraulica per cui lavora, che cercava proprio qualcuno con le sue qualifiche. Un degno finale per una storia che poteva trasformarsi in tragedia, non fosse stato per la prontezza, il coraggio, l’eroismo - perché no - di quest’uomo. “Il senso civico, il volerci bene, è qualcosa che non deve mai abbandonarci, che deve venire spontanea” dice lui. Ma la verità è che non tutti avrebbero avuto lo stesso spirito e la stessa freddezza di quest’uomo. Una storia così, un atto del genere, in questi tempi di egoismo sfrenato e assenza totale di empatia, merita di arrivare lontano. Lorenzo Tosa
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