Pills for #wannabefounders: ribadiamo una lezione che in Italia non si vuole proprio apprendere: i #businessplan nelle startup sono CARTA STRACCIA.
Sviluppando il concetto intorno a termini e definizioni: #startup significa "una organizzazione temporanea in cerca di un modello di business replicabile e scalabile", cioè qualcosa di profondamente diverso da una micro e piccola impresa, dato che quel 'in cerca' definisce tutta l'incertezza su cui si fonda l'innovazione.
Appurato quindi che *startup ≠ PMI*, ricordiamo quali siano le fasi di validazione e fundraising tipiche delle startup:
Pre-seed - funding della fase problem/solution fit.
Seed: funding della fase product/market fit.
Series A: funding della fase early scaling.
Seguendo le implicazioni logiche di ciò che sono le fasi di p/s fit e p/m fit (stra-semplificando sono: "qualcuno comprerebbe il mio prodotto/servizio innovativo", e "come ci faccio quanti ricavi"), è evidente - anzi #ovvio - che nella raccolta pre-seed non sono #noti elementi sostanziali quali la validità della soluzione, la consistenza della customer base e l'ampiezza del mercato, e al seed mancano ancora praticamente tutte le metriche di business quali #arpu, #cac, #churn, #ltv, ecc ecc.
È solo nella raccolta di un round series A che i fondi sono destinati ad alimentare un piano di penetrazione sul mercato basato su metriche note, ovvero privo di assumptions ed elementi ancora da validare. Quindi la prima fase in cui una startup debba condividere un vero business plan con i propri investitori è questa.
Pertanto, quando si raccolgono un pre-seed ed un seed non si può altro che ipotizzare dei piani di spesa/impiego dei fondi raccolti, e le milestone da raggiungere grazie a questi, ma certamente non inserire flussi di ricavi: tutti gli elementi su cui ancorarli sono ancora talmente assenti od aleatori che la sola certezza di un bplan steso in tali fasi è che sia falso e fuorviante.
La conclusione: i #founder devono sapere che una vera startup non parte mai da un business plan (diversamente da una impresa tradizionale che attua un business noto), e che un investitore che chieda un business plan al pre-seed è un improvvisatore che non ha idea di cosa sia una startup, mentre al seed è già accettabile come esercizio condiviso purché sia chiaro che diversi elementi al suo interno siano assumption da validare sul campo, e quindi assolutamente non vincolanti.
In tutti i casi, prevedere proiezioni su un orizzonte temporale che vada oltre i 18 mesi fa ridere. Se vi capita un investitore che chiede un piano vincolante a 3, 4, 5 anni, è uno da cui #scappare.
#innovationecosystem #cultureofinnovation #tech #startup #entrepreneurship #venturebusiness