Post di CONSORZIO GROSSETO EXPORT

🚨 Vendere all’estero è un incubo? Forse è il momento di svegliarti insieme a noi!🚨 Questo messaggio è per tutti i produttori di specialità alimentari e vini italiani che cercano di fare export. - Scarsa visibilità del tuo brand, importatori che non ti degnano di risposta o che ci mettono secoli a rispondere? - Le fiere costano un occhio della testa, la concorrenza è feroce e ogni giorno è una nuova sfida? Se ti ritrovi in questa situazione e pensi che sia arrivato il momento di cambiare, forse abbiamo la soluzione giusta per te. 💡 Dal 1974, la nostra forza è lavorare insieme. Siamo un paniere di vini e specialità alimentari italiani e la visibilità di ogni azienda cresce grazie alla forza del gruppo. Selezioniamo produttori food&wine che vogliano: ✅ Ridurre i costi di promozione ed export. ✅ Aumentare la visibilità come parte di un gruppo unito. ✅ Fare fiere insieme, fianco a fianco, senza competizioni inutili. Se hai un ego grande come una Magnum da 3 litri, lascia perdere. Se sei una “prima donna”, nemmeno provaci 😀 Se, invece, sei un produttore che ha voglia di unirsi ad altri per cambiare le regole del gioco, scrivi a info@good-advice.it o chiamaci allo 0564 415392. Unisciti a noi. È ora di cambiare. 💪 #Wine #Food #Export #Agroalimentare #Fiera #B2b #Consorzio #GoodAdvice50

"Siamo un gruppo da circa 430 milioni di fatturato consolidato, export oriented, visto che circa l'80% del fatturato è realizzato in circa 90 Paesi -sottolinea a EFA News il presidente e ad del gruppo Alessandro Mutinelli , tracciando un ritratto della sua azienda-. Abbiamo un business model definito 'asset light', nel senso che non possediamo vigneti, ma solo gli impianti di trasformazione, localizzati in Piemonte, Veneto e Toscana. Produciamo e vendiamo circa 160 milioni di bottiglie di vino all’anno, e siamo leader in alcune categorie, tipo il Prosecco, dove siamo i secondi produttori. Vendiamo in tutti i canali commerciali, on e off-trade e abbiamo anche una parte dedicata alle vendite dirette (b2c), che vale circa 60 milioni di fatturato all’anno. Siamo una public company a tutti gli effetti, con circa un 70 % di flottante". Un'azienda di queste dimensioni tiene d'occhio il mercato come poche altre, soprattutto in momenti come questo. "È un mercato -spiega Mutinelli- che viene da una lunga fase di internazionalizzazione dei consumi, a fronte di un calo di volumi sui Paesi storici: un mercato che dovrà trovare un equilibrio tra polarizzazione dei consumi (commodity e premium) e nuove tendenze salutistiche, che tendono a limitare o eliminare il consumo di alcol". "Vanno studiate sempre più attentamente le occasioni di consumo -prosegue Mutinelli-, che si stanno allontanando sempre più dal consumo assieme al cibo. In questo senso, si spiega anche il successo crescente e mondiale della categoria 'spumanti', di cui il Prosecco è il primo esponente in termini di volumi, per il quale le occasioni di consumo sono sempre più 'fuori pasto'. Detto questo, l’outlook di medio periodo, rimane positivo in termini di fatturato, meno in termini di volumi, che in questi due anni sono in contrazione a livello globale dove, peraltro, l’Italia sta performando 'meno peggio' degli altri Paesi".

🍷 Il Governo Italiano non riconosce i vini dealcolati come “vino”, ma nel mercato la loro popolarità cresce a ritmo sostenuto. Mentre il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, non prevede incentivi per promuoverli, le imprese italiane chiedono un cambio di rotta. Questi vini, prodotti all’estero per mancanza di regolamentazione nazionale, potrebbero rappresentare un’opportunità di mercato ancora inesplorata nel Belpaese. Vinitaly 2024 ha ospitato una tavola rotonda dedicata ai “Dealcolati & Co – Le nuove frontiere del vino”, dove si è discusso del crescente interesse per questi prodotti. Gli analisti evidenziano un potenziale significativo di mercato, soprattutto tra i giovani e i consumatori attenti alla salute. Tuttavia, l’Italia rimane indietro rispetto ad altri paesi europei e agli Stati Uniti nell’elaborazione e nella commercializzazione dei vini dealcolati. L’evoluzione dei gusti e la crescente consapevolezza sulla salute stanno guidando la domanda di bevande a basso contenuto alcolico e senza alcol. Le vendite di vini dealcolati stanno aumentando sia in volume che in valore, con un prezzo medio leggermente superiore rispetto ai vini tradizionali. Il settore cooperativo guarda con interesse a questa nuova opportunità di mercato, sottolineando l’importanza di una regolamentazione chiara e tempestiva per favorire lo sviluppo della filiera dei vini dealcolati. L’obiettivo è soddisfare le esigenze dei consumatori, in particolare dei giovani, senza perdere di vista le opportunità di mercato internazionali, anche in paesi dove l’assunzione di alcol è limitata per motivi culturali o religiosi. Il futuro dei vini dealcolati in Italia dipenderà dalla capacità del governo e delle aziende di adattarsi alle nuove tendenze di consumo e di cogliere le opportunità offerte da questo segmento di mercato in crescita. * 📞 +39 045 6835411 📩 info@acram.it 🌐 www.acram.it * #welcometoACRAM #ACRAM #verona #microfiltrazione #vino #wine #filtrazionevino #filtrazionecantina #winecellar #italiancompany #flowingtechnologies #quality #microfiltration #filtration #vinodealcolato #winenoalcol #dealcolazione

Il rapporto sul comparto #vino di Anna Di Martino sull’Economia del Corriere della Sera ci vede all’8° posto come leader di redditività tra la #classifica nazionale delle aziende più virtuose che hanno migliorato i propri dati economici nonostante le sfide di un mercato imprevedibile. Affari nel calice? Certo, ma grazie a tanta dedizione, progettazione e strategia. In primis, la fermezza nel rimanere coerenti alla nostra identità con un’offerta totalmente biologica certificata dal 1991. In un periodo storico dove intraprendere vie più facili per la produzione assicurata di uva sarebbe stato sicuramente più conveniente, questa scelta ci ha reso un partner affidabile per la distribuzione specializzata. La capacità di leggere le tendenze dei consumi, grazie alla partecipazione a fiere di settore e al costante affiancamento alla vendita, insieme alla predisposizione all’ascolto in un mercato in evoluzione, ci ha consentito di individuare nuove opportunità per i nostri vini. Stiamo ottenendo ottimi riscontri con la linea no alcohol in mercati leader sull’importazione di vino tradizionale come Olanda, Belgio, USA, Svizzera, Islanda, Francia, Cina e in mercati emergenti come Taiwan e Armenia, a sottolineare come si stia definendo un nuovo target per il consumo di questa bevanda. In Finlandia, e prossimamente in UK, abbiamo introdotto Ottavio, uno spumante a 8% vol che risponde con un anno di anticipo alla nuova regolamentazione sulla distribuzione di alcolici in entrambi i paesi. Un buon inizio anche per la nuova linea Souvenir, vini biologici, vegan e certificati Equalitas, presentata quest’anno al Vinitaly. Ecco che i continui investimenti nell’essere protagonisti proattivi in un mercato di difficile lettura ci aiutano a registrare ancora nei primi sei mesi un aumento del 10% che riteniamo possa essere confermato, se non superato, per la fine dell’anno. I risultati ottenuti sono frutto della #determinazione che tutto il team Pizzolato dimostra nella dedizione per raggiungere traguardi sempre più sfidanti.

Credo che il successo derivi dall'equilibrio tra studio accademico e applicazione pratica. Negli ultimi quattro anni, mi sono dedicata allo studio approfondito di materie interdisciplinari. Sono diventata Evologa, Sommelier dell'Olio, Tecnico e Giudice di Olio Evo, Tecnico e Giudice di Olive da Mensa, Tecnico e Giudice di Miele, Tecnico di Formaggi, Tecnico di Vino e Imprenditore Agricolo. Ho conseguito corsi di Tecnico di Frantoio, Potatura, Apicoltore, Sicurezza Alimentare HACCP, Sicurezza sul lavoro RSPP, ho conseguito esame per il Patentino Prodotti Fitosanitari. Lo studio e la pratica sono una costante nella mia vita, ritengo siano strade obbligate e senza fine, dedicherò sempre tempo alla preparazione e all'approfondimento delle mie competenze per garantire la qualità dei prodotti che seleziono. Sono lieta di annunciare che nei prossimi mesi mi dedicherò alla creazione di due nuovi gruppi di acquisto i “Club di Acquisto B2C”: il 'Club B2C degli Intenditori' e il 'Club B2C Passa il Progetto'. Si tratta di un canale vendita a cui tengo particolarmente, poiché promuove una filiera cortissima con l'obiettivo di educare il cliente finale a un acquisto consapevole, migliorando l'esperienza di acquisto e favorendo decisioni più informate. Le piccole aziende familiari producono grandi eccellenze. Più mi addentro in questo mondo, più scopro nei dettagli la vera essenza della nostra cultura e leadership, frutto di un lavoro silenzioso e instancabile. Un patrimonio tramandato di generazione in generazione dai piccoli produttori, che custodiscono veri e propri tesori che il nostro paese, un po’ smarrito, sembra aver dimenticato. #abcdellequalita #filieracorta #madeinitaly #piccoliproduttori #eccellenzeitaliane #clubdiacquistob2c #garante #qualita #tesori #patrimonio #leadership

Con il ritorno di Trump nel 2024, si aprono nuove prospettive per l'export di vino italiano negli Stati Uniti, il principale mercato estero, che già copre il 29% del nostro totale export e ha registrato un +4,7% nel primo semestre di quest'anno. I consumatori americani confermano il loro apprezzamento per l’autenticità del “Made in Italy”, con Prosecco e vini rossi di qualità al top delle preferenze. Tuttavia, un possibile approccio protezionistico dell'amministrazione potrebbe rappresentare una sfida. Anche senza dazi imminenti, il settore deve monitorare attentamente le mosse commerciali degli USA e intensificare la presenza in stati emergenti come Pennsylvania e Carolina del Nord. Eventi strategici come Vinitaly USA e il New York Wine Experience rimangono cruciali per rafforzare il brand italiano negli USA e mantenere alta la domanda, mentre Federvini e i consorzi di settore puntano su qualità e storytelling per continuare a valorizzare le nostre eccellenze in un mercato competitivo.

🔍 𝐀 𝐜𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐄𝐱𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐌𝐚𝐧𝐚𝐠𝐞𝐫: 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐥𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐚𝐠𝐫𝐨𝐚𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐝𝐞 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐲 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐨 💡 Il #MadeinItaly, uno dei marchi più famosi al mondo e che ha ispirato film, canzoni e recentemente anche l’omonimo Ministero: un’indicazione di provenienza che garantisce la qualità del prodotto e lo protegge dalle falsificazioni. Ma il certificato da solo non basta, 𝐨𝐜𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐪𝐮𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐄𝐱𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐌𝐚𝐧𝐚𝐠𝐞𝐫, un professionista con il compito di aumentare le esportazioni di una determinata azienda. 🍽 Il settore #Food & #Beverage Made in Italy è, insieme al design ed alla moda, il comparto che meglio rappresenta il nostro Paese all’estero – spiega a winenewsit Davide Cambianica, Manager #HuntersGroup – ma per far conoscere le nostre eccellenze fuori dai confini nazionali sono necessarie competenze specializzate”. Serve, dunque, un professionista, capace di analizzare i mercati e trovare i clienti soprattutto per il macro-settore dell’#alimentare. ❓ Vuoi saperne di più? Leggi l'intervista completa uscita su winenewsit cliccando qui sotto!

𝗜𝗹 𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗿𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 Parliamo di crisi, riflettiamo su come reagire ad essa e ci confrontiamo per trovare una strategia. C’è chi sostiene che le strategie non servono, che basta la qualità del prodotto. Io non sono d’accordo. Credo fermamente che, di fronte ai numeri, solo una strategia solida possa fare la differenza: i numeri non mentono. Ecco qua che proprio ieri l’Osservatorio del Vino UIV ha presentato un primo focus sul mercato USA partendo dai dati forniti da Sipsource. Gli USA, spesso descritti come l’El Dorado, continuano ad alimentare i sogni di molti produttori italiani. Un mercato immenso, dove si immagina che gli importatori acquisteranno bancali su bancali per dissetare la sete inesauribile dei clienti. Voce ai numeri... I dati parlano chiaro: il mercato degli 𝒔𝒑𝒖𝒎𝒂𝒏𝒕𝒊 italiani negli USA si conferma il pilastro dell'export con un incremento del volume del +18,2% nei primi nove mesi del 2024 rispetto allo scorso anno che aveva segnato un -18%. Dato positivo? Si, dai, guardiamo il bicchiere mezzo pieno… L’export dei vini in bottiglia (no spumanti) italiani verso gli USA ha segnato un +0,7% rispetto al 2023. Ma, prima di stappare una bottiglia, ricordiamoci che già nel 2023 il settore aveva perso il 10,2% rispetto al 2022. Dato positivo? Ni. Qui il bicchiere comincia a sembrare già più vuoto... Guardando alle vendite di 𝒗𝒊𝒏𝒐 𝒊𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂𝒏𝒐 in bottiglia in USA nei primi dieci mesi del 2024, emerge una fotografia significativa: - Spumanti +2,2% - Rossi -7% - Bianchi -6,4% - Rosati -6,9% - Aromatizzati -17,6% Una parentesi degna di nota per i 𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊 che mostrano un calo non solo tra i vini italiani. Questi sono sicuramente segnali che richiedono una riflessione sull’evoluzione dei gusti: - Francia -4,9% - Spagna -5% - Argentina -13,3% - Australia -11,8% - Cile -4,7% Nello specifico, alcune delle denominazioni italiane che sono state soggetto di studio: - Chianti Cl. -2.3% - Chianti -11,4% - Valpolicella -6,3% - Barolo -10,2% Unica nota positiva tra i rossi il Brunello con il +7,2%. Parliamo di crisi del vino, ma i vini rossi, stando ai numeri, sono in grave sofferenza. E per chi lavora nel mercato, non è certo una novità. Perché però il Brunello cresce? Semplice: un grande lavoro di comunicazione, posizionamento, qualità, branding e, soprattutto, un lavoro costante sull’accoglienza dei turisti. Negli ultimi anni, queste azioni hanno saputo far crescere il brand Brunello e migliorare la sua percezione sul mercato. In passato, le cantine di Barolo si svuotavano: molti cari amici produttori vendevano tutto anche prima di produrre. Oggi, non è più così per tutti. Ci si può chiedere: come si faceva una volta? Il mercato era diverso, più ricettivo e con consumi maggiori. Non vogliamo innovare, fare strategia, comunicazione o marketing? Va benissimo, ma come possiamo evitare di finire tra quei rossi con il -7%? E oggi ho parlato solo dei rossi… #wine #wineindustry

Quando un Ministro viene scelto per parentela e non per competenza ecco che il disastro è servito. È evidente che non capisca nulla del mercato, nè abbia nozione che in Italia ci siano aziende pioniere del prodotto non alcolico derivato dall'uva, ma non dealcolato. Il suo Ministero ha scritto nel modo peggiore possibile l'ultimo bando OCM dimostrando di non sapere cosa sia l'export e creando enormi difficoltà, anzichè opportunità, per la promozione delle aziende, dei territori e dei vini #madeinitaly. E mentre la politica perde tempo a dimostrare tutta la propria incompetenza c'è chi compra il vino dealcolato all'estero, lo imbottiglia in Italia e lo spaccia per Made in Italy col benestare di una legge sulla trasformazione di un prodotto alimentare che andrebbe cambiata radicalmente. Ma le Associazioni di categoria e le varie Conf/Asso/Uni qualcosa che fanno? #agricoltura #agroalimentare #vino #export

"Sfide e Opportunità: Cosa Insegna il Successo dei Vini Low Alcohol ai Nuovi Entranti nel Mercato dei Superalcolici? 🥂" La recente ondata di popolarità dei vini italiani a bassa gradazione alcolica negli Stati Uniti apre una finestra affascinante sulle dinamiche di mercato, soprattutto per quelle aziende che stanno considerando un ingresso nel settore dei superalcolici. Questo successo, però, non è esente da difficoltà, specialmente in termini di regolamentazioni e logistica, offrendo così lezioni preziose per chi si appresta a navigare queste acque. Affrontiamo alcuni aspetti cruciali: L'Innovazione nell'Ambito della Tradizione 🌟: Introdurre innovazioni, come la riduzione del tenore alcolico, è una sfida per chi entra nel settore dei superalcolici. Come si può innovare mantenendo un legame solido con la tradizione, elemento chiave per il consumatore di superalcolici? Navigare le Normative Complesse 🌐: Per un nuovo entrante, comprendere e adattarsi alle normative internazionali può essere un ostacolo ma anche un'opportunità. Quali strategie possono essere utili per superare queste barriere normative e logistiche, garantendo al contempo una presenza solida sui mercati globali? Soddisfare le Nuove Tendenze dei Consumatori 📊: Con una crescente consapevolezza verso uno stile di vita più salutare, come possono le aziende di superalcolici rispondere alle aspettative dei consumatori, in particolare quando si tratta di ridurre il consumo di alcol? Questi vini italiani aprono un dialogo importante sui cambiamenti e le sfide nel mercato dei superalcolici. Come possono le aziende, soprattutto quelle nuove o in fase di espansione, imparare da questi esempi per forgiare una strada di successo? ➡️ Siamo curiosi di sentire i vostri pensieri: quali sfide e opportunità vedete per le aziende che si lanciano ora nel mercato dei superalcolici? 🗨️ Condividete le vostre esperienze e opinioni nei commenti! 💭 #TrendDiMercato #Regolamentazioni #StrategieDiMercato #SpiritsIndustry #SviluppoProdotto #TendenzeDeiConsumatori #MercatoGlobale #BeverageInnovations #SaluteEBenessere La Repubblica Per approfondire: https://lnkd.in/dBP8QGDj