✨ 𝐂𝐔𝐑𝐈𝐎𝐒𝐈𝐓𝐀' 𝐃𝐈 𝐁𝐑𝐀𝐍𝐃 Il curioso caso della scatola di scarpe Adidas 👟 Famosa per le sue attività di #guerrillamarketing, Adidas ha stupito tutti ancora una volta. 🏪 È successo in occasione del noto festival musicale Lollapalooza dell'agosto 2022, dove Adidas ha realizzato #temporarystore a forma della tradizionale scatola di scarpe in versione gigante. Un’iniziativa originale e dal forte impatto volta fare leva sui tratti distintivi visuali del #brand (#visualidentity), ben rappresentati dalla nota scatola di scarpe di Adidas, per catturare l’attenzione dei passanti. Il Temporary store è ormai da tempo una modalità di marketing in voga tra i grandi brand. Si tratta di negozi temporanei, dalla durata variabile di pochi giorni o qualche mese. Vengono solitamente scelti luoghi che consentono al brand di entrare in contatto con i consumatori, in contesti completamente diversi rispetto a quelli dei negozi fisici tradizionali. 💡 Generalmente, come nel caso di Adidas, il design dello store deve avere delle caratteristiche innovative (da “effetto WoW”) per incuriosire e attrarre i passanti. ➡️ Per rimanere sempre aggiornato sulle novità nel mondo del #marketing, segui la nostra rubrica "𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐁𝐫𝐚𝐧𝐝". ICTPromotion può supportarti nella realizzazione di #CampagnePromozionali e di marketing.
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Adidas Springblade 👟❌ Nel 2013 Adidas lanciò le Springblade: scarpe da running con una caratteristica distintiva: lame in plastica altamente elastica che sporgevano dalla suola progettate per fornire un "ritorno di energia" senza precedenti durante la corsa. Questo design innovativo doveva rivoluzionare il modo in cui gli atleti si muovono e si allenano, offrendo una spinta ad ogni passo. Perché le Adidas Springblade sono però uscite di produzione nel giro di circa due anni? • nonostante le promesse, molti runner non riscontrarono i benefici significativi promessi in termini di performance e comfort; • le lame elastiche si dimostrarono meno durature di quanto previsto, con segnalazioni di usura e danneggiamento più rapido rispetto alle tradizionali suole in gomma; • vi erano preoccupazioni sulla stabilità e il rischio di infortuni durante l'uso; • il design radicalmente diverso dal solito e l'estetica delle Springblade non furono accolti positivamente da tutti i consumatori; • le Springblade erano vendute a un prezzo premium, il che le rendeva un investimento significativo per i potenziali utilizzatori, specialmente considerando i dubbi sulla loro efficacia e durabilità; • altri produttori di calzature sportive continuarono a innovare con tecnologie forse meno radicali ma più accettate e testate, come le suole ammortizzanti in gel o l'uso di materiali avanzati come il carbonio, che offrivano miglioramenti tangibili senza gli svantaggi delle Springblade. #HALOagency #HALObadideas #AdidasSpringblade #Marketing #Comunicazione #SocialMediaMarketing #MarketingIta #MarketingDigital #MarketingOnline #Business
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#Nike vs #Adidas: (evoluzione di) modelli a confronto Qualche giorno fa durante la conferenza stampa sugli utili, il nuovo CEO di Nike, nel delineare i piani per rinnovare il gruppo, ha sentenziato: “We lost our obsession with sport”. Ma cosa è avvenuto negli ultimi 3 mesi in Nike? Ma soprattutto, cosa ha registrato il colosso americano negli ultimi anni? In estrema sintesi: vendite Nike in calo ⬇️, quelle di Adidas in aumento ⬆️ Perché? A settembre 2024, Nike richiama dal pensionamento Elliott Hill che ne diventa il nuovo CEO a livello global. Perché Hill viene richiamato? Da qualche anno, Nike è in difficoltà: le vendite frenano e per l’anno 2024/2025 è previsto un calo. Come se la passa invece Adidas? Ebbene, Adidas registra un aumento delle vendite. A quali fattori è legato questo differente trend? Nike da sempre ha puntato la sua immagine su un’identità tecnica, legata allo sport, alla competitività. Adidas ha abbinato a questo aspetto dello sport e dell’agonismo anche un’ottica “fashion”. Quindi il #posizionamento di Adidas è più trendy, cool, mentre quello di Nike si basa su una sola dimensione: quella tecnico-sportiva. Altro elemento differenziante: le #collaborazioni. Adidas ha da tempo siglato accordi con brand del fashion (su tutti Gucci e Prada) e dello streetwear (Bape o Palace). Ha spesso collaborato con designer di nicchia (Yamamoto, Bonner, solo per ricordarne alcuni). Anche Nike si è mossa verso la stessa direzione ma siglando collaborazioni con marchi mainstream (Luis Vuitton, per il lusso, e Off-White, per lo streetwear). Altro tassello: la #distribuzione. Nike si è orientata sempre di più sui negozi monomarca (a discapito dei multimarca). Conseguenza? Maggiore controllo sul retail, ma presenza e visibilità limitata. Adidas ha optato per una strategia multicanale: sia monomarca che multimarca. Con questi ultimi, scelti soprattutto quelli orientati allo sportwear, proprio per rafforzare quel concetto di prima legato al suo posizionamento (rafforzandolo!). Altro? Si, l’ #innovazione. Nike è stata "accusata" di puntare sul business dello sneaker retrò: Jordan o Air Force proposte con varianti e nuove versioni. La conseguenza? Doppio effetto: da un lato, mantenimento delle vendite, dall’altro, distoglimento dell’attenzione (e quindi drenando risorse) dalla ricerca di novità. Percezione del consumatore? Marchio ancorato al passato più che proiettato al futuro. Tutto questo quando sul mercato sono subentrati nuovi marchi che fanno dell’innovazione dei materiali un elemento distintivo (su tutti, On e la francese Hoka). Da ultimo: la #comunicazione. Da sempre Nike ha impartito lezioni sul tema comunicazione. Mitiche le sue campagne sintetizzate dal pay off “Just Do It” con testimonial del calibro di MJ, Serena Williams, etc. Tutto a celebrare la vittoria a ogni costo. Forse l’autodeterminazione estrema oggi non funziona più con l’arrivo delle nuove generazioni. Ma forse Elliot Hill è di diverso avviso. Staremo a vedere.
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Perché Nike è in crisi e Adidas continua a crescere? Negli ultimi anni, Nike ha affrontato sfide significative: problemi di supply chain globali, inflazione e cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Ma il suo competitor principale, Adidas, sembra fare l'opposto, e cresce in modo costante. Come ci riesce? Collaborazioni con celebrità, materiali sostenibili e una presenza digitale fortissima. Quali strategie puoi “copiare” da Adidas, se sei a capo della tua attività nel settore Moda? Te le riassumo qui… 🔍Focus sui clienti e sui trend di mercato: Adidas ha puntato molto su collaborazioni con icone della cultura pop e del design, come Kanye West (con Yeezy) e Pharrell Williams, ampliando la propria attrattiva per i giovani consumatori. Il suo approccio ha saputo combinare l’abbigliamento sportivo con la moda di tutti i giorni, cavalcando il trend dello streetwear. 📊Evoluzione nel digitale: : Adidas ha investito fortemente nelle sue piattaforme di vendita diretta. Questo le ha permesso di raggiungere i clienti in modo più efficace e mantenere margini più alti. ♻️ Sostenibilità e innovazione tecnologica: Adidas è stata più rapida di Nike nell'adottare pratiche di sostenibilità. Le collezioni di scarpe e abbigliamento realizzate con materiali riciclati e innovazioni green hanno attratto i consumatori attenti all'ambiente. 🤖 Performance nel mercato europeo e nelle collaborazioni: A differenza di Nike, Adidas ha mantenuto una solida base in Europa e ha consolidato il proprio posizionamento nel mondo del calcio, con partnership di lunga data con squadre di primo piano come il Real Madrid e il Bayern Monaco. Per fare un recap: Nike ha affrontato sfide interne legate alla gestione della catena di fornitura, a un ritardo nell'adattamento ai nuovi trend di consumo e a tensioni geopolitiche. Adidas ha cavalcato i trend di mercato, investito in canali digitali diretti e puntato sulla sostenibilità. 3 elementi su cui puntiamo anche noi con la nostra soluzione Focalize Platform, pensata e progettata per le aziende di moda. Se vuoi capire come applicare Focalize alla tua azienda per ridurre i costi e aumentare il profitto, scrivimi DEMO via chat 👉 Sandra Perillo
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✨ 𝐂𝐔𝐑𝐈𝐎𝐒𝐈𝐓𝐀'𝐃𝐈 𝐁𝐑𝐀𝐍𝐃 Non fermarti, corri! La campagna di #GuerrillaMarketing per Nike 📰 IL curioso caso delle panchine senza seduta Le iniziative di Nike si fanno sempre notare per originalità ed efficacia 📌Qualche anno fa Nike ha infatti organizzato un’iniziativa molto particolare. 🏃♂️ Nello specifico, ha letteralmente smontato la seduta di alcune panchine nei principali parchi americani e ha impresso nel sedile il suo logo, con tanto di scritta “Run”. Un modo, questo, per esprimere uno dei valori più cari alla multinazionale americana: l’incentivo a fare sport evitando di fermarsi. Per rimanere sempre aggiornato sulle novità nel mondo del marketing, segui la nostra rubrica "Curiosità di Brand" 😉 ICTPromotion può supportarti nella realizzazione di #CampagnePromozionali e di marketing
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💡SHOPPING ESPERIENZIALE CON NIKE Super esperienza di personalizzazione in store al Nike Lab di Seoul: Un intero piano dedicato all’atelier Nike in cui puoi personalizzare magliette, felpe, berretti… Niente ipad, solo toppe, righelli e nastro adesivo. Hai (quasi) carta bianca, quindi opzioni praticamente infinite. Una volta definito la tua visione, vai in cassa , paghi e mandano in stampa/cucitura. Dopo 10 minuti circa hai i tuoi articoli. Sebbene la personalizzazione in store non sia una gran novità, trovo che il lato fai-da-te senza strumenti digitali renda l’esperienza più immersiva e il risultato più soddisfacente. Tra l’altro, oltre ad essere un modo per veicolare traffico in store, se funzionale a livello operativo, questo tipo di modello permette di offrire un catalogo di prodotti praticamente infinito, senza complicare la gestione dello stock. Voi che ne dite? #shopping #brand #userexperience #marketing #instore #nike
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La campagna "Just Do It" di Nike, lanciata nel 1988, è stata una delle più grandi svolte nella storia del marchio. È riuscita a trasformare Nike da una semplice azienda di calzature sportive a un'icona globale, collegando i valori di determinazione e successo personale ai propri prodotti. Vediamo i dati delle vendite prima e dopo questa storica campagna. Vendite di Nike Prima della Campagna "Just Do It" - 1985-1987: Prima del lancio della campagna, Nike stava affrontando una concorrenza agguerrita da marchi come Reebok, che in quel periodo aveva superato Nike nelle vendite di scarpe da ginnastica negli Stati Uniti. La crescita di Nike era stabile, ma non esplosiva. - 1987: Le vendite globali di Nike erano intorno a 877 milioni di dollari. Il brand era già riconosciuto, ma mancava di una connessione emotiva forte con il pubblico e di una strategia di marketing coesa. ____________________ Vendite di Nike Dopo la Campagna "Just Do It" - 1988-1990: Dopo il lancio della campagna, Nike ha iniziato a vedere un'incredibile crescita delle vendite. La campagna ha contribuito a rendere Nike un simbolo non solo per gli atleti professionisti, ma anche per le persone comuni che desideravano migliorarsi. Entro la fine del 1990, Nike aveva raggiunto un fatturato globale di 2,2 miliardi di dollari, più che raddoppiando il suo valore in appena 2-3 anni. - 1998: Dopo dieci anni di successi derivanti anche dalla campagna, Nike ha raggiunto un fatturato globale di oltre 9,2 miliardi di dollari. Questo dimostra come l'effetto della campagna "Just Do It" abbia avuto un impatto di lungo periodo sulle performance aziendali, sostenuto anche da collaborazioni con atleti iconici come Michael Jordan.
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QUAL È LA MISURA DEL CORAGGIO? Case Study Nike 🏈👟 Torniamo a parlare di Brand Distance. Non crediate che sia una misura congelata nel tempo. La Brand Distance è un investimento che va saputo progettare, pianificare e coltivare. Un esempio? Nike e Kaepernick, 2018. Quando il gigante dello sportswear ha scelto come nuovo volto della campagna “Just Do It” un atleta che aveva diviso l’America inginocchiandosi contro il razzismo. Una mossa che ha fatto tremare Wall Street, ma ha ridefinito cosa significa Brand Bravery. La brand rischia TANTO con la campagna: “Believe in something. Even if it means sacrificing everything.” Sullo sfondo? Il volto di un #quarterback che ha perso il lavoro per essersi inginocchiato durante l’inno nazionale, protestando contro le ingiustizie razziali. TIMELINE DEGLI EFFETTI DI CAMPAGNA: Nell’immediato (5 brand inches): 🤜 Il mondo contro Nike: #NikeBoycott esplode 🤜 Scarpe bruciate sui social 🤜 Wall Street trema: -3% Nel breve periodo (3 brand inches): 👉 Le azioni si stabilizzano 👉 Dal boicottaggio al dibattito sul messaggio Nel medio periodo (1 brand inch): 💰 +$6 miliardi di valore di mercato 💰 Vendite online: +31% 💰 Una nuova generazione abbraccia il brand La lezione? 💪 A volte devi rischiare di allontanarti da qualcuno, per riuscire ad avvicinarti a tutti gli altri. #BrandStrategy #Marketing #NikeMarketing #BrandPurpose #BrandDistance #BrandBravery #sportswear #Kaepernick (Le fonti sono nei commenti)
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L'enorme successo ( si è passati da circa 200.000 paia vendute/mese ad alcuni milioni) delle c.d. Terrace Shoes secondo stime di alcuni analisti porterà nel 2024 €1.5bn di ricavi per #Adidas €1.5bn equivale a circa il 7% dei ricavi di gruppo Le azioni Adidas hanno certamente beneficiato di questo trend il titolo gira ora a €224 contro i €160 di inizio anno situazioni di questo tipo non sono una novità per Adidas nel 2018 la Stan Smith che aveva avuto un grande successo andarono fuori moda e i numeri di Adidas in Europa subirono un impatto rilevante l'anno scorso per la prima volta negli ultimi 30 anni Adidas ha chiuso un bilancio in perdita a causa della rottura con Kanye West situazioni simili toccano chiaramente anche altre società Nike ha cominciato a ridurre l'offerta delle Air Jordan 1 dopo un'evidente calo della domanda di queste scarpe i produttori devono assecondare il mercato cercando di evitare di demolire l'appeal del loro prodotto Adidas ad esempio sta cercando di allargare la gamma di scarpe offerte e spostare l'interesse su altri modelli la definizione di Terrace Shoes nasce in UK negli anni 70 quando chi indossava queste scarpe stava negli stadi nelle Terrazze cioè in aree con i posti in piedi
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NIKE È NATA DA UN FALLIMENTO: come Blue Ribbon è diventata Nike usando il posizionamento strategico 🏆 Lo sapevi che Nike prima si chiamava Blue Ribbon Sports e vendeva solo scarpe da corsa? La loro metamorfosi dal vendere un solo prodotto a multi-brand ha tanto da insegnare. Ecco come hanno fatto: ⚡️ Step 1: Fallimento nel mercato delle scarpe da passeggio - Blue Ribbon Sports cercò di espandersi nel mercato delle scarpe da passeggio ma fu un flop totale - Non solo le nuove scarpe non vendevano, ma i loro clienti corridori smisero di comprare anche le scarpe da corsa - Questo fallimento dimostrò che il prodotto da solo non bastava: serviva una strategia di marketing e branding più forte e un chiaro posizionamento ⚡️ Step 2: Riconoscere il problema e cambiare direzione - Nike capì che non poteva più basarsi solo sull'innovazione del prodotto e decise di ripensare il brand. - Cambiarono il nome in Nike e spostarono l'attenzione dal prodotto al consumatore, mettendo il marketing al centro della strategia. - Questo cambiamento di focus fu cruciale: Nike diventò il cappello di tantissimi sotto-brand che potevano avere una loro voce ed un loro target ⚡️ Step 3: creazione del sotto-brand Air Jordan - Nike lanciò il sotto-brand Air Jordan, dedicato al basket e associato a Michael Jordan, creando un'icona non solo nel mondo dello sport ma anche nella pop culture - La strategia di sotto-brand si componeva di: atleta + prodotto + marketing - In questo modo Nike poteva conquistare mercati specifici senza compromettere l'identità del brand principale. - Air Jordan non solo ebbe successo commerciale, ma rafforzò la percezione di Nike come leader nell'innovazione e nello stile. ⚡️ Step 4: espandere il brand con coerenza - Nike replicò questa strategia dei sotto-brand in tantissimi sport diversi con testimonial come Tiger Woods nel Golf, Serena Williams nel Tennis, Cristiano Ronaldo nel calcio, ecc. - Ma non si fermò ad un testimonial per sport, ma creò più sotto-brand per singolo sport per penetrare il mercato da angoli diversi - Questa strategia di espansione attraverso sotto-brand consentì a Nike di crescere in modo sostenibile e di dominare il settore delle scarpe sportive. ---- La conclusione è che quando hai una visione, per arrivarci non puoi partire dalla fine, ma devi arrivarci a step. Come Nike, anche Amazon è partita da un piccolo mercato, quello dei libri. Poi si è espansa su categorie limitrofe come musica e film, poi giocattoli ecc. Semplicemente alcuni brand arrivano multi-prodotto senza avere sotto-brand e altri invece si. Ma praticamente nessuno è partito attaccando simultaneamente tanti mercati, ma volendone dominare un piccolo e specifico per poi allargarsi a mercati limitrofi. Conoscevi questa strategia di Nike? Che altri brand conosci che hanno fatto qualcosa di simile? #brand #nike #jordan #airjordan #cr7 #sport #prodotto #ecommerce
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#Nike è una società che da 3 anni non sta facendo altro che scendere, e in questi giorni è al -56% dai suoi massimi storici. Andando a vedere i numeri di questa società ho notato che a livello di fondamentali non è messa per niente male e il rapporto prezzo/ricavi e prezzo/utili è ai minimi dal 2017, quindi WOW super sconto, ma perché? Perché un titolo che dai bilanci sembra così bello viene massacrato dal mercato? Nel 2019 Nike avviò un cambiamento importante, voleva essere più a diretto contatto con i clienti, e sviluppare un e-commerce diretto. Ottima scelta vista anche la pandemia e i vari lock-down, ma purtroppo l'ha fatto a discapito della presenza nei negozi fisici e allontanandosi da molti distributori come anche Amazon. Questa strategia ha si aumentato i margini di profitto, ma ha anche escluso Nike da diverse fette di mercato che i suoi competitor hanno facilmente aggredito, a questo si aggiunge la scelta di "uniformare" alcuni prodotti a discapito della differenziazione che in un settore come quello sportivo è importante. Nike ha quindi perso clienti, ha diminuito la capacità di attrarne di nuovi, ha perso fidelizzazione e tutta una serie di fattori che la identificavano. Il nuovo CEO e nuovi manager da poco nominati hanno capito i problemi e hanno cambiato rotta, Nike si prepara quindi a ripartire con una missione molto importante, recuperare lo svantaggio accumulato e convincere il mercato. La società a mio avviso ha tutte le potenzialità per riuscire nell'impresa, ma bisogna tener sempre a mente che non è una strada facile e che ci vorrà tempo per vedere i risultati.
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