La #moda e il #lusso nel 2024, navigare nell’incertezza ed evolversi con #stile 👉 https://lnkd.in/diM67hDu Per molti Brand della moda, l’incertezza si sta anche manifestando in repentini cambiamenti di direzione creativa. Le nuove #generazioni, con le loro richieste di prodotti sempre più #innovativi, costringono i Brand a rapidi adattamenti. Continua la lettura dell'approfondimento a cura di Antonella Lattanzio su #ilnewyorkese
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La ciclicità della moda è un fenomeno ormai assodato, ma il ritorno al retrò, a materiali e lavorazioni che simulano l’utilizzo e i segni del tempo, è un vero e proprio trend. E questo acquisisce ancora più importanza per chi opera nella supply chain della moda, soprattutto nella pelle e nei materiali naturali.
Da Lineapelle alle passerelle, il look vintage torna di moda - LaConceria | Il portale dell'area pelle
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IL FAST FASHION TRASCINA NEL BARATRO IL FASHION SYSTEM in un mercato di sovrabbondanza e di estrema banalità propositiva il fast fashion impone la sua identità di cianfrusaglie da vendere in locali bellissimi e profumati. Viviamo da anni la crescita esponenziale di produzioni e di continue proposte da acquistare con pochi denari in tasca ma in modo frenetico e ripetitivo per abbigliare un fitting in continua evoluzione cromatica e di stili usa e getta. Le quantità enormi disponibili, ben superiori alla domanda, non trovano ovviamente soluzioni e si moltiplicano offerte e stock al fine di trasferire il tutto negli armadi del consumatore, sperando nella rapida rottamazione da rifiuto plastico non degradabile. Questa evidente forzatura di un mercato orientato a moltiplicare stili usa e getta ha prodotto significativa confusione nella percezione dei valori del prodotto svilendo creatività, sartorialità, manifattura, ricerca e sviluppo. Le plastiche aggiornate a componenti di tessuti oramai è una realtà non più modificabile. Un valore di prodotto minimo, un ciclo di lavoro in cerca di sourcing in ogni angolo del pianeta per comprimere costi, abbinato a preziose location e investimento in immagine e in lay out, tutto questo è FAST FASHION .. un mondo di cianfrusaglie vestite a festa o, come direbbe un bolognese, il profumo sulla ascella pezzata. In questa triste configurazione dello stato attuale del sistema moda c'è una delle grandi motivazioni del declino della moda come mercato e anche come elemento di attrattività nei desideri dei consumatori. L'altra motivazione è quella legata alla progressiva scomparsa della classe media, impoverita pesantemente e sempre più a rischio di esistenza. Il lavoro è sempre più selettivo e i valori che esso garantisce sono costantemente volti al ribasso, con contestuale insicurezza di tempo lavoro. Ultima ma non meno importante causa di questo declino è il mancato rinnovamento delle strutture tradizionali che hanno gongolato per decenni sugli allori e oggi si trovano a dovere fare i conti con un sistema che non è più interessato alle originalità di stile e non da valore a tradizione, ricerca e stile. Anche nel lusso c'è un calo significativo di domanda ma esso ha cause pur connesse, ma molto diverse e di questo parleremo in altra occasione. Il sistema di retail non è più attrattivo e il digital fa molta fatica a mantenere i trend : è la caduta di interesse. Il sistema moda non è più attrattivo e questo non sarà facile invertirlo come dato economico e di modello di business. Ho la sensazione che dovremo affrontare un momento assai critico e di difficile e lenta progressione , ma sono certo che tornerà la luce ... la tempesta incombe.
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Tanto ossessionata dall’innovazione quanto dipendente dal suo stesso passato. Ma perché, la #moda è ciclica? Questa domanda racchiude dinamiche storiche, economiche e culturali che guidano il modo di vestirci, anno dopo anno, decennio dopo decennio... ▶️ SCOPRI DI PIÙ 👉👉 https://lnkd.in/dCUyaYv6
Perché la moda è ciclica? Tendenze che cambiano e poi ritornano
https://lifeandpeople.it
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❗ Il mondo della moda è da sempre un riflettore puntato su stili, tendenze e creatività. Oggi, mentre il mercato attraversa un periodo di transizione, vediamo emergere una nuova fase di consolidamento in cui grandi brand e produzioni nazionali giocano un ruolo fondamentale. 💡 In questo scenario di evoluzione nel settore della moda, il noleggio operativo emerge come una strategia aziendale chiave per affrontare le mutevoli dinamiche del mercato, presentandosi come una soluzione all'avanguardia. https://lnkd.in/dYHaywgA
Moda, noleggio operativo e sostenibilità: l’unione di questi tre concetti nel 2024
https://domorental.it
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Cosa dovremo aspettarci dalla moda nel 2025? Ecco qualche riflessione di ritorno da #BoFVOICES 👇
Moda, come sarà il 2025? I marchi in crisi, la frenata della Cina, l’India e la «paralisi della scelta»: cosa succederà
corriere.it
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Come sta la moda? Ho approfittato delle ultime ore per assistere a diverse sfilate della programmazione proposta dalla Settimana della Moda in programma in questi giorni a Milano: gli eventi hanno restituito una fotografia limpida del momento che ci permette di tirare le fila. Da un parte è impossibile negare come il settore abbia oramai preso atto di una crisi economica, causata da una contrazione dei consumi, partita in Cina ma forte anche in Europa. Dall’altro lato emerge una forte voglia di #ripartire. Questa volta emerge, in primis, anche grazie allo spazio dedicato agli emergenti (sotto uno scatto dello show di Marco Rambaldi). La creatività, la spinta innovativa, la personalizzazione e l’unicità, e una grande attenzione ai temi della sostenibilità e all’inclusione sono degli elementi che contraddistinguono queste nuove piccole maison: il sistema moda deve giovare di questi impulsi, che possono fondamentale per guidare una ripresa. Una ripresa che – secondo i principali analisi – potrebbe avvenire a partire dal secondo semestre del 2025. Il condizionale è d’obbligo: perché avvenga non solo sono necessari alcuni fattori esterni, ma anche l’azione concreta dei tanti gruppi di moda. Su questa pagina ho raccontato diverse volte quali sono, ovviamente a mio parere, alcuni temi da cui ripartire. In breve: - Puntare sulla creatività: un ritorno a un creatività più spinta, libera da qualsiasi vincolo. Le collezioni fatte “a tavolino”, magari su ragionamenti economico/finanziari si rivelano spesso dei boomerang controproducenti. - Alleanza tra ceo e direttore creativo: mettere da parte le proprie personalità, per privilegiare uno lavoro di squadra strategico e coordinato. Un team sul quale anche noi headhunter dobbiamo riflettere: trovare figure complementari sarà il plus. - Offerta differenziata: “A colpo sicuro” nella moda non esiste. I trend vanno anticipati o addirittura creati. Inseguire può diventare molto pericoloso. #fashion #moda #mfw
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Sono finite da poco le settimane della Moda di Milano e Parigi, e molte altre in altri paesi. A seguire volgono al termini le campagne vendite delle collezioni Fall Winter 2024/25 collegate appunto alle stesse sfilate. In questo strano clima del mondo, e del settore, mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero sulla nuova “Era” e sulla evoluzione della distribuzione della Moda, che sicuramente sta segnando a grandi passi un cambiamento netto e certamente epocale, di totale rottura con il passato e con ció a cui siamo stati abituati. Il mio pensiero personale è che in questo nostro settore tutto stia cambiando molto rapidamente, sempre di più, alla ricerca di una stabilitá ormai smarrita da moltissimo. Credo che ció che ha costituito il cuore della catena commerciale, e quindi il passaggio: -creazione della collezione -presentazione -campagna vendita in showroom sia davvero cambiato in modo definitivo. Sembra piuttosto evidente come -togliendo gli enormi colossi del Lusso, come LVMH e KERING (e pochissimi altri), che a mio avviso non si possono neanche più considerare parte del sistema- il lavoro delle showroom sia diventato sempre più complicato, a volte inesistene, in funzione della crisi del commercio della strada, completamente divorato ormai velocissimamente da quello online. Spariranno davvero le nostre amatissime Showroom? Quegli spazi unici, carichi di energia, e immobili in una metafisica visione della Moda intoccabile,… cederanno davvero il posto alla versione solo cerebrale e priva di emozionalità del web? Davvero tutto ció che è materia diventerá una immagine fredda dietro dei led? Lo chiedo a voi. E non dimenticate mai: Moda: che è dal lat. modus «modo, foggia, maniera» #gabrielefioruccibucciarelli #parisfashionweek #fashion #moda #designer #lvmh #kerin
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Se penso a un oggetto di lusso, non mi viene da pensare a un iPhone, né a una collanazza d'oro. Mi viene in mente Supreme, il brand d'abbigliamento. Perché? Per via della scarsità. Il lusso di oggi non è più quello di 15-20 anni fa. Oggi non si definisce più attraverso la sola ostentazione o il prezzo elevato, ma attraverso l'esclusività e l'accesso limitato. È il senso di appartenenza a qualcosa di raro e unico che crea valore. È in questo contesto che si inserisce il rebranding di #Jaguar. E chi lo definisce un mero aggiornamento estetico, si perde una parte molto importante di questo lavoro. Il payoff "Copy Nothing" non è solo una dichiarazione di intenti, ma un pilastro che sottolinea proprio il concetto di lusso moderno: un mix di innovazione, autenticità e sostenibilità. Ma questo rebranding riflette anche un altro aspetto fondamentale: più un marchio rimane ancorato alla sua tradizione, restando il più possibile immutato nel tempo (il che è un modo di posizionarsi legittimo e non sbagliato), più radicale sarà la trasformazione necessaria per riallinearsi al mercato. L'adozione di un design minimalista, accompagnata dall'attenzione verso l'elettrico, non rappresenta solo una strategia estetica, ma un salto culturale verso una nuova era del lusso automobilistico. Jaguar non ha lanciato solo un segnale di cambiamento, ma anche un invito a riconsiderare cosa significhi davvero essere leader in un mondo che richiede autenticità e innovazione continua. #copythinking #rebranding #automotive
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A guardarlo da fuori, il mondo della moda sembra spaccato a metà: da una parte i famigerati marchi di “lusso”, quelli che fanno gola a tanti ma rimangono accessibili a pochi; dall’altra i colossi del fast fashion, promotori di una moda rapida, accattivante (perché scopiazza a regola d’arte e intercetta le tendenze alla perfezione) e alla portata di tutti i portafogli. Una divisione formale che riflette una divisione sociale abbastanza pronunciata dove, tra aumento del costo della vita e stipendi stagnanti, il potere di acquisto è notevolmente diminuito. Ma è anche una questione culturale: anni e anni di prodotti low cost, hanno disabituato il cliente finale a interrogarsi sul valore reale di quel che acquista, portandolo a scegliere più cose a basso prezzo (ovviamente stimolato anche dalla comunicazione che invita ad avere e sfoggiare cose nuove costantemente). Eppure la terra di mezzo esiste, ed è popolata di possibilità valide, con proposte per tutti i gusti e per tutte le tasche. Ma quanti sono disposti ad investire e portare alla luce i veri protagonisti di una rivoluzione sostenibile? 👇🏼 ne parlo in questo articolo 👇🏼 https://lnkd.in/dpSCqAGS
Tra lusso e fast fashion: la terra di mezzo popolata da marchi invisibili
https://www.lindipendente.online
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La moda deve trovare un equilibrio tra adattarsi ai tempi e dettare le tendenze, essere in sintonia con le esigenze e i desideri dei consumatori è fondamentale, ma allo stesso tempo i brand devono avere il coraggio di innovare e proporre nuove idee che possano ispirare e affascinare il pubblico.
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