Il viceministro dell’economia sull'Irpef: sicuramente la prossima tappa riguarderà i redditi più elevati, non possiamo pensare che chi guadagna 50 mila euro possa subire una tassazione che supera il 50%
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Continua impegno del Governo per tagliare l'imposta per quella parte di ceto medio che guadagna fino a 55 mila euro l'anno. Inoltre , oltre a questo consistente taglio irpef , un obiettivo rendere strutturale il cuneo fiscale per i dipendenti con reddito fino a 35 mila euro. ma con aliquota al 14 % . Doppio cuneo fiscale , per coloro che hanno figli minori a carico
Il governo intende tagliare l'imposta per quella parte di ceto medio che guadagna fino a 55mila euro l'anno. Infatti, secondo il viceministro all'Economia Maurizio Leo, questi soggetti "pagano oltre il 50% di tasse" ma "non possono essere considerati dei super ricchi". Ecco quali sono le possibili strade da percorrere sulla base dei calcoli dei commercialisti
Irpef, aliquota ridotta per i redditi fino a 55mila euro: i benefici
tg24.sky.it
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Aliquota al 56% per i redditi tra i 34.000 e i 45.000 euro con la nuova Irpef. Una manovra che massacra fiscalmente il ceto medio-basso che le tasse le paga e favorisce ancora una volta i grandi patrimoni ma soprattutto gli evasori, gli elusori e gli "ignoti" al fisco.
Perché con la nuova Irpef 2025 alcuni contribuenti pagheranno più tasse di prima, e chi sono
fanpage.it
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Una sforbiciata alle aliquote Irpef per il ceto medio. Questo l’obiettivo annunciato da mesi e ribadito dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo
Irpef, il taglio delle tasse al ceto medio: le ipotesi per i redditi fino a 60 mila euro
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Il condono fiscale abbinato al concordato e l'ipotesi di nuove tasse nella Legge di Bilancio 2025 sono legati a doppio filo: l'obiettivo è reperire risorse per la messa a punto di una Manovra che si preannuncia complessa e ricca di punti critici
Dal condono fiscale all’ipotesi nuove tasse, il delicato equilibrio della Manovra 2025
informazionefiscale.it
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Una proposta di Forza Italia punta a portare la no tax area a 12.000 euro. Niente tasse per chi guadagna fino a questo reddito annuo e a proporre la novità è il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. L’ampliamento della no tax area potrebbe entrare nella Legge di Bilancio 2025 e potrebbe affiancarsi al nuovo taglio Irpef ipotizzato per il ceto medio. Sulle misure che la manovra di fine anno conterrà c’è ancora molta incertezza: sicuramente sarà riconfermato il taglio al cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote, ma per il resto c’è ancora tanta confusione. Il problema principale, come ogni anno, è rappresentato dalla mancanza di coperture, ma l’esecutivo punta a realizzare un nuovo intervento in materia di Irpef che, questa volta, porti una riduzione delle imposte per il ceto medio.
Niente tasse fino a 12.000 euro e tagli Irpef per il ceto medio, ecco le novità
money.it
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IL CETO MEDIO E' RICOVERATO L'altro giorno in un post condiviso, discusso e anche criticato mi sono chiesto se sia normale, al costo della vita di oggi, che chi guadagna 50.000 euro lordi (a salire) sia sottoposto oltre quella cifra alla tassazione massima sul reddito delle persone fisiche IRPEF, cioè banalmente i soldi che lo stato usa per finanziare la spesa pubblica. Stabilire in un dibattito serio chi oggi sia ceto medio o da considerarsi "ricco", dopo un triennio di iperinflazione destinata a rimanere con noi per altri anni (a livelli più bassi), mi parrebbe il minimo sindacale. Allora sono andato a rivedermi i numeri sul cosiddetto ceto medio (se esiste ancora) e quanta IRPEF paga sul totale che lo stato incassa (175 miliardi nel 2021). Nel nostro paese: - i contribuenti con redditi lordi tra 55 e 100.000 euro sono circa il 5,01% del totale e pagano da soli il 40,7% dell'imposta.. - Se vogliamo partire dai 35.000 euro lordi in su emerge che il 13,94% dei contribuenti paga il 62,52 per cento di tutta l’IRPEF (ricordando che in Italia il 42,59% dei contribuenti paga solo l’1,73% del totale IRPEF). Ma chi guadagna tra 55-100.000 lordi e rappresenta solo 1/20 dei contribuenti italiani è normale che si faccia carico di quasi la metà di tutta l'imposta sul reddito delle persone fisiche versando una ottantina di miliardi?
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Inaccettabile
Giornalista TV: mi occupo di finanza, economia e calcio. Lavoro a Mediaset Tgcom24 e per E-Planet su Italia Uno. Modero e organizzo convegni. Amo viaggiare, il tennis e lo snowboard. Due figli. La notizia prima di tutto.
IL CETO MEDIO E' RICOVERATO L'altro giorno in un post condiviso, discusso e anche criticato mi sono chiesto se sia normale, al costo della vita di oggi, che chi guadagna 50.000 euro lordi (a salire) sia sottoposto oltre quella cifra alla tassazione massima sul reddito delle persone fisiche IRPEF, cioè banalmente i soldi che lo stato usa per finanziare la spesa pubblica. Stabilire in un dibattito serio chi oggi sia ceto medio o da considerarsi "ricco", dopo un triennio di iperinflazione destinata a rimanere con noi per altri anni (a livelli più bassi), mi parrebbe il minimo sindacale. Allora sono andato a rivedermi i numeri sul cosiddetto ceto medio (se esiste ancora) e quanta IRPEF paga sul totale che lo stato incassa (175 miliardi nel 2021). Nel nostro paese: - i contribuenti con redditi lordi tra 55 e 100.000 euro sono circa il 5,01% del totale e pagano da soli il 40,7% dell'imposta.. - Se vogliamo partire dai 35.000 euro lordi in su emerge che il 13,94% dei contribuenti paga il 62,52 per cento di tutta l’IRPEF (ricordando che in Italia il 42,59% dei contribuenti paga solo l’1,73% del totale IRPEF). Ma chi guadagna tra 55-100.000 lordi e rappresenta solo 1/20 dei contribuenti italiani è normale che si faccia carico di quasi la metà di tutta l'imposta sul reddito delle persone fisiche versando una ottantina di miliardi?
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𝐑𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚: 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐢𝐬𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐯𝐢𝐭à 𝐈𝐑𝐏𝐄𝐅, 𝐪𝐮𝐚𝐥 è 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐚? Negli ultimi decenni, il sistema IRPEF italiano ha subito un processo di semplificazione significativo. Se nel 1986 il sistema fiscale prevedeva 𝐧𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐝𝐝𝐢𝐭𝐨, oggi ci troviamo di fronte a 𝐬𝐨𝐥𝐢 𝐭𝐫𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢, con aliquote del 23%, 35%, e 43%. Questo cambiamento ha sicuramente reso la tassazione più semplice da comprendere, ma allo stesso tempo ci porta a porci una domanda fondamentale: 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐜𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐯𝐢𝐭à 𝐬𝐚𝐧𝐜𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞? Negli anni ’80, la struttura fiscale era progettata per adattarsi più finemente alle diverse capacità contributive, con un sistema che aumentava gradualmente la tassazione man mano che il reddito cresceva. Oggi, con meno scaglioni, il rischio è di perdere quella distribuzione più equa del carico fiscale che una maggiore progressività permetteva. 𝐕𝐨𝐫𝐫𝐞𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐝𝐢𝐛𝐚𝐭𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐬𝐮 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐭𝐞𝐦𝐚: la semplificazione fiscale è davvero l’unica strada giusta o sarebbe meglio tornare a un numero maggiore di scaglioni per garantire una distribuzione più equa? Vi invito a condividere le vostre opinioni e idee su come il sistema IRPEF potrebbe essere migliorato, anche alla luce delle attuali sfide economiche.
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Diffondo il post e condivido pienamente
Giornalista TV: mi occupo di finanza, economia e calcio. Lavoro a Mediaset Tgcom24 e per E-Planet su Italia Uno. Modero e organizzo convegni. Amo viaggiare, il tennis e lo snowboard. Due figli. La notizia prima di tutto.
IL CETO MEDIO E' RICOVERATO L'altro giorno in un post condiviso, discusso e anche criticato mi sono chiesto se sia normale, al costo della vita di oggi, che chi guadagna 50.000 euro lordi (a salire) sia sottoposto oltre quella cifra alla tassazione massima sul reddito delle persone fisiche IRPEF, cioè banalmente i soldi che lo stato usa per finanziare la spesa pubblica. Stabilire in un dibattito serio chi oggi sia ceto medio o da considerarsi "ricco", dopo un triennio di iperinflazione destinata a rimanere con noi per altri anni (a livelli più bassi), mi parrebbe il minimo sindacale. Allora sono andato a rivedermi i numeri sul cosiddetto ceto medio (se esiste ancora) e quanta IRPEF paga sul totale che lo stato incassa (175 miliardi nel 2021). Nel nostro paese: - i contribuenti con redditi lordi tra 55 e 100.000 euro sono circa il 5,01% del totale e pagano da soli il 40,7% dell'imposta.. - Se vogliamo partire dai 35.000 euro lordi in su emerge che il 13,94% dei contribuenti paga il 62,52 per cento di tutta l’IRPEF (ricordando che in Italia il 42,59% dei contribuenti paga solo l’1,73% del totale IRPEF). Ma chi guadagna tra 55-100.000 lordi e rappresenta solo 1/20 dei contribuenti italiani è normale che si faccia carico di quasi la metà di tutta l'imposta sul reddito delle persone fisiche versando una ottantina di miliardi?
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