Quanto è importante riflettere sulle relazioni tra Università ed Impresa? Quanto è importante comprendere quali siano competenze e sbocchi occupazionali dei corsi di laurea rispetto al mondo del lavoro? Per noi di KlinK Srl cercare di darsi qualche risposta e dialogarne ai livelli e nei luoghi giusti è imprescindibile dal modo di pensare alla nostra organizzazione e al suo ruolo nella società. Per questo abbiamo aderito all'Advisory Board /Comitato di indirizzo dei Corsi di Studio in Unione Europea, processi globali e sostenibilità dello sviluppo e Politica, istituzioni e società dell’Università di Pisa. E per lo stesso motivo partecipiamo all'Osservatorio Politiche e Istituzioni dell’Università di Pisa e precisamente del laboratorio sulla Rappresentanza Politica e le Questioni di Politica, che ospita progetti di ricerca impegnati nello studio del processo di policy-making nelle politiche ambientali e dello sviluppo sostenibile. Domani 21 maggio 2004 la nostra amministratrice Anna Rodeghiero parteciperà all'Open Day dei Corsi di Laurea Magistrale del Dipartimento Scienze politiche che si terrà a Pisa al Polo Piagge. Una occasione per incontrare gli studenti e dialogare con altri stakeholder di rilievo (Regione, Enti Locali e imprese) per parlare di giovani e del lavoro.
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Tante interessanti domande per mettere a confronto tre prospettive diverse. Ecco la mia posizione su Mind e su Città Studi Solari: “L’insieme delle operazioni ci dà una grande occasione, non tanto per essere multicentrici o policentrici, ma per migliorarci. Stiamo alterando il modo in cui diverse parti dell’organizzazione entrano in collegamento. Creiamo un’università più diffusa e aperta, co-progettando con comunità locali ed enti di zona: sarà centrale per Città Studi. Servirà uno sforzo di project management per spostare un numero enorme di studenti, docenti, personale, in modo che tutti si sentano accompagnati in spazi per la didattica, la ricerca e le relazioni adeguati. È uno dei rischi di questa operazione”. https://lnkd.in/d8RchRgv
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Le imprese sono chiamate ad affrontare importanti sfide ambientali, sociali ed economiche che richiedono competenze e conoscenze interdisciplinari. I giovani sono pronti a rispondere alle nuove esigenze delle imprese ma hanno bisogno di una formazione ad hoc. Il corso di laurea magistrale in MaST, dell’università di Trento, forma gli studenti a sviluppare capacità e competenze trasversali nell’ambito aziendale, ne di supporto ai decisori delle organizzazioni territoriali così come nell'ambito delle attività di consulenza. Ecco dove trovare tutte le informazioni e richiedere la valutazione dei requisiti per l'iscrizione a MaST.
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E' oramai passato qualche giorno dalla mia partecipazione, ma l'entusiasmo nel parlare del mio "lavoro-passione" agli studenti della Prof.ssa Nicoletta Marinelli dell'Università degli Studi di Macerata rimane sempre immutato! Questa volta abbiamo approfondito gli aspetti riguardanti i #FattoriESG ed i loro impatti sulla #ConsulenzaFinanziaria. Fa sempre un certo effetto essere al di là della cattedra, nelle stanze che prima mi hanno vista studentessa poi "docente per un giorno". #esg #sostenibilità #consulenzafinanziaria #investimentisostenibili
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Nella classifica mondiale delle università e delle singole facoltà considerate le migliori a livello globale non ci sono clamorose novità. Variazioni interessanti sì, ma i concetti di fondo non mutano. Subito un’occhiata alle italiane: secondo il “QS rankings by subject 2024” pubblicato ieri, considerando i singoli corsi di studio piazziamo 8 facoltà nelle prime 100 al mondo e nell’Unione europea solo l’Olanda riesce a fare meglio di noi con 13. Battiamo, insomma, Francia e Germania anche se a livello globale nessuna delle nostre università entra nelle prime 100 della classifica guidata da Harvard. Questa, come si accennava, è una delle cose che purtroppo non cambiano e devono far riflettere sulla capacità di attrazione dell’intero nostro Paese dei migliori cervelli mondiali. Una gara che l’Italia ha deciso di ignorare ed è invece decisiva: l’immigrazione qualificata può fare un’ enorme differenza in tanti settori e significa ricchezza. Tornando alle note positive, La Sapienza di Roma si conferma per il quarto anno consecutivo al primo posto al mondo negli Studi classici, battendo Oxford e Cambridge. La Normale di Pisa perde una posizione ma è comunque quinta in materie classiche. Il Politecnico di Milano è settimo sia in Architettura guadagnando tre posizioni, che in Arte e Design, due posizioni più su e nono in Ingegneria meccanica e aeronautica, anche se in questo caso perde due posizioni. La Bocconi è settima in Marketing e nona in Economia gestionale perdendone due e si conferma 16esima in Economia ed econometria e 17esima in Contabilità e finanza. Sono risultati di assoluto prestigio e un bel numero di altre facoltà italiane raggiungono risultati ragguardevoli. Come vedete, sono università sia pubbliche che private, a conferma che il tema non è questo, ma la capacità di sapersi affermare come polo d’attrazione a livello globale ed essere in grado di costruire una forte e vasta rete di finanziatori e aziende partner. L’unico modo per svolgere la propria attività “giocando in Serie A“, livello impensabile con le sole risorse pubbliche. Prima la smetteremo di considerare una bestemmia lo stretto rapporto fra gli istituti di studio e formazione e il mondo del lavoro e prima butteremo giù uno dei totem più stupidi che ci portiamo indietro: quello che vorrebbe il mondo del lavoro da tenere alla larga, per la ridicola paura che possa indirizzare gli atenei e soprattutto “sfruttare“ gli studenti. Una mentalità cattocomunista che ha spesso rallentato e a volte rovinato il concetto stesso di formazione in Italia, legandolo a una dimensione prettamente accademica. Una follia che ha la sua eco nell’atteggiamento di non pochi professori con la puzza sotto al naso quando si tratta di “sporcarsi le mani” con l’impresa e il lavoro. Cioè quello che dovrebbe essere il fine ultimo dell’intera attività universitaria. La Ragione
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Nella classifica mondiale delle università e delle singole facoltà considerate le migliori a livello globale non ci sono clamorose novità. Variazioni interessanti sì, ma i concetti di fondo non mutano. Subito un’occhiata alle italiane: secondo il “QS rankings by subject 2024” pubblicato ieri, considerando i singoli corsi di studio piazziamo 8 facoltà nelle prime 100 al mondo e nell’Unione europea solo l’Olanda riesce a fare meglio di noi con 13. Battiamo, insomma, Francia e Germania anche se a livello globale nessuna delle nostre università entra nelle prime 100 della classifica guidata da Harvard. Questa, come si accennava, è una delle cose che purtroppo non cambiano e devono far riflettere sulla capacità di attrazione dell’intero nostro Paese dei migliori cervelli mondiali. Una gara che l’Italia ha deciso di ignorare ed è invece decisiva: l’immigrazione qualificata può fare un'enorme differenza in tanti settori e significa ricchezza. Tornando alle note positive, La Sapienza di Roma si conferma per il quarto anno consecutivo al primo posto al mondo negli Studi classici, battendo Oxford e Cambridge. La Normale di Pisa perde una posizione ma è comunque quinta in materie classiche. Il Politecnico di Milano è settimo sia in Architettura guadagnando tre posizioni, che in Arte e Design, due posizioni più su e nono in Ingegneria meccanica e aeronautica, anche se in questo caso perde due posizioni. La Bocconi è settima in Marketing e nona in Economia gestionale perdendone due e si conferma 16esima in Economia ed econometria e 17esima in Contabilità e finanza. Sono risultati di assoluto prestigio e un bel numero di altre facoltà italiane raggiungono risultati ragguardevoli. Come vedete, sono università sia pubbliche che private, a conferma che il tema non è questo, ma la capacità di sapersi affermare come polo d’attrazione a livello globale ed essere in grado di costruire una forte e vasta rete di finanziatori e aziende partner. L’unico modo per svolgere la propria attività “giocando in Serie A“, livello impensabile con le sole risorse pubbliche. Prima la smetteremo di considerare una bestemmia lo stretto rapporto fra gli istituti di studio e formazione e il mondo del lavoro e prima butteremo giù uno dei totem più stupidi che ci portiamo indietro: quello che vorrebbe il mondo del lavoro da tenere alla larga, per la ridicola paura che possa indirizzare gli atenei e soprattutto “sfruttare“ gli studenti. Una mentalità cattocomunista che ha spesso rallentato e a volte rovinato il concetto stesso di formazione in Italia, legandolo a una dimensione prettamente accademica. Una follia che ha la sua eco nell’atteggiamento di non pochi professori con la puzza sotto al naso quando si tratta di “sporcarsi le mani” con l’impresa e il lavoro. Cioè quello che dovrebbe essere il fine ultimo dell’intera attività universitaria. di Fulvio Giuliani #Università #Italia
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🎓 Stati Generali dell’Università Organizzati dal CRUI e dalle università associate 👉 Il momento più importante del 2024 per riflettere sui nodi cruciali per il sistema universitario. 📅 19-20 dicembre 2024 📍 Aula dei Gruppi Parlamentari, Camera dei Deputati – Roma (Via di Campo Marzio, 78) L’università italiana rappresenta, da una parte, il principale motore dello sviluppo socioeconomico del Paese, dall’altra, lo strumento attraverso il quale una democrazia matura come la nostra prepara i cittadini di domani a essere professionisti attenti e persone migliori. Questa stessa università attraversa oggi una delle fasi più cruciali della propria esistenza. L’inverno demografico, la competizione globale, la scarsità di risorse, la rapida obsolescenza dei saperi, solo per citare alcune delle questioni più rilevanti, minacciano la sopravvivenza del sistema universitario così come lo conosciamo e, di conseguenza, il ruolo che esso svolge nel costruire e puntellare il benessere sociale. ⚙️ Gli Stati Generali dell’Università saranno dunque un’occasione per: ✅ Analizzare lo stato attuale del sistema universitario ✅ Progettare un futuro di rilancio sostenibile ✅ Rispondere alle aspettative di milioni di studenti/studentesse e ricercatori/ricercatrici 🔑 Tra i partecipanti: • Anna Maria Bernini, Ministra dell’Università e della Ricerca • Elena Cattaneo, Senatrice della Repubblica • Vittorio Colao, Vicepresidente Area EMEA - General Atlantic • Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati • Elvira Fortunato, ex Ministra della Scienza (Portogallo) • Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica • Orazio Schillaci, Ministro della Sanità
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Anche quest’anno le nostre università restano lontane dall’eccellenza mondiale. Un’eccellenza concentrata quasi esclusivamente tra Stati Uniti e Regno Unito. Eppure i nostri giovani laureati sono spesso tra i migliori ricercatori, validi ingegneri e medici di successo. Non è la qualità dell’insegnamento a penalizzare le nostre universita, e neppure la capacità dei nostri studenti; a penalizzarci in maniera importante è la carenza infrastrutturale, l’assenza di servizi, sedi ed aule spesso inadeguate, laboratori vetusti, attività di ricerca vera pressoché inesistente. Forse bisognerebbe che le università ripensassero la gestione dei loro budget, chiedessero uno sforzo ulteriore ai propri docenti (maggiore attenzione e assistenza agli studenti, più presenza). Ai governi il compito di attuare politiche vere per garantire il diritto allo studio, compreso quello all’alloggio per i fuori sede, oggi impossibile da sostenere, ma soprattutto di favorire l’ammodernamento delle sedi di studio e un’infrastrutturazione moderna e competitiva.
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E' terminata per me l'esperienza (da cui ho imparato molto) di Presidente del Corso di Laurea magistrale in Progettazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali (PROSS) al Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza Università di Roma. Abbiamo lavorato in questi anni per far crescere questo corso di laurea, né abbiamo allargato gli orizzonti, nell'idea che gli assistenti sociali non debbano semplicemente essere dei professionisti portatori di un sapere tecnico, ma dei veri propri agenti del cambiamento. Le tecniche, la presa in carico, rimangono gli elementi fondanti del lavoro dell'assistente sociale ma accanto a questo acquisisce sempre più rilevanza la capacità di co-progettare, leggere i bisogni sociali, costruire partenariati, innovare, usare gli strumenti della ricerca sociale. PROSS è cresciuto molto negli anni, in termini di iscritti ma soprattutto di saperi (la sociologia, il diritto, la statistica, la psicologia, l'economia e naturalmente il servizio sociale professionale). Lascio un corso di laurea in salute, ormai forte e pienamente integrato in un filiera che arriva arriva fino al Master di II livello in Terzo Settore, Innovazione Sociale e Governance dei Sistemi locali di welfare (quest'anno alla terza edizione). E' stato un piacere lavorare con colleghi e anche studenti che hanno condiviso e appoggiato il percorso iniziato 4 anni fà. Da oggi inizia una nuova avventura. Torno alla Sociologia, da Presidente del Corso di laurea magistrale in Sociologia per la Sostenibilità e Analisi dei Processi Globali (SOSAG). #Sostenibilità e #Sociologia, questa la sfida dei prossimi anni. Coniugare l'analisi critica dei grandi processi di cambiamento che stanno impattando sulla società, sulle organizzazioni (pubbliche e private), sulle politiche pubbliche, nella chiave della #sostenibilità, con la formazione di profili professionali in grado di inserirsi appieno nel mondo del lavoro.
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