Un modello iconico dismesso rinasce sotto nuove vesti: che sia un auto mass market o una chicca per cultori, l'industria dell'automobile ha spesso riportato in vita icone del passato. Il nostro Federico Roccanova approfondisce vari casi, a partire dal più recente: Hyundai N Vision 74
Post di La Gazzetta Del Pubblicitario
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Le nuove tecnologie continuano a creare problemi sulle auto nuove: ecco la classifica dei migliori modelli e Brand del 2024 #NEWS #Novitàdelmercato #Caseautomobilistiche #classifica
Le auto migliori del 2024: la classifica completa
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La cosa che ho subito notato nell’analizzare i dati di questo mercato riguarda la variabile del prezzo: leader delle vendite è la Citroen Ami, un quadriciclo leggero elettrico che, grazie agli incentivi, si riesce ad acquistare a un prezzo all’incirca corrispondente al suo valore (appena sotto i 5.000€ nella versione base e con rottamazione), valore che io misuro attraverso il servizio che riesce a offrire al suo utilizzatore o utilizzatrice. Credo che per muoversi in città, un mezzo elettrico con un’autonomia anche inferiore a 100km, che si possa ricaricare attraverso una presa di corrente comune, che costi meno di 5.000€, sia la soluzione più sensata: semplicità, facilità di uso, economia d’esercizio, prezzo accessibile a tutti. Ottima mossa di Stellantis quindi. Che però, con la Topolino, offre un prezzo di partenza di 9.890€ (cui vanno sottratti gli ecobonus). Forse qualche italiano apprezzerà ben 2.000€ in più l’heritage storico di questo nome e alcuni stilemi della carrozzeria, acquistando una Topolino invece che un’Ami, ma fuori dall’Italia una tale differenza di prezzo non so quanto possa essere compresa. Resta il fatto che Stellantis ha il buon senso di rimanere sotto la soglia dei 10.000€ di listino, soglia che per quanto mi riguarda dovrebbe essere quella per acquistare una citycar come una Panda, non un quadriciclo leggero come una Topolino, che dovrebbe costare la metà. Quando poi ci affacciamo al resto dei modelli in testa alle classifiche, ecco che la variabile prezzo assume un contorno totalmente slegato da qualsiasi considerazione di buon senso. La Aixam City diesel parte da 13.499€, quella elettrica da 16.499€. La Ligier JS50 diesel parte da 13.990€. La XEV YOYO elettrica da 17.490€. La Microlino (elettrica L7) ha fissato il prezzo di “attacco” a 21.090€. Evidentemente un genitore che acquista una minicar per suo figlio o sua figlia è disposto a pagare questo prezzo pur di non far loro correre i rischi di andare su due ruote, ma deve comunque avere un reddito importante per poter esaudire un tal desiderio. Tutto il resto rientra nell’abilità del marketing di valorizzare così tanto un oggetto che vale molto, molto meno di quel tanto, esattamente come si fa con un capo di moda firmato. Ma se l’obiettivo è la mobilità sostenibile di massa, ci stiamo davvero prendendo in giro. #comunicatostampa #dataforce #quadricicli #L6 #L7 #minicar
Comunicato Stampa Dataforce Mercato Italia Quadricicli - 2023 | Dataforce
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😱 TANTI ALLESTIMENTI DISPONIBILI? E’ TEDESCA 🇩🇪 Sono usciti da pochi minuti i dati FY2024 relativi alle #immatricolazioni #auto in 🇮🇹 Italia. 🏁 Il mercato ‘finale’ segna un -0,5% e un trend al ribasso, visto che, da Giugno in poi, il confronto con il 2024 è calato costantemente, ‘sforando’ per la prima volta in territorio negativo a novembre. 🚗 Nella ‘classifica’ degli ultimi 25 anni, il 2024 si piazza solo al 19° posto, a -17,6% dal riferimento pre-covid (2019). 🔌 Nell’arco degli ultimi 2 anni, le immatricolazioni #bev+#phev aggregate non hanno mai raggiunto un quota di mercato YTD pari al 9%: per capirci, sono sempre state inferiori a quelle #gpl. Ma preferisco ritornare ad analisi che ho già proposto e che sono relative all’offerta delle Case (la keyword perfetta, suggerita a suo tempo da Andrea Cardinali = legge di Pareto 😉). 👴 Causa anagrafe, leggo da molto tempo Quattroruote e sono portato a considerarne il listino quale la Bibbia dell’offerta #automotive. ✒️ Mi è capitato addirittura di ‘contribuire’ al listino stesso, a marzo 2020, per gentile e pubblica concessione del Direttore Gian Luca Pellegrini (https://lnkd.in/dbqCHKDM ), ben prima che fosse creato l’attuale listino specifico per le #bev. ❓ Da anni mi pongo una domanda: perché il numero di pagine dedicate ai modelli Mercedes-Benz AG è così sovrastante rispetto a qualsiasi altra Casa ? 📄 Attualmente, le pagine dedicate al marchio guidato da Ola Kaellenius sono addirittura 8, contro le 3 di AUDI AG, le 4 di BMW Group Italia. 🖩 Se esaminiamo la versione ‘digitale’ del listino, i modelli offerti dalla stella a 3 punte sono 39, 31 per i quattro anelli e 36 per il marchio comunemente (ed erroneamente 😊) definito ‘dell’elica’. ❗️ La vera ragione che spiega la ‘bulimia’ made in Stuttgart è il numero di #allestimenti: 1.455, contro i 539 della casa di Ingolstadt e 593 per quella di Monaco di Baviera. 🔬 Traduco: Mercedes ha una media di 37 allestimenti diversi (quindi prezzi a listino) per modello, Audi 17, BMW 16. 👍 NB Per la prima volta dal 2011, BMW ha superato Audi, in quanto ad immatricolazioni. Se aggiungiamo Volkswagen scopriamo che, pur con un’inferiore offerta di modelli, anch’essa abbonda nel ventaglio di allestimenti, molto più delle concorrenti non tedesche. 📊 Nei due grafici, sempre sulla base del listino Quattroruote, una rappresentazione del ragionamento appena proposto, relativamente agli 11 marchi ‘non-tedeschi’ che hanno immatricolato >40k unità. ⭕️ il cerchio rosso indica la media tra i brand rappresentati. Curiosamente, la quota media di mercato è la stessa in entrambi i grafici. 🇩🇪 In basso, lo stesso grafico per i 4 marchi tedeschi e la media relativa. I due assi del grafico cambiano nettamente scala! 🔵 La dimensione delle bolle rappresenta la quota di mercato. 💡 TAKEAWAY: i marchi non teutonici offrono mediamente 13 modelli e 102 allestimenti. Quelli tedeschi, 28 modelli e 659 allestimenti. PS I miei applausi a Dacia e Jeep …
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Una casa automobilistica che vive una profonda crisi di vendite, che vuole puntare solo sull'elettrico e avvicinarsi ad un pubblico ben preciso, cosa fa? Cambia completamente identità, stravolgendo la sua immagine e generando tante, tantissime reazioni sul web. Noi abbiamo provato a analizzare il rebranding di Jaguar senza cadere nell'emotività, ma analizzando questo riposizionamento per comprendere le scelte che sono state fatte. Da queste notizie c'è sempre qualcosa da imparare per noi designer, anche in termini di marketing: dal posizionamento alle strategie di comunicazione, passando dalle ricerche di mercato che avrà fatto Jaguar, eccetera. E proprio riguardo il marketing, ti segnalo un nuovo articolo sul blog di Grafigata se vuoi iniziare ad approfondire alcune tematiche: https://lnkd.in/d6X4XS4y Che ne pensi di questo cambio di immagine? Cosa ti ha o non ti ha convinto? Scrivi nei commenti! #jaguar #copynothing #grafigata #graphicdesign #rebranding
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-Stesse piattaforme. -Stessi motori (3 cilindri se va bene). -Stessa tecnologia. -Concessionarie impostate come centri commerciali multimarca: guardi il prospetto e vedi i loghi che occupano lo stesso spazio come Zara o Stradivarius… Si vive (sopravvive) scimiottando lo stile di vetture del passato (chi ha un passato). Quando presentano un modello nuovo, caricando l’evento di enfasi, parlando di passione ? Eheh ! Oggi perché fai il manager nel settore automobilistico? Per passione? Mmm… Oggi si preferisce un logo perché ? #automotive
Communication Director and Journalist, Marketing Director, Ex Direttore Generale Confindustria ANCMA ed EICMA S.p.A.
IL CREPUSCOLO DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA. Con il lancio della PEUCITMEO Milano ormai il mondo dell’auto non ha più niente da dire. E questa non è la solita boutade di Caliari ma è la semplice constatazione di una realtà di fatto. Ormai siamo in un mondo o settore che ormai è totalmente omologato dove i marchi automobilistici sono dei “marchi cofano”. Le macchine di qualsiasi brand sono ormai tutte uguali, non esiste più una identità di brand se non appunto un marchio da posizionare sul cofano. E poi dicono tutti le stesse cose perseguendo gli stessi obiettivi e stereotipi. Certo non parliamo di marchi iconici quali Ferrari. Lamborghini, Porsche, Rolls, Bentley, etc. ma la miriade di marchi per gli umani che decidono di comprare una vettura anche di brand di alto livello. Quindi la mia provocazione è questa che i costruttori mondiali si riuniscano e creino un solo brand mondiale di automobili eliminando così una valanga di costi inutili come gli innumerevoli uffici stile, marketing e direzioni generali che non fanno altro che far lievitare i costi e ingrassare migliaia di inutili impiegati. Amen.
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Mercato due ruote elettriche di settembre: continua il periodo di contrazione. Ma alcuni modelli reggono
Mercato due ruote elettriche di settembre: continua il periodo di contrazione. Ma alcuni modelli reggono - News - Moto.it
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IL CREPUSCOLO DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA. Con il lancio della PEUCITMEO Milano ormai il mondo dell’auto non ha più niente da dire. E questa non è la solita boutade di Caliari ma è la semplice constatazione di una realtà di fatto. Ormai siamo in un mondo o settore che ormai è totalmente omologato dove i marchi automobilistici sono dei “marchi cofano”. Le macchine di qualsiasi brand sono ormai tutte uguali, non esiste più una identità di brand se non appunto un marchio da posizionare sul cofano. E poi dicono tutti le stesse cose perseguendo gli stessi obiettivi e stereotipi. Certo non parliamo di marchi iconici quali Ferrari. Lamborghini, Porsche, Rolls, Bentley, etc. ma la miriade di marchi per gli umani che decidono di comprare una vettura anche di brand di alto livello. Quindi la mia provocazione è questa che i costruttori mondiali si riuniscano e creino un solo brand mondiale di automobili eliminando così una valanga di costi inutili come gli innumerevoli uffici stile, marketing e direzioni generali che non fanno altro che far lievitare i costi e ingrassare migliaia di inutili impiegati. Costerebbero infinitamente meno, se ne venderebbero di più e al consumatore non cambierebbe nulla. Amen.
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𝗖𝗼𝘀𝗮 𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗹𝗹'𝗮𝘂𝘁𝗼𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗲? Nell'immagine allegata, ho elencato solo alcuni degli ossimori automobilistici raccolti nell'ultimo anno. Nella colonna di sinistra i modelli originali, nella colonna di destra i restomood 2024. Quali sono le differenze? Per me sono due: mancanza di idee e mancanza di cultura automobilistica. Come si fa, ad esempio, a mettere nella stessa frase le parole "Grande" e "Panda"? Il nuovo modello (l'ennesimo maquillage su base francese), non ha nemmeno un bullone concettuale del (geniale) modello originale, progettato da Giugiaro e pensato per avere bassissimi costi di produzione e manutenzione. Il costosissimo restomood della R5 (per comprare nel 1972 il modello originale occorreva circa un anno di stipendio di un operaio, per il modello del 2024 ne servono 3...), non ha nulla del concetto della versione originale. Che dire poi dell'utilizzo del marchio Lotus per produrre un pesantissimo suv elettrico, quando la filosofia della casa inglese era stata sempre quella di puntare alla massima leggerezza. O del marchio Mustang , che ha sempre caratterizzato poderosi coupè V8, per contraddistinguere un goffo SUV elettrico? Sarebbe come produrre un polpettone di verdure e chiamarlo "cotechino"... Chiudo con il marchio Lancia...Ho voluto inserire la foto del Modello originale dell'Autobianchi Y (design innovativo, tanto che all'epoca non venne da subito capito), per confrontarla con la nuova Ypsilon, sempre su base piattaforma francese. Quando ho visto la stessa auto, in versione rally, portare la mitica livrea della Lancia Delta, ecco, non ce l'ho più fatta....e come un automobilistico Zalone ho chiesto il cacciavite per staccare la parola "innovazione" da quella automotive. Mancano le idee, manca la cultura, manca il nuovo. Queste auto mi ricordano molto da vicino quanto sta accadendo nel mondo del cinema: poche idee, nessuna voglia di prendere rischi. E allora si vanno a recuperare vecchi titoli degli anni '80. Sperando che i ragazzi di allora, tornino al cinema portandosi i figli.
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IL CREPUSCOLO DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA. Con il lancio della PEUCITMEO Milano ormai il mondo dell’auto non ha più niente da dire. E questa non è la solita boutade di Caliari ma è la semplice constatazione di una realtà di fatto. Ormai siamo in un mondo o settore che ormai è totalmente omologato dove i marchi automobilistici sono dei “marchi cofano”. Le macchine di qualsiasi brand sono ormai tutte uguali, non esiste più una identità di brand se non appunto un marchio da posizionare sul cofano. E poi dicono tutti le stesse cose perseguendo gli stessi obiettivi e stereotipi. Certo non parliamo di marchi iconici quali Ferrari. Lamborghini, Porsche, Rolls, Bentley, etc. ma la miriade di marchi per gli umani che decidono di comprare una vettura anche di brand di alto livello. Quindi la mia provocazione è questa che i costruttori mondiali si riuniscano e creino un solo brand mondiale di automobili eliminando così una valanga di costi inutili come gli innumerevoli uffici stile, marketing e direzioni generali che non fanno altro che far lievitare i costi e ingrassare migliaia di inutili impiegati. Amen.
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IL MERCATO AUTO SI EVOLVE VERSO LA SEMPLIFICAZIONE I dati del report Osservatorio Quattroruote Professional di questo mese mettono in evidenza una globale semplificazione nell’offerta del mercato automotive. Se da una parte il numero di modelli risulta in leggero aumento (+6,3%), dall’altra la quota di versioni disponibili cala segnando un netto -12,4% a fronte di un numero invariato di brand. CALA IL NUMERO MEDIO DI CONFIGURAZIONI A diminuire sensibilmente sono infatti le diverse configurazioni per modello, che in un solo anno sono passate da una media di 12.6 alle 10.3 attuali portando a una flessione complessiva delle versioni finali. TUTTI I DATI DEL SETTORE AUTOMOTIVE Scarica il report per approfondire il tema e rimanere aggiornato su tutti gli ultimi trend di mercato: https://lnkd.in/dqWbQqrr #OsservatorioQuattroruoteProfessional #QuattroruoteProfessional #Automotive
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