«Quella avviata dai miei genitori negli anni ’60 era un’impresa commerciale, che non portava ancora il nome di famiglia. I miei acquistavano acciaio nel bresciano per rivenderlo ai laminatoi attivi in Friuli. La prima grande svolta si ebbe nel 1973, con la costruzione del magazzino di prodotti lunghi a Feletto Umberto, alle porte di Udine. Fu negli anni ’80, con il trasferimento a Tarcento, che l’attività principale cambiò e che la Sangoi, da magazzino di lunghi, diventò un polo di fornitura di nastri di acciaio prima, successivamente anche di lamiere spianate».
La si potrebbe definire una politica dei piccoli passi, una crescita progressiva non solo in termini di fatturato, ma anche di competenze, di professionalità, di specializzazioni.
All’alba del nuovo millennio gli obiettivi di crescita di Sangoi cominciano anche a guardare fuori dal Friuli Venezia Giulia, alla ricerca di opportunità di espansione. E un’occasione da non perdere si presenta nel 2000, con la prima importante acquisizione: quella della lombarda Sideco, specializzata nel taglio dei coils per la produzione di nastri in acciaio.
L’azienda diventa gruppo e i tre figli stanno già affiancando i genitori nella sua conduzione. Ma nel 2007 muore Gino e tre anni dopo una malattia si porta via anche Andrea, il primo dei suoi tre figli.
«Siamo rimasti spiazzati proprio mentre scoppiava la grande crisi e il mondo finiva in recessione».
Un triplo choc, ma la famiglia riesce a trovare al suo interno le forze per superarlo e ripartire. Il testimone, infatti, resta in mano ad Alessandra, a Paolo e ad Edi Bassi, la vedova di Andrea.
«Abbiamo deciso di imprimere un cambiamento puntando sulla diversificazione, aprendo la strada verso nuove produzioni e nuovi settori di riferimento». Da qui la scelta di estendere ulteriormente il perimetro del gruppo, che nel 2014 fa ancora shopping in Lombardia e acquisisce la Sabrest: l’azienda bresciana produce componenti meccaniche di precisione e pali da vigna, schiudendo a Sangoi nuovi orizzonti come la viticoltura, settore dove oggi opera anche un’altra delle controllate del gruppo, la commerciale Sangoi Green.
«Con la terza generazione alle porte la storia di cui siamo espressione ci fa sentire in modo particolarmente forte l’esigenza di garantire la continuità dell’azienda, consapevoli anche della nostra responsabilità nei confronti dei dipendenti (90, di cui 50 in Friuli, ndr) e della comunità. Sono in 7 e alcuni di loro hanno già lavorato in azienda. Quello che ci interessa, al di là delle scelte di vita e professionali che faranno, è che acquisiscano piena consapevolezza dei doveri che hanno come soci attuali o futuri».
[Estratto dell'articolo in foto o su https://lnkd.in/dkVcpj5M]
Grazie a Riccardo De Toma e al Messaggero Veneto per l'intervista ad Alessandra Sangoi dalla quale è scaturito questo bell'affresco su presente, passato e futuro della famiglia e del Gruppo Sangoi.
Redattrice presso PubliTec Srl
7 mesiGrazie mille. È sempre un piacere lavorare con voi.