Un pizzico di ironia amara, un colpo al cuore per chi celebra la tradizione e l’autenticità: è difficile comprendere come la “Guida Chef di Pizza Stellato” possa aver scelto recentemente di organizzare un evento in un luogo che, solo pochi mesi fa, è stato oggetto di una confisca definitiva. Stiamo parlando dell’hotel La Sonrisa, il Castello delle Cerimonie, una struttura sequestrata dalle autorità a causa di decenni di abusi edilizi e illeciti che hanno segnato la sua storia. Le immagini di feste lussuose e matrimoni fastosi che avevano fatto da sfondo a reality televisivi sembrano ora appartenere a un’altra era, quella in cui l’illegalità era troppo spesso un dettaglio trascurato. Oggi, la struttura è destinata a diventare patrimonio comunale a seguito di una sentenza che sancisce l’irreversibilità della sua condanna. Eppure, nonostante tutto questo, qualcuno ha ritenuto che fosse il luogo ideale per celebrare l’eccellenza gastronomica. In un contesto dove si parla tanto di qualità, etica e rispetto delle tradizioni, come è possibile che un evento culinario, che celebra la pizza come un’arte, venga ospitato in un luogo che rappresenta l’esatto contrario di queste parole? La bellezza della pizza, la tecnica del pizzaiolo, l’abilità e la passione che ci sono dietro ogni singolo impasto, non meritano forse un contesto che rispetti le leggi e le regole? Quando la scelta del luogo diventa un’onda che travolge anche la reputazione di chi la fa, la domanda sorge spontanea: qual è il messaggio che si vuole trasmettere? La reputazione di un evento non si costruisce solo con la qualità del cibo, ma anche con la qualità delle scelte che si fanno. E se la location non rispecchia i valori di legalità, rispetto e trasparenza, rischia di danneggiare l’immagine di chi la sceglie. La comunicazione si fa anche con queste scelte: ogni decisione, ogni location, ogni dettaglio contribuisce a trasmettere un messaggio. E francamente, queste scelte non mi sembrano etiche rispetto ai valori che dovrebbero essere alla base di un evento che celebra l’eccellenza gastronomica. Un’opera d’arte culinaria non dovrebbe mai essere associata ad ambienti che, da tempo, sono stati simbolo di illegalità e abusi. La tradizione della pizza merita di essere celebrata con dignità e rispetto, non con la complicità di chi ha deciso di fare orecchie da mercante davanti alla storia di La Sonrisa. E voi, cosa ne pensate? È giusto che un evento sia associato a un luogo con un presente giudiziario controverso? La qualità e l’etica non dovrebbero andare di pari passo? Parliamo di comunicazione: ogni scelta che facciamo ha un impatto diretto sulla nostra reputazione, e in un mondo sempre più attento alla responsabilità sociale, questa non può essere una questione da sottovalutare. #CastellodelleCerimonie #GuidaChefdiPizzaStellato #HotelLaSonrisa
Post di Luigi Pirolo
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Il mondo della ristorazione è costantemente "a una svolta", che però non si esprime mai in modo pieno e completo. Soprattutto in Italia, assediata dal forte interesse del pubblico per la cucina etnica e da una certa e visibile standardizzazione della ristorazione "fine dining" si sente la necessità di guardare avanti o, come scrive il Gambero Rosso al lancio della sua nuova Guida ai Ristoranti d'Italia di "AVANGUARDIA". Ne è nato un manifesto con 10 significati del concetto di avanguardia, termine che va a braccetto con "creatività", il cui significato è espresso chiaramente dallo chef spagnolo Albert Adrià (fratello di Ferran): «Che cos'è la creatività? La creatività non ha fine: a una tecnica, un concetto o una preparazione ne succede un'altra e un'altra ancora. Non c'è fine». Troverete nella prossima guida del Gambero Rosso, alcuni ristoranti d'Avanguardia, riconoscibili da un simbolo a forma di razzo. Riconosco in questa iniziativa un importante segnale di proposta e di stimolo agli chef e alle loro brigate, proprio per "guardare avanti" con l'energia che solo una nuova sfida di cultura gastronomica può dare. "IL MANIFESTO SULL'AVANGUARDIA IN CUCINA DEL GAMBERO ROSSO" 1. Il coraggio, l’audacia, la ribellione sono elementi essenziali della cucina d'avanguardia. 2. La creatività è necessaria ma non sufficiente per una cucina d'avanguardia. 3. Avanguardia è valicare limiti e regole, ma con il supporto fondamentale della tecnica. 4. Avanguardia è andare oltre il già conosciuto (in bocca). 5. Avanguardia è interrogarsi sul senso e sulla natura del proprio operato. 6. Un cuoco d'avanguardia è assai probabile si debba scontrare con il pubblico. Fa parte di questo gioco. 7. Un cuoco d'avanguardia è divisivo. 8. Un piatto d'avanguardia – per quanto non abbia senso parlare dei singoli piatti perché quello che conta è il metodo – deve risultare incomprensibile a una lettura superficiale. 9. Un piatto d'avanguardia può anche essere disturbante. 10. Un piatto d'avanguardia induce al pensiero. #ristorazioneitaliana #gamberorosso #avanguardia #marketingristorazione #newTrendRistorazione leggi l'articolo del Gambero Rosso > https://lnkd.in/dDMMij5P
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La ristorazione "fine dining" è morta? … Viva la nuova ristorazione. Per "fine dining" si intende "cucina di qualità", ma perchè la cucina non dovrebbe essere di qualità? Purtroppo il momento, vede i ristoratori, chef in primis, concentrati sui conti che, per quanto li giri non tornano mai. La tentazione - e in molti casi una scelta - è quella di ridurre appunto la qualità e di conseguenza alla qualità la creatività, per evitare errori nel menù e scontentare i clienti. Ho trovato molto interessante e stimolante il messaggio lanciato da Gambero Rosso nella nuova Guida Ristoranti d'Italia 2025 con la sezione RISTORANTI D'AVANGUADIA dove presenta quelle cucine che stanno proponendo nuovi modelli di cucina che appunto "guarda avanti", per superare lo scoglio del "fine dining" e dare alla cucina italiana, quella rappresentata dalle ricette regionali e dai fantastici ingredienti frutto della nostra incredibile biodiversità, e ritrovare una nuova rappresentazione e confermare il palmarès di una delle migliori cucine al mondo. Avanguardia è un concetto espresso anche dallo chef Niko Romito (3 Stelle Michelin il n.1 della guida 2025) in una intervista dove dice a gran voce che “La cucina italiana ha una immagine nel mondo altissima. Tuttavia, a volte vedo che il pubblico internazionale pensa che sia stereotipata su 15-20 piatti” e che la soluzione potrebbe essere: “Tanti giovani cuochi stanno lavorando in questa direzione: una creatività utile, con valori italiani ma anche con concetti di pulizia di estrema semplicità, di eliminazione del superfluo per andare proprio al cuore del sapore e del gusto”. La sperimentazione, la cultura gastronomica regionale italiana, l'attualizzazione dei sapori e delle presentazioni sui piatti può solo fare del bene a rivitalizzare il settore e ridare nuove energie e stimoli. “Il futuro del cuoco - sempre secondo NikomRomito - è proprio quando si fa ricerca innovativa e ci sono i contenuti, e c’è anche un linguaggio diverso dal passato con utilizzo di ingredienti naturali, semplici, che vengono poi trattati, trasformati e portati a dimensioni nuove”. Aggiungo, con un occhio di riguardo ai costi, per offrire un piatto ad un prezzo accessibile e nel contempo permettere il giusto margine operativo per lo chef. Avanti con l'Avanguardia della cucina italiana, magari provando uno dei 14 ristoranti contraddistinti dal simbolo del "razzo" dal Gambero Rosso, che esprimono l'eccellenza di questo nuovo movimento gastronomico del Bel Paese. A questo link del Gambero Rosso i top 14 del 2025 > https://lnkd.in/dRptZaCF
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Il fine dining è morto? Probabilmente si! O meglio, lo si potrebbe considerare tale nella versione descritta con pungente demistificazione dal grande critico Visintin ( https://lnkd.in/djVe-UDZ? ). Che tuttavia non si trova solo in questa convinzione visto che anche il celebre Arrigo Cipriani è dello stesso avviso. Il filo rosso che lega entrambe le posizioni è rappresentato dalla crisi del modello corrente di alta ristorazione, che è innanzitutto una crisi di sostenibilità economica, ma anche creativa ed 'emotiva' ( cioè afferente alla soddisfazione delle persone che vi operano e lo frequentano ). E' ovvio che come tutte le crisi, anche questa porterà all'affermarsi di un nuovo paradigma che sarà fondamentale riconoscere e codificare non tanto per l'impatto quantitativo ( gli stellati in Italia rappresentano lo 0,2% del totale universo ) quanto per l'influenza che gli stessi esercitano sull'intero ecosistema dell'ospitalità.
Gli stellati si estingueranno? Luci e ombre del monito sul tramonto dei grandi (e costosi) ristoranti - Gambero Rosso
gamberorosso.it
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Per De Luca, la cucina molecolare, simbolo di sofisticazione e innovazione nei ristoranti stellati, non è altro che un inutile esercizio di stile che si allontana dai sapori autentici e dalla semplicità della cucina tradizionale
De Luca contro la cucina molecolare: “Che schifo, con quelle salsine e schiumette”
https://www.occhionotizie.it
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De Luca contro la cucina molecolare: “Che schifo, con quelle salsine e schiumette”
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In occasione dei suoi 40 anni “La Madia” viene raccontata da Angelo Agnelli, figlio del fondatore Baldassare e amministratore della famosa azienda “Pentole Baldassare Agnelli” di Lallio (BG). 𝑺𝒂𝒍𝒗𝒂𝒓𝒆 𝒍’𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒖𝒄𝒊𝒏𝒂 𝒊𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂𝒏𝒂 𝒅𝒊 𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍𝒐 𝑨𝒈𝒏𝒆𝒍𝒍𝒊 La cucina italiana è celebre non solo per la sua indiscussa qualità e la sua capacità di sedurre i palati di tutto il mondo, ma anche per la sua straordinaria diversità. Regioni, provincie, e perfino singoli paesi vantano tradizioni culinarie uniche, che formano un tessuto culturale ricco e variegato. Tuttavia, oggi stiamo assistendo a un preoccupante processo di omologazione che rischia di erodere questo patrimonio inestimabile. Negli ultimi anni, i cambiamenti socio-economici e l’avanzamento della globalizzazione hanno portato a una standardizzazione dell’offerta culinaria. Nelle grandi città, è sempre più facile trovare ristoranti che propongono un menù dove i piatti tradizionali sono reinterpretati o alterati per appiattirsi ai gusti internazionali, spesso a discapito delle peculiarità locali. Questo fenomeno non solo riduce la diversità culinaria, ma minaccia anche l’autenticità e l’integrità della cucina italiana. È importante riconoscere che la cucina di una nazione è un elemento fondamentale della sua identità culturale. In Italia, ogni piatto racconta una storia, parla di terre, di persone e di tradizioni. Quando rivisitazioni non rispettose delle ricette originali diventano la norma, non solo perdiamo un pezzo della nostra storia, ma priviamo anche le future generazioni della possibilità di sperimentare e apprezzare la nostra eredità culinaria nella sua forma più pura e autentica. In un mondo che celebra la diversità come una forza, è paradossale e tristemente ironico che permettiamo alla nostra cucina di diventare sempre più monolitica. Questo processo di omogeneizzazione va contro il principio stesso di biodiversità, un concetto che non è limitato alla biologia, ma si estende anche alla cultura e alla gastronomia. CONTINUA NEI COMMENTI 👇
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🥖Sempre più italiani alle bakery invece del classico ristorante: un nuovo trend che si sta sviluppando anche per mancanza di personale, lo dice Gambero Rosso. 🍝Il fuoricasa è quindi in piena trasformazione e noi di DRG COMUNICAZIONE vi teniamo aggiornati sulle continue novità: come? Leggi il nostro blog per saperne di più, link al primo commento! #fuoricasa #bakery #ristorazione #personale #clienti #horeca
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Lo confesso: sono una fan del fine dining. Il motivo non avrei saputo spiegarlo meglio di come ha fatto Anna Prandoni nell'ultimo articolo sulle pagine di Linkiesta Gastronomika. Profonda e schietta questa riflessione ci svela che si, il fine dining serve. Ma serve anche "allargare l'orbita di questo circo" per renderlo più aperto e comprensibile e sostenibile (sotto tutti gli aspetti). Perché se il futuro è insito nella sua stessa natura evolutiva, una maggiore consapevolezza diffusa può sicuramente aiutare l'alta cucina a superare i luoghi comuni che la opprimono e a renderla più apprezzata e frequentata. Una soluzione è possibile. E la conclusione di questo articolo ci suggerisce che potrebbe anche non essere troppo complicata. #finedining #altacucina #cucinaitaliana
A cosa serve l’alta cucina (e come potremmo valorizzarla) - Linkiesta.it
https://www.linkiesta.it
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Cosa rende René Redzepi un’icona mondiale della gastronomia? Il genio dietro Noma ha trasformato ingredienti locali in opere d’arte culinarie, ridefinendo il concetto di cucina sostenibile e innovativa 🌱✨ 📖 Leggi il nostro articolo e lasciati affascinare dalla storia di uno dei più grandi rivoluzionari della cucina.
RENÉ REDZEPI: LA RIVOLUZIONE DELLA CUCINA NORDICA - Aperifoodie
https://www.aperifoodie.it
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