Il nuovo Eolico off- Shore è GALLEGGIANTE. Per l'Italia il potenziale di sviluppo dell’eolico off-shore galleggiante è molto alto. Con il via libera al primo parco off-shore floating nel Canale di Sicilia siamo solo agli inizi: la creazione di una filiera nazionale potrebbe generare, tra 2030 e 2050, un valore aggiunto cumulato di 57 miliardi di euro e ricadute occupazionali importanti.
Post di Marco Andrea Doria
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E fanno due. Renantis e BlueFloat Energy accelerano per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Come scrive oggi Sofia Fraschini su Avvenire, che ringrazio, dopo il parco eolico #Odra, il cui Studio di impatto ambientale è stato presentato lo scorso dicembre, è arrivato il turno di #Kailia, il secondo impianto che la partnership sta sviluppando al largo delle coste della Puglia, da oggi anch’esso in Valutazione di Impatto Ambientale. Con la #Puglia che si conferma regione strategica per lo sviluppo di questa tecnologia alla quale, ha raccontato ad Avvenire la direttrice generale della partnership, Ksenia Balanda, “il gruppo lavora attivamente con le comunità locali con lo scopo, parallelo, di costruire una vera e propria filiera di settore”. Il progetto #Kailia prevede l’installazione di 78 aerogeneratori galleggianti nel tratto di costa tra Brindisi e San Cataldo, per una capacità installata di 1.170 MW e una produzione attesa di circa 3,4 miliardi di KWh/anno, pari al consumo di oltre 1 milione di famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di più di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Il tutto con un investimento stimato in circa 4 miliardi di euro con importanti ricadute anche sul fronte occupazionale: le stime parlano di una media di 1500 posti di lavoro diretti con punte di 4000 nei periodi di massima attività e oltre 150 posti di lavoro permanenti per tutti i 30 anni di vita utile del parco. L’inizio della procedura di Via per Kailia segna una tappa importante nel complesso iter autorizzativo e un’occasione di ulteriore dialogo e confronto con i territori che è parte integrante del Dna di Renantis e BlueFloat Energy. #eolicomarinogalleggiante #Kailia #indipendenzaenergetica #sostenibilita https://lnkd.in/deFE2vFK
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Via al primo parco eolico offshore floating d’Italia di dimensione commerciale. Come esposto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, si è conclusa con esito positivo la procedura di Provvedimento Unico in materia Ambientale per questo parco da 250 MW nel Mediterraneo, composto da 21 aerogeneratori da 12 MW, che ricade in diversi Comuni in provincia di Trapani, tra cui Marsala, dalle cui coste dista circa 35 chilometri. Il proponente del progetto è 7Seas Med, una partnership tra GreenIT (joint venture italiana per le energie rinnovabili tra Eni e Gruppo Cdp) e Copenhagen Infrastructure Partners. Il primo, importante, passo per il parco eolico galleggiante siciliano è stato fatto. Ora, cosa succede? «Innanzitutto si tratta di un parco che conta su soluzioni ingegneristiche di ultima generazione, a partire dalle turbine opportunamente orientate per sfruttare al meglio i venti del Mediterraneo», più deboli di quelli che soffiano nel Mare del Nord, centro dell’eolico offshore d’Europa», afferma Luigi Severini, ingegnere e progettista firmatario del progetto. Già questa è una peculiarità da segnalare: quale primo impianto di questa portata nel Mediterraneo, segna un avamposto importante che potrebbe aprire una stagione d’oro per l’eolico offshore dell’Italia, capace di concretizzare potenzialità economiche e occupazionali straordinarie, se debitamente sfruttate. Su questo progetto e sulle potenzialità aperte ne scrivo oggi per INFOBUILD | INFOBUILDENERGIA . #energia #eolico #offshore #tecnologia #industria
Ok al primo parco eolico offshore floating d’Italia
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EOLICO - Il piano, presentato al ministero dell’Ambiente dalla cordata Tyrrhenian Wind Energy, formata dai danesi della Copenhagen Infrastructure Partners, specializzati in #impiantieolici in mare, da Eni Plenitude e da Cassa Depositi e Prestiti, prevede la costruzione di un grandissimo impianto eolico #offshore galleggiante, posto 30 chilometri circa al largo di #Civitavecchia, che sarà ancorato a fondali di 100-200 metri. Il sistema da 27 immense pale eoliche genererebbe 540 MW di #elettricitapulita; va da sé che a parte l’energia green, per assemblarlo e poi per mantenerlo in buona efficienza servirebbe tantissima manodopera. Che potrebbe moltiplicarsi, dando sicurezza occupazionale al territorio per lunghi anni, chiedono i sindacati e non solo: l’idea è far sorgere nell’area del porto di Civitavecchia un vero e proprio “hub dell’eolico”, un centro tecnologico con tutti i servizi necessari per realizzare questo e altri impianti in tutta l’area del #Tirreno.
Addio carbone, Civitavecchia punta tutto sull’eolico offshore (di R. Giovannini)
huffingtonpost.it
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EOLICO - Il piano, presentato al ministero dell’Ambiente dalla cordata Tyrrhenian Wind Energy, formata dai danesi della Copenhagen Infrastructure Partners, specializzati in #impiantieolici in mare, da Eni Plenitude e da Cassa Depositi e Prestiti, prevede la costruzione di un grandissimo impianto eolico #offshore galleggiante, posto 30 chilometri circa al largo di #Civitavecchia, che sarà ancorato a fondali di 100-200 metri. Il sistema da 27 immense pale eoliche genererebbe 540 MW di #elettricitapulita; va da sé che a parte l’energia green, per assemblarlo e poi per mantenerlo in buona efficienza servirebbe tantissima manodopera. Che potrebbe moltiplicarsi, dando sicurezza occupazionale al territorio per lunghi anni, chiedono i sindacati e non solo: l’idea è far sorgere nell’area del porto di Civitavecchia un vero e proprio “hub dell’eolico”, un centro tecnologico con tutti i servizi necessari per realizzare questo e altri impianti in tutta l’area del #Tirreno.
Addio carbone, Civitavecchia punta tutto sull’eolico offshore (di R. Giovannini)
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È in fase di costruzione al largo delle coste inglesi il parco eolico offshore più grande del mondo. Si tratta del Dogger Bank Wind Farm, un progetto ambizioso situato nel Mare del Nord, a più di 130 km al largo della costa nord-est dell’Inghilterra. Il parco eolico, che si estenderà su un'area di 8.660 km2, sarà dotato di 277 turbine eoliche e sarà realizzato in tre fasi. La prima fase ha già iniziato a produrre energia il 10 ottobre 2023, mentre altre due sono attualmente in costruzione. Ogni sezione avrà una capacità di generazione installata di 1,2 GW, per un totale di 3,6 GW una volta completato. L'obiettivo è concludere i lavori entro il 2026, ma sono già state avanzate proposte per lo sviluppo di una quarta fase. Le turbine utilizzate nel progetto sono tra le più potenti al mondo. Si stima, infatti, che genereranno circa 74 GWh all’anno, sufficienti ad alimentare 6 milioni di famiglie inglesi. Con il progresso della tecnologia eolica e l'aumento degli investimenti in energia rinnovabile, ci aspettiamo che progetti come il Dogger Bank Wind Farm diventino sempre più frequenti. 💭 Cosa ne pensi? #offshore #eolico #energierinnovabili #transizioneenergetica #innovazione l'immagine non rappresenta il progetto menzionato
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La #decarbonizzazione è la chiave di re-industrializzazione verso un modello stabile e duraturo, di creazione di posti di lavoro laddove il vecchio modello sta lasciando lentamente insicurezze, timori (e spesso abbandono e disastri), di rilancio e di rivincita di moltissimi territori che hanno pagato un prezzo molto alto in termini di salubrità del territorio. Molto importante, in questo senso, quello che sta avvenendo a Civitavecchia (che poi è anche la città ove nacqui 😅), attorno alle progettualità serie e strutturate di realizzare un impianto #eolicoOffShore e, con esso, di rendere il #porto un polo industriale innovativo per questa importantissima tecnologia.
Quando si parla di progetti di investimento nel campo delle rinnovabili molto spesso in Italia c’è qualcuno che sfrutta l’occasione per cogliere un’opportunità politica, magari per un attacco al Green Deal. Per fortuna sembra proprio che uno di questi progetti - il campo eolico che si vuole costruire al largo del porto laziale di Civitavecchia - al contrario abbia il consenso dell’intera popolazione locale, e apparentemente, anche quello di tutte le forze politiche locali e nazionali, comprese quelle di centrodestra, che nella maggior parte dei casi remano contro le rinnovabili. Una storia che racconto per L'HuffPost https://lnkd.in/dqGfqtdi
Addio carbone, Civitavecchia punta tutto sull’eolico offshore (di R. Giovannini)
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🔴 Eolico off-shore, l'Italia e l'Abruzzo in prima linea nella costruzione della filiera nazionale industriale di questo comparto strategico. 🔴 L'accordo tra Renexia Spa (TOTO HOLDING SPA) e Mingyang Smart Energy per la realizzazione di turbine eoliche in Italia, è un chiaro segnale della competitività di questa fondamentale catena del valore. 🔴 L'obiettivo è anche quello di superare le strozzature della logistica in Europa e Usa, e dialogare con il mercato africano attraverso il Piano Mattei. 🔴 In Italia saranno prodotti e assemblati i componenti fondamentali per la realizzazione di Med Wind, il più grande progetto di impianto eolico offshore floating del Mar Mediterraneo, al largo delle coste trapanesi. 🔴 La nuova società avrà ora l’obiettivo di individuare d'intesa con il Governo entro 90 giorni l’area idonea per il sito produttivo (1.100 nuovi posti di lavoro e 500 milioni di euro di investimento) e l'Abruzzo è in pole per ospitarlo. Adolfo Urso Marco Marsilio
Mimit con Renexia e MingYang per le turbine eoliche - Energia & Energie - Ansa.it
ansa.it
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Quando si parla di progetti di investimento nel campo delle rinnovabili molto spesso in Italia c’è qualcuno che sfrutta l’occasione per cogliere un’opportunità politica, magari per un attacco al Green Deal. Per fortuna sembra proprio che uno di questi progetti - il campo eolico che si vuole costruire al largo del porto laziale di Civitavecchia - al contrario abbia il consenso dell’intera popolazione locale, e apparentemente, anche quello di tutte le forze politiche locali e nazionali, comprese quelle di centrodestra, che nella maggior parte dei casi remano contro le rinnovabili. Una storia che racconto per L'HuffPost https://lnkd.in/dqGfqtdi
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io penso che troppi continuano ad accanirsi nel ricercare ed attuare soluzioni energetiche "contro natura" invece che "secondo natura". Pale eoliche e Pannelli Fotovoltaici sono instabili, fluttuanti e con bassa efficienza di servizio, destabilizzano gli elettrodotti e necessitano di batterie di accumulo (non sostenibili). Intanto, i campi incolti e le foreste abbandonate bruciano o impudridiscono inquinando e sprecando una enorme quantià di energia. Basterebbe raccogliere e riciclare queste enormi quantità di biomassa abbandonata ... che la natura ci fornisce gratis ... continuamente ed inesauribilmente ... per produrre ed utilizzare tutte le quantità di biocarburanti di cui abbiamo bisogno (biometano/LBM, etanolo/E85, biodiesel/HVO/B100, ...) in sostituzione dei combustibili fossili. La Calabria ha una enorme potenziale di biomassa abbandonata o non prodotta che potrebbe dar lavoro e ricchezza interna al territorio anziché esterna alle società offshore.
Al largo delle coste della Calabria nascerà uno dei progetti offshore più grandi d’Europa. Si tratta del progetto Corigliano che sorgerà nel golfo di Taranto, sviluppato da Green Arrow Capital, SolarDuck e New Developments. L’iniziativa prevede la costruzione di un parco ibrido dalla potenza totale di 540 MW, suddiviso in 420 MW di eolico offshore e 120 MW di fotovoltaico galleggiante. Il parco, che sarà composto da pannelli fotovoltaici dall’impatto ambientale minimo e da 28 turbine eoliche galleggianti, dovrebbe generare più di 160 GWh di energia pulita all’anno. La costruzione di questa struttura mastodontica sarà possibile grazie all’utilizzo delle tecnologie fornite da SolarDuck ⬇️ L’azienda olandese ha creato delle strutture che consentono di mantenere i pannelli solari a 3 metri dalla superficie dell’acqua, in modo da proteggere gli impianti da onde alte, perturbazioni o venti da uragano. Le autorizzazioni per iniziare i lavori di costruzione devono ancora essere rilasciate, ma si prevede che il parco entrerà in funzione nel 2028. 💭 Cosa ne pensi? Questo progetto aiuterà a raggiungere gli obiettivi green dell’Italia? #italia #eolico #fotovoltaico #offshore #transizioneenergetica l'immagine non rappresenta il progetto menzionato
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Legambiente sottolinea con il report Finalmente #Offshore, l’importanza di accelerare i processi autorizzativi degli impianti FER nel nostro Paese, evidenziando nello specifico il potenziale dell’eolico offshore. L’Italia rischia di raggiungere con un ritardo di oltre 16 anni gli obiettivi fissati per i 2030 e pari a 90 GW di capacità installata (i.e. almeno 12 GW/anno). Secondo il Marine Off-shore Renewable Energy Lab e il Politecnico di Torino l’eolico galleggiante in Italia potrebbe contribuire in maniera determinante con 207,3 GW, pari al 60% della quota di rinnovabili necessarie, grazie alle caratteristiche geografiche della Penisola. Questa tecnologia diventerebbe trainante per un nuovo sviluppo economico territoriale. Il nostro Paese, infatti, secondo il Global Wind Energy Council sarebbe il terzo mercato al mondo per il potenziale di sviluppo dell’eolico offshore. Dobbiamo, però riflettere che a oggi, l'Italia conta su un solo progetto realizzato a Taranto, nearshore e ben diverso da quelli floating Ci auguriamo che si possa cogliere questa opportunità e che la burocrazia sia al servizio della transizione ecologica ed energetica aiutando a superare quegli ostacoli, molto spesso posti dai pregiudizi legati a scarsa conoscenza.
Finalmente-offshore.pdf
legambiente.it
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